Archivi in rete.Per non dimenticare 1978/4 |
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FAUSTO E IAIO
18 marzo 1978
FAUSTO TINELLI E LORENZO IANNUCCI "IAIO"
NON VI DIMENTICHEREMO
MARZO 2010 FAUSTO E IAIO RICORDATI SULLA RETE DAL BLOG DI BELLACIAO
Fausto e Iaio, ipotesi e testimonianze Trasmissione "Confini" 27/06/96 http://bellaciao.org/it/spip.php?article26238
1978
FAUSTO E IAIO, UN DELITTO ANCORA IMPUNITO http://bellaciao.org/it/spip.php?article26234
Una strada per Fausto e
Iaio http://bellaciao.org/it/spip.php?article26230
fAUSTO E IAIO E LA CONTROINFORMAZIONE DEGLI ANNI 70
LA REDAZIONE DELL'ARCHIVIO STORICO BENEDETTO PETRONE RICORDA I DUE GIOVANI COMPAGNI FAUSTO E IAIO UCCISI QUELLA NOTTE DEL 18 MARZO DI TRENT'ANNI, FA RILEGGENDO ALCUNI PASSI IMPORTANTI DI UN DOSSIER REDATTO DAI COMPAGNI DI LOTTA CONTINUA DI RHO IL 18/3/88 E PRESENTE NEL FONDO NICOLA LA TORRE di Bari
per quanti li conobbero e si riconobbero in loro, per quanti sentirono, per quanti sentono dolore e rabbia , per quanti non hanno potuto dimenticare, per quanti vogliono capire, sapere, lottare...
quei giorni di marzo
Nei locali della questura milanese, quella sera di dieci anni fa, uno dei massimi dirigenti , il dottor Bessone, parlando con i giornalisti dell'uccisione di Fausto e Iaio, cercava di camuffare il significato politico escludendolo e affermando che si trattava di regolamento di conti nel mondo della droga.. così titolarono poi i giornali , ma non furono della stessa opinione le centinaia di compagni e compagne che sabato sera raggiunsero il luogo del delitto in via Mancinelli: la mano era fascista.
Ed un primo corteo di 3000 persone in piena notte attraversò Milano, in un'atmosfera surreale.
Il giorno dopo nonostante le deformazioni di questura e media si svolse un'assemblea al Leoncavallo con migliaia di partecipanti di ogni età.
Lotta continua in edizione speciale parla esplicitamente di uccisione fascista.Anche Quotidiano dei lavoratori, il Manifesto e La Sinistra , martedì 21 marzo attaccano le tesi della polizia.
sotto la spinta dei quattro giornali e della mobilitazione popolare matura la coscienza della natura politica dell'assassinio di fausto e Iaio.
Non sarà così velocemente tra magistratura , sindacati e PCI.
Solo dopo due giorni i giudici si decideranno a scandagliare il mondo dei fascisti e dello spaccio legato ad essi.
Invece il "mondo politico"ufficiale è interessato alla vicenda Moro e poco importa della morte di due giovani sconosciuti.
Di sciopero generale di protesta non si vuole parlare e alla fine concederanno una schifosa ora di astensione dal lavoro.
Ma sono gli operai, gli impiegati, le casalinghe, gli studenti a risolvere la situazione: lo sciopero proclamato da centinaia di consigli di Fabbrica a Milano e in Lombardia, da tutte le scuole e dalle organizzazioni rivoluzionarie portò quella mattina del 22 marzo 1978 ben 100.000 persone a gridare la loro rabbia a pugno chiuso.
Il fatto
da tempo fausto e Iaio insieme ad altri del centro sociale Leoncavallolo stavano conducendo un 'inchiesta sul mondo della droga e nell'ultimo periodo, in particolar modo fausto aveva dimostrato timore , anche al padre, sui rischi di questo lavoro e su minacce ricevute.
Qualche giorno prima in via Monte nevoso dove abitava Fausto avevano trovato una scritta :-tutti quelli del casoretto devono morire!- In un centro sociale poi un gruppo di individui armati era entrato intimando ai presenti di " farsi i fatti propri.
un fatto strano poi è quello di una donna bionda ben vestita che circa un mese prima dell'omicidio fa domande sulla famiglia di Fausto nel quartiere. Nello stesso periodo il libro bianco del Leoncavalllo sulla droga è quasi pronto e l'Espresso ne fa una larga anticipazione.
18 marzo l'omicidio
I due si incontrano in una sala biliardo, luogo di ritrovo dei ragazzi del centro sociale, poi si incamminano verso casa , si fermano a parlare con un edicolante commentando i giornali che parlano del sequestro Moro poi si avviano in via Mancinelli, i testi li vedono ad un tratto fermarsi come se chiamati da alcune persone di cui una sembrava che li conoscesse. poi gli spari e la fuga di tre persone che indossano impermeabili e hanno sacchi di plastica in mano. i tre poco dopo si dividono...
...si capì subito che l'omicidio era opera di professionisti che avevano le armi chiuse in sacchi di plastica per evitare la perdita dei bossoli e come tutti i colpi sparati siano arrivati a segno su parti vitali, quindi chi aveva sparato era perfettamente addestrato ad uccidere come se lo avesse fatto altre volte
dalle indagini successivi risultò esserci nella zona la presenza di personaggi legati ai fascisti e nelle cui case furono ritrovate anche armi e munizioni ma senza che li si potesse direttamente coinvolgere nell'omicidio
all'epoca fra il 75 e l'80 siamo nella fase in cui lo spaccio della droga , sopratutto eroina e cocaina , coinvolti i sudamericani, via via si stabilizza e diviene capillare.
prima e e intorno al 78 ci si trovava davanti ad un mercato " embrionale, spesso subappaltato a personaggi a cavallo tra mala e neofascisti, la mala più spregiudicata verrà dopo. All'epoca , con un mercato ai primordi, anche un libro bianco poteva rappresentare un serio pericolo per un ambiente collegato a mala e a una destra terroristica legata a pratiche di scontro frontale con la sinistra
...un libro bianco che venne pubblicato solo dopo la morte di Fausto e Iaio
... i due giovani uccisi facevano parte di quel mondo variegato che aveva intravisto nella lotta alla droga una delle tante e importanti battaglie contro il degrado della società. lo sfruttamento, la ghettizzazione dei giovani nei quartieri della periferia milanese.
Una lotta politica che ha avuto come risposta un duplice omicidio politico.
Vi aggiungiamo il link al sito relativo ad un libro di recente uscito su di loro e di cui riportiamo le prime righe consigliandovi di leggerlo tutto
http://www.faustoeiaio.org/html/librobiacchessi.htm
FAUSTO E IAIO ,LA SPERANZA MUORE A DICIOTTO ANNI
Nuova edizione on line di Daniele Biacchessi
In esclusiva per il sito www.faustoeiaio.org
"Dedicato a Danila, Maria, alle vittime invisibili di tutte le stragi. Dedicato agli amici e ai compagni che hanno ancora il vizio della memoria"
PREFAZIONE
La nuova versione on line di questo libro esce dopo l’archiviazione da parte del Giudice delle Udienze preliminari del Tribunale di Milano, Clementina Forleo. Con il decreto del 6 dicembre 2000,si mette la parola fine a un’inchiesta iniziata poche ore dopo il 18 marzo 1978. La conclusione della Forleo è la seguente: "Pur in presenza dei significativi elementi indiziari a carico della destra eversiva ed in particolari degli attuali indagati(Massimo Carminati, Mario Corsi e Claudio Bracci),appare evidente allo stato la non superabilità in giudizio del limite appunto indiziario di questi elementi, e ciò soprattutto per la natura de relato delle pur rilevanti dichiarazioni". In sostanza il giudice ci manda a dire che si conoscono i possibili autori dell’omicidio ma non ci sono prove. Molti, forse troppi indizi. La Forleo segue molte piste, cita le dichiarazioni dei pentiti di destra che negli anni hanno raccontato quel che sanno del delitto del Casoretto ma evita un atto di coraggio. Non segue le tracce indicate dalla perizia difensiva dell’avvocato di parte civile Luigi Mariani: nuovi accertamenti sulla presenza di Mario Corsi a Cremona, indagini approfondite sulla figura di Massimo Carminati e i suoi legami con il Sismi, il servizio militare,il furto nel caveau del Tribunale di Roma realizzato dallo stesso Carminati con carabinieri e poliziotti nel luglio del 1999 e le centinaia di pagine della Commissione Stragi di Giovanni Pellegrino sulla banda della Magliana e sui rapporti con i neofascisti romani. Quello che resta è un libro che ha pregi e limiti, come tutti i lavori scritti con passione militante e voglia di giungere alla verità. .....