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GLI ULTIMI AGGIORNAMENTIimpers.JPG (76638 byte)

La Cina fa volare il suo aereo robot ipersonico e azzera il divario con la tecnologia americana. La guerra dei droni è alle porte.

 

28 gennaio 2011 la battaglia di Suez -28 gennaio 2017 la battaglia di Bari a Pane e Pomodoro

 

6 NOVEMBRE 2010

L'assolutismo muove sempre i primi passi contro la democrazia cercando di isolare i militari dalla società civile. Roma, 6 nov - (di Cleto Iafrate) Esiste un rapporto inverso tra il livello di democrazia e di civiltà raggiunto da uno Stato ed il numero dei suoi cittadini esclusi dalla partecipazione alla vita ed al dibattito politico. Lo Stato che riuscirà ad assicurare a tutti i suoi residenti il pieno godimento dei diritti civili e politici avrà raggiunto il massimo grado di democrazia e di civiltà auspicabile. I suoi cittadini si sentiranno sovrani e sudditi allo stesso tempo. In quello Stato, la politica opererà alla luce del sole, senza temere il confronto con alcuna categoria di persone. Al contrario, lo Stato assolutista tenderà ad accentrare il potere decisionale, negando, con diverse motivazioni, la partecipazione alla vita politica dei suoi cittadini, che considera tutti alla stregua di sudditi.

Naturalmente tra questi due casi estremi vi sono tanti casi intermedi.  Quando uno Stato liberale prende una direzione assolutista, i primi a percepirlo sono proprio i militari, in quanto divengono destinatari di provvedimenti via via sempre più restrittivi delle loro libertà costituzionali. Tali provvedimenti si inseriscono in un più complesso disegno teso a relegare i detentori del monopolio della forza in una condizione di obbedienza cieca e muta.  

Orbene, nei mesi scorsi, quando tutti i quotidiani erano impegnati a pubblicare una certa piantina di una casa monegasca e le misure di un tal progetto di cucina, e molti erano concentrati a sovrapporre l’una all’altra al fine di verificare la corrispondenza delle misure, veniva varato, con il D.Lgs 66/2010, il “Codice dell’Ordinamento Militare”, entrato poi in vigore il 9 ottobre 2010. Lo scopo dichiarato era quello di abrogare circa mille atti normativi (per un totale di circa 2.500 articoli di legge), emanati dal 2 aprile 1885 al 1°  gennaio 2010, al fine di semplificare l’intera materia, sopprimendo tutte le norme inutili. Tale fine è stato perseguito raggruppando in un solo corpo legislativo (il D.Lgs 66/2010) ben 2.272 articoli.  

In realtà, si è semplificato solamente l’esercizio della memoria: prima del 9 ottobre 2010, era necessario ricordare sia la legge che i singoli articoli; da questa data in poi, è sufficiente ricordare (re-imparare) solo i singoli articoli della comune legge.

Per esempio, l’art. 9 dell’abrogata legge 382/78, a mente del quale “I militari possono liberamente pubblicare loro scritti, tenere pubbliche conferenze e comunque manifestare pubblicamente il proprio pensiero, salvo che si tratti di argomenti a carattere riservato di interesse militare o di servizio per i quali deve essere ottenuta l’autorizzazione”, è stato accolto dall’art. 1472 del D.Lgs. 66/2010.  

Nel procedimento di traslazione dalla L. 382/78 al D.Lgs. 66/10 il dispositivo è stato modificato con l’aggiunta di due semplici parole che, però, restringono inesorabilmente i diritti civili e le libertà democratiche dei militari.

La nuova formulazione dell’art. 1472, infatti, recita testualmente: “I militari possono liberamente pubblicare loro scritti, tenere pubbliche conferenze e comunque manifestare pubblicamente il proprio pensiero, salvo che si tratti di argomenti a carattere riservato di interesse militare, di servizio O COLLEGATI AL SERVIZIO per i quali deve essere ottenuta l’autorizzazione”.

In merito allo strumento normativo utilizzato, quale fonte di produzione, sicuramente bisognerà approfondire se siano stati violati i limiti contenuti nella delega.

Il dubbio non è di poco conto: se si dovesse accertare la violazione di tali limiti, si dovrebbe ammettere che è stato approvato un atto legislativo apertamente in conflitto con i dettami della Costituzione. E’ notorio, infatti, che un atto emanato dal solo esecutivo non possa comprimere i diritti già riconosciuti e garantiti da una legge ordinaria, emanata dal Parlamento sovrano in un fecondo clima dialettico in cui trovano spazio anche le volontà delle minoranze e dell’opposizione.

Non a caso il giudice costituzionale ha, a più riprese, sollecitato l’impiego di criteri direttivi il più possibile circoscritti, qualora la delega vada ad incidere sulle libertà costituzionali e sui diritti fondamentali (sentt. 250/1991; 53/1997; 49/1999; 427/2000; 251/2001; 212/2003).

Al di là di qualsiasi considerazione di carattere giuridico, riservata al mondo accademico, sembrerebbe che l’art. 1472 abbia riportato il nostro Paese indietro di almeno 280 anni, quando le forze armate erano concepite “per sorreggere il trono”. Concezione che ha trovato il suo migliore interprete nel Generale Pes di Villamarina, che fu ministro della guerra dal 1832 al 1847, secondo cui occorreva vietare «con rigore, non pure nelle caserme, ma nei privati domicili, al militare gregario e graduato, qualunque studio, qualunque lettura, anche di argomento militare, sì che un ufficiale scoperto autore di qualche scritto o perdeva il grado, o vedeva preclusa ogni via di avanzamento» (Cfr. “Forze armate e Costituzione”, pag. 101, F. Pinto, Marsilio editori).

Appare, quindi, poco convincente la tesi secondo cui per garantire le libere istituzioni democratiche è necessario vietare al cittadino militare la divulgazione di notizie che, benché non coperte da segreto, siano (in modo non meglio specificato) “collegate al servizio”. Per di più, la nuova formulazione della norma offre una grandissima discrezionalità alle autorità militari, che potendo ritenere ogni opinione espressa collegata lato sensu al servizio, possono impedire che trapeli all’esterno, nella società civile, qualsiasi problematica che agita ed inquieta il mondo militare.

Inoltre, ad un precetto così vago ed indeterminato, come quello in esame, corrisponde una sanzione ben definita e, soprattutto, penalmente rilevante, circostanza che contrasta con l’art. 13 della Costituzione e con l’art. 1 del C.P.. Infatti, il punto 6) dell’art. 751 del DPR 90/10 dispone che la violazione dell’art. 1472 del D.Lgs. 66/10 è punita con la sanzione della consegna di rigore (arresti di rigore), che comporta l’obbligo di rimanere in un apposito spazio dell’ambiente militare o nel proprio alloggio per un massimo di 15 giorni.   

Ritengo che il cittadino militare debba essere totalmente integrato nella vita democratica del nostro Paese. Le sue preoccupazioni e le sue istanze dovrebbero godere della massima visibilità; sostenere il contrario significherebbe guardare con nostalgia ad esperienze che, fortunatamente, la storia ha ormai archiviato e si auspica che non vengano mai più riproposte. Tali esperienze nel passato hanno trovato, proprio nella separazione del comparto militare dal resto della società civile, terreno fertile per il loro progressivo consolidamento e successiva degenerazione.

Il tentativo di isolare il cittadino militare dal resto della società, perciò, appare una strada molto pericolosa, che lede proprio quella posizione di apoliticità delle FF.AA. e delle Forze di polizia militarmente organizzate, posta a presidio delle istituzioni democratiche. Il miglior rimedio contro tali pericoli consiste in un ripensamento del ruolo del militare all’interno della società, egli deve poter vivere con coscienza la vita della nazione e tenere sempre nella più alta considerazione individuale la salvaguardia del sistema costituzionale.

Le riforme che comprimono i diritti costituzionali dei cittadini militari, fatte passare per difendere l’apoliticità degli stessi, il più delle volte nascondono una decisa scelta politica. Tale scelta si sostanzia nella necessità di avere cittadini militari subordinati, non tanto alla legge, quanto piuttosto alle esigenze perseguite, attraverso l’apparato esecutivo, dai gruppi più forti presenti nella realtà civile e sociale del paese. L’apoliticità va pensata come una “strada a doppio senso di marcia”, il militare va garantito, oltre che dalle insidie provenienti dall’esterno, anche da quelle, eventualmente, provenienti dall’interno, “si rischiano incidenti” quando una delle due forme di garanzie viene sacrificata a vantaggio dell’altra.

 

17) Carri armati a Reggio calabria? Misura inutile causata da uno spiacevole equivoco

l'amara critica di Antonio Camuso ad una decisione bypartisan inutile, inefficace, di sapore elettoralistico.

 

16)OTTOBRE 2010  Allenati per la vita:corsi paramilitari scolastici? ...quando i giudici anti-jihad a Milano rimasero senza lavoro

 

RACCONTO -ARTICOLO DENUNCIA 

DI 

ANTONIO CAMUSO


Sigonella ospita il primo Global Hawk delle forze armate USA

di antonio mazzeo

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La legge marziale Sulla militarizzazione della società

ampio stralcio di un articolo di M. Chossudovsky comparso nel luglio del 2009, in piena emergenza pandemica, dal titolo “La legge marziale e la militarizzazione della salute pubblica – Il programma di vaccinazione mondiale contro l’influenza H1N1” (1).


 

Sigonella e la guerra robotica futura

di Antonio Mazzeo

Un interessate articolo sul crescente uso di aerei robot nel mondo e i loro rischi a partire di quelli che si avranno su Sigonella con l'uso del Global Hawk americani in arrivo. Il governo italiano tace sui rischi .

gennaio 2010 Predator italiano precipita in mare


Brindisi 1 agosto 2009

 50 soldati per le strade della città? No, grazie! Abbiamo bisogno d'altro…

La notizia che il senatore Amoruso del Popolo delle Libertà abbia ottenuto una tranche suppletiva di militari da sparpagliare nelle strade  delle città pugliesi , compresa Brindisi ci trova totalmente contrari, data l’inutilità di questa misura non richiesta né dai cittadini e né dagli stessi amministratori locali.SEGUE>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> 

DI ANTONIO CAMUSO

PUBBLICATO CON AMPIO RISALTO SUL QUOTIDIANO DI BRINDISI IL 2 AGOSTO 2009


Bari 10 luglio 2016

Predator e soldati cinesi all’assalto…

un racconto di Antonio Camuso tratto da "l'Ultimo disertore"

in una Bari perennemente in rivolta, Predator e soldati cinesi cercano di riprendersi il controllo di una megalopoli senza speranza


 

G 8 a l'Aquila: Predator contro no-global, dalla Puglia con amore


La soluzione alla crisi? LTL X-7000 il fucile non-letale

In arrivo il nuovo fucile Beretta antisommossa

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IL NEMICO E’ ALLE PORTE!

 il nuovo fucile Beretta Arx160

Presentato il nuovo fucile hi-tech Beretta ARX160 che può sparare dietro i muri.

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BERLUSCONI: SICUREZZA FASE DUE – 30.000 SOLDATI NELLE AREE METROPOLITANE

 24 GENNAIO 2009

IL COMMENTO DI ANTONIO CAMUSO DELL'OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI


30 dicembre 2015 Piombo Fuso su Bari vecchia

Dal romanzo L’ULTIMO DISERTORE (di prossima pubblicazione)diAntonio Camuso.(secondo episodio) 

La fila  delle ambulanze, che attendevano da ore di oltrepassare il varco d’accesso presidiato  dai bersaglieri della Garibaldi in largo Nitti  Valentini, finalmente incominciò a muoversi quando il sergente Whu Minh diede un ordine in cinese ai suoi uomini col cappello piumato.

Una tregua umanitaria,  concordata con il vescovo di Bari  e la croce Rossa Internazionale avrebbe permesso di trasportare ....>>>SEGUE>>>


MASSACRO A GAZA…

UNO SGUARDO SULLE GUERRE URBANE FUTURE

Le centinaia di morti e feriti  a Gaza City ,di queste ultime ore ( 28 dicembre 2008),non è solo il risultato dell’ennesima dimostrazione di forza dello Stato d’Israele contro Hamas , ma anche l’effetto della sperimentazione su campo delle tecnologie militari d’avanguardia delle industrie israeliane ed occidentali nel campo della guerra in contesti urbanizzati>>>SEGUE

 


Sicurezza:militari schierati a difesa dei cimiteri!

Storie di ordinaria  follia securitaria e di fregature azionarie

 

28 ottobre 2008  Telegiornale Rai  edizione regionale  delle ore 14.00

BARI: Il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica riunitosi al completo in data odierna ha deciso il dispiegamento di pattuglie di militari dell’Esercito  nel cimitero di Bari  per bloccare lo scorazzamento di giovani bulli con i motorini nei viali cimiteriali. La decisione è stata conseguente allo schiaffeggiamento di una vigilessa da parte di un minorenne  , parente di un boss di Bari vecchia , che era stato fermato con la sua moto mentre sfrecciava tra loculi e tombe di famiglia…

 

 BARI 20 OTTOBRE 2005. (Italia Estera) -  Le spoglie di circa 700 italiani domani mattina  verranno tumulati nel Sacrario dei Caduti Oltremare di Bari. Si tratta infatti dei resti tormentati di suore, preti, militari, moltissimi bambini e donne e uomini che vivevano nell’ex colonia. Da decenni riposavano in pace nel piccolo cimitero cristiano di Mogadiscio. Poi, il 18 gennaio del 2005, quel pezzetto di suolo benedetto, fu oggetto di una disgustosa sortita di milizie somale. Le lapidi vennero distrutte, squartate le bare. Le cronache della profanazione narrano di ragazzi intenti a giocare il  pallone coi teschi dei nostri compatrioti.

Parte delle ossa venne sparpagliata, gettata in mare e in discarica; il resto venne diviso tra le bande dei "signori della guerra".

L’ Italia ha   tentato ogni via per riportare in patria i resti mortali degli italiani. Ci riuscì il Sisde (il Servizio italiano per le informazioni e la sicurezza democratica) e, lo scorso ottobre avvenne la traslazione al Sacrario di Bari. A bordo di due velivoli C130 dell’Aeronautica militare c`erano 22 casse da un metro cubo l’una contenenti ossa mischiate, raccolte in sacchetti…

 

Mogadiscio Ottobre 2005 ( fonte anonima)

Le corti islamiche in quel 2005 pensavano di aver fatto un grande affare contrattando con gli 007 italiani la restituzione dei resti  di alcune centinaia di italiani sepolti a Mogadiscio in quasi cent’anni di presenza coloniale. All’inizio, a dire il vero , erano rimasti abbastanza perplessi sul perché di tanta ostinazione per delle ossa di gente ormai dimenticata da tutti ma… “ business is business” e quindi fu fatto l’accordo: “- Denaro contro ossa”-  ma …quale denaro? Ahmed, uno dei signori della guerra,  che aveva studiato economia in Italia e che ostentava ad ogni occasione buona  la sua cultura,  riempì la testa degli altri capi clan  di cifre, calcoli su rapporti di valute, titoli obbligazionari e borsistici, azioni privilegiate e fondi pensione. Insomma, dopo dieci lunghe notti passate masticando robaccia allucinogena e fumando improbabili calumet della pace si raggiunse l’accordo tra i clan su cosa chiedere agli agenti segreti venuti dall’Italia a comprarsi le ossa dissacrate : niente denaro contante!!!SOLO INVESTIMENTI IN BORSA!

 Quello di avere fasci di banconote da nascondere sotto il materasso con i tempi che correvano a Mogadiscio era solo un grande rischio…meglio un bel paniere di azioni delle migliori banche americane e occidentali comprese quelle italiane,  anche perché, se gli italiani mettevano a fare il Presidente della Repubblica un exdirettore della Banca d’Italia voleva dire che  del sistema bancario ne avevano una gran fiducia!

Pattuito il prezzo “ all’ osso”  e forniti agli spioni italiani i numeri di  conto corrente internazionale per i versamenti,   il problema sorse nel riempire le 22 casse che gli italiani si eran fatte portare con due capienti C 130 .

Valle a trovare le ossa del cimitero italiano di Mogadiscio dopo che Mohamed ( il capo clan che controllava la zona  Cimitero di Mogadiscio) aveva dato l’autorizzazione  ad un rave party in cui si esibirono gruppi musicali  pesudosatanisti, che aveva visto la partecipazione di migliaia di fuori di testa  venuti con voli charter dall’Europa e da mezzo mondo,  che dopo dieci giorni di bagordi avevano lasciato Mogadiscio coperta da montagne di bottiglie d’alcool  e birra vuote ed una mare di mondezza!!!

Le ossa dei poveri italiani poi, se l’erano portate via come souvenir lasciando bare e loculi sventrati che sembrava che gli americani fossero venuti a bombardare un’altra volta per vendicarsi degli elicotteri che avevan persi qualche anno prima.

Insomma, per farla breve, ogni clan ci dovette mettere nelle casse le ossa dei propri avi contrabbandandole per “autentiche ossa Italiane DOP”

Ahmed “ l’economista” per consolare i capi clan assicurò tutti  che  qualche migliaio di azioni della Merril Lynch e del Credito Italiano valevano più della tibia del nonno che aveva combattuto da ascaro, arruolato dai fascisti italiani  contro gli etiopici,  ed aveva avuto in cambio solo una medaglietta!

“-Buono scambio!”- Ripeteva Ahmed come nel film western in bianco e nero che molti di loro avevan visto da bambini nel cinema gestito dai missionari e dalle suore a Mogadiscio.

“- Buono scambio!”- Ripetettero gli 007 italiani che  a quanto pare ci fecero la cresta sull’operazione e che non pretesero dalle corti islamiche  né fattura , né bolla d’accompagnamento . La risposta ai somali stupefatti  fu :… era meglio che non ci fosse nulla di scritto in tempi in cui gli americani s’incazzavano a morte se qualcuno trattava con “i terroristi” .-“ Niente carta, niente prove!-“

 

17 Ottobre 2008 RAI NEWS 24

Scontri a Mogadiscio civili e bambini tra le vittime

 A Mogadiscio son ripresi gli scontri tra i signori della guerra provocando diversi morti compresi donne e bambini Si pensa ad un regolamento di conti…-

 

 ( prosegue fonte anonima) Proprio di un regolamento di conti si trattava : il povero Ahmed , quello che aveva avuto la brillante idea  dell’investimento  azionario, dopo che si era diffusa anche a Mogadiscio  la notizia  del crollo delle borse mondiali, era stato fatto letteralmente a pezzi, lui e tutta la famiglia, bambini compresi,  e le ossa date da mangiare ai cani del porto di Mogadiscio che a fame non li fotte nessuno!

 Passato il momento della vendetta venne però quello della rivalsa. Che fare? Se ci si rivolgeva alla Corte Europea per riavere indietro le ossa dei nonni  e dei padri che si eran rifilate agli italiani si correva il rischio di far sganasciare dal ridere mezzo mondo islamico, roba che alla Mecca il pellegrinaggio lo si sarebbe fatto vestiti da pulcinella!

Basta! La decisione fu presa! Mandare un gruppo di giovanissimi adepti a BARI per scoprire dov’erano le ossa incriminate e se non le si trovava si prendevano in ostaggio un po’ di ossa di baresi fino a quando il governo italiano non restituiva ai somali l’equivalente in metalli preziosi  di quel maledetto mucchio cartaccia chiamata azioni che quel pazzo di Ahmed li aveva convinti ad accettare.

Fu così che questo gruppo di exbambini-soldato giunse nascosto dentro un camion di banane di una nota marca, al porto di Bari. Scaricati nella Città Vecchia chiesero del cimitero ed un boss li arruolò come pusher per la zona funeraria ed iniziarono a scorazzare con i motorini come facevano un tempo a Mogadiscio con le “tecniche” dotate di mitragliere.

Qualche giorno fa una donna  vestita con una divisa si è permessa di rimproverarli  ma l’affronto è stato pagato con sonoro ceffone!

Una scarsa soddisfazione comunque,  meglio se fossero arrivati un po’ di soldati in mimetica e fucile…allora sì che ci sarebbe stato  da divertirsi come ai vecchi tempi, ingaggiando un bello scontro a fuoco, facendo del cimitero di Bari un secondo  “Pasta Point”  e magari vendicando  la fregatura delle Azioni…

Antonio Camuso

Osservatorio sui Balcani di Brindisi

28 ottobre 2008


 

 

L'ARMATA AEREA IMPERIALE SI ROBOTIZZA

LA NOTIZIA:Per la quarta volta nel giro di pochi giorni i drone americani, ovvero gli aerei senza pilota armati di missili e bombe teleguidate hanno colpito villaggi al confine del Pakistan e Afghanistan ,

ASCA-AFP) - Miranshah, 8 set - Sono almeno 21 le vittime del bombardamento che si sospetta abbiano effettuato oggi alcuni aerei senza pilota statunitensi su una citta' del Pakistan, vicino al confine afgano. I droni hanno sparato diversi missili che hanno colpito una casa nei pressi di un seminario isalmico nel Waziristan del nord, una zona dove gli aerei Usa continuano a colpire almeno una  volta a settimana. Secondo fonti dell'intelligence pakistana, nell'attacco sarebbero morti 7 civili (fra cui alcune donne e bambini) e 14 militanti talebani. Oltre 25 i feriti…

AFP. USA  26 agosto 2008.  Germania ed Italia intenderebbero acquistare dagli Stati Uniti rispettivamente cinque e quattro MQ-9 Reapers (prima noti come Predator-B), i nuovi UAV bombardieri che gli USA hanno da poco iniziato a schierare in Iraq ed Afghanistan: lo riferisce l’agenzia AFP, citando notificazioni al Congresso statunitense da parte della Defense Security Cooperation Agency (DSCA).

Entrambi i Paesi intenderebbero usare i droni «per la protezione di truppe schierate al suolo , per garantire la sicurezza regionale e per motivi di interoperabilità con gli Stati Uniti», secondo quanto dichiarato dalla DSCA al Congresso.


 LA SCHEDA

Il Reaper, noto anche come “cacciatore killer”, vola più veloce, più in alto e più lontano del suo predecessore MQ-1 Predator. Può imbarcare quattro missili Hellfire and due bombe a guida laser da 230 chili (contro i soli due missili Hellfire del Predator) e, guidato da due persone (pilota e operatore dei sensori), può spingersi fino a circa 5.000 chilometri di distanza e rimanere in volo fino a 24 ore tracciando il bersaglio per lunghi periodi o effettuando missioni di ricognizione e sorveglianza.

I Reapers sono realizzati dalla General Atomics Aeronautical Systems e costano ciascuno 53,5 milioni di dollari. Hanno un’apertura alare di 20 metri, una lunghezza di 11 e una velocità massima di circa 400 chilometri orari.

L’articolo

L’Armata  aerea Imperiale si robotizza per le sfide del futuro

Ormai l’armata imperiale fa passi da gigante verso la robotizzazione degli strumenti militari di offesa in un contesto di operazioni di guerra sempre più in aree urbane.

I primi a sperimentare la tecnica degli aerei robot-Killer sono stati gli israeliani,  che da tempo li utilizzano per quelli che chiamano “omicidi mirati”, vere e proprie esecuzioni sommarie decise a tavolino ed utilizzate come elemento terroristico preventivo per colpire capi e loro famigliari delle formazioni palestinesi più oltranziste.

Gaza , uno dei posti della terra dove la concentrazione abitante per metro quadro è più elevato,  è divenuta così,  in questi anni,  la sede di studio dei ricercatori militari mondiali sulle sfide future che eserciti e polizie dovranno affrontare nel prossimo futuro

Un futuro in cui nelle  megalopoli sterminate, i  quartieri “bene”, edifici governativi , sedi di polizia, ecc per poter coesistere accanto a bidonville e banlieus avranno bisogno di sistemi di difesa tecnologicamente avanzati e gestiti direttamente da forze speciali dell’esercito che rispondano a “regole d’ingaggio” antisommossa, standardizzate tali da essere accettate quasi fatalisticamente dappertutto.

 Da Gaza a Parigi, da Leningrado a Pechino, sommosse e rivolte di affamati, disoccupati, lavoratori in lotta, contestatori del sistema saranno oggetto delle stesse tecniche dissuasive: dalle armi non letali come le barriere soniche a quelle  di bassa letalità che comportino anche l’eliminazione fisica dei capi dei movimenti più oltranzisti sia quando sono in mezzo ai cortei e alle sommosse o che stiano tranquillamente dormendo presso le loro abitazioni.

Tutto ciò non è fantascienza poiché è quanto si può leggere nelle sintesi dei gruppi di studio in cui  hanno partecipato alti ufficiali del nostro esercito nell’ambito del programma multinazionale  Urban operation Year 2020 .

Un programma che il sottoscritto ha già descritto in un precedente articolo e che tra gli altri ha un capitolo speciale, preparato dalle aziende interessate, riguardante l’uso del mezzo robotico per l’eliminazione ( il termine esatto è NEUTRALIZZAZIONE,  l’equivalente della parola annichilimento che ci ricorda una bella pagina della storia del nostro esercito a Nassirya)  di elementi agitatori capaci di provocare tumulti.

 La giustificazione è evidente e sarà quella con la quale verranno applicate le regole di ingaggio dei Killer Robot:

“- Parigi novembre 2020( france press); oggi un drone di una pattuglia mista di militari e polizia  ha neutralizzato alcuni elementi sovversivi appartenenti ad una presunta cellula terroristica che cercavano di far scoppiare gravi tumulti nel IV arrondissement.”-

Già nel 2003 alcuni esemplari di drone- poliziotti capaci di ospitare telecamere e sistemi di lancio di ordigni antisommossa o mini-missili killer sono stati sperimentati sotto la forma prototipo e di cui ne alleghiamo foto e modalità per un prossimo uso in un manuale redatto dallo Stato Maggiore dell'Esercito italiano  Oggetti che il sottoscritto a vederli li aveva ritenuti,  per la loro somiglianza ai dischi volanti,  il parto di qualche mente malata del Pentagono. Purtroppo non è così e grazie alla guerre dell’Iraq e dell’Afghanistan, dove la generazione di UAV che si era fatta pubblicità nella guerra del Kosovo , ( vedi il Predator, nato come aereo da ricognizione), è andata modificandosi in quella degli aerei Robot-killer

I risultati sono sotto gli occhi di tutti: aerei che teoricamente dovrebbero essere usati contro postazioni militari  convenzionali , protette da antiaerea tali da ritenersi elevato il rischio che l’aereo convenzionale attaccante possa essere abbattuto con la conseguente perdita o cattura del pilota, sono invece impiegati in attacchi in  zone abitate da civili.  Un uso divenuto sistematico e ritenuto normale,  salvo sprecare qualche lacrima  da coccodrillo per le vittime collaterali.

Anche l’Italia e la Germania che partecipano  alle missioni NATO , ma anche al progetto  NATO UO (year) 2020, dopo aver acquistato qualche anno fa la prima generazione di Predator da ricognizione , pochi giorni fa secondo notizie provenienti dal congresso Americano, hanno richiesto l’acquisto di aerei Robot-killer.

Un piccolo passo per avvicinarci a quel futuro che sembrava così lontano e che invece si avvicina a falcate da gigante.

Antonio Camuso

Osservatorio sui Balcani di Brindisi osservatoriobrindisi@libero.it

http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/futuro_militarizzato_4.htm

 

Brindisi 10 settembre 2008


 

 


Anno 2020...il popolo ha fame? dategli da mangiare  proiettili di gomma e peperoncino

Esercito  a pattugliare le strade delle grandi città…ma solo per pochi mesi?…

Manovra  propagandistica del governo Berlusconi o naturale conseguenza di piani decisi da oltre dieci anni da alcuni paesi della NATO?

Questa affermazione non è l’ennesimo tentativo maldestro di voler accollare a carico dell’Alleanza militare occidentale oscuri disegni di militarizzazione della nostra società, bensì il frutto di  nostre ricerche su alcuni progetti, condotti sotto la guida del Pentagono  e  riguardanti l’uso degli eserciti nelle megalopoli del futuro.

Si tratta del lavoro di esperti NATO  UO 2020 nel gruppo di studio SAS 30 Urban Operation in the year 2020 , al quale partecipano dal 1998 esperti di sette Nazioni della NATO ( Italia, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda e Stati Uniti d’America ) e che ha gettato le basi per l’evoluzione dell’impiego dello strumento militare nello scenario più probabile del prossimo futuro.

 

LO STUDIO NATO UO ( Urban operations)2020

 

Questo studio ,ultimato negli ultimi mesi del 2002 e reso pubblico nei primi mesi del 2003,prima della guerra in Iraq , rende esplicito come in maniera omogenea il nocciolo duro del militarismo mondiale ritiene più che probabile le città del futuro come campo della Battaglia Finale, quella per la sopravvivenza del sistema capitalista e che il ruolo dello strumento militare avrà un carattere dominante anche in quelle che sembrerebbero essere normali operazioni di polizia urbana.

 

E’ l’ambiente urbanizzato che si qualifica come il contesto nel quale l’Umanità del ventunesimo secolo condurrà una difficile vita: le sterminate megalopoli abitate da decine, se non centinaia ,di milioni di esseri umani concentreranno nel loro interno tutte le contraddizioni della società capitalista allo stadio supremo.

Differenze di classe e azzeramento dei servizi sociali capaci di attutire il senso diffuso di ingiustizia, degradamento delle complesse regole di interazione tra diversi strati della popolazione, scarsità di cibo e di lavoro genereranno forti conflitti tra diversi strati sociali,coinvolgendo il sistema statale locale e/o organismi e attività multinazionali

In questo contesto che le normali forze di polizia non saranno in grado di condurre operazioni tra folle "ostili" o semplicemente "complici" dei nemici da colpire e neutralizzare senza il rischio di forti perdite o addirittura ritirate catastrofiche da banlieus in fiamme. Rischi di effetto domino su scala mondiale con scene di folle tumultuanti, affamate e disperate che assaltano centri commerciali, quartieri dell’alta borghesia e centri di potere provocherebbe il panico nell’intero sistema capitalistico. L’invio dell’esercito condotto  con armi tradizionali e all’ultimo momento potrebbe essere addirittura controproducente scatenando ancor più le folle e  i partiti di opposizione.

Per questo motivo nello studio UO2020 si consiglia così di iniziare gradatamente in base alle necessità ad utilizzare l’esercito in funzione di ordine pubblico man mano che la crisi mondiale quella che è ipotizzata per il 2020, si avvicina.

Piccoli interventi crescono…

 Nel frattempo ogni paese aderente a questo gruppo compresa l’Italia deve finalizzare reparti appositi che si specializzino per condurre le operazioni di contenimento delle folle e di controllo del territorio compresi i rastrellamenti a caccia di sovversivi ed agitatori  nei quartieri.

 

IL RUOLO ITALIANO NELLA COSTITUZIONE DELL’ESERCITO INTERNAZIONALE ANTISOMMOSSA

L’Italia in questo campo ha proposto la possibilità di sviluppare nuove specializzazioni e di preparare personale addestrato a muoversi e combattere negli ambienti urbani ove occorre isolare quartieri, edifici , abitazioni, ma anche padroneggiare gli impianti di comunicazioni e distribuzione dell’energia e dell’acqua.

In effetti l’Italia è considerata da USA e Gran Bretagna come uno di migliori fornitori di personale addestrato ad operazioni antisommossa a partire dai reparti dei Carabinieri che sono inquadrati , principalmente nell’area balcanica nelle MSU.

Da quando l’Italia si è impegnata a fornire personale nelle guerre umanitarie, aree militari sono state attrezzate per ricostruire ambienti urbani e rurali dove si addestrano carabinieri, parà, assaltatori e bersaglieri che vanno ad operare all’estero, mentre gli stessi reparti di polizia militare sono addestrati realmente , nell’ambiente metropolitano, con l’impiego di ordine pubblico quotidiano sul territorio nazionale e sono gli stessi che presto  grazie al nuovo decreto sulla sicurezza del governo berlusconi vedremo operare nelle grandi città e a guardia di siti di rilevevanza nazionale: discariche centrali nucleari in costruzione, termovalorizzatori ecc.

Addestramenti sul territorio nazionale sono stati condotti da tempo come per esempio quello del 28 febbraio 2003 che  si concludeva presso il Centro di Addestramento alle CRO (Crises Response Operation/ Operazioni di risposta alle crisi) di Cesano con la certificazione del 2° Corso per Istruttori della Forza Armata di "Controllo della folla" .

Corso svolto alle porte della capitale dal 17 al 28 febbraio condotto da istruttori della 2a Brigata mobile dei Carabinieri a cui hanno preso parte 7 Ufficiali, 19 Sottufficiali e 3 Vfb. E in cui a far da comparse nel ruolo dei sovversivi tumultuanti c’erano 50 Volontari in Ferma annuale del 7° Reggimento Bersaglieri.

 

La ricerca ossessiva di sistemi di controllo della popolazione ha nello studio NATO UO2020 alcune parziali risposte di natura tecnologica.

Il Reparto Logistico - Progetto tecnologie avanzate.

 

Nello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano è il Reparto Logistico- Progetto tecnologie avanzate che sta curando l’applicazione di quanto appreso nel Gruppo di lavoro NATO Urban operations 2020 .

Lo Scenario URBAN WARFARE coniugato alla lotta al terrorismo globale, ovvero a tutto ciò che potrebbe essere pericoloso all’Impero Globale è affrontato su tutti i suoi aspetti, fuorchè le motivazioni che potrebbero essere le radici di forme di contestazione "estreme" , quale anche quella del passaggio dalla opposizione politica a quella armata.

 

I ROBOCOP imperiali.

Il futuro soldato che l’Esercito Italiano impiegherà per le operazioni urbane sarà dotato oltre che da armi convenzionali ultratecnologiche, come già spiegato nel paragrafo "il sistema soldato", anche di sistemi d’arma bivalenti letali /non letali. E’ un esigenza che nasce dalle numerose operazioni di "guerra umanitaria " nelle quali il nostro esercito da oltre un decennio è pienamente coinvolto con le operazioni all’estero, ma anche dall’esperienza di operazioni di polizia ed ordine pubblico interno nelle quali esso si è trovato a collaborare con altre forze di polizia ( es. Vespri siciliani) o operare autonomamente (operazioni antimmigrazioni controllo coste del Salento)od infine in occasione di summit internazionali ( es. Genova 2001 o Pratica di Mare 2003)

Il programma armi non letali.

Nel programma" non lethal weapons" redatto dallo Stato Maggiore Esercito sono previste le forniture ai reparti di una nuova famiglia di bombolette spray al peperoncino di diverse dimensioni e portata, tali da essere utilizzate efficacemente contro gruppi composti da numerose persone o contro singoli. Queste bombolette diventeranno così una dotazione base montata sui mezzi dell’esercito , blindati, carri armati, jeep ma anche come " arma da fianco" per ogni singolo soldato .impiegato in " operazioni umanitarie".

Con queste specifiche l’esercito italiano sta finanziando piani di ricerca e sviluppo in collaborazione con le industrie interessate sia italiane che estere.

Per le operazioni antisommossa e di controllo urbano lo stato maggiore dell’esercito italiano sta definendo un programma di sviluppo di armi letali/non letali, in particolare fucili automatici dotati di puntamento ottico, che farebbero uso di " proiettili ad alta deformabilità e ad energia cinetica costante.

A causa di problemi di bilancio solo poche risorse finanziarie  sono state potute esser destinate a questi avveniristici progetti , ma ora che con il plauso del parlamento e dell’opinione pubblica  spaventata da clandestini e microcriminalità , vedremo  i blindati dell’esercito aggirarsi per i nostri quartieri, le richieste di migliori  e più consone dotazioni si faranno pressanti

Grandi affari quindi per le industrie che con molta discrezione da 10 anni ( con l’assenso di governi di centro sinistra e centrodestra succedutisi alternativamente) a questa parte stanno  tessendo una lunga rete trasversale di simpatie e di interessi e che non vedono l’ora di mostrare l’efficacia dei nuovi prodotti sui corpi di clandestini, accattoni, prostitute, drogati e scippatori, prima…poi  su  sovversivi contestatori di una società che produrrà miliardi di diseredati e un pugno di  nababbi…infine sull’umanità sofferente del terzo millennio.

 

ANTONIO CAMUSO

OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI

Stralcio e integrazione  di uno studio  sulla  militarizzazione  nelle megalopoli del futuro , ad opera dello stesso autore.

 

1)Genova luglio 2001 prove tecniche di militarizzazione urbana


2)Italia, luglio 2008 esercito nelle città

3)  Bari 4 Agosto 2015, la battaglia dei forni

4) Italia  e Germania acquistano aerei robot_killer

5)Massacro a Gaza:uno sguardo sulle guerre urbane future

6) 30 dicembre 2015, Piombo fuso su Bari vecchia

7) Soldati nelle città fase due: 30000militari da schierare

8) il nuovo fucile Beretta Arx160

9)La soluzione alla crisi? LTL X-7000 il fucile non-letale il nuovo fucile Beretta antisommossa

10 ) G 8 a l'Aquila: Predator contro no-global, dalla Puglia con amore

11)Bari 10 luglio 2016 Predator e soldati cinesi all’assalto…

12)Brindisi 1 agosto 09. Militari nelle  nostre strade?No grazie !La nostra città ha bisogno d'altro

  13)Bari 15 agosto 2016. Massacri in nome del codice militare umanitario

14)Sigonella e la guerra robotica futura14bisSigonella ospita il primo Hawk di A.Mazzeo

15) La legge marziale  sulla salute  e la  militarizzazione della società

16) Allenati per la vita:corsi paramilitari scolastici? ...quando i giudici anti-jihad a Milano rimasero senza lavoro

17)Carri armati a Reggio calabria? Misura inutile causata da uno spiacevole equivoco

18)l'umanitario diventa militar-civile di Antonio Mazzeo

19) 28 gennaio 2011 la battaglia di Suez 28 gennaio 2017 la battaglia di Bari a Pane e Pomodoro

20) La Cina fa volare il suo aereo robot ipersonico e azzera il divario con la tecnologia americana. La guerra dei droni è alle porte.

 

Vedi anche:

NLW armi non letali