Open Area di RITORNA A >>>HOMEPAGE<<<
|
|||||||||||||||||||||||||||||
Puglia: la regione dove le trombe d’aria viaggiano come cronometri svizzeri, ma la memoria di abitanti, tecnici , politici e amministratori è affetta dall’Alzheimer. Ieri 19 novembre 2013, mentre la Sardegna piangeva morte e distruzione creata dal ciclone Cleopatra, anche la Puglia riceveva la sua dose di danni da parte di una “coda” del vortice ciclonico con aspetti spettacolari, come alcune trombe d’aria , tali da essere riportati dai media nazionali Sin qui sembrerebbe tutto normale se non ci fossero state dichiarazioni di amministratori locali, tecnici e operatori dell’informazione radiotelevisiva che hanno ripetuto in coro una litania che sta divenendo una sorta di autoassolvimento da colpevoli ritardi nell’informare i cittadini sui rischi di muoversi per le strade in condizioni meteo avverse, sulle misure di sicurezza da intraprendere onde ridurre i danni alle cose da maltempo , combattere quegli aspetti dell’intervento umano sul territorio che possono accentuare gli effetti di avvenimenti meteorologici di grave intensità. -“A memoria mia, ovvero cinquant’anni, non ricordo un avvenimento simile!”_ dichiarava ieri un amministratore dei comuni leccesi colpiti dalle trombe d’aria Una memoria che consiglieremmo da curare più che con farmaci anti-Alzheimer con la lettura delle cronache locali degli ultimi anni, che smentiscono tutti coloro che parlano di fatti mai accaduti prima , dell’immagine di un Salento immune da fenomeni devastanti come trombe d’aria e nubifragi e dove è impossibile prevedere che in condizioni metereologiche ampiamente previste dai modelli matematici e dai rilievi strumentali di temperatura di aria, acqua del mare, andamento dei venti al suolo e in quota , ecc che porti turistici come quello di Gallipoli siano devastati come è successo ieri, fortunatamente senza vittime o come successe l’anno scorso a Taranto quando una tromba d’aria nata dinanzi al porto industriale fece una vittima con il crollo di una gru. Ormai lo studio di fenomeni estremi in questa parte d’Italia da parte di importanti istituti internazionali di ricerca sui cambiamenti climatici, è giunto a risultati così precisi , che potrebbero dare risultati eccezionali nella difesa degli abitanti e del territorio in casi di avversità meteo. La Puglia dove le trombe d’aria viaggiano con precisione cronometrica. Nella Puglia della Sanità pubblica che fa acqua da tutte le parti, dove l’acqua l’estate arriva col contagocce, dove i treni viaggiano con tempi da ferrovie borboniche, possiamo perlomeno andar fieri che le trombe d’aria da noi prima di muoversi guardano il calendario e viaggiano con precisione da GPS. A smentire tutti coloro che ieri cadevano dalle nuvole per l’arrivo delle trombe d’aria sul Basso Salento ricordiamo alcune date e località 19 novembre 2013 colpite da trombe d’aria provenienti dal mare Gallipoli Nardò e Galatone 8 ottobre 2013 copite da trombe d’aria Martano Melendugno , Borgagne Calimera 15 gennaio 2013 colpita da tromba d’aria Nardò Ma come la precisione sia una fissa delle trombe d’aria salentine lo si evince da un’interessaante studio fatto dall’Università del Salento - a cui sono seguiti quelli del CMCC (Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici) - con un nome suggestivo come “Puglia terra di Uragani”: il 18 novembre del 2000 una tromba d’aria di eccezionale forza devastò Scorrano, Cursi Melendugno e Maglie Ma tornando indietro nel tempo, novembre è il mese preferito per le trombe d’aria pugliesi ed in particolare la settimana che va (guarda caso) dal 19 novembre al 23 novembre: Il 23 novembre 1884 una potente tromba d’aria attraversò gran parte del Salentoorientale colpendo Caprarica di Lecce; ed ancora il 19 novembre 1787 (proprio come ieri) alle 13.00 colpì il salkento Meridionale da Corigliano a Borgagne devastando Martano. Ulteriori studi portati avanti a livello europeo che hanno preso in considerazione la particolarità della precisione svizzera delle trombe d’aria pugliesi, ha portato nel tracciare quelle che vengono identificate come le autostrade delle trombe d’aria salentine. : percorsi abituali lungo i quali andrebbero messe in atto opere di prevenzione e informazione degli abitanti dei luoghi in questione…ma si preferisce lasciar perdere, salvo che gridare dopo che il danno è fatto, alla …calamità naturale e l’immediata richiesta di risarcimento danni… Sono storie che fanno
sorridere sull’italica furbizia ma che diventano tragiche dinanzi ,
per esempio alla morte di un operaio travolto dall’gru a Taranto
crollata per una tromba d’aria un maledetto 28
novembre 2012, mentre l’Italia meridionale era percorsa dal ciclone
Medusa. Invitandovi ad
andare a rileggere quanto dicevamo sul sito di Pugliantagonista in
quell’occasione, ed in particolare il passaggio “-…Se
esiste una rete addirittura internazionale che monitorizza e studia
questi eventi e cerca di dare modelli matematici
previsionali, perché essa non è messa in rete con le
strutture che debbono
prevenire e preservare la sicurezza pubblica? Se questo possa
significare salvare qualche vita e ridurre qualche danno sarebbe
sempre meglio di niente. Se addirittura si sanno quali sono le zone a
rischio di questo tipo di
eventi nella nostra regione, chi era stato allertato? Ormai dobbiamo
mettere in soffitta i soliti fax generici inviati alle prefetture, ma
costruire una rete capillare sul territorio capace di interagire e non
lasciare le persone senza nessuna informazione”…- Sono
le parole che altri amministratori , quelli della Sardegna colpita così
gravemente stanno ripetendo in maniera ossessiva… comprendendo che
ormai dobbiamo attrezzarci a convivere e sopravvivere a fenomeni in
cui è fortemente
responsabile la mano dell’uomo
o meglio dell’umanità
asservita alle leggi di
un capitalismo ossessionato dall’indice di crescita dela produzione
compresa quella dei gas serra, ma anche l’incapacità presuntuosa di
comprendere le particolarità dei luoghi dove abitiamo che sia in
montagna , o in pianura, su un ‘isola o vicino al mare, ecc..e come
noi esseri umani ci dobbiamo saper confrontare con umiltà con la
forza della Natura. La
redazione di Pugliantagonista.it Brindisi
20 novembre 2013
19 Novembre 2013 il fenomeno si ripete sull'autostrada Salentina delle trombe d'aria : tre trombe d'aria colpiscono Gallipoli, Nardò e Galatone 9 ottobre 2013 :tromba d'aria tra Martano melendugno , Calimera, Borgagne 15 gennaio 2013 Tromba d'aria a Nardò Tromba d’aria su Taranto un fatto eccezionale e non prevedibile? Tutto falso!!! Presentiamo i video delle precedenti trombe marine e d'aria sugli stessi luoghi Uno studio dell'Università del Salento : Puglia terra di Uragani
Francesco Zaccaria, di 29 anni, nato a Taranto e residente nella frazione di Talsano, era scomparso nelle acque di mar Grande, all'altezza del quinto sporgente del porto industriale, nell'area demaniale concessa all'Ilva. ( dal sito di Repubblica)La procura conferma che ha aperto un’inchiesta che attualmente non vede nessun indagato…. ( dal sito di Repubblica) Come redazione di Pugliantagonista.it unendoci al dolore dei suoi compagni di lavoro e familiari, riteniamo che la morte di Francesco non si possa ascrivere semplicemente alla fatalità e confermiamo con altri elementi di prova quanto già a poche ore di distanza dalla tragedia affermavamo nel nostro articolo del 28 novembre 2012: A fronte di ciò aggiungiamo questi elementi alle nostre tesi e poniamo alcune domande sperando che servano ad evitare altre ulteriori tragedie: 1) La ripetitività, negli ultimi anni , di trombe d’aria/marine anche di grandi dimensioni nella zona di mare direttamente antistante alla Città di Taranto e al porto industriale è cosa nota agli studiosi di questi fenomeni e confermata addirittura da video visibili su You Tube che utenti della rete in questi anni hanno pubblicato. Tra questi impressionanti per la loro similitudine sono quelli relativi all’ottobre del 2010 e del gennaio 2011 e che pregheremmo gli inquirenti di visionare: I video in questione sono: http://www.youtube.com/watch?v=Q8zq9nFeu3Y http://www.youtube.com/watch?v=4BfRqfXje6I
( gennaio 2011) video
( 26-10-2010) di Marcello
Bellacicco del centro culturale Filonide Taranto
26 ottobre tromba d’aria nella zona industriale Evergreen
ed exBelleli http://www.youtube.com/watch?v=1qxHKk23HJc http://www.youtube.com/watch?v=zA-N19odTYQ tromba
marina il 4-6-2010 zona Lama di Taranto 2) Ci domandiamo se a fronte di questi eventi in tutti questi anni nessuno abbia mai pensato di sollecitare tutti i soggetti ( pubblici e privati) interessati, ad emettere procedure di messa in sicurezza di uomini e cose nel caso che condizioni identiche potessero dare adito a fenomeni simili con possibili danni . Questo è stato fatto? In caso contrario, quali procedure e quali i soggetti che si cureranno di farle rispettare , in futuro ? 3) Il nostro timore che attualmente la linea comune dei suddetti soggetti è quella di continuare a parlare di un evento eccezionale, imprevedibile, mai successo… e quindi non responsabili della morte di Francesco lasciato solo, al suo destino quel maledetto giorno del 28 novembre 2012-11-30 La redazione di Pugliantagonista.it Brindisi 30 novembre 2012 --------------------------------------------------------------------------------- L'INCHIESTA DI PUGLIANTAGONISTA A POCHE ORE DALLA TRAGEDIA: Nei talk show e nelle dirette televisive che in queste ore si stanno occupando dell’evento del giorno, la tromba d’aria piombata sull’ILVA a Taranto, il luogo comune che si sente ripetere è quello si è trattato di un evento eccezionale e assolutamente non prevedibile. Tutto ciò è assolutamente falso e confuteremo questo assunto in pochissime righe: 1) Quello di oggi è stato semplicemente un evento di dimensioni un po’ maggiori rispetto alle numerose trombe marine che negli ultimi anni nate nel golfo di Taranto o comunque lungo i litorali e si sono poi abbattute in molte parti del Salento 2) L’eccezionalità sta nel fatto che questa volta il minitornado, come possiamo definirlo, ha colpito un luogo come l’ILVA di Taranto che è da tempo nell’occhio di un altro ciclone , quello ambientale –sanitario-.giudiziario con i relativi effetti sull’economia tarantina e nazionale. 3) Infatti altre trombe d’aria in questi anni hanno colpito con particolare violenza zone addette all’agricoltura, all’allevamento o impianti civili o manifatturieri ritenuti di scarsa importanza e quindi poco degni di entrar a far parte della grande cronaca dei media nazionali. Delle notizie di questi eventi ne son pieni i data base degli enti preposti collegati a comuni, province ( Taranto, Brindisi, Lecce) e Regione Puglia che si son dovuti negli anni occuparsi delle richieste di risarcimento / aiuto economico dei soggetti colpiti; agricoltori, allevatori, piccoli imprenditori, che purtroppo non hanno goduto di tanta notorietà e si son sempre ritrovati a chiedersi senza avere nessuna risposta sul perché e come mai la natura avesse deciso di punire proprio loro. La ripetitività di questi eventi , le trombe d’aria, in particolare, il loro percorso e i luoghi dove hanno fatto più danni hanno addirittura fatto disegnare nella mappa del Salento , agli studiosi che se ne occupano , quelle che si potrebbero chiamare”le autostrade delle trombe d’aria” e come esse siano “imboccate” a seconda della direzione dei venti e che si inneschino per condizioni, molto simili a quelle che fanno nascere gli uragani di tipo tropicale o i “tornado” delle praterie americane, Quanto questi eventi nell’area Salentina jonica siano divenuti così ricorrenti, tali da divenire parti di processi matematici previsionali e statici è confermato dalle decisione di alcuni anni fa di far nascere proprio nel Salento il nodo principale italiano della rete Euromediterranea dei centri studi sui cambiamenti climatici e che ha sede legale nell’Università di Lecce. Stiamo parlando del Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (CMCC)
che studia
la variabilità climatica, le sue cause e le sue conseguenze,
attraverso simulazioni con modelli globali del Sistema Terra e con
modelli regionali dell'area Euro-Mediterranea. Un centro che ha visto
inaugurato un supercentro di calcolo presso il complesso Ekotekne , in
via Monteroni a Lecce , il 30 gennaio 2009 , un complesso il cui
nucleo centrale è fatto da due supercalcolatori di elevata capacità
di elaborazione pari a 30 TeraF. che ne fanno uno dei più grandi di
Europa. Un
centro che dovrebbe far dialogare tra loro, ingegneri, studiosi di
statistiche, fisici, agronomi, biologi , economisti, per poter dare
risposte adeguate e, preferibilmente in anticipo, rispetto a scenari
devastanti che una certa
scienza ritiene più che certi , se l’aggressione al nostro Pianeta,
in nome di un finto progresso e del libero mercato nell’era della
globalizzazione capitalista continui a determinare le scelte delle
attività umane. Ritorniamo
però al nostro evento “straordinario: la tromba marina nata nel
golfo di Taranto e poi divenuta un minitornado. Quali
le cause della sua formazione? Si
poteva prevedere? Ebbene le risposte provate a chiederle , se non
volete rivolgervi agli esperti dell’Aeronautica Militare (
e vi assicuro che ve ne sono in quell’Arma di eccezionali),
se volete aver un punto di vista da uomini senza le stellette
rivolgetevi agli esperti del CMCC e vi diranno che gli
uragani nel Mediterraneo sono ,sì, praticamente impossibili data la
limitatezza della superficie marina,
ma “minitornado” come quello di oggi sono più che
prevedibili attuando particolari modelli matematici che partono da un
punto di riferimento ben
preciso e comune, la temperatura del mare , che nel caso degli uragani
è di 26,5 °C e che nel caso delle trombe Marine-evolute in trombe
d’aria nella zona golfo di Taranto-jonio-salentina si è visto
essere concomitanti quando vaste zone di esso erano intorno ai 28-30°C
. Praticamente si è riscontrato che in particolari punti
dello Jonio Tarantino si riscontrano particolari situazioni
simili ( in forma ridotta) a quelli che vedono originare nei tropici
gli uragani. Per confermare quanto diciamo preghiamo di vedere i video dei seguenti filmati di trombe marine/d'aria che negli ultimi due anni si sono avvicinate alla zona industriale di Taranto o zone limitrofe:impressionanti le similitudini comprese le gru e container sullo sfondo che ci riportano alal tragedia del giovane operaio morto il 28 novembre 2012 http://www.youtube.com/watch?v=Q8zq9nFeu3Y
( video del gennaio 2011) http://www.youtube.com/watch?v=4BfRqfXje6I video
di (
26-10-2010) di Marcello Bellacicco del centro culturale Filonide
del 26-10-2010 Taranto
26 ottobre tromba d’aria nella zona industriale evergreen http://www.youtube.com/watch?v=1qxHKk23HJc tromba
marina il 4-6-2010 zona Lama di Taranto http://www.youtube.com/watch?v=zA-N19odTYQ
Tale
accostamento tra temperatura marina e trombe si comprende che è tipico di
periodi estivi o autunnali, ai quali poi però vanno aggiunte, e
in questo lavorano gli analisti ed i supercomputer ad alcune
variabili, altre
variabili , quali l’afflusso di grandi masse d’aria calda
provenienti dalle zone del NordAfrica
e capaci di sopperire, in
periodi tardoautunnali o addirittura invernali,
alle identiche masse d’aria calda che dovrebbero svilupparsi
da mari troppo bollenti. Quanto
avvenuto oggi è proprio questo: ad un mare che non accenna a scendere
di molto di temperatura , si è aggiunto un vento da Sud costante
da giorni che ha
fatto vivere la Regione in un clima perennemente di fine estate e che
con l’arrivo dell’area ciclonica “Medusa” si è rinforzato
portando grandi masse di aria calda capaci
di vorticarsi in un gioco di correnti calde fredde su quella
linea di bagnasciuga che è il litorale tarantino dando così forza ed impulso
alla costruzione dell’evento estremo. Quanto
esposto sappiamo bene che deve ritenersi una spiegazione
fortemente approssimativa e sintetica ma che dovrebbe spingere a
qualcuno a chiedersi: ma non si poteva prevedere o meglio avvisare
la popolazione e gli operai della zona industriale che potevano
essere colpiti da un evento eccezionale? Ci
domandiamo che tipo di allarme era stato dato? Il solito allarme
generico afgli enti preposti della Protezione civile?
Sinceramente quei filmati che abbiamo visto in cui degli operai
si vedono arrivare addosso
la tromba d’aria e pensano a chiudere i cancelli o al massimo
rifugiarsi nelle automobili
senza avere cognizione di un piano di sicurezza dinanzi a
questo evento , mi fa credere che oggi siamo stati molto fortunati,
Come fortunati sono stati i bambini di Statte usciti quasi indenni o
gli abitanti di altre zone della città che avrebbero potuto
ritrovarsi inconsapevolmente
coinvolti in quell’evento. Non
parliamo poi se la stessa
tromba d’aria avesse colpito con identica o maggiore violenza un
Ilva a funzionamento normale ,… Ma
ci dobbiamo ancora domandare se è
vero quanto esposto, ovvero 1)
Se esiste una rete addirittura internazionale che monitorizza e
studia questi eventi e cerca di dare modelli matematici
previsionali, perché essa non è messa in rete con le
strutture che debbono
prevenire e preservare la sicurezza pubblica? Se questo possa
significare salvare qualche vita e ridurre qualche danno sarebbe
sempre meglio di niente. Se addirittura si sanno quali sono le zone a
rischio di questo tipo di
eventi nella nostra regione, chi era stato allertato? Ormai dobbiamo
mettere in soffitta i soliti fax generici inviati alle prefetture, ma
costruire una rete capillare sul territorio capace di interagire e non
lasciare le persone senza nessuna informazione: 2) In queste ore si sta parlando di un decreto governativo che dovrebbe sbloccare fondi e procedure per poter riaprire l’Ilva e contemporaneamente mettere in piedi un piano di ristrutturazione tecnologica “ecocompatibile”. In questo piano dove e come saranno inserite le dovute modifiche relative alla sicurezza e alla prevenzione di fronte al ripetersi di eventi come quello odierno?Se non si vuol prendere atto della lezione di oggi significherebbe provare a costruire un castello di sabbia… La
redazione di Pugliantagonista.it Brindisi 28 novembre 2012
|
|
||||||||||||||||||||||||||||