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La
Georgia, avamposto USA in Caucaso
di Antonio Mazzeo
18 febbraio 2010
Un anno e mezzo dopo lŽoffensiva delle forze armate georgiane contro la
provincia secessionista dellŽOssezia del Sud, a cui seguì la
rappresaglia dei carri armati e dei cacciabombardieri russi contro le basi
militari e la popolazione della Georgia, nel Caucaso tornano a soffiare i
venti di guerra. A riaccendere le tensione tra la Russia e la ex
repubblica sovietica divenuta la più fedele alleata degli Stati Uniti
nella competizione per il controllo delle fonti petrolifere e degli
oleodotti del Mar Nero e dellŽAsia centrale, la firma di un accordo tra
Mosca e lŽAbkhazia per la realizzazione di una base capace di ospitare
sino a 3.000 militari russi allŽinterno di questa seconda regione
proclamatasi indipendente dalla Georgia.
La stipula dellŽaccordo è stato duramente commentato dalle autorità di
Tbilisi che hanno minacciato gravi ritorsioni contro lŽAbkhazia e lŽOssezia
del Sud. La nuova installazione russa segue però la proliferazione di un
gran numero di piccole e medie infrastrutture militari, porti e aeroporti,
finanziati e realizzati in Georgia dalle forze armate USA. A partire dal
mese di gennaio di questŽanno, ad esempio, sono divenute pienamente
operative tre stazioni radar per il controllo dello spazio aereo georgiano
e lŽidentificazione delle unità navali in transito nelle acque del Mar
Nero. Ognuna di esse è costata al Pentagono circa 550.000 dollari,
richiedendo tre anni di lavori sotto il coordinamento dellŽUS Army Corps
of Engineers, il corpo dŽingegneria dellŽesercito statunitense di base
in Europa. Le tre stazioni radar sono state realizzate a Gonio (vicino al
confine con la Turchia), a Chakvi (nella costa georgiana sul Mar Nero) e
ad
Anaklia, nella regione settentrionale del paese. "Queste
installazioni operano come strumenti per il rafforzamento delle capacità
georgiane nel prevenire, fare da deterrente e individuare il contrabbando
di sostanze stupefacenti, il traffico illegale di armi, la migrazione
illegale di persone ed eventuali minacce terroristiche", ha
dichiarato James Kelly, responsabile del Georgia Border Security and Law
Enforcement (GBLSE), lo speciale programma del Dipartimento di Stato di
assistenza alla difesa e al rafforzamento istituzionale della Georgia.
"Abbiamo portato a termine il piano internazionale finalizzato ad
aiutare un alleato chiave degli Stati Uniti nella protezione delle sue
frontiere marittime. Inoltre il GBSLE fornisce alle forze di polizia e ai
militari georgiani attrezzature di telecomunicazione, sorveglianza ed
intelligence, veicoli, elicotteri ed equipaggiamento per impedire, tra lŽaltro,
lŽimportazione o il trasporto di armi di
distruzione di massa e il traffico illegale di materiali
radioattivi".
Le tre nuove stazioni radar si aggiungono ad altre 15 infrastrutture
militari, in buona parte postazioni e centri di osservazione e controllo
delle frontiere, realizzate in Georgia a partire del 2003 dallŽUS Army
Corps of Engineers. Tra esse spiccano in particolare una grande caserma
con annessi deposito munizioni e officine di manutenzione veicoli
realizzati nelle vicinanze del cosiddetto Red Bridge, il principale posto
di frontiera con lŽAzerbaijan (costato al Pentagono 7 milioni di
dollari), la "stazione di controllo" e un grande poligono di
tipo coperto per lŽaddestramento allŽuso di armi leggere nella regione
montagnosa di Kazbegi, al confine con la Russia (costo 2,4 milioni di
dollari). Il Corpo dŽingegneria dellŽesercito USA ha pure ristrutturato
gli hangar e lŽarea di parcheggio velivoli dellŽaeroporto internazionale
di Tbilisi e ha completato la realizzazione a Bitumi di un
"laboratorio specializzato" per la Guardia coste
georgiana, di una facility per la forza navale nel porto di Poti e
di una stazione di telecomunicazioni a Lilo. Sono in via di completamento,
inoltre, i lavori di riparazione dellŽarsenale militare di Poti e di
costruzione di una infrastruttura per lŽaddestramento della guardia
doganale a Lilo. Questi ultimi progetti sono stati finanziati grazie alla
nuova iniziativa di assistenza per la "Sicurezza e il controllo delle
esportazioni e dei confini georgiani", voluta dal Dipartimento di
Stato.
Nel giugno 2009 è stata pure inaugurata unŽaccademia di polizia alla
periferia di Tbilisi; si tratta della più grande e moderna infrastruttura
di questo genere di tutto il Caucaso ed include unŽarea di addestramento
di 10.000 metri quadri, alloggi collettivi per 250 reclute e palestre per
oltre 4.000 metri quadri. Costata 2,1 milioni di dollari, lŽaccademia è
stata finanziata grazie allŽ"International Narcotics and
Law-Enforcement (INL)", lŽambiguo programma di "aiuti"
contro il narcotraffico che il Dipartimento di Stato ha implementato pure
in Ucraina, Kosovo, Afghanistan, Pakistan, Iraq, Colombia, Perù e
Bolivia. "LŽinfrastruttura è finalizzata a sostenere il programma
di professionalizzazione delle forze di polizia georgiane per sostenere
nel paese la democrazia, rafforzare lŽeconomia di mercato e sviluppare la
stabilità sociale e politica e la lotta al crimine organizzato", ha
spiegato Jon Trumble, a capo dellŽUS
Bureau of Customs and Border Protection che opera in Georgia dal
1997, anno in cui ha preso il via lŽaiuto militare statunitense allŽex
repubblica sovietica. "La Georgia necessita di una forza di polizia
nazionale capace e dedita alla protezione dei cittadini e delle loro
proprietà", ha aggiunto Trumble. "Grazie ai fondi dellŽINL, il
nostro personale militare e di alcune agenzie di sicurezza come Fbi e Dea,
è impegnato nella pianificazione delle operazioni e nellŽaddestramento
sul campo della polizia, della guardia coste e delle pattuglie di
controllo delle frontiere georgiane".
Parallelamente prosegue lo sforzo finanziario di Washington a favore del
potenziamento delle capacità offensive delle forze armate georgiane. I
reparti nazionali sono stati dotati dei sistemi dŽarma più sofisticati,
grazie principalmente al "Georgia Train and Equip Program", il
programma avviato dal Pentagono nel 2002. Periodicamente vengono dislocati
nel paese reparti dellŽesercito, della marina e dellŽaeronautica
statunitense per partecipare ad esercitazioni congiunte con le forze
armate georgiane. LŽappuntamento annuale più importante è il ciclo di
addestramento interforze denominato "Immediate Response", a cui
partecipano pure reparti di altri paesi NATO. LŽedizione più imponente
si è tenuta nel luglio 2009, proprio alla vigilia della grave crisi
militare russo-georgiana: ad essa hanno preso parte un migliaio di
militari statunitensi provenienti dal Corpo dei Marines, dalla brigata
aviotrasportata dellŽUS Army con base a
Vicenza e dal 21st Theater Sustainment Command di Kaiserslautern
(Germania). Centro operativo dellŽesercitazione la grande base aerea di
Vaziani, nei pressi della capitale georgiana, poi duramente bombardata dai
caccia russi nellŽagosto 2009. Secondo i portavoce del Pentagono, nessuno
dei militari USA partecipanti ad "Immediate Response" era
presente in Georgia allo scoppio delle ostilità, ma qualche tempo dopo,
il Comando delle forze armate Usa in Europa (Useucom), ha ammesso la
presenza nel paese di 92 militari e 35 contractor statunitensi,
"utilizzati per lŽaddestramento dellŽesercito georgiano alle
operazioni in Iraq". La Georgia ha infatti assegnato alla coalizione
internazionale operante in Iraq 2.000 uomini, il terzo maggiore contributo
militare dopo Stati Uniti dŽAmerica e Gran Bretagna.
Mentre il ruolo assunto dal distaccamento Useucom nel breve conflitto con
la Russia è rimasto top secret, ampia visibilità è stata data dal
Pentagono al trasferimento in Georgia di mezzi navali e aerei a
"protezione" della popolazione civile e per il trasporto di
"aiuti umanitari". Nel quadro di una vasta operazione diretta
dal Comando delle forze navali USA in Europa di stanza a Napoli, sono
state inviate in Georgia alcune unità della VI Flotta operanti nelle
acque del Mediterraneo, tra cui, in particolare, la nave ammiraglia USS
Mount Whitney, con base a Gaeta, e il cacciatorpediniere McFaul che,
congiuntamente a tonnellate di kit igienici e alimenti, trasportava una
decina di missili da crociera Tomahawk a doppia capacità, convenzionale e
nucleare. Numerosi aerei cargo C-40 "Clippers", C-130 "Hercules"
e C-17 "Galaxi" hanno raggiunto la Georgia dalle basi europee di
Ramstein (Germania) e Sigonella (Sicilia), trasportando
"aiuti" in buona parte sdoganati dal grande deposito dellŽUS
Army di Camp Darby (Pisa). Per il ponte aereo con la Georgia, lŽUS Navy
ha anche rischierato nella grande stazione aeronavale siciliana gli uomini
e i velivoli del Fleet Logistics Support Squadron 59 (VR-59), di stanza a
Fort Worth, Texas.
Due mesi dopo la cessazione dei combattimenti, la base aerea di Vaziani è
stata rioccupata dalle forze armate USA per lo svolgimento - in abbondante
anticipo - dellŽedizione 2010 dellŽesercitazione "Immediate
Response". Pianificata e diretta dal 21st Theater Sustainment Command
e dal Joint Multinational Readiness Center dellŽesercito USA di Hohenfels,
Germania, lŽoperazione veniva giustificata da Washington con lŽesigenza
di "migliorare le capacità operative delle forze militari georgiane
in vista del loro dispiegamento in Afghanistan a supporto dellŽoperazione
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Africom sbarca alle seychelles(13/9/09)
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