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Sigonella
e la guerra robotica futura
Nota
dell'Osservatorio sui Balcani di Brindisi
Pubblichiamo
con piacere questo interessante articolo-inchiesta di Antonio Mazzeo sul
crescente ruolo di Sigonella nel quadro di una generale riconversione
dell'arma aerea in un'armata robotica. La nostra redazione condivide
totalmente l'articolo di Mazzeo e ritiene che in esso si possano trarre
tutte considerazioni utili a far comprendere come con la
robotizzazione dell'arma aerea a livello mondiale comporti il rischio di
una proliferazione di miniguerre tecnologiche nel quadro di una guerra
globale urbana permanente
Sigonella
ospita il primo Global Hawk delle forze armate USA
di
antonio mazzeo
Da oggi volare sulla Sicilia sarà
come giocare alla roulette russa. La notte del 16 settembre, nella base
aeronavale di Sigonella è atterrato il primo dei 5 velivoli senza pilota
UAV “Global Hawk” RQ-4B dell’US Air Force previsti nell’isola
nell’ambito di un accordo top secret stipulato tra Italia e Stati Uniti
nell’aprile del 2008. Alla vigilia dell’arrivo del micidiale
aereo-spia, le autorità preposte alla sicurezza dei voli avevano emesso
il NOTAM (NOtice To AirMen) W3788/10 in cui si annunciava che dall’una
alle ore quattro di giovedì 16 sarebbero state sospesi gli approcci
strumentali e le procedure per l’avvicinamento di aerei ed elicotteri
allo scalo di Catania-Fontanarossa, il terzo come volume di traffico
passeggeri in Italia, distante meno di dieci chilometri in linea d’area
dalla base USA di Sigonella. Una misura necessaria ad evitare che il
Global Hawk potesse interferire con il traffico aereo, a riprova della
pericolosità di questo nuovo sistema di guerra il cui transito nei
corridoi riservati al trasporto civile è fortemente osteggiato dalle due
maggiori associazioni piloti degli Stati Uniti d’America, <?_xml:namespace
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la Air Line
Pilots Association (ALPA) e
la Aircraft Owners
and Pilots Association (AOPA).
Il Global Hawk è un aereo con elevate capacità nel
settore d’intelligence, sorveglianza e ricognizione. La sua apertura
alare è di
40 metri
, quasi come quella di un
737, ha
un peso di oltre 14 tonnellate e può volare fino a 36 ore consecutive a
circa
600 chilometri
all’ora a quote di oltre
20.000 metri
. Prodotto dall’industria statunitense Northrop Grumman, il Global Hawk
è in grado di monitorare un'area di
103,600 chilometri
quadrati grazie ad un potentissimo radar e all’utilizzo di telecamere a
bande infrarosse. Le immagini registrate vengono poi trasmesse per via
satellitare ai comandi terrestri. La sua rotta è fissata da mappe
predeterminate, un po’ come accade con i missili da crociera Cruise, ma
gli operatori da terra possono tuttavia cambiare le missioni in qualsiasi
momento.
Il prototipo giunto a Sigonella è stato assegnato al
“9th Operations Group/Detachment
4”
, il distaccamento dell’US Air Force operativo sin dallo scorso anno per
coordinare e gestire le missioni di spionaggio e guerra dello squadrone
RQ-4B in Europa, Africa e Medio oriente. Il distaccamento USA dipende
direttamente dal 9th Reconnaissance Wing del Comando per la guerra aerea
con sede a Beale (California), anche centro dell’Agenzia
d’intelligence dell’aeronautica statunitense. Secondo quanto affermato
dal portavoce del Comando della base di Sigonella, l’inizio delle
operazioni dell’UAV è previsto per il prossimo mese di novembre. «Il
veicolo – si aggiunge - sarà utilizzato in acque internazionali per la
sorveglianza delle linee di comunicazione, per il supporto a operazioni
umanitarie e, su richiesta dello stato Italiano, per operazioni di
soccorso sul territorio nazionale in caso di calamità naturali, pratica
dove l’apparecchio è già stato impiegato con successo ad Haiti e negli
incendi della California». Finalità inverosimili, del tutto in contrasto
con quelle degli otto Global Hawk che
la NATO
assegnerà entro il 2012 ancora a Sigonella nell’ambito del nuovo
programma di sorveglianza terrestre AGS (Alliance Ground Surveillance).
Secondo quanto dichiarato da Ludwig Decamps, capo della Sezione di
supporto dei programmi di armamento della Divisione difesa dell’Alleanza
Atlantica, i velivoli senza pilota «saranno fondamentali per le missioni
alleate nell’area mediterranea ed in Afghanistan, così come per
assistere i compiti della coalizione navale contro la pirateria a largo
delle coste della Somalia e nel Golfo di Aden». Operazioni, pertanto,
tutt’altro che umanitarie.
Il semi-segreto atterraggio del primo Global Hawk è
stato duramente contestato dai rappresentanti della Campagna per la
smilitarizzazione di Sigonella, che già nel 2006 aveva denunciato il
piano di rischiaramento in Sicilia dei velivoli-spia. «Quasi tutti i
mezzi di comunicazione definiscono “provvidenziale” l’arrivo delle
“sentinelle dei cieli”, che con la loro presenza garantirebbero la
nostra sicurezza con operazioni di soccorso in caso di calamità naturali»,
affermano gli attivisti No-war. «Evitiamo la facile ironia sulle
motovedette donate al governo libico per “salvare molte vite umane” e
poi usate per mitragliare pescherecci e/o barconi di migranti. Quel che ci
preoccupa è la quasi totale assenza di voci critiche, nonostante non
manchino le circostanziate denunce relative ai crescenti pericoli della
militarizzazione dei nostri territori».
La Campagna
per la smilitarizzazione di Sigonella ricorda che il dislocamento o il
passaggio degli UAV dalla base siciliana accade perlomeno dal 2001 con
l’avvio delle operazioni di guerra in Afghanistan. «Come confermato
dall’allora segretario della difesa Donald Rumsfeld ad UsaToday il 24
maggio 2002, il primo trasferimento del Global Hawk al teatro afgano
avvenne utilizzando proprio Sigonella come base logistica. Da allora, lo
strumento cardine per l’individuazione degli obiettivi e il
coordinamento degli attacchi da parte dei mezzi aerei, terrestri e navali
ha eseguito missioni di guerra per oltre 24.000 ore in Iraq, Afghanistan e
Pakistan. Impossibile che in tutto questo tempo non ci sia stata una sosta
tecnica in Sicilia, non fosse altro per testare le piste e le
infrastrutture di quella che sarà una delle due maggiori basi operative
dei velivoli dell’Air Force al di fuori del territorio
degli Stati Uniti».
Secondo il periodico statunitense Defense
News, Sigonella è destinata a divenire una vera e propria capitale
internazionale dei Global Hawk prodotti dalla transnazionale Northrop
Grumman. Oltre all’US Air Force e alla NATO, anche l’US Navy è
intenzionata a installare nella base alcuni degli UAV recentemente
acquistati, portando ad una ventina il numero dei velivoli che troverebbe
sede fissa nella stazione aeronavale siciliana. Sempre Defense
News rivela che le autorità governative statunitensi e quelle
italiane si sarebbero già incontrate in vista della creazione «di
corridoi negli spazi aerei italiani per i decolli e gli atterraggi dei
Global Hawk». «Del tutto ignoto è l’esito di queste discussioni»,
commentano gli attivisti della Campagna per la smilitarizzazione, «ma è
forte il sospetto che gli enti civili responsabili del traffico aereo,
ENAC ed ENAV, siano stati del tutto bypassati, anche se le operazioni
degli UAV incideranno pericolosamente sulla sicurezza dello scalo di
Catania-Fontanarossa, dove nel 2008 sono transitati oltre sei milioni di
passeggeri. L’altissimo rischio rappresentato dai Global Hawk non sembra
aver mai preoccupato il governo italiano. Negli Stati
Uniti, invece, è tema di discussione e conflitto tra forze armate,
autorità federali e statali».
Nel documento The
U.S. Air Force Remotely Piloted Aircraft and Unmanned Aerial Vehicle -
Strategic Vision, in cui l’aeronautica
militare statunitense delinea la “visione strategica” sul
futuro utilizzo dei sistemi di guerra, si ammette che «i velivoli senza
pilota sono sensibili alle condizioni ambientali estreme e vulnerabili
alle minacce rappresentate da armi cinetiche e non cinetiche». «Il
rischio d’incidente del Predator e del Global Hawk è d’intensità
maggiore di quello dei velivoli con pilota dell’US Air Force», si legge
ancora, anche se, «al di sotto dei parametri stabiliti nei documenti di
previsione operativa per questi sistemi». Secondo alcuni ricercatori
indipendenti, il rischio d’incidente per i Global Hawk, a parità di ore
di volo, sarebbe invece 100 volte superiore a quello registrato con i
cacciabombardiere F-16.
L’US Air Force ha intanto ordinato lo schieramento
di altri tre velivoli Global Hawk nello scalo aereo di Guam, un’isola
dell’arcipelago delle Marianne (Oceano Pacifico), di proprietà degli
Stati Uniti d’America. Il loro compito prioritario sarà quello di
spiare Cina e Corea del Nord
17 settembre 2010
Sigonella
capitale internazionale dei nuovi aerei spia USA
di Antonio Mazzeo
La base siciliana di Sigonella è destinata a
diventare uno dei principali scali operativi a livello mondiale dei
velivoli senza pilota UAV Global Hawk delle forze armate di Stati Uniti e
NATO. Lo ha annunciato in un´intervista alla rivista Defense News il
colonnello Ricky Thomas, direttore del programma Global Hawk dell´US Air
Force. "Sigonella possiede le potenzialità per trasformarsi in una
grandissima base per questi velivoli senza pilota", ha dichiarato
Thomas. "I tecnici della Northrop Grumman, la società produttrice
dei sistemi, valutano che potrebbero essere ospitati nella base sino a 20
Global Hawk. L´aeronautica militare statunitense ha in programma di
trasferire i primi velivoli a Sigonella entro l´ottobre del 2010 per
effettuare i test di orientamento ed addestramento. Essi saranno pronti ad
eseguire vere e proprie missioni operative e di sorveglianza all´inizio
del 2011".
Sempre secondo l´alto ufficiale dell´US Air Force, Sigonella ospiterà
inizialmente un gruppo di volo composto da tre Global Hawk e una unità di
lancio e manutenzione che coordinerà le operazioni di decollo e
atterraggio degli UAV grazie ad un sistema di comunicazioni a distanza. La
struttura centrale di controllo dei Global Hawk funzionerà invece dalla
base di Beale, California, sede del Comando Usa per la guerra aerea.
"Per il funzionamento dei velivoli senza pilota, nella base siciliana
opereranno stabilmente 66 militari dell´US Air Force e 40 dipendenti
civili della Northrop Grumman", ha aggiunto il colonnello Rocky
Thomas. Un primo nucleo composto da 12 avieri e 2 tecnici della società
contractor è giunto a Sigonella nell´ottobre 2009 ed è stato pure
attivato il comando del nuovo distaccamento Global Hawk dell´US Air
Force, denominato "9th Operations Group/Detachment 4".
"Il programma d´installazione dei Global Hawk risponde all´esigenza
dell´US Air Force di espandere il teatro operativo dei velivoli senza
pilota", ha spiegato Thomas. "Gli UAV che opereranno da
Sigonella saranno posti sotto il comando Usa per le operazioni in Europa (Useucom)
e risponderanno alle sue richieste operative nei cieli del continente
europeo e dell´Africa. I velivoli saranno in grado di raggiungere
Johannesburg e fare rientro in Sicilia senza la necessità di rifornimento
in volo. Attualmente sono utilizzati per operazioni di sorvolo del Golfo
Persico; oltre al piano di Sigonella, si sta lavorando per installare i
Global Hawk pure a Guam, nell´Oceano Pacifico".
I velivoli che saranno trasferiti in Sicilia saranno configurati nella
versione "Block 30", tecnologicamente più avanzata di quella
oggi operativa nei teatri di guerra di Iraq, Afghanistan e Pakistan.
Saranno dotati di un sistema di trasmissione integrata a banda alta e
bassa e di un Payload avanzato per captare i segnali d´intelligence (ASIP
- Advanced Signals Intelligence Payload), ancora una volta prodotto dalla
Northrop Grumman, che ne accrescerà il raggio di azione e il volume delle
informazioni raccolte. L´US Air Force ha tuttavia l´intenzione di
utilizzare le basi di Sigonella e Guam per l´installazione dei Global
Hawk nella versione "Block 40", in via di realizzazione, che
trasporteranno il nuovo radar di sorveglianza MP-RTIP AESA prodotto dal
consorzio Northrop Grumman/Raytheon. Il Pentagono ha in programma l´acquisizione
di 22 velivoli "Block 40", 7 dei quali già finanziati con il
budget militare dell´ultimo biennio.
Il centro di comando e controllo operativo dei "Block 40"
funzionerà dalla base aerea di Grand Forks (North Dakota).
"Ciò significa che il numero dei Global Hawk destinati a Sigonella
potrà aumentare", sottolinea Defense News. "Oltre all´US Air
Force, anche l´US Navy è intenzionata a installare nella base siciliana
i Global Hawk acquistati, mentre i programmi NATO prevedono di trasferire
in Sicilia 8 Global Hawk nella versione "Block 40" con il nuovo
sistema di sorveglianza terrestre alleato AGS (Alliance Ground
Surveillance)". In verità, secondo quanto dichiarato dai portavoce
della Northrop Grumman, il contratto sottoscritto con Bruxelles prevede la
fornitura di velivoli "Block 40" ulteriormente modificati, in
modo da rispondere alle "richieste inter-operative e di
telecomunicazione" dei sistemi integrati dell´Alleanza Atlantica. Ciò
avrà come conseguenza diretta l´aumento del numero d´ingegneri e
tecnici dell´industria militare statunitense di stanza nella base
siciliana. Lo ha ammesso Ed Walby, direttore della sezione business
development della Northrop Grumman. "La possibilità di
aggiornare i sistemi a bordo dei Global Hawk potrà significare una forte
presenza della nostra società a Sigonella", ha dichiarato. "I
cambi del software sui Global Hawk sono più semplici della maggior parte
dei sistemi a bordo dei velivoli con pilota. Ci sarà tuttavia la necessità
di trasferire nuove professionalità e ciò significa tecnici esperti
nella base".
Il periodico statunitense Defense News rivela infine che le autorità
governative statunitensi e quelle italiane si sarebbero già incontrate in
vista della creazione "di corridoi negli spazi aerei italiani per i
decolli e gli atterraggi dei Global Hawk". Top secret l´esito di
queste discussioni, a cui comunque non sarebbero stati invitati i
rappresentanti degli enti civili responsabili del traffico aereo (ENAC ed
ENAV), anche se le operazioni degli UAV incideranno pericolosamente sulla
sicurezza dei voli nello scalo di Catania-Fontanarossa (oltre sei milioni
di passeggeri nel 2008), poco distante da Sigonella.
L´altissimo rischio rappresentato dai Global Hawk non sembra aver mai
preoccupato il governo italiano. Negli Stati Uniti, invece, è tema di
discussione e conflitto tra forze armate, autorità federali e statali.
Nel documento The U.S. Air Force Remotely Piloted Aircraft and Unmanned
Aerial Vehicle - Strategic Vision, in cui l´aeronautica militare
statunitense delinea la "visione strategica" sul futuro utilizzo
dei sistemi di guerra, si ammette che «i velivoli senza pilota sono
sensibili alle condizioni ambientali estreme e vulnerabili alle minacce
rappresentate da armi cinetiche e non cinetiche». «Il rischio d´incidente
del Predator e del Global Hawk è d´intensità maggiore di quello dei
velivoli con pilota dell´US Air Force», si legge ancora, anche se, «al
di sotto dei parametri stabiliti nei documenti di previsione operativa per
questi sistemi». Secondo alcuni ricercatori indipendenti, il rischio d´incidente
per i Global Hawk, a
parità di ore di volo, sarebbe invece 100 volte superiore a quello
registrato con i cacciabombardiere F-16.
Numerosi i velivoli senza pilota precipitati in occasione di test
sperimentali o durante le attività belliche in Medio oriente. Uno dei
primi prototipi del "Block 20" cadde nel maggio 1999 nei pressi
del poligono di China Lake, California, a seguito "dell´invio
involontario di un segnale elettronico di fine volo". Il 30 dicembre
2001, un Global Hawk precipitò in una regione impervia dell´Afghanistan.
Secondo l´inchiesta dell´US Air Force, all´origine dell´incidente
"l´impropria installazione" di un congegno che avrebbe
danneggiato il sistema di controllo. "Non sono state effettuate le
giuste procedure ispettive", fu la conclusione della commissione d´indagine.
Meno di sette mesi dopo, un altro Global Hawk precipitò in Pakistan per
il "non funzionamento ad un motore", dovuto, ancora una volta
"ad una cattiva manutenzione del velivolo". Un velivolo
"Block 30", la versione in via d´installazione a Sigonella,
ha invece rischiato di schiantarsi al suolo, il 28 dicembre 2009,
durante un tentativo di atterraggio in una base aerea californiana.
Il gran numero d´incidenti che hanno visto protagonisti i velivoli senza
pilota ha generato vibranti proteste tra i piloti delle compagnie aeree
Usa. Secondo le due maggiori associazioni di categoria, la Air Line Pilots
Association (ALPA) e la Aircraft Owners and Pilots Association (AOPA),
"gli UAV di grandi dimensioni sono autorizzati a percorrere anche
corridoi aerei usati per il volo civile, e questo senza che siano state
studiate le necessarie misure di sicurezza". "Come può
considerasi sicuro un aereo in volo come il Global Hawk, con un´apertura
alare simile a quella del Boeing 737?", domandano ALPA e AOPA.
Si assiste tuttavia all´inarrestabile escalation del numero degli aerei
senza pilota utilizzati a livello mondiale. Tra il 2002 e il 2008, solo la
flotta degli UAV del Pentagono è cresciuta da 167 a oltre 6.000 unità, e
le ore di volo nel 2008 sono state 400.000, più del doppio di quanto
registrato l´anno precedente. Alla base del boom, le immancabili ragioni
di ordine economico-finanziario. I velivoli senza pilota stanno generando
un business senza precedenti nella storia del complesso militare
industriale. Solo nel 2009, il giro di affari mondiale degli UAV ha
superato i 4.000 milioni di dollari, mentre l´80% del fatturato è in
mano a due grandi società statunitensi, la Northrop Grumman e la General
Atomics. Il resto se lo dividono le imprese russe, cinesi, indiane,
iraniane, israeliane ed europee (Thales, EADS, Dassault, Finmeccanica,
Sagem e BAE Systems). Secondo uno studio del gruppo di consulenza
finanziaria "Teal", le commesse per
gli UAV sono destinate a raddoppiare in meno di un decennio. Per il
2019 si stima un giro d´affari di 8.700 milioni di dollari.
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1)Genova
luglio 2001 prove tecniche di militarizzazione urbana
2)Italia, luglio 2008 esercito
nelle città
3)
Bari 4 Agosto 2015, la battaglia dei forni
4)
Italia e Germania acquistano aerei robot_killer
5)Massacro
a Gaza:uno sguardo sulle guerre urbane future 6) 30
dicembre 2015, Piombo fuso su Bari vecchia
7)
Soldati nelle città fase due: 30000militari da schier
8)
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9)La soluzione alla crisi? LTL X-7000 il fucile non-letale il nuovo fucile Beretta antisommossa
10 ) G 8 a l'Aquila: Predator
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11)Bari
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12)Brindisi
1 agosto 09. Militari nelle nostre strade?No grazie !La nostra città
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13) Bari 15
agosto 2016. Massacri in nome del codice militare umanitario
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