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Forze Armate Italia
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LA PRESENZA MILITARE IN PUGLIA La Puglia che appare dall’elenco riportato dà l’immagine di una regione in cui la presenza dei militari è diffusa con una articolazione che spartisce tra le diverse Forze Armate pezzi di territorio, di coste e di cielo in funzione delle esigenze del potere militare asservito attualmente alle logiche della Globalizzazione imposta con la Guerra Permanente Preventiva. Poligoni di addestramento per l’Esercito, l’Aviazione e la Marina, scuole di addestramento per carristi, avieri e marinai, aeroporti quali Gioia del Colle , Amendola e Brindisi coinvolti nella guerra alla Serbia e messi a disposizione dal governo italiano agli USA per la guerra all’Iraq, porti come Taranto e Brindisi che hanno visto la partenza di navi, uomini e mezzi per le tante operazioni di guerra in cui l’Italia è stata coinvolta negli ultimi anni sono la parte più evidente del controllo militare nella nostra regione. Purtroppo a questo dobbiamo aggiungere l’uso continuo che si fa delle forze armate nella caccia ai fratelli e sorelle che fuggono dai loro disgraziati paesi preda di guerre e carestie e che vengono definiti "clandestini" e che spesso vengono rinchiusi in strutture dismesse dai militari come Restinco ( Brindisi) o Bari-Palese. Questa imponente presenza militare con le sue attività continua a condizionare pesantemente lo sviluppo economico dei territori con le servitù militari e talvolta imponendo scelte alle amministrazioni locali che vanno in contrasto con la volontà delle popolazioni interessate. Il sinonimo di militare uguale sicurezza nella nostra regione è totalmente ribaltato da una presenza criminale di organizzazioni mafiose che hanno proliferato proprio negli anni in cui la presenza militare è stata più forte. Discariche clandestine e scempio del territorio sono andati di pari passo con l’allargamento dei poligoni militari in zone ambientali da proteggere mentre ampie zone del Demanio Militare e Civile diventavano impunemente terreno di conquista della cementificazione selvaggia e della speculazione edilizia. Con la Marcia antimilitarista dell’8 novembre sulla Murgia , il movimento antimilitarista pugliese ha dato una prima risposta alternativa a questo insano e criminale modello di sviluppo, per una Puglia umanamente possibile, che sia terra di accoglienza e di Pace e non in funzione di strumenti di guerra e di rapina contro il Sud del Mondo. Per una guida alla presenza militare in Puglia, Stilare un elenco aggiornato di basi, insediamenti e servitù militari della Regione Puglia non può limitare il campo della conoscenza generale, ma anche specifica, di ciò che significa militarizzazione di un territorio, poiché questo territorio ha una storia insieme alle popolazioni che in esso hanno costruito rapporti sociali , religiosi, o semplicemente umani.
E' in questo contesto che l’Osservatorio sui Balcani di Brindisi su questo argomento - La militarizzazione della Puglia- ha sempre cercato di dare sì il quadro più aggiornato possibile, ma all'interno dell'interpretazione di un fenomeno evolutivo, ritenendo il MILITARISMO come l'aspetto più duro del Potere dominante ,che si modifica seguendone l'evoluzione , sia che il Potere sia l'espressione di una sola classe sociale o l'alleanza tra più classi o strati sociali o che esso sia la longa manu di ben più potenti lobby di potere internazionali.
La Puglia , come spesso ribadito in altri nostri documenti, ha pagato e continua a pagare duramente l'essere il confine meridionale ad est dell'Ex impero romano d'Occidente, poi Sacro romano Impero ed oggi fortezza Europa . L'ha pagato nell'essere stata coinvolta nelle avventure militari degli imperi del passato, ma purtroppo anche in quelle ultime dell'Impero Globale , della Rapina Capitalista Globalizzata dove lo sfruttamento delle risorse del Pianeta è devastazione e impoverimento dei valori umani costruiti in maniera estremamente variegata e complessa nell'arco di centinaia di migliaia di anni dall'Umanità intera. Come questo fenomeno- la cosiddetta Globalizzazione- avanzi come il rullo compressore dei cingoli di un carro armato è cosa assodata e che avanzi a passo militare purtroppo gli avvenimenti degli ultimi mesi, per non dire degli ultimi dieci anni quando essa fu accolta come premessa di un Nuovo Ordine Mondiale (NOM), è cosa tristemente attuale. L’ha pagato poi in termini di sviluppo , asservita al blocco di interessi tra una classe politica pronta a vendere la propria gente e la propria terra alla prima offerta , pur di salvaguardare sé stessa ed accettando tutte le richieste dei militari, avendo fiducia in loro come i migliori difensori dal "pericolo rosso".
La Puglia di oggi non è la stessa di dodici anni fa ,dopo il coinvolgimento nei traumatici avvenimenti che seguirono il crollo del Muro. Nel 91, in pochi mesi, la Puglia, fianco sud della NATO, si trasformava da base avanzata di supporto alle operazioni della Grande Armata antiSaddam , a terra di arrivo di ondate di profughi dei paesi balcanici, sconvolti da sanguinose guerre civili. Ad essi, ben presto si univano i disperati in fuga da guerre volutamente dimenticate da un mondo cinicamente chiuso nell'edonismo consumistico e desideroso di "globalizzare" il suo modello di vita. La nostra regione diventava così una finestra su quell’Inferno nel quale consuma la propria esistenza tre quarti della popolazione mondiale. E' un Inferno alimentato dallo stile di vita, dai falsi valori nei quali crede il restante quarto dell'Umanità, ma che genera pericolose scintille che rischiano di mandare a fuoco il falso Giardino dell'Eden" nel quale fino adesso è vissuta. Ci si accorgeva così, nel 91, che l'essere tra i paesi più industrializzati, l'appartenere all'alleanza militare che aveva vinto la guerra fredda , la Nato, non metteva l'Italia ( come anche le altre nazioni europee) al riparo dai contraccolpi prodotti dalla la rapina forsennata nei confronti del Sud del Mondo . La risposta più naturale delle nazioni occidentali sarebbe dovuta essere il mettere in piedi una politica di cooperazione globale di sviluppo ed assistenza sociale verso quei tre quarti di Umanità dolente, ma così non avveniva. La forza di pressione delle lobby di potere che stanno dietro agli interessi del Complesso Militar-Industriale Mondiale ed in particolare quello nord-americano, si faceva sentire sul tema degli indirizzi di politica estera del " occidente civilizzato" e l'opzione dell'interventismo militare come panacea di tutti i mali veniva accettato e contrabbandato come la soluzione migliore. In queste sciagurate scelte l'Italia come membro del G 7 e della NATO faceva la sua parte appoggiando e partecipando alle "guerre umanitarie" con il relativo coinvolgimento della nostra regione trasformata nel corso degli anni in una grande Base Logistica Militare per le operazioni di guerra verso l'Oriente.
La Puglia " militarizzata" è determinante nelle guerre balcaniche, nella crisi albanese del 97, in quella del Kosovo.
Dopo l'11 settembre, da essa partono le navi militari che partecipano alla guerra all'Afghanistan dei Talebani ed infine da giugno di quest'anno è da Brindisi che muovono le navi che trasportano mezzi e personale del Battaglione San Marco, testa di ponte del nostro " corpo di spedizione e di occupazione umanitaria" nell'Iraq conquistato dalle truppe anglo-americane.
E' all'interno di questo contesto che possiamo comprendere come i dati tecnici specifici che danno il senso di quanto la presenza militare sul territorio pugliese siano fortemente cambiati qualitativamente e quantitativamente se raffrontati a quelli rimasti stabili nei precedenti 50 anni di guerra Fredda.
Questi cambiamenti rispecchiano un nuovo riarmo della società globalizzata occidentale come risposta alle sue molteplici insicurezze
Accanto ai dati tecnici relativi a basi, aerei, navi, soldati, servitù, ecc andrebbero quindi aggiunti quelli relativi ai centri di "identificazione, detenzione e respingimento di immigrati clandestini", ma anche carceri e caserme di polizia e carabinieri e il cui proliferare in maniera diffusa sul territorio sembra solo una risposta propagandistica a fini elettorali da parte di una classe politica incapace di dare risposte corrette ad un diffuso disagio sociale. E' una regione che in qualche decennio ha visto distruggere l'economia agricola, cementificare le parti più belle del territorio ed impoverire i legami tradizionali che per secoli erano stati il collante della società contadina pugliese e che sono stati velocemente sostituiti con gli artificiali valori della società consumistico-capitalista. In questo quadro di profonda crisi che i poteri forti costituitisi in organizzazioni, clan, lobby, sette massoniche, ecc hanno la meglio, sia che essi siano espressione di soggetti che lavorano nella "legalità" sia che ne siano fuori, anzi tra essi molto spessi nel tacito silenzio se non proprio in una vergognosa connivenza avviene la spartizione del controllo del territorio, delle sue attività e del destino degli esseri umani che lo abitano.
Come non parlare di Militarizzazione quando si è assistito alla nascita di organizzazioni criminali che si sono spartito il controllo illegale del territorio, quali la Sacra corona Unita ed altre direttamente collegate a Cosa Nostra, alla Camorra e alla ndrangheta e capaci di comprarsi i favori di settori dello Stato che invece dovrebbero combatterle, quali le forze di polizia e della finanza e della magistratura?
Come non parlare di militarizzazione assistendo al dispiegamento nei porti del brindisino di flotte di scafi contrabbandieri e trasferitisi poi nei porti albanesi e montenegrini nella quasi totale impunità?
Come non parlare di militarizzazione quando tutto ciò avveniva contemporaneamente alla crisi balcanica sotto gli occhi di una agguerrita flotta Nato che solcava il Mare Adriatico, mentre nei nostri aeroporti e sulle nostre coste venivano dispiegati aerei, soldati ,missili pronti a distruggere i "nemici" che abitavano l’altra sponda del nostro mare, , ma tutti ciechi nei confronti di chi faceva la guerra seriamente alla società civile pugliese?
Come non si può parlare di militarizzazione del territorio quando in questo contesto le parti più belle della nostra regione sono divenute discariche a cielo aperto di rifiuti pericolosi , scarti di lavorazione , fanghi tossici provenienti da regioni ad alto livello consumistico senza che polizia, carabinieri e tutti gli altri soggetti demandati alla tutela ambientale se ne accorgessero? Eppure quelle discariche sono sotto gli occhi di tutti ed in particolare degli elicotteri di polizia, carabinieri, finanzieri che quotidianamente si alzano in volo per...dar la caccia agli immigrati clandestini, molto più pericolosi a quanto pare di fanghi tossici e quant'altro!
Come non parlare di militarizzazione quando si scopre che molte di quelle zone inquinate sono a ridosso, o addirittura all'interno di servitù militari dove periodicamente si svolgono esercitazioni e campi di addestramento? Se questo avviene sotto gli occhi di chi rappresenta il Potere Forte dello Stato ed esso non lo contrasta è in sé stesso un messaggio di forte deterrenza nei confronti dei soggetti sensibili alle problematiche ambientali e che volessero infrangere il silenzio omertoso delle istituzioni. Se questo non basta ,alla prima denuncia o protesta, partono le minacce e le aggressioni intimidatorie. All'interno di questa pratica mafiosa possiamo comprendere come non vi sia nessuna differenza tra tutto ciò e la decisione del governo di istituire discariche "legali" per rifiuti radioattivi dando l'incarico ad un generale come Carlo Jean e indicando tra le possibili località , alcune soggette a servitù militari, ovvero espropriate " manu militari" dal controllo democratico della collettività! Dalla lotta a quest'ultima decisione è ripartito in Puglia un forte movimento di protesta a tutte le politiche di militarizzazione del territorio, con la voglia di riappropriarsi della conoscenza di ciò che esso significa, costruendo, con la partecipazione democratica delle popolazioni ,mobilitazioni capaci di modificare rapporti di forza che stanno incancrenendo la nostra regione , ma nella consapevolezza che esso deve esser parte di un più ampio ed articolato movimento antimilitarista a livello nazionale ed internazionale. ANTONIO CAMUSO OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI Brindisi 25 MARZO 2004 segue >>>>>>>>>>>>>>la lista delle Basi |
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