OPERAZIONE
DINAK:
Difesa Nazionale Kosovo
Missili
a difesa della Puglia, marzo 1999
Quando
Bari, Brindisi e Lecce furono ritenute
bersaglio
legittimo di
una ritorsione
Yugoslava
per i
bombardamenti della NATO
Rivisitazione del saggio/inchiesta di Antonio
Camuso, prodotto nel 2009 a 10 anni dalla guerra del Kosovo, e presentato
in Puglia, in dibattiti e conferenze sugli scenari della militarizzazione
del territorio pugliese.
missili
Hawk a Punta Contessa-Brindisi
( marzo 1999)
PROVE DI DIFESA AEREA PREVENTIVA
Già nell’autunno
del 1998
strani movimenti di
truppe, missili, sistemi radar trasportati su camion furono visti
transitare lungo le principali strade pugliesi e poi sparire
misteriosamente nel coperto delle mille servitù militari di cui è
soggetta la Puglia
Si iniziò allora
da parte di fotografi free lance e delle principali tv locali , la caccia
al missile “inguattato”, ovvero nascosto tra macchia mediterranea o
mimetizzato tra gli hangar corazzati degli aeroporti militari pugliesi.
Grazie a ciò si scoprì che la Puglia aveva bisogno urgente di difendersi
da un attacco missilistico ed aereo ben più reale di quelli ipotizzati
durante le quarantennali esercitazioni NATO antiPatto di Varsavia.
Puglia in guerra
La Puglia tra il
finire del 98 e l’inizio del 1999 diviene per gli strateghi NATO la base
più importante per le prossime operazioni di guerra di aggressione alla
exYugoslavia di Milosevich e in un quadro di guerra totale, la possibilità
di ritorsione da parte delle forze armate serbe diventa un a quasi
certezza.
Nonostante
l’imponente schieramento di navi della NATO e di decine di aerei
imbarcati sulle portaerei,
vi
è una possibilità non remota che qualche missile tattico o qualche Mig
serbo
a bassa quota possa
raggiungere le coste pugliesi, facendo fare una magra figura ai generali
della NATO e creando una grave difficoltà politica all’amico governo
italiano guidato dall’exPCI D’Alema .
Quel Mig venuto dall’Albania
Il precedente già
vi era stato nel marzo del 1997 quando, in un’Albania in piena guerra
civile, con un Berisha che aveva comandato all’aeronautica di bombardare
gli insorti di Valona, nonostante che fosse in corso in pieno Adriatico il
ponte aereo USA che
traslocava
migliaia di consiglieri militari americani e le loro famiglie da Tirana e
Durazzo, un solitario Mig albanese armato di tutto punto decise di
disertare e atterrare sotto gli occhi stupiti della guarnigione
nell’aeroporto di Galatina, a qualche chilometro da Lecce.
Tutto ciò senza che
un
cane di controllore
militare
radar italiano, o
di
controllori radar imbarcati sugli AWACS USA e NATO stazionanti
sull’Adriatico, o presso le portaerei americane
presenti dinanzi alle coste albanesi, avesse dato un preventivo
allarme.
E se accadesse di nuovo?
Che nel pieno
bailamme di una guerra contro la Serbia,
con gli aerei militari che fanno il bello e il cattivo tempo
sull’Adriatico,
utilizzando
tutti i mezzi per mascherare la loro presenza,
un attacco a sorpresa serbo possa verificarsi, questa ipotesi
diviene l’incubo dell’intero Stato Maggiore delle Difesa Italiano.
Si corre ai ripari
mobilitando la
1° Brigata Aerea dell’Aeronautica Militare dotata del
suo sistema missilistico antiaereo e antimissile di punto del
sistema
Spada dotato di lanciatori Aspide( di costruzione italiana) e del 4° Rgt
contraerei antimissile, dell’Esercito Italiano dotato del sistema HAWK
per la difesa antimissile e antiaerea a medio raggio, che viene
trasferito in tutta fretta dal Friuli Venezia Giulia, sede storica di
questo reparto,
sulle coste
pugliesi.
logo
dei reparti Spada della 1a Brigata Aerea
Il
governo D’Alema prima tace , poi minimizza.
Il transito dei
missili non passa inosservato e ai primi scoop giornalistici le autorità
militari e quelle politiche
rispondono
parlando di semplici esercitazioni di routine. Ma quando lo schieramento
è completo e diviene permanente la Puglia
e le sue città si accorgono di esser divenute un bersaglio di
probabili attacchi che se colpissero le tante industrie a rischio del
nostro territorio avrebbero
effetti
devastanti. Nel frattempo dagli esponenti del governo D’Alema giungono
parziali ammissioni che minimizzano tutto e parlano di semplici misure
precauzionali ma che i pugliesi devono stare tranquilli.
Lo schieramento difensivo
I missili Hawk che
devono difendere le città pugliesi da attacchi a media ed alta quaota sono schierati sul litorale pugliese onde poter cercare di
colpire il nemico prima che esso raggiunga le città. La dislocazione su
un linea di costa di circa duecento chilometri è ripartita con rampe e
sistemi radar asserviti, ogni sessanta chilometri in media affinché i due Hawk adiacenti possano interagire sullo
stesso obbiettivo con più probabilità di successo,
1)Il comando del
reggimento e della Brigata è presso
la sede operativa
della
Terza Regione Aerea nell’aeroporto militare di Bari Palese. Presso lo
stesso aeroporto vi è la rampa di Hawk che ha il compito di difendere la
città di San Nicola,
dai
missili serbi.
2)La seconda rampa
missilistica Hawk è a Monopoli, a Torre Cintola, installata a pochi passi
di case estive, ombrelloni e campeggi per le vacanze.Il compito di questa
rampa, più che difendere Monopoli o Fasano, è quello di impedire una
penetrazione offensiva aerea serba verso l’aeroporto militare di Gioia del Colle, posto all’interno, che
diverrà nella fase finale della guerra del Kosovo,
la base degli A-10. americani, armati di proiettili all’uranio
impoverito,
incaricati della
distruzione dei carri armati serbi presenti nella provincia kosovara
3)La terza rampa
missilistica è posizionata a Punta Contessa , un poligono di tiro
dell’Aeronautica militare, a ridosso della Centrale termoelettrica di
Brindisi Sud, a Cerano distante sei chilometri dai grandi impianti del
petrolchimico di Brindisi, i loro giganteschi depositi di gas, e materiali
altamente infiammabili, la centrale elettrica di Brindisi Nord e la stessa
città con il suo porto civile e militare.
4)La quarta e
ultima rampa Hawk è posizionata anch’essa in un altro poligono di tiro
e sede di ricorrenti esercitazioni delle forze NATO, quello di Torre
Veneri, sulla costa a qualche chilometro ad est di Lecce e rimodernato ed
allargato a fine anni 80. La funzione di questa rampa è di proteggere la
città di Lecce, l’importantissimo Radar della difesa aerea, integrato
al sistema NATO, di Otranto presente a circa 30 chilometri a sud, ma anche
il vicino aeroporto di Galatina.
La
seconda linea difensiva: il sistema Spada.
Nel caso che
i missili Hawk non fossero stati capaci di fermare le azioni di
rappresaglia serba contro il territorio pugliese , esisteva una seconda
linea di fuoco, basata su un sistema antiaereo missilistico di produzione
nazionale
SPADA
costituito da
un radar di tiro/acquisizione bersaglio autoportato, i relativi gruppi
elettrogeni, le sale radar su shelter trasportabili e
rampe missilistiche
ASPIDE.
Naturalmente
essendo un sistema di difesa di punto aveva ed ha, notevoli limitazioni
riguardanti la portata, il brandeggio oltre che essere sensibile ad alcune
sofisticate contromisure elettroniche. Comunque quello
era il meglio che nel campo il nostro Paese aveva e
l’intera 1 Brigata Aerea con i suoi uomini e mezzi
migliori accorse in difesa della Puglia e dell’onore delle armi
italiane. I radar dello Spada in quei mesi di guerra lavorarono
incessantemente, ponendo a dura prova anche gli operatori radar e i
meccanici della manutenzione,
che
fecero
miracoli a fronte di
numerose defaillance dei sistemi costretti a lavorare a quel ritmo.
Il dispiegamento SPADA
Il dispiegamento di
alcune batterie di missile del sistema Spada è contemporanea alla messa a
disposizione
nel 1994 , da
parte del governo italiano alle forze aeree NATO e USA di alcuni aeroporti
per le operazioni condotte in Bosnia ed in Croazia. Tra quegli aeroporti
vi erano Gioia del Colle, Brindisi ed Amendola con la conseguente presenza
di militari e mezzi aerei multinazionali.
Conseguentemente
a questa decisione vengono rafforzate le difese contraeree,
sostituendo le antiquate piazzole armate di mitragliatrici binate con le
più moderne rampe del sistema
SPADA. All’inizio presso i reparti ed
anche ai curiosi che si fermavano ad osservarle dall’esterno delle reti
di recinzione, l’arrivo degli
SPADA fu accolto come una eloquente opera di marketing di un prodotto di cui le nostre
industrie nazionali del settore dovevano andar fiere, ma quando nei primi
mesi del 199
queste rampe
prolificarono ad ogni inizio e fine pista negli aeroporti
militari pugliesi
e il
roteare dei radar di puntamento fu continuo, ci si accorse che la
situazione era veramente grave.
La linea di difesa
degli Spada era presente nei tre aeroporti militari
della Puglia meridionale: Gioia del Colle, Brindisi Galatina, ma il
loro numero si triplicò con l’avvicinarsi del conflitto . Toccava ad
essi difendere gli aeroporti e le strutture ad essi collegate, i
mezzi, i radar, i depositi logistici e di munizioni, le stesse famiglie
dei militari residenti presso le sedi operative.
Brindisi una città in guerra
Le rampe degli
Spada
al limite della
recinzione che guardava verso il mar Adriatico nella località Sciaia a
mare era il biglietto da visita per turisti e brindisini che andavano a
godersi le prime giornate primaverili al mare. Poi si aggiunsero altri
missili all’incrocio delle piste ed infine
l’ultima rampa, quella
dello
scandalo, fu piazzata a ridosso della cristianissima chiesa di Santa
Maria del Casale. La cosa non andò giù neanche al clero locale e il
comando dell’aeroporto fu costretto a costruire un muro in terra battuta
che coprisse allo sguardo dei curiosi e dei devoti la sagoma minacciosa
dei missili.
A Brindisi ci si accorse finalmente che quanto andava
denunciando sin dal 1994 il Comitato di Informazione sulla Megabase
ONU-NATO di Brindisi, si stava avverando, ovvero il coinvolgimento pieno
in una vera guerra , della città di Brindisi e dei suoi abitanti con
tutti i rischi del caso.
Brindisi inserita anche nei porti a disposizione della NATO e
sede di attracco
e di
smistamento logistico, oltre al suo apparato industriale è il boccone più
ghiotto per chiunque volesse colpire il nostro paese. In quei giorni del
1999 anche la bomba o il missile più impreciso scagliato contro la città
farebbero l’en plein. Per questo motivo , nonostante che nella fase
offensiva della NATO presso l’aeroporto non stazionino gli stormi da
bombardamento, il dispiegamento contraereo è al limite della saturazione.
Nonostante queste
precauzioni,
quando per due
volte i Mig serbi cercarono di forzare il blocco NATO sull’Adriatico,
si vissero tra le strutture della difesa aerea italiane momenti di
gelido sudore.
La buona stella
volle che i serbi non erano seguaci di Bin laden e giunti a poca distanza
dalla costa pugliese decisero di abbandonare una missione Kamikaze
inseguiti dai caccia NATO .
Un vero brivido lo
avemmo invece
tutti il giorno
che due tremende esplosioni scossero la città . Due grandi colonne
d’acqua si erano levate alle 11 del mattino, a poche centinaia di metri
dalla Mega centrale Enel di Cerano Brindisi-Sud: si disse che un pilota
NATO
un po’ nervoso,
proveniente da Gioia del Colle,
avesse
toccato il pulsante sbagliato mentre stava andando a bombardare i serbi.
Lo stellone brindino , San Teodoro e San Lorenzo da Brindisi avevano
evitato per un soffio che un bel mucchio di operai brindisini andassero a
rimpinguare il folto numero delle vittime da danni collaterali che la NATO
mietè in quei giorni terribili del 1999.
Ritorno a casa
Nell’estate del
1999, a guerra finita e tregua consolidata finalmente i missili Hawk
presero la strada di ritorno verso il nord. Gli SPADA prima diminuirono di
numero
e poi da Brindisi
furono definitivamente ritirati,
con
il declassamento per motivi di bilancio dell’aeroporto militare. Solo a
Gioia del Colle la loro presenza pur ridotta
è persistita nel tempo, mentre una parte del sistema SPADA è
stato finalizzato per le missioni di guerra umanitaria all’estero:
Balcani, Afghanistan, Iraq, ecc.
Antonio
Camuso
Osservatorio
sui Balcani di Brindisi
osservatoriobrindisi at libero.it
Brindisi 20 marzo 2009…dieci anni dopo
PAGINA
RIELABORATA IL 22 MARZO 2022,
IN OCCASIONE DEL CONFLITTO RUSSIA
UCRAINA
notizie su sistema SPADA
http://www.aeronautica.difesa.it/CSA/1BA/organizzazione.asp
http://it.wikipedia.org/wiki/Spada_2000
http://digilander.libero.it/en_mezzi_militari/html/aspide.html
notizie su sistema Hawk
http://www.esercito.difesa.it/root/equipaggiamenti/dotaz_artiglieria.asp
http://www.anarti.e-cremona.it/Composizione/Storia%20del%20Reggimento.htm
notizie
provenienti da blog in cui parlano i militari che hanno lavorato sul sistema
Hawk durante l'operazione Dinak in Puglia. interessanti alcune belle foto
http://www.vecio.it/forum/viewtopic.php?f=5&t=1385&start=60
lE'
consentita la riproduzione , anche parziale,senza fini di lucro dei
materiali prodotti dall'Osservatorio sui Balcani di Brindisi con
l'obbligo
di riportarne esplicitamente la fonte.
|