Archivi in rete.Per non dimenticare
GIUSEPPE PINELLI
Gli
anarchici non dimenticano.
A quest'indirizzo: <
http://italy.indymedia.org/news/2004/12/696750.php>
Trovate alcune foto e i comunicati relativi all'apposizione di una targa in
memoria di Pino Pinelli a Milano, in via Pinelli (ex via Preneste)
Giuseppe Pinelli. 12 dicembre 1969 - 12 dicembre 2004 -----
Nella notte tra il 14 ed il 15 dicembre una targa è stata apposta in memoria di
Pino Pinelli all'ingresso della casa dove abitava un tempo. Inoltre via Preneste
è stata rinominata "via Pinelli". -------
All'iniziativa hanno preso parte circa 200 persone che hanno raggiunto il luogo
in corteo, intonando canzoni anarchiche. Si è così conclusa la serata indetta
dalla Federazione Anarchica Milanese e dal Centro Sociale Micene. ------
Alcune foto della targa ---- il comunicato di indizione dell'iniziativa e quello
emesso il giorno successivo ----- un articolo uscito su Umanità Nova in
occasione del 35° anniversario dell'assassinio di Giuseppe Pinelli nei locali
della questura di Milano.
Comunicato emesso dalla FAI Milano il 14 dicembre
Questa sera, martedì 14 dicembre 2004, alle ore 22,30 circa, è stata posta una
targa in ricordo di Giuseppe Pinelli, a 35 anni dalla sua morte, dove abitava
all'epoca dei fatti, in via Preneste 2: "Qui abitò Giuseppe Pinelli -
ferroviere anarchico ucciso innocente il 15.12.1969 nella questura di Milano".
La targa riproduce anche il celebre quadro di Enrico Baj "il funerale di Pinelli"
Nell'occasione è stato affisso anche un cartello che riportava "via Giuseppe
Pinelli".
All'iniziativa promossa dalla Federazione Anarchica Milanese e dal Centro
Sociale Micene, con l'adesione di A-Rivista Anarchica, la rivista Libertaria, il
settimanale anarchico Umanità Nova, la Cascina occupata Torchiera senz'acqua e,
nel territorio, il Sicet (sindacato inquilini) il PRC di S. Siro e "Todo Cambia"
(associazione multietnica), hanno partecipato in corteo in circa duecento,
intonando canzoni anarchiche.
Il comunicato di indizione dell'iniziativa svoltasi prima al centro sociale
"Micene", poi in corteo sino a via Preneste.
MARTEDI' 14 dicembre 2004
QUELLA SERA MILANO ERA CALDO.
DALLE ORE 21.00 al C.S. "Micene" via Micene
Una serata per non dimenticare
Nei luoghi dove Pinelli viveva
Rappresentazione Teatrale di Maria Dilucia
"UNA STORIA QUASI SOLTANTO MIA"
(Autobiografia di LICIA ROGNINI PINELLI) scritta da PIETRO SCARAMUCCI
Canti e musiche con il Coro "Micene"
Alessio Lega
Santo Catanuto
Interventi e. altre sorprese
E' una iniziativa della Federazione Anarchica Milanese - FAI e del Centro
Sociale "Micene"
A seguire corteo e apposizione di una targa in ricordo di Pinelli
Da Umanità Nova n. 40 del 2004
12 dicembre 1969 - 12 dicembre 2004: la criminalità del potere
Terrore di Stato
Manifestare e mobilitarsi per un avvenimento che è ormai storia: che senso ha?
potrebbe obiettare qualcuno. Ma è proprio l'interesse e la partecipazione delle
giovani generazioni, di quanti allora non erano nemmeno nati, a dare la misura
dell'importanza di queste date (il 12 e 15 dicembre) e di questo periodo per la
storia sociale italiana. Date che hanno segnato in modo indelebile intere
generazioni tanto da proiettare su quelle successive il bisogno di capire, di
essere presenti, nel ricordo e nella denuncia, in ideale collegamento con le
vittime coscienti ed incoscienti, della strategia del terrore di Stato.
Furono anni quelli di intensa conflittualità sociale, di messa in discussione
dei valori dominanti, di profonde trasformazioni della vita quotidiana, fatti
questi che attraversarono la vita di centinaia di migliaia di individui con il
loro bisogno di libertà e di giustizia sociale. Individui "giovani, lavoratori,
studenti, donne" che dalla seconda metà degli anni ?60, e per circa un
ventennio, hanno scavato fino alle fondamenta i pilastri apparentemente
immutabili della società italiana. Dopo di allora nulla è rimasto come prima.
Per ridimensionare tutto questo, questa grande ondata rivoluzionaria e creativa,
politica ed esistenziale, ci sono volute l'alleanza di tutto il sistema dei
partiti, l'uso di tutti i corpi militari e repressivi, una modifica radicale del
cosiddetto "stato di diritto" - fino alle carceri speciali, all'isolamento, alla
tortura - la subordinazione della magistratura al potere politico, il supporto
di tutti i mezzi di informazione.
Ci sono volute soprattutto le bombe e le stragi: da P.zza Fontana alla Stazione
di Bologna. Ci sono voluti centinaia tra morti e feriti, 40.000 denunciati,
15.000 incarcerati, 4000 condannati.
Il terrorismo è sempre uso della violenza indiscriminata al fine di diffondere
la paura tra la popolazione al fine di raggiungere dei fini politici. Oggi esso
è presentato come una pratica diffusa, un elemento del nostro quotidiano: dai
kamikaze alle auto-bomba, dai sequestri di bambini alla barbara eliminazione di
ostaggi. Parallelamente alla pratica del terrorismo si affianca l'uso del
terrorismo da parte dei media che, appiattiti sulle politiche governative,
amplificano questo strumento di morte per sostenerle. Così oggi gruppi armati,
clandestini e mascherati, appaiono come gli unici dispensatori del terrore ed il
terrorismo come il vero nemico da battere. In realtà il terrorismo è
semplicemente un mezzo per ottenere un fine e come tale è sempre stato praticato
da soggetti diversi su scale di varie dimensioni. Metabolizzato e santificato
quando è vincente; esorcizzato e criminalizzato quando è perdente. Denunciare il
terrorismo dei gruppi armati e occultare il terrorismo!
dell'
ordine statale (dalle carneficine belliche alla barbarie dello schiavismo e del
colonialismo, all'oppressione di classe) è prassi comune per chi detiene le leve
del potere.
La storia degli Stati moderni è strettamente connessa con il terrorismo e l'uso
calcolato del terrore di massa è sempre una conseguenza diretta della volontà
degli Stati di prevalere sia sulle proprie popolazioni che su altri paesi. La
storia di questo secondo dopoguerra italiano non fa eccezione.
Ricordare oggi la strage di Piazza Fontana "la madre di tutte le stragi" e
l'assassinio avvenuto nei locali della Questura di Milano del ferroviere
anarchico Giuseppe Pinelli vuol dire non solo compiere una doverosa
commemorazione delle vittime della criminalità del potere e denunciare la
continua manipolazione di un'intera fase storica, ma soprattutto contribuire a
fare chiarezza sui reali dispensatori del terrore: la memoria di quegli anni, la
denuncia della violenza di Stato, devono essere di sprone per le lotte che ci
sono e per quelle che verranno.
M.V.