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Onore al rivoluzionario Fidel Castro Come
Archivio Storico Benedetto Petrone e redazione di Pugliantagonista.it,
vogliamo onorare a modo nostro il rivoluzionario Fidel Castro,
attraverso le riflessioni che
scaturiscono dalla rilettura di un
suo libro pubblicato
dagli Editori
Riuniti, nel marzo 1972, con il titolo: la
Rivoluzione e l’America Latina, in cui sono pubblicati
i suoi discorsi ed in particolari i colloqui avuti , in occasione
di un viaggio in Cile, con i giovani , gli studenti, gli intellettuali di
un Cile in cui il governo di sinistra di Unitad Popular di Salvador
Allende era appena andato al potere. Un libro che vorremmo che anche tanti
cultori del mito di Castro, lo rileggessero per coglierne
gli insegnamenti ancora attuali, ma anche aspetti che
fanno comprendere come egli non fosse solo l’immagine del
barbudos armato di fucile e machete che entra all’Havana
alla testa dei suoi guerriglieri, ma anche un grande intellettuale,
un idealista pregnato di forti valori umanisti. 1) Nel retro di copertina con la presentazione, vi è una foto che può sintetizzare l’importanza e il valore dell’insegnamento castrista per tutti i popoli che anelano a liberarsi dai vecchi e nuovi imperialismi. Una foto che raffigura insieme i due leader delle rivoluzioni popolari e di sinistra della seconda parte del Novecento dell’America Latina; Fidel Castro e Salvador Allende. Il primo nella sua affezionata divisa militare di guerrigliero e comandante della rivoluzione cubana, con tanto di cinturone e di pistola a cui non si volle mai separare , il secondo in giacca e cravatta attorniato dal servizio d’ordine dei poliziotti cileni. E’ una foto che racchiude e fa tabula rasa di tante critiche, distinguo, se non addirttura feroci accuse di despotismo assolutista che ancor oggi arrivano, non solo dalla cosidetta destra internazionale, ad iniziare il suo nuovo Leader Maximo, il neo presidente degli USA Trumph, ma anche da certa sinistra perbenista. In quel viaggio Fidel, congratulandosi con Allende, volle però rimarcare le differenze che passavano tra la sua rivoluzione fatta con lotta armata popolare e quella “morbida” nelle urne elettorali della coalizione di sinistra cilena. Fidel in disparte, più volte mise in guardia Allende dal fidarsi di generali ed ammiragli pronti a vendere il prprio paese al miglior offerente e gli regalò una mitraglietta, la stessa che vedemmo vanamente impugnare dal presidente cileno nelle tragiche ore dell’assalto al palazzo presidenziale, la Moncada, prima di essere ucciso da parte dei militari golpisti. La lezione dell’Esercito Popolare pronto a difendere con le armi la libertà e che ha permesso a Cuba di resistere tanto tempo ai tentativi di controrivoluzione degli Stati Uniti, non fu compresa da Allende e la pagò caramente e così decine di migliaia di studenti, sindacalisti, uomini e donne del Cile in stato di assedio. E’ una lezione da tenere sempre presente per chiunque voglia cianciare di rivoluzioni ed assalti ai palazzi del potere attraverso il semplice gesto di infilare una scheda in un urna o peggio ancora cliccando qualche “mi piace” o accodandosi dietro all’urlatore di turno. 2)
La
Cultura l’arma vincente
della Rivoluzione: La seconda lezione
va trovata tra le parole dei
discorsi di Castro ai giovani cileni ,in quel viaggio memorabile riguardano
l’importanza della Cultura e
della difesa della propria identità e delle proprie tradizioni che deve
essere non da meno a quella di
Resistenza, anche armata, della libertà, della democrazia, della
indipendenza da imperialisti, sfruttatori , golpisti, una difesa fatta con
sacrificio senza cercare posti privilegiati:…” quando la Rivoluzione
vinse, nel nostro paese, vi erano 10.000 maestri senza aule dove
insegnare, mentre 700 o 800.000 bambini non avevano insegnanti. Purtroppo
moltissimi, quasi la maggioranza dei bambini vivevano in posti sperduti e
disagiati e nonostante che i maestri fossero senza lavoro non volevano
spostarsi dalle città..per questo nacquero i maestri volontari,
ed organizzammo le scuole dei maestri
sulle montagne , in un vecchio accampamento
che era stato scuola di guerriglia. Fummo estremisti ed idealisti
ma a partire da questa
esperienza portammo la voglia di mobilitarsi a 100.000 giovani che
autonomamente incominciarono a insegnare ed alfabetizzare bambini,
ma anche adulti di 80 e 90 anni…proprio durante la campagna di
alfabetizzazione avvenne
l’invasione della baia di Giron( la cosiddetta Baia dei Porci, in cui
controrivoluzionari armati es ostenuti dagli USA provarono senza risultato
a sbarcare, NdR) e a noi tutti dispiaceva interrompere la campagna.
Sarebbe stata peggio della sconfitta militare se avessimo sospeso
l’alfabetizzazione del nostro popolo. Lasciammo così tutti i giovani
impegnati nell’insegnamento a farlo , nonostante lo stato di guerra e
che avessimo bisogno di ogni
uomo utile….Contro questa campagna si
mobilitarono i controrivoluzionari rapendoe d uccidendo giovani e
contadini impegnati nell’afabetizzazione come il giovane Manuel Ascunce,
rapito, torturato ed ucciso perché alfabetizzatore. Ma il popolo si
mobilitò con manifestazioni di centinaia di migliaia di persone…in
seguito altri son stati i problemi quando abbiamo corso il rischio che i
giovani figli di operai, grazie allo Stato che garantiva loro anche
l’Università correvano il rischio di replicare
la nascita di una nuova gioventù
borghese…stavamo correndo il pericolo
di perdere le migliori attitudini e qualità operaie… Cosa
significa educare? Significa preparare l’uomo , da quando
incomincia a prendere coscienza, a compiere i suoi più elementari doveri
sociali, a produrre beni materiali e
spirituali che servono alla società, in modo che tutti partecipino
egualmente alla produzione. Credete che una università possa essere un
centro di educazione migliore di una fabbrica? In altri
terminil’educazione deve essere una combinazione
delle studio tra scuola e lavoro facendo in modo che gli operai
diventino studenti e gli studenti operai…questi sono i primi passi della
rivoluzione dell’istruzione….se credete che con lo sviluppo della
rivoluzione avremo un paese
con mezzo milione di automobili e sia il nostro obbiettivo, vi
sbagliate!...noi possiamo dare l’istruzione a tutti ma non
un’automobile a tutti! Se invece vogliamo assicurare mezzi collettivi di
trasporto per i luoghi di lavoro, di svago, e ricreazazione, questo SI! 3)
Sul
consumismo: Noi non incoraggiamo il nostro popolo alla corsa al
consumo… la società capitalistica incoraggia all’egoismo,
l’individualismo, i vizi…tutti conosciamo le origini
dell’uomo e come sia facile svegliare in lui i peggiori
istinti…L’uomo deve essere educato, il vizio è spontaneo, le virtù
devono essere coltivate..La differenza oggi tra socialismo e capitalismo
è che il socialismo ( per costruirsi, NdR) parla di sacrifici, austerità,
educazione, controllo, mentre l’imperialismo stimola l’uomo le più
smisurate ambizioni personali, corrompendolo. Che offre Cuba oggi alla
nostra gioventù? Lavoro, studio, sacrificio, sforzo, obbiettivi
qualitativamente superiori, sociali, ricvoluzionari. Che offre
l’imperialismo: l’illusione del piacere e del divertimento,
corrompendo corpi ed anime…. 4)
Sul
colonialismo culturale… A Cuba , nessuno conosceva la musica
cilena, ma quella inglese, francese, italiana, quelle sì…invece quella
cilena, peruviana, , latino american, erano sconosciute . Nessuno
conosceva la letteratura rivoluzionaria dell’America
Latina…mentre andava di moda quella banale e fantasiosa e magari quella
che esaltava i banditi
controrivoluzionari…. Perché non si fanno concorsi per la letteratura
infantile?.. che succede nel campo del cinema …perché non si fanno film
per bambini che non siano sotto il segno del mercantilismo ( e della
ricerca dell’audience, NdR)? I
nostri popoli oppressi e sottosviluppati
devono lavorare affinchè
l’uomo si evolva, sin dall’infanzia,
elevando la coscienza sociale
ed umana. I nostri popoli possono tollerare le anomalie , gli sbagli, le
follie, le assurdità della società capitalista?.... Conclusioni.
Ci bastano questo due paginette
a comprendere l’importanza e il peso dell’insegnamento che
lascia questo grande rivoluzionario, quest’idealista , questo viandante
armato della rivoluzione , a tutto l’umanità e a lui siamo debitori. A
pugno chiuso Fidel! L’archivio
Storico Benedetto Petrone e la redazione di Pugliantagonista.it Ricordiamo che il libro in questione è al numero di catalogo P-16 della biblioteca dell’Archivio Storico Benedetto Petrone |
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