Archivi in rete.Per non dimenticare 1978/6 |
PEPPINO IMPASTATO
NEL SEGNO DELLA MEMORIA
2011
FORUM SOCIALE ANTIMAFIA 2011
(Cinisi 6,7,8,9 maggio)
Sono trascorsi 33 anni dall’assassinio di Peppino
Impastato, e dieci anni dalla nascita del Forum Sociale Antimafia: “con le
idee e il coraggio di Peppino” continuiamo a tener vivo l’antagonismo
contro l’azione socialmente devastante della cricca politica che ci governa.
Il progetto è quello della costruzione dell’antimafia sociale senza
protagonismi e verità calate dall’alto. Come ogni anno, il Forum ha cercato
di confrontarsi con varie esperienze nazionali ed essere un momento di
riflessioni, analisi, dibattiti sulle attuali condizioni politiche,
sociali, economiche, con l’obiettivo di costruire soluzioni e percorsi
alternativi utili alla salvaguardia della democrazia e alla sua rifondazione e
crescita dal basso.
In questi quattro giorni abbiamo esaminato la gravità
del problema dell’informazione interamente asservita ai partiti politici e
imbalsamata dalle censure di regime, individuando nella rete telematica la
possibilità di costruzione di percorsi di controinformazione dal basso.
Abbiamo cercato di dare uno sguardo ai complessi
percorsi di ricomposizione e riorganizzazione della mafia e ai suoi interessi
che continuano a snodarsi tra le richieste di pizzo, i traffici di droga, di
armi, di esseri umani e il riciclaggio del denaro in investimenti stabili,
soprattutto centri commerciali e lavori legati alla presenza di progetti
pubblici di costruzione di grandi opere, a partire dalla ricostruzione
post-terremoto aquilana.
Si
è ribadito con forza come il potere mafioso si sia espresso e si esprima
tutt’ora attraverso il monopolio verticistico dei beni comuni, a partire
dall’acqua; in tale prospettiva si è dibattuto anche dell’imminente
referendum, per il quale è indispensabile il raggiungimento del quorum.
Le riflessioni degli studiosi e dei vari relatori intervenuti hanno evidenziato
l’indispensabilità di questo elemento per la sopravvivenza del pianeta. Sono
stati denunciati i tentativi di privatizzare un bene che dovrebbe essere
pubblico ma soprattutto gestito in modo partecipato e consapevole. Un esempio
per tutti di business privato è quello delle acque minerali commercializzate
attraverso la gestione illegale e chimicamente fuori dai parametri prescritti.
Anche sul nucleare le considerazioni del Forum hanno individuato l’assenza di
una politica energetica nazionale, la scarsa considerazione delle energie
pulite, la continua sottomissione politica dei popoli che detengono le fonti
energetiche utili nell’imminente futuro. È imprescindibile puntare su un
modello democratico, partecipato e non centralizzato. È emersa la necessità di
tornare ad abbracciare il domani come dimensione di riconquista dei diritti e
non di subalternità al profitto capitalistico.
Il terremoto giapponese ha dato la misura della
dannosità del nucleare, confermando l’aumento di oncopatologie nei luoghi
vicini alle centrali ed evidenziando i costi altissimi necessari per sostenere
la produzione di un’energia fondata sull’uranio, materiale oggi sempre più
raro.
Uno sguardo è stato dato anche agli attuali conflitti
e movimenti nel Mediterraneo. È stato ribadito il netto rifiuto
dell’aggressione imperialista ai danni del popolo libico mossa da evidenti
interessi geopolitici delle potenze neocoloniali. In Italia è stata costruita
deliberatamente un’emergenza per alimentare politiche razziste e allarmiste.
Le cifre sinora raggiunte dalle presenze di immigrati sono irrisorie rispetto a
quelle di altri momenti in altri paesi d’Europa. Inevitabilmente sono riemersi
i neofascismi, con il conseguente bisogno di rafforzare l’antifascismo e la
resistenza contro ogni momento e movimento miranti ad attentare alla
Costituzione e che abbia il chiaro fine di costruire una nuova dittatura
mediatica che rafforzi il privilegio di pochi rispetto alle condizioni di
sopravvivenza di molti.
La fase che stiamo attraversando è una delle più buie
nella storia della nostra repubblica, della quale si tenta di mettere in
discussione anche l’unità politica. L’attacco berlusconiano senza
precedenti contro la Costituzione, contro la divisione dei poteri e pertanto
contro la magistratura, il tentativo ormai palese di costruire uno
pseudo-presidenzialismo, la mancata riforma della legge elettorale, la
controriforma sulla giustizia, l’imminente legge bavaglio sulle
intercettazioni, l’ossessionante riproposizione di leggi ad personam, vanno di pari passo con la
privatizzazione dei servizi pubblici, dall’acqua, alla pubblica sicurezza,
alla scuola. L’aumento del prezzo dei carburanti, dovuto non tanto alla
situazione in Libia, ma alle manovre di speculatori, produrrà altre terribili
conseguenze sulla situazione economica del pianeta.
Il Forum Sociale Antimafia “Felicia e Peppino
Impastato” sostiene la “Freedom Flottilla 2”, la spedizione internazionale
che si propone come obbiettivo la rottura del criminale embargo sionista
perpetrato da Israele ai danni di Gaza e del popolo palestinese. Con grande
commozione in questi giorni il Forum ha ricordato la figura di Vittorio Arrigoni
e la sua azione di attivista e di giornalista militante a fianco della causa del
popolo palestinese e della sua lotta.
Il Forum Sociale Antimafia “Felicia e Peppino
Impastato”, a conclusione di queste giornate, oggi in assemblea generale
condivide e appoggia la battaglia per l’approvazione del disegno di legge per
la ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese portata avanti dal comitato
pugliese “Acqua bene comune”.
Il Forum Sociale Antimafia aderisce alle giornate di Genova 2011 e si
impegna a portare un proprio contributo di approfondimento, frutto delle
discussioni di questo forum.
Quest’anno le giornate del Forum sociale antimafia
2011 si sono svolte nei locali di quella che fu la casa di “Don Tano
Seduto”. Siamo riusciti a liberare e consegnare alla democrazia dal basso e
partecipata questo luogo che per troppo tempo è stato centro di vita e di
potere mafiosi. Il Forum auspica che non si indugi oltre e che
l’amministrazione di Cinisi renda effettiva l’assegnazione
all’associazione “Peppino Impastato” di questi locali con la firma della
già promessa convenzione. L’Italia tutta e questo territorio in particolare
hanno bisogno che queste stanze vivano quotidianamente quello che in questi
giorni le ha animate. Del resto ancora molto lavoro occorre fare se oggi, nel
2011, durante un Forum antimafia come il nostro, si deve assistere ad episodi di
strisciante intolleranza, aggressività ed ostilità da parte di molti abitanti
di cinisi, come purtroppo è accaduto in queste giornate. Alla cittadinanza di
questo paese diciamo che questa casa è VOSTRA, liberata per divenire, come
l’acqua, l’aria e l’energia, un bene comune utile per il benessere ed il
progresso di tutti.
Il Forum desidera ringraziare tutte le realtà ed i
soggetti che con impegno ed abnegazione in questi giorni hanno reso possibile
costruire il forum e che nei mesi precedenti hanno contribuito a svilupparne il
programma. Vi salutiamo invitandovi alle prossime iniziative che il Forum
svilupperà nei mesi a venire, in attesa di potervi riabbracciare il prossimo
anno qui, ancora una volta, con un nuovo anno di lotte comuni e di esperienze da
poter far nuovamente dialogare insieme.
PEPPINO E' VIVO E LOTTA INSIEME A NOI!
LE NOSTRE IDEE NON MORIRANNO MAI!
Associazione Culturale Peppino Impastato,
Associazione Radio Aut, Crea TV, Circolo Metropolis, Collettivo 20 luglio, A Sud
Sicilia, Acquainsicilia.org. - Forum siciliano dei Movimenti per l'acqua-
Associazione Rita Atria, Giovani Comunisti Palermo, ANPI Palermo, Circolo
Malaussène, Comitato di Difesa (PA), Rete dei Collettivi Studenteschi,
Laboratorio Zeta, Conf. Cobas Sicilia, Sinistra Popolare, Ass. ASUD, Collettivo
malefemmine
Tre
giorni di iniziative antimafia nel segno della memoria organizzate da Casa
Memoria Felicia e Peppino Impastato.
Luogo degli eventi la Pizzeria Impastato,
in contrada Vallecera, SS 113 Km 288,8 – Cinisi – Tel. 091. 8693363
Il 1 settembre alle ore 21.30,
a dieci anni dell’uscita del film “I Cento Passi”, sarà ricordato
l’evento dell’importante riconoscimento con il Leone d’Oro al Festival del
Cinema di Venezia.
Saranno
presenti il regista Marco Tullio Giordana, gli attori principali del film: Luigi
Lo Cascio, Paolo Briguglia, Claudio Gioè, Lucia Sardo, il produttore Fabrizio
Mosca, gli sceneggiatori Claudio Fava e Monica Zappelli, assieme al resto degli
attori e di altri addetti alla realizzazione del film. La manifestazione
prevede: alle 19.30 visita a Casa Memoria; alle 21.00, il trasferimento alla
Pizzeria Impastato, alle 21.30 la proiezione della pellicola. Seguirà un
incontro-dibattito.
Ad
arricchire la serata la
partecipazione dei musicisti che hanno dedicato loro composizioni a Peppino e
alla sua lotta: Cisco, i Modena
City Ramblers, Pippo Pollina, Collettivo Musicale Peppino Impastato ed altri.
Il 2 settembre alle ore 21.30,
“Omaggio a Felicia” per ricordare la grande madre di Peppino insieme alle
altre donne antimafia. Per l’occasione sarà presentato il cd contenente le
voci e le foto delle donne contro la mafia, allegato alla nuova edizione del
libro “Felicia e le sue sorelle” di Gabriella Ebano.
Oltre
all’autrice saranno presenti Pina Grassi, Michela Buscemi, Lucia Sardo, Anna
Puglisi e Felicetta Vitale Impastato. Moderatore dell’incontro Francesco La
Licata.
Il 3 settembre alle ore 21.30,
“In ricordo del generale Dalla Chiesa”, a
ventotto anni della sua uccisione con la moglie Manuela Setti Carraro ed il suo
agente di scorta Domenico Russo, sarà proiettato il film “Cento Giorni A
Palermo” di Giuseppe Ferrara.
Con
enorme dispiacere non siamo in grado di presentare il libro “Don
Vito” di Francesco La Licata,
edizioni Feltrinelli, che era già stato messo in calendario. Questo perché si
è venuto a creare un clima di forte tensione partito dalle minacce a Massimo
Ciancimino. Contiamo, al più presto, di riproporre la presentazione sempre
nello stesso luogo.
CASA
MEMORIA “FELICIA E PEPPINO IMPASTATO” CORSO UMBERTO, 220 - CINISI
9 MAGGIO 2009
TANTISSIME LE INIZIATIVE ANCHE QUEST'ANNO PER RICORDARE IL COMPAGNO PEPPINO IMPASTATO UCCISO DALLA MAFIA 31 ANNI FA
di FARNCESCO SICILIA pubblicato su http://www.hercole.it/index.php?option=com_content&task=view&id=8158&Itemid=111
" ..............Oggi Cinisi ricorderà il giovane militante di Democrazia proletaria con l'ottavo Forum sociale antimafia Felicia e Peppino Impastato in programma fino a domani 10 maggio, su iniziativa dell’Associazione Peppino Impastato-Casa Memoria, del Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato” di Palermo e dell’Associazione Radio Aut onlus.
Nel pomeriggio, alle 16.30, è previsto il concentramento presso Radio Aut, a Terrasini. Da lì, alle 17, partirà un corteo fino a Casa Memoria Impastato, a Cinisi. Dibattiti, impegno e stasera un concerto in piazza Vittorio Emanuele Orlando. Protagonisti i Modena City Ramblers, che a Impastato hanno dedicato una canzone "I cento passi", quelli che simbolicamente separavano la casa di Peppino dalla casa di Don Tano. La libertà dalla mafia........."
ANCHE OGGI RIAPRE RADIO AUT LA SI PUò ASCOLTARE in diretta su
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2008
9 MAGGIO 1978-9 MAGGIO 2008
A 30 ANNI DALLA MORTE DI PEPPINO IMPASTATO
UCCISO BARBARAMENTE DALLA MAFIA A CINISI(palermo)
RIAPRE SOLO PER OGGI RADIO AUT la radio di peppino
per ascoltarla in diretta su www.primaradio.net
VOGLIAMO RICORDARE PEPPINO con la
poesia e i VIDEO :
1 Un mare di gente a flutti disordinati s'è riversato nelle piazze, nelle strade e nei sobborghi. È tutto un gran vociare che gela il sangue, come uno scricchiolio di ossa rotte. Non si può volere e pensare nel frastuono assordante; nell'odore di calca c'è aria di festa. 2 Appartiene al suo sorriso l'ansia dell'uomo che muore, al suo sguardo confuso chiede un po' d'attenzione, alle sue labbra di rosso corallo un ingenuo abbandono, vuol sentire sul petto il suo respiro affannoso: è un uomo che muore. 3 Fiore di campo nasce sul grembo della terra nera, fiore di campo cresce odoroso di fresca rugiada, fiore di campo muore sciogliendo sulla terra gli umori segreti. 4 È triste non aver fame di sera all'osteria e vedere nel fumo dei fagioli caldi il suo volto smarrito. 5 E venne a noi un adolescente dagli occhi trasparenti e dalle labbra carnose, alla nostra giovinezza consunta nel paese e nei bordelli. Non disse una sola parola né fece gesto alcuno: questo suo silenzio e questa sua immobilità hanno aperto una ferita mortale nella nostra consunta giovinezza. Nessuno ci vendicherà: la nostra pena non ha testimoni. 6 Lunga è la notte e senza tempo. Il cielo gonfio di pioggia non consente agli occhi di vedere le stelle. Non sarà il gelido vento a riportare la luce, né il canto del gallo né il pianto di un bimbo. Troppo lunga è la notte, senza tempo, infinita. 7 Passeggio per i campi con il cuore sospeso nel sole. Il pensiero, avvolto a spirale, ricerca il cuore della nebbia. 8 Seduto se ne stava e silenzioso stretto a tenaglia tra il cielo e la terra e gli occhi vuoti fissi nell'abisso. 9 Fresco era il mattino e odoroso di crisantemi. Ricordo soltanto il suo viso violaceo e fisso nel vuoto, il pianto delle donne, il singhiozzo della campana e una voce amica: "è andato in paradiso a giocare con gli angeli, tornerà presto e giocherà a lungo con te". 10 Stormo d'ali contro il sole, capitombolo nel vuoto. Desiderio, erezione, masturbazione, orgasmo. Strade silenziose, volti rassegnati: la notte inghiotte la città. 11 Il cuore batte con l'orologio il cervello pulsa nella strada: amore e odio pianto e riso. Un'automobile confonde tutto: vuoto assoluto. Era di passaggio. 12 Sulla strada bagnata di pioggia si riflette con grigio bagliore la luce di una lampada stanca: e tutt'intorno è silenzio. 13 Nubi di fiato rappreso s'addensano sugli occhi in uno strano scorrere di ombre e di ricordi: una festa, un frusciare di gonne, uno sguardo, due occhi di rugiada, un sorriso, un nome di donna: Amore Non Ne Avremo. 14 I miei occhi giacciono in fondo al mare nel cuore delle alghe e dei coralli. |
Salvo Vitale / Contadini di Punta Raisi Cade ancora la luna sulla terra del passato. Vivevamo i mattini di silenzio mentre il sole tardava. Buon odore di terra sulle mani. Buon sapore di brina sopra l’erba. Le parole dei vecchi crescevano fanciulli di salsedine dentro i secoli fermi di lavoro. Era il mito a gridare nell’estate mai finita, sulle strade di polvere e di ulivi, sulle vaste radure che, la notte, aprivano nel cuore felicità e paura. Il presente come allora si vive dentro un mondo di lotta e di illusioni. Non c’è niente che possa cambiarci: gente forte, un po’ triste, forse troppo ignorante e troppo sola per tenerci soltanto ciò che è nostro. Il domani è già buio, dove passano uccelli di fame e fanciulli muti, dove muoiono i vecchi senza un cielo, mentre cadono uccelli d’acciaio sul giardino distrutto. 1969 Umberto Santino / Sarai meno solo Avremmo potuto pensare il silenzio ritorna e noi stretti intorno ai frammenti del tuo corpo schiacciati da troppe morti prima che dagli altri vinti da noi stessi (dov’erano i compagni più amati di cui più ti fidavi? Come nei presepi dell’infanzia le rocce si sono rivelate sugheri dipinti leggere come il fumo e più delle parole rubate da chi ti vuole suicida la tua morte ci giudica la tua solitudine ci misura) gridare per l’ultima volta per sentirci meno soli per darci coraggio. Ma c’erano i vecchi che stringevano la mano dopo il comizio, c’erano le mani che chiedevano il volantino, c’erano le porte aperte dopo la prima paura (Mafiopoli prendeva respiro) c’era il tuo nome segnato sulla scheda per rispondere a chi l’aveva cancellato sui manifesti: piccole crepe, certo, in un muro che restava muro. E c’era l’ira dei cortei anche se i gesti erano troppo piccoli (un sasso scagliato contro la bottega del potere) e le parole troppo grandi (come possiamo dire nulla resterà impunito se non possiamo neppure impedire che il tuo volto distrutto venga infangato sui giornali?). La tua vendetta sarà allargare la breccia spalancare le porte. Così sarai meno solo dietro il muro dei morti. 1978 Umberto Santino / La matri di Pippinu Chistu unn’è me figghiu. Chisti un su li so manu chista unn’è la so facci. Sti quattro pizzudda di carni un li fici iu. Me fighhiu era la vuci chi gridava ’nta chiazza eru lu rasolu ammulatu di lo so paroli era la rabbia era l’amuri chi vulia nasciri chi vulia crisciri. Chistu era me figghiu quannu era vivu, quannu luttava cu tutti: mafiusi, fascisti, omini di panza ca un vannu mancu un suordu patri senza figghi lupi senza pietà. Parru cu iddu vivu un sacciu parrari cu li morti. L’aspettu iornu e notti, ora si grapi la porta trasi, m’abbrazza, lu chiamu, è nna so stanza chi studìa, ora nesci, ora torna, la facci niura come la notti, ma si ridi è lu suli chi spunta pi la prima vota, lu suli picciriddu. Chistu unn’è me figghiu. Stu tabbutu chinu di pizzudda di carni unn’è di Pippinu. Cca dintra ci sunnu tutti li figghi chi un puottiru nasciri di n’autra Sicilia 1979 La madre di Peppino Questo non è mio figlio. Queste non sono le sue mani questo non è il suo volto. Questi brandelli di carne non li ho fatti io. Mio figlio era la voce che gridava nella piazza era il rasoio affilato delle sue parole era la rabbia era l’amore che voleva nascere che voleva crescere. Questo era mio figlio quand’era vivo, quando lottava contro tutti: mafiosi, fascisti, uomini di panza che non valgono neppure un soldo padri senza figli lupi senza pietà. Parlo con lui vivo non so parlare con i morti. L’aspetto giorno e notte, ora si apre la porta entra, mi abbraccia, lo chiamo, è nella sua stanza a studiare, ora esce, ora torna, il viso buio come la notte, ma se ride è il sole che spunta per la prima volta, il sole bambino. Questo non è mio figlio. Questa bara piena di brandelli di carne non è di Peppino. Qui dentro ci sono tutti i figli non nati di un’altra Sicilia. Salvo Vitale / Compagno Ti riscopro tra la neve dei mandorli, petalo anche tu, staccato dal vento tra i frammenti di luna sul mare caldo, anche tu scaglia di luce inafferrabile, nella sera d’agosto, sulla spiaggia, con il corpo abbronzato, poi distrutto, nel mattino di aprile sul divano a tentare una via di comunicazione tra le nostre schermate solitudini. Ti risento amplificato, senza enfasi, pronunciare la tua elegia di morte, in mezzo alla nostra fame di bisogni aprire rivoli di speranza e di scontro, e ancora, nella tela dell’angoscia, piangere e rialzarti con la consueta energia. Da molto ci sei stato. Non avevo che te, compagno, finito nella notte, portando sul fondo della gola la paura di darmi un bacio. 1980 Umberto Santino / Lettera ai compagni di Peppino, per ricordare e, se è possibile, per continuare Io non so se è ancora possibile parlare senza mentire guardarsi negli occhi senza abbassare le palpebre ripensare i giorni dei vivi (quando Peppino era ancora tra noi e la sua vita era nuda febbrile e le sue lacerazioni chiedevano tenerezze negate abortite carezze) e le notti dei morti (quando il suo corpo fu steso sul binario le gocce del suo sangue esplosero nel lampo del tritolo e il suo nome fu cancellato sui manifesti il suo volto offeso da nemici più feroci degli assassini) Io non so se è ancora possibile ricordarlo e ricordarci sono trascorsi pochi anni ma è passato un tempo più lungo di mille eternità e oggi abbiamo mani più vuote della bara che portava le sue briciole oggi siamo nudi più dei suoi nervi che bucavano la pelle siamo disperati più di quando meditava il suicidio e lanciava al mondo la sfida dei suoi fallimenti Il millennio muore in una infinita Chernobyl del desiderio e della speranza Non vogliamo più piangere non abbiamo più certezze e cerchiamo di arredare i nostri giorni con mani più umili di quelle che allevavano sogni e furori nelle viscere del ’68 ma una sola cosa vorrei che ci dicessimo (se è ancora possibile parlare senza mentire guardarci negli occhi senza abbassare le palpebre) che non possiamo consegnarci alla viltà e alla menzogna Peppino ci unisce se sappiamo ancora vivere la sua vita in una stagione diversa con nuove immagini e nuove parole ma con la stessa volontà di negarsi alla crudeltà degli assassini alle astuzie dei mercanti che offrono scampoli di potere per elevare al cielo le loro piramidi di voti alle chiacchiere di chi copre la sua svendita al migliore offerente con patacche senza valore Peppino ci divide se non abbiamo più voglia di scontrarci quando è necessario scontrarsi di rompere con il padre quando tutti diventano figli della desolazione ed eredi della viltà Il millennio muore in un’infinita Chernobyl del desiderio e della speranza ma non ci saranno nuovi giorni se non sapremo parlare senza mentire guardarci negli occhi senza abbassare le palpebre se non avremo dentro tanta rabbia e tanta tenerezza da squarciare le nuvole se non saremo capaci di dare amore a un compagno come lui separato da tutti se non sapremo incontrarlo anche in fondo al pozzo delle solitudini e camminare insieme a testa alta tra le case con le finestre sbarrate sfidando il silenzio dei vili e la vittoria degli assassini 1990 |
INIZIATIVE PER RICORDARE IMPASTATO
Cinisi, 8/11 Maggio 2008
9 Maggio 1978 – 9 Maggio 2008
ore 16.30: Accoglienza presso la stazione ferroviaria Cinisi-Terrasini e Casa Memoria Impastato (C.so Umberto I, 220)
Lettura Appello Manifestazione
Nazionale + Documento Programmatico Forum Sociale.
ore 18.00-Salone Comunale: Obiettiamo gli obiettori. Dalla legge 194 all’obiezione di coscienza
forum di discussione
sull’impegno in difesa dei diritti della donna
Ospiti+relatori: Collettivo
Femminista M.C., Collettivo Malefemmine-Pa, Novat
ore 21.00-Piazza Vittorio Emanuele Orlando:
spettacolo su Peppino Impastato con Francesco Impastato. A seguire “La Madre dei ragazzi” con Lucia Sardo.
ore 10.00-Salone Comunale:
forum di discussione sulla libera
informazione e la comunicazione dal basso
Ospiti+relatori: Radio Onda Rossa, Francesco Catalano - Radio Onda d’Urto, Valerio Monteventi - Radio Alice, Roberto Morrione, Lirio Abbate, Riccardo Orioles, Pino Maniaci, Telejato; Dario Riccobono, Radio Resistor.
Presentazione delle pubblicazioni "Onda Pazza" a cura di Stampa Alternativa e "Notiziari di Radio aut" a cura di Edizioni Alegre con Salvatore Cannavò.
Arrivo nel porto di Terrasini
della veleggiata, con partenza da Sanremo, dedicata a Peppino e Felicia.
ore 17.00: Manifestazione Nazionale Contro la Mafia
corteo da Radio Aut a Casa Memoria Impastato,
lungo la via che Peppino percorse la notte tra l’8 e il 9 maggio 1978
quando fu sequestrato ed ucciso.
ore 21.00-Piazza Vittorio Emanuele Orlando:
Concerto con Tète de Bois, Ciscovox, Pippo Pollina, Flavio Oreglio e i LUF.
ore 10.00-Salone Comunale:
forum di discussione su mafia e
antimafia negli ultimi 30 anni
Ospiti + relatori: Umberto Santino, Francesco Forgione, Giuseppe Lumia, Franca Imbergamo, Rosario Crocetta, Pietro Milazzo, Nino Rocca, Tony Pellicane, Enrico Colaianni, Davide Ganci, Rosa La Plena, Pia Blandano, Gianluca Faraone, Umberto Di Maggio, Salvo Vitale, Giovanni Impastato.
Presentazione del libro "Chi ha ucciso Peppino Impastato" del Centro Impastato di Palermo e del libro "Defiance The Story of One Man Who Stood Up to the Sicilian Mafia" di Tom Behan.
ore 16.00-Salone Comunale: continuazione forum
ore 21.00-Piazza Vittorio Emanuele
Orlando:
Concerto con Migrantes, Collettivo Musicale
Peppino Impastato, Carmen Consoli e i Lautari.
ore 10.00-Salone Comunale:
forum di discussione sui
movimenti di ieri e oggi
Ospiti+relatori: Guido Viale, Vincenzo Miliucci, Piero Bernocchi, Renato Franzitta, Renate Siebert, Tano D’Amico, Totò Cavalieri, Laboratorio Zeta.
Presentazioni dei libri "Peppino è
vivo", poesie su Peppino Impastato a cura di Salvo Vitale di Edizioni Abele
e "Peppino Impastato una vita contro la mafia" di Salvo Vitale
edizioni Rubettino.
ore 16.00-Salone Comunale:
continuazione forum
Ospiti + relatori: No Tav, No Ponte, Comitato verità e giustizia per Genova, No Dal Molin, Comitato contro l’ampliamento delle basi militari-Sigonella.
ore 21.00-Piazza Vittorio Emanuele Orlando:
Concerto con Gente strana posse e Assalti
Frontali.
Durante il Forum saranno esposte presso il Salone Comunale di Cinisi una Mostra di Tano D’Amico sul Movimento del 1977 e la mostra “Ricordare per Continuare” sulla vita di Peppino Impastato.
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FONTE LA REPUBBLICA
CINISI (PALERMO) - "Fra Terrasini e Cinisi non
si era mai vista una manifestazione antimafia così nutrita". Le parole di
Giovanni Impastato, fratello di Peppino, hanno salutato il corteo che ha
ripercorso l'ultimo tragitto fatto con la sua auto dall'ex militante di
Democrazia proletaria prima di essere assassinato dagli uomini di Tano
Badalamenti, la notte tra l'8 e il 9 maggio di trent'anni fa.
Dalla vecchia sede di 'Radio
Aut', a Terrasini, le oltre seimila persone dietro lo striscione con su
scritto "La mafia uccide il silenzio pure", hanno raggiunto Cinisi,
dove la manifestazione si è conclusa davanti alla casa natale di Peppino
Impastato, a 'cento passi' dall'abitazione del boss Badalamenti, come ricorda il
titolo del film
di Marco Tullio Giordana. Un importante punto di memoria e raccordo
delle diverse esperienze antimafia e di impegno civile che è stato trasformato
da Giovanni Impastato, nella "Casa Memoria Peppino e Felicia
Impastato", intitolata anche alla madre che fino alla morte nel 2004 si è
battuta per ottenere verità e giustizia. Solo nel 2002 Badalamenti fu
condannato all'ergastolo come mandante del delitto, per anni archiviato come un
incidente da inquirenti che avevano preso per buona la messinscena dei mafiosi:
il cadavere di Impastato, esponente di Democrazia proletaria, era stato
abbandonato sui binari nei pressi della stazione di Cinisi, come se fosse morto
durante un attentato dinamitardo che stava preparando.
Fra la folla anche l'ex leader di Dp, Mario Capanna, un gruppo in rappresentanza
del comitato "No Dal Molin" e uno di quello "No Tav". Luisa
Impastato, nipote di Peppino, ha distribuito quattromila fiori, gerbere donate
al forum sociale antimafia, da un'associazione pugliese. Presente anche
Francesco Caruso, espressione dei movimenti no global. E poi i vecchi compagni
di Peppino e tanti giovani del movimento antimafia rinato negli ultimi mesi a
Palermo. Nel corteo, che all'ingresso a Cinisi ha intonato "Bella
ciao", tante bandiere rosse. Ma lungo la strada dei "cento passi"
la maggior parte delle finestre sono rimaste ancora una volta chiuse e
pochissime persone si sono affacciate.
"Cinisi ha fatto una scelta antimafia chiara, non è più dalla parte di
Tano Badalamenti, ma si riconosce in Peppino Impastato", ha detto il
sindaco Salvatore Palazzolo annunciando che "L'aula del consiglio comunale
sarà intitolata a fine giugno a Peppino Impastato".
(
9 maggio 2008
)
un contributo dagli altri archivi storici
riceviamo e pubblichiamo dal circolo Landonio di Varese
Per ricordare Peppino Impastato nel trentennale della sua morte; i compagni del Circolo vi portano a conoscenza questi due documenti (copie fotostatiche) presentati in una conferenza dibattito qualche anno fa a Gallarate (VA); illustrati e discussi da una compagna simpatizzante catanese di RIV. COM., tema: Il sud e la lotta proletaria. Conservati nel nostro archivio.
RIVOLUZIONE COMUNISTA
SEDE CENTRALE:
P.za Morselli, 3 - 20154 Milano-
e-mail: rivoluzionec@libero.it
http://digilander.libero.it/rivoluzionecom/
Dal
libro edito nel 1995 da Rubbettino, e scritto da Salvo Vitale:
Nel
cuore dei coralli: Peppino Impastato : una vita contro la mafia
"L´Idea Socialista"
Il giornale ciclostilato "L´Idea socialista" nacque nel 1965 ad opera
di un gruppo di giovani vicini al Psiup. Su denuncia del sindaco di Cinisi,
Domenico Pellerito, cognato di Gaetano Badalamenti, i redattori vengono
condannati a una ammenda. Il giornale sospese le pubblicazioni per un anno e le
riprese nel 1966. La vicenda del giornale viene raccontata nell´articolo che
segue, pubblicato nell´agosto del 1967.
Cinisi, agosto
Dopo aver superato numerosi ostacoli iniziali, finalmente il giornaletto "L´IDEA"
poteva presentarsi al pubblico. "Erano pochi fogli dattiloscritti e
sfumati" doveva scrivere poi il "Giornale di Sicilia".
Eppure quei fogli dattiloscritti e sfumati e "ruvidi", come ebbe a
scrivere "L´Unità", erano una carica esplosiva che di lì a poco
doveva scoppiare. Non passarono cinque giorni dall´uscita del giornaletto - i
Cinisensi avevano accolto la pubblicazione con commenti acidi o favorevoli,
calorosi in ogni caso - che tutta la redazione dell´"IDEA" fu
convocata in caserma. Fu svolta un´inchiesta a gruppo, a cui seguirono altri
interrogatori individuali, finché fu redatto un fascicolo dal quale risultava
chiaramente che "L´IDEA" era fuorilegge perché costituiva
pubblicazione clandestina: al pretore di Carini fu affidata l´ardua sentenza.
Fummo condannati a un´ammenda sotto forma di pena sospesa. In seguito ci
appellammo. Si concludeva con questo atto una strana commedia iniziata qualche
anno fa. Ebbe a scrivere il giornale "L´Ora": "Corre insistente
la voce che la denuncia sia partita dal collegio politico dirigente".
Scrisse il "Giornale di Sicilia": "Il sindaco, il democristiano
Domenico Pellerito, è troppo indaffarato a Cinisi per potere pensare al
campetto di calcio. Che diamine! Ci sono ben altri problemi che attendono d´essere
risolti. Il campo può aspettare". Scrisse "
Scrisse anche "L´ORA": "I giovani redattori de "L´IDEA"
avevano tentato di gettare una pietra nelle acque stagnanti della vita del loro
paese e sono stati frenati nel loro coraggioso tentativo. Si tenta così di
allevare piatti conformisti di cui non si conosce la probabile futura
evoluzione". Scrisse un giornale del Sud: "Si sta tra il timore di
"macchiare le carte" a questi futuri funzionari dello stato e la paura
di trasgredire la legge".
Solo per avere scritto: "Forse il primo cittadino di Cinisi ignora del
tutto il significato della parola sport e la trascuranza delle gerarchie
comunali è una verità, una offesa alla dignità di tutti gli sportivi di
Cinisi", un gruppo di ragazzi si è visto costretto a frequentare per la
prima volta caserme e tribunali, a vedere il proprio nome stampigliato nelle
cartelle penali.
Servizio di Giuseppe Impastato
Da "L´Idea
Socialista", 1967
Il 5 di marzo, domenica, un grande convegno popolare, presieduto da Danilo
Dolci, Lorenzo Barbera, Corrado Corghi (consigliere nazionale della D.C.), Salvo
Riela, Bruno Zevi, Angelo Ganazzoli (presidente dell´E.S.A.) e Leonardo Di
Salvo, nella sala del cinema "Nuovo" di Partanna, analizza con
attenzione tutti i più gravi problemi che affliggono incessantemente le genti
delle valli del Belice, del Carboj e dello Jato e mette dettagliatamente a fuoco
gli obiettivi della manifestazione popolare che deve avere il suo inizio nella
mattinata del giorno seguente. La relazione di base, nella prima parte della
giornata, viene svolta da Lorenzo Barbera, dirigente del centro di
pianificazione delle valli. Egli ribadisce innanzi tutto la necessità che
vengano costruite o definite le dighe: Arancio sul Carboj, per ora funzionante
al 50%, Poma sullo Jato, Garcia sul Belice destro, Cicio sul Modione, Malvello
sulla sorgente Malvello. Definendo o costruendo queste dighe si verrebbero a
creare infatti 36.100 posti nuovi in agricoltura.
Il suo secondo appunto è rivolto alla riforma agraria: in seguito alla vecchia
riforma sono stati assegnati circa 1.400 lotti. La superficie investita dalla
riforma è di circa il 2,8% dell´intera superficie della valle del Belice. Ogni
lotto misura circa
Di questi 1.400 lotti circa 670 sono stati fomiti di case coloniche che sono a
loro volta rimaste per molti anni prive di ogni servizio come l´acqua, la
scuola etc. Tra il 1952 e il 1958 sono stati spesi circa 2 miliardi e 700
milioni di lire per munire di attrezzature queste abitazioni, ma attualmente
delle 670 case soltanto 260 sono abitate con una certa stabilità. Soltanto uno
di tutti i villaggi è effettivamente abitato e funzionante: Piano Cavaliere,
che
Terzo punto messo in evidenza da Barbera è quello delle scuole per tutti: nei
35 Comuni che aderiscono alla manifestazione gli abitanti sono complessivamente
342.000. Gli analfabeti sono circa 103.000.
Nei prossimi cinque anni è quindi auspicabile un piano atto ad istruire almeno
54.000 persone, per cui sono necessarie 2200 classi di scuole popolari. Nella
zona a sua volta il corpo insegnanti è presente nel numero di circa 5000 di cui
quasi 4000 sono disoccupati. Il piano per l´istruzione popolare verrebbe quindi
ad occupare gli insegnanti disoccupati. Dopo il Barbera sono intervenuti più o
meno brevemente Michele Mandillo, Salvo Riela ed Angelo Ganazzoli; a quest´ultimo
si deve un duro e frontale attacco alla mafia: "Non è arrestando Liggio e
Panzeca che si combatte la mafia - ha detto - bisogna colpire i colletti duri,
cioè le persone che stanno dietro gli esecutori. Solo così possono venir fuori
i nomi di uomini politici, di professionisti, di notabili".
Nel pomeriggio di poi, sotto la presidenza di Bruno Zevi, è intervenuto per
primo Simone Gatto ribadendo con fermezza la necessità di ristrutturare
Il 6 di marzo, lunedì, alle 10 circa da Partanna, parte il lungo corteo della
marcia della protesta e della speranza per la pace e per lo sviluppo
socio-economico della Sicilia occidentale. Guidano la colonna Danilo Dolci,
Bruno Zevi, Ernesto Treccani, Antonio Uccello, Lorenzo Barbera ed il piccolo e
timido vietnamita VO VAN AI, eroe della resistenza del suo popolo contro i
francesi, delicato poeta e sociologo di indiscussa preparazione. Lungo il
percorso che da Partanna porta a Castelvetrano, punto di arrivo della prima
tappa, alla vistosissima schiera di marciatori si aggiungono gruppi di gente,
contadini, operai della valle del Belice. Hanno portato "pane e tumazzu"
per fare colazione durante le soste della estenuante marcia. Dai loro volti
segnati dalle fatiche dei lavoro e dalle lunghe sofferenze traspaiono fermezza e
soddisfazione: uno stato d´animo veramente sorprendente per la gente di questa
zona che conosce molto da vicino la prepotenza di certi personaggi, il "bavagghiu"
alla bocca e la lupara.
Attraverso Castelvetrano la colonna conclude la prima tappa alla diga Delia alle
16.
Il giorno successivo, 7 di marzo, martedì, la suggestiva marcia da
Castelvetrano raggiunge Menfi, dove i pubblici discorsi di Dolci e di Lucio
Lombardo Radice tracciano i programmi e le caratteristiche della manifestazione,
auspicando un maggiore benessere per i lavoratori e per i contadini siciliani
che lottano per una Sicilia nuova.
Il mercoledì 8 marzo, la colonna arriva a conclusione della terza tappa della
marcia, a S. Margherita Belice. L´incontro tra la popolazione della cittadina
ed i marciatori avviene in uno stanzone fresco di intonaco posto sul corso
principale.
Dopo il solito discorso chiarificatore di Dolci, prende la parola Ernesto
Treccani dichiarando con commossa semplicità e con grande chiarezza il suo
scopo preciso, che è quello di contribuire con i suoi mezzi alla rinascita ed
al risveglio della povera gente di Sicilia e spiegando quale è il senso del
lavoro di un pittore, come esso può contribuire attraverso il segno grafico a
dare una spinta di vita sociale. È intervenuto quindi Carlo Levi parlando delle
sue esperienze compiute nel 1935 nei paesini della Lucania dove egli fu
costretto ad abitare per lunghi anni come esiliato politico. Il mondo già
espresso nei suoi libri Cristo si è fermato ad Eboli e Le parole sono
pietre. È venuto così fuori in un discorso di estrema semplicità.
È intervenuto infine lo scultore palermitano Giacomo Baragli che ha accomunato
la sua esperienza di "emigrato" a quella ancor più grave dei
contadini presenti in sala che sono stati costretti in questi anni ad espatriare
all´estero.
Il giovedì 9 marzo si giunge, nel tardo pomeriggio, a Roccamena
L´incontro con il pubblico del paese viene interamente dedicato alla pace. Si
proietta un documentario sulle atrocità che gli americani compiono nel Vietnam
e vengono letti alcuni stralci di reportages e di testimonianze di questa guerra
balorda:
"Prendono un Viet e gli fanno mettere le mani sulle guance, poi prendono un
filo di ferro e glielo fanno passare attraverso la guancia, fin dentro la bocca,
poi fanno passare il filo attraverso l´altra guancia e l´altro mano, poi
tirano il filo". La voce è di Vito Cipolla.
Si conclude a Partinico in piazza Garibaldi la quinta e penultima tappa, senza
dubbio una delle più dure (
In piazza Kalsa alle 17,30 avviene il festosissimo incontro tra i marciatori e
E una grande manifestazione popolare il cui significato si individua in due
punti essenziali: condanna aperta della attuale classe dirigente per l´inefficienza
ormai lungamente dimostrata nel risolvere i problemi più urgenti e vitali dell´isola;
ferma volontà di rompere con un mondo, con una maniera di condurre la cosa
pubblica, tutte cose che puzzano di marcio.
Per primo dalla tribuna interviene D. Dolci leggendo alla cittadinanza la
risoluzione del convegno di Partanna e ribadendo in secondo luogo la necessità
che la commissione parlamentare antimafia renda pubblici gli atti in suo
possesso.
Altri interventi fanno registrare Nino D´Angelo, Sergio Rapisardi, Lorenzo
Barbera e Carlo Levi che definisce la manifestazione "un Parlamento
democratico, che è sorto come presa di coscienza che rappresenta una realtà
unitaria".
Conclude la serie di interventi molto drammaticamente VO VAN AI: "Tutta la
mia infanzia e quella della mia generazione non ha conosciuto che la guerra. A
tredici anni ho conosciuto la prigione. La prima notte che mi hanno arrestato,
nella camera degli interrogatori ho visto coi miei occhi cinque miei compatrioti
torturati fino alla morte. Ho visto donne violentate, villaggi incendiati,
bambini gettati nel fuoco. Ma tutte queste immagini esprimono soltanto la
milionesima parte di quanto avviene attualmente nel Sud Vietnam, giorno dopo
giorno, notte dopo notte. Avete mai visto dei bambini napalmizzati? Avete mai
visto madri divenire folli davanti ad atrocità incommensurabili? Immaginate il
cielo della Sicilia tutta ad un tratto stracciato da migliaia di aerei della
morte, il cui solo rumore dei motori ci rende folli? Immaginate le vostre case e
le vostre spiagge divenire d´un tratto basi militari?
Ora nel Sud Vietnam una prostituta può nutrire quattro persone (la ruffiana che
l´alberga, il protettore, l´uomo che col triciclo le porta il cliente e lei
stessa), mentre un operaio specializzato non ha il lavoro per guadagnarsi il suo
pane. Ci sono ragazze che scambiano il loro corpo per un pezzo di pane o per una
bottiglia di latte.
E chi deve ricevere aiuti governativi vede che le sue somme attraversando tante
mani burocratiche divengono un niente.
Né la libertà, né democrazia ora esistono nel Sud Vietnam. Chi parla di pace
e di neutralismo viene tacciato come comunista, imprigionato ed ucciso.
Affinché una soluzione sia realizzabile, è necessario che tutti i popoli del
mondo facciano pressione sui loro governi perché questi all´unanimità
domandino:
1) La cessazione immediata di tutti i bombardamenti americani nel Vietnam.
2) La cessazione del sostegno americano al governo Ky nel Sud Vietnam.
3) La costituzione al Sud di un governo civile eletto dal popolo, indipendente
da tutte le ingerenze straniere, che possa lavorare effettivamente per la pace,
negoziando per la cessazione delle ostilità e tendendo alla riunificazione.
Voi avete sentito che i nostri problemi sono anche vostri; come io sento che i
vostri problemi sono anche i miei.
La soluzione dei problemi fondamentali nel Vietnam, nella Sicilia, in ogni paese
del mondo è necessaria non solo al singolo paese ma a ciascuno al mondo. Viva
il Vietnam e
Jerry Cooper, cantante negro ha cantato infine uno spiritual.
L´ultimo numero del giornale pubblica questa lettera non firmata:
"Avete l´ardire di mettervi contro il prof. Pandolfo, contro l´ ex
sindaco giudice Pellerito e recentemente contro quella degnissima persona che è
il prof. Paolo Abbate. In sostanza vi mettete contro il gruppo rappresentativo
del paese, come se voi sapeste fare di più e di meglio. Quattro straccioni come
voi non possono garantire la sicurezza della nazione. Sol perché hanno pena di
"consumarvi", queste degne persone, da voi volgarmente oltraggiate,
non assumono provvedimenti legali".
Pandolfo denuncia "L´Idea", il Psiup prende le distanze dal
giornale e dai suoi redattori, il maresciallo convoca in caserma Giuseppe
Impastato e Agostino Vitale, rimasti ormai soli a redigere il giornale, ed
intima loro la chiusura pena il deferimento all´autorità giudiziaria. Il
giornale cessa a pubblicazione.
Da: Salvo Vitale, Nel cuore dei coralli, Rubbettino, 1995.
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