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Dal romanzo L’ULTIMO DISERTORE ( di prossima pubblicazione) di Antonio Camuso Secondo episodio
30 dicembre 2015 Piombo Fuso su Bari vecchia La fila delle ambulanze, che attendevano da ore di oltrepassare il varco d’accesso presidiato dai bersaglieri della Garibaldi in largo Nitti Valentini, finalmente incominciò a muoversi quando il sergente Whu Minh diede un ordine in cinese ai suoi uomini col cappello piumato. Una tregua umanitaria, concordata con il vescovo di Bari e la croce Rossa Internazionale, avrebbe permesso di trasportare fuori dall’inferno di Bari vecchia le donne e i bambini colpiti “accidentalmente” dall’ultimo raid dell’Aviazione federale e che era culminato con il lancio di alcuni missili guidati contro i sotterranei del castello di Bari, dove si presupponeva che i ribelli della “Brigata generale Bellomo” avessero nascosto armi e munizioni. Purtroppo in quei sotterranei erano rifugiati gran parte dei parrocchiani di don Arcangelo , della vicina cattedrale di San Sabino ed era stata subito strage di civili innocenti. Per alcune ore il Comando congiunto delle Forze di Sicurezza aveva sbandierato ai media che quella mattina, finalmente, era stato dato un durissimo colpo allo Stato Maggiore dei terroristi baresi e come nel castello vi fossero solo miliziani armati, molti provenienti dall’estero e tra essi , algerini, senegalesi e palestinesi giunti clandestinamente o fuggiti, a seguito di rivolte, dal vicino CPT di Bari Palese.Si riaffermava inoltre che essi avevano trovato asilo grazie alla malavita locale, agli elementi sovversivi e a compiacenze della chiesa del quartiere. Purtroppo, le immagini di donne e bambini baresi estratti dal Castello Normanno-Svevo e circolate sui canali illegali, avevano costretto i portavoce militari a cambiare versione, dicendo che i ribelli avevano indotto i civili a scendere nei sotterranei del castello, per farsene scudo. L’imbarazzo delle Forze Armate era divenuto più forte quando in seguito si scopriva che un piccolo missile guidato aveva colpito la canonica di San Sabino, proprio lì dove alloggiava l’anziano prete ed ex-noglobal Don Arcangelo. Di quest’ultimo non si conosceva la sorte: nel locale distrutto erano sparsi frammenti di corpo umano ma non si poteva comprendere se i resti fossero i suoi o se invece fosse tra le vittime del bombardamento del castello; comunque di lui se ne era persa la traccia ormai da 24 ore e il dubbio che il doppio attacco fosse rivolto per toglierlo di mezzo sembrava trasformato in certezza. Dopo il campanile di san Nicola colpito nei primi raid dell’operazione “piombo fuso su Bari”, quest’ultimo misfatto aveva mandato in ebollizione l’intera cinta dei quartieri esterni della città, dove le bande dei “bellomisti” avevano incominciato a devastare le poche infrastrutture di trasporto esistenti: nodi stradali, sottovie, la rete ferroviaria che portava al nord oltre che ai sistemi si sorveglianza rimessi in piedi dopo le rivolte dell’estate appena passata. Una distribuzione straordinaria in tutta la città da parte delle ONG e dell’ONU di pacchi viveri e scorte di acqua potabile era servita a raffreddare solo momentaneamente la situazione e il vescovo convocato presso la Terza Regione Aerea aveva sì, ottenuto la tregua per lo sfollamento dei feriti e degli anziani che avessero voluto allontanarsi dal luogo degli scontri, ma in cambio aveva dovuto condannare, dichiarando fuori dai comandamenti della chiesa, coloro che con indosso l’abito religioso predicassero la violenza, l’odio di classe e non si sottomettessero all’imposizione dei chip identificativi sottocutanei. Per chi conosceva Don Arcangelo e la sua allergia nell’indossare l’abito talare, salvo nelle funzioni religiose, questa frase sembrava tutta una barzelletta, anche se poi…(ma questa è un’altra storia che conoscerete presto) intanto, mentre morti e feriti venivano trasportati negli ospedali , nuovi contingenti dell’esercito venivano attesi via mare nella zona di San Cataldo, provenienti dalla vicina Albania. Incominciò a circolare così la voce che con essi sarebbero arrivate truppe speciali israeliane con i loro carri armati antisommossa NAMER. Se questa notizia fosse stata confermata ben presto l’operazione “Piombo fuso su Bari-vecchia” sarebbe passata alla fase terrestre per eliminare il cuore della Resistenza barese… ANTONIO CAMUSO Osservatorio sui Balcani di Brindisi osservatoriobrindisi@libero.it www.pugliantagonista/osservatorio.htm Brindisi 29 dicembre 2008
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1)Genova luglio 2001 prove tecniche di militarizzazione urbana
3) Bari 4 Agosto 2015, la battaglia dei forni 4) Italia e Germania acquistano aerei robot_killer 5)Massacro a Gaza:uno sguardo sulle guerre urbane future 6) 30 dicembre 2015, Piombo fuso su Bari vecchia 7) Soldati nelle città fase due: 30000militari da schier 8) il nuovo fucile Beretta Arx160 9)La soluzione alla crisi? LTL X-7000 il fucile non-letale il nuovo fucile Beretta antisommossa 10 ) G 8 a l'Aquila: Predator contro no-global, dalla Puglia con amore Vedi anche: |