Scenari di militarizzazione
del territorio pugliese.
Apriamo
la sezione relativa agli scenari di militarizzazione del territorio
pugliese con un documento non prodotto dall'Osservatorio sui Balcani di
Brindisi, bensì da Alessandro Marescotti a nome di Peacelink.
E'un omaggio a quel pugno di
pacifisti ed antimilitaristi , tra cui Alessandro Marescotti che hanno
sempre portato avanti una battaglia di sensibilizzazione dui temi della
militarizzazione anche attraverso i nuovi strumenti di comunicazione.
Contro di loro la repressione si è sempre fatta sentire: quando la rete
di Peacelink fu creata , ritenuta una cosa "pericolosa" , poi le denunce
contro gli antimilitaristi pugliesi , in particolare quelli di Taranto,
fino alla costruzione dsi teoremi accusatori ( come quello contro il
SudRibelle) degni dell'Inquisizione.Ma questo non ci ha fatto paura e
continuamo allottare affinchè il germe del militarismo e della soluzione
violenta e coercitiva delle contraddizioni prodotte dalla globalizzazione
capitalistica non dilaghino nelle menti e nei cuori delle nostre
popolazioni e di chi le governa.
La nuova mappa delle basi militari
dietro
i colloqui di Roma
"Caro Silvio, avrei bisogno di Napoli, Taranto, Milano, e anche...".
La storia è nei dettagli. Quando Bush è andato dal Papa ha lasciato
fuori dalla sala la valigetta nera con i codici di lancio dei missili
nucleari. Ma vi sono anche altri dettagli che Bush a Roma non ha rivelato
ai giornalisti. Le forze Usa stanno traslocando dal Nord Europa e il
baricentro del potere navale della Us Navy sarà spostato in Italia. Il
Quartier generale navale di Londra migrerà a Napoli. Il Comando della
Sesta Flotta sorgerà a Taranto. La nuova "autostrada" militare Usa che
passa per Milano-Solbiate Olona, Livorno-Camp Darby, Catania-Sigonella. E
prevede l'ampliamento della micidiale base nucleare della Maddalena.
Dietro i fumogeni della cronaca e la spettacolarità ecco i "dettagli"
della visita di Bush.
Alessandro Marescotti 5 giugno 2004
Bush è venuto da Berlusconi non solo per l'Iraq ma anche per le basi
Nato e Usa in Italia. E' questo il dato che non dovrebbe sfuggire al
movimento pacifista.
Il comando navale nel Quartier Generale Nato di Londra è ormai fuori
gioco rispetto alle nuove guerre. Le truppe americane in Germania sono un
soprammobile. Occorre spostare tutto. Ma dove? Le basi spagnole sono
un'incognita con Zapatero, nessuna base turca non ha (come Taranto) la
certificazione Nato HRF per l'alta prontezza d'uso delle forze navali Usa.
E allora che fare? Bush va da Berlusconi e, dietro i fumogeni della
cronaca e della spettacolarità, chiede di potenziare i punti nevralgici
della logistica militare Usa in Italia.
E' questo il retroscena della visita di Bush a Roma, con il suo
staff di esperti e uomini in uniforme. Al centro c'è la nuova mappa
militare Usa a Napoli, Taranto, Milano-Solbiate Olona, La Maddalena,
Livorno-Camp Darby, Catania-Sigonella.
Bush ha chiesto nuovamente a Berlusconi carta bianca per ridislocare
a proprio piacimento navi, uomini e armi Usa in Italia: ha chiesto di
realizzare una più rapida rete logistica militare. L'Italia non è più
trincea della guerra di posizione contro l'Est con tante piccole basi
disseminate nella Penisola. L'Italia diventa punto di passaggio e
"autostrada militare" con superbasi veloci per la guerra di movimento.
Nessuna informazione è ufficialmente trapelata, ma si registrano
interessanti novità.
L'informazione più recente è quella delle ore 8.57 del 5 giugno
2004. L'esperto di questioni militari e strategiche Enrico Iacchia ha
dichiarato a Radiotre (per informazioni:
grr@rai.it) che in questi giorni - in cui l'attenzione focalizzata
sulla guerra in Iraq e sulla visita di Bush a Roma - è passato in secondo
piano il piano del Pentagono di ridislocare le sue forze in Europa,
ritirando massicciamente i militari Usa dalla Germania e intendendo
trasferire il comando navale Nato a Londra - "ormai fuori mano", ha
argomentato Iacchia - più a sud.
Attualmente il quartier generale di Northwood, vicino Londra, è sede
del Quartier generale delle forze navali della Nato nel Nord Europa. "Gli
Stati Uniti avrebbero voluto spostarlo in Spagna, ma con Zapatero sono
sorti dei problemi. E allora probabilmente andrà in Italia, forse a
Napoli", ha concluso Iacchia.
L'Italia si appresta ad un potenziamento della presenza americana in
alcuni punti strategici. Nuovi accordi, accordi da perfezionare, accordi
da ratificare. Con il via libera dei due Presidenti sono ora lì quelle
carte, sui tavoli che decidono il potenziamento del dispositivo militare
Usa a Napoli e a Taranto.
Al centro ora c'è la grande questione del ridislocamento strategico
da Londra a Napoli delle forze navali Usa, così come delineato dalle
dichiarazioni di Enrico Iacchia. Cambia lo scenario strategico militare in
cui si collocherà la più grande base navale della Nato nel Mediterraneo,
cioè Taranto.
Quando a febbraio abbiamo - documenti alla mano - parlato di
trasferimento del comando della VI Flotta Usa da Gaeta a Taranto,
pensavamo ad un "alleggerimento di Napoli", come se Napoli e Gaeta
"andassero in pensione". E invece sembra che le cose si dirigano verso
esiti che non avevamo previsto: da una prospettiva di ridislocamento a sud
delle forze esistenti in Italia si passa ad un loro incremento e
potenziamento per via dello spostamento complessivo verso l'Italia del
baricentro militare navale americano.
Lo spostamento da Napoli-Gaeta verso Taranto in realtà fa posto ad
un corposo spostamento dal comando di Londra verso il Sud dell'Italia.
E veniamo alle ripercussioni sulla base di Taranto, da poco
diventata Nato con certificazione di alta prontezza d'uso HRF (che nessuna
base turca ha).
A Taranto Bush vorrebbe un'altra base. Gli industriali di Taranto
hanno già detto di sì alla "superbase" sulle pagine del giornale "La Voce
del Popolo".
La nuova base Usa a Taranto dovrebbe sorgere nella zona del porto
commerciale, a cinque chilometri di distanza dalla nuovissima base Nato di
Chiapparo che fra poche settimane sarà inaugurata (si dice alla presenza
di Ciampi). Gli Usa vorrebbero gestire un'ampia banchina di attracco
acquisendone - tramite una banca americana - la dispobibilità. La zona è
quella del molo polisettoriale e lì la maggiore profondità non comporta
problemi per le portaerei. Già le ultime tre navi americane giunte in
occasioni diverse a Taranto nel 2004 hanno attraccato in quella zona del
porto commerciale e non nella nuova base Nato di Chiapparo.
La nuova base che Bush vorrebbe a Taranto è anche più lontana dalla
vista di occhi indiscreti. Non potrebbe essere osservata dal lungomare o
da palazzi vicini con il binocolo come è invece comodamente possibile per
la base Nato di Chiapparo.
La nuova base desiderata da Bush presenterebbe quindi condizioni di
maggiore segretezza e sicurezza per le navi Usa. E avrebbe più spazio
rispetto a Chiapparo.
Questo rafforza l'idea che tutte le componenti operative (le navi
della VI Flotta) presenti a Napoli e Gaeta vadano a Taranto. A Napoli
verrebbe traslocato il comando navale Nato di Londra che si unificherebbe
con l'HQ Allied Naval Forces Southern Europe già esistente nella città del
Vesuvio.
Della strategia di potenziamento delle basi Usa in Italia ne aveva
già parlato Ennio Caretto sul Corriere della Sera del 27 novembre 2003 con
un pezzo titolato "Bush riorganizza le Forze Usa in Europa. Sarà dato più
peso alle basi nella Penisola". Sottotitolo: "Forse un comando dei reparti
speciali e una struttura di intelligence".
Scriveva Caretto che gli Stati Uniti intendono riposizionare le
proprie truppe ritirando parte delle forze dislocate in Germania e
precisava: "Non è prevista la richiesta di nuove basi in Italia, ma alcune
infrastrutture militari Usa esistenti nel nostro Paese saranno potenziate.
E al Pentagono si discute se creare nuovi centri di comando regionali, tra
cui uno italiano, per intelligence e corpi speciali".
E dalla Casa Bianca confermavano: "Da oggi gli Usa terranno intense
consultazioni con amici, alleati e partner di tutto il mondo per porre le
forze necessarie nei luoghi più appropriati in risposta alle nuove
esigenze di sicurezza. Missioni ad alto livello si recheranno nelle
capitali straniere». Tra la fine di novembre e la prima settimana di
dicembre del 2004 vi sono state apposite riunioni dei ministri di Difesa
ed Esteri alla Nato a Bruxelles. "Vogliamo sentire le loro idee - ha detto
il capo del Pentagono, Donald Rumsfeld - vedere insieme che cosa si può
fare".
Oltre a Napoli e a Taranto, altro punto nodale è Livorno dove un
accordo tra governo italiano e governo Usa sancisce il raddoppio del
canale di Camp Darby, per dimezzare i tempi di carico delle navi. Altro
punto nevralgico è La Maddalena dove è previsto un ampliamento della base
dei sommergibili nucleari di Santo Stefano, impiegati anche per
l'intelligence. Accordo di potenziamento anche per le strutture di
Catania-Sigonella. L'obiettivo è quello di consentire la maggiore mobilità
possibile alle truppe e ai mezzi, organizzando in qualsiasi momento ponti
aerei verso il Medio Oriente. Il questo quadro il nuovo comando Nato di
Solbiate Olona, a pochi chilometri da Milano e dall'aeroporto di Malpensa,
sarà un punto nevralgico per le future mobilitazioni di rapido intervento
delle truppe di terra Usa.
Ennio Caretto precisava sul Corriere della Sera: "L'amministrazione
Bush mantiene il massimo riserbo sui dettagli del piano di
riposizionamento". E questo ci spiega come mai a Roma a nessun giornalista
è stata rivelata la parte più delicata e riservata della missione dello
staff di Bush.
Alessandro Marescotti
presidente di PeaceLink
a.marescotti@peacelink.it
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