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LE BOMBE DI SALTO DI QUIRRA E PERSDADEFOGU
Comitato sardo Gettiamo le Basi
tel 346 7059885 --070823498 1 L’UNIONE SARDA (21-09-2010), il giornalista Paolo Carta intervista il senatore PD Gian Piero Scanu Per la prima volta un parlamentare sardo denuncia
alla stampa il monitoraggio-truffa in corso nel poligono della morte Salto
di Quirra, fa sua la priorità, imposta dal buon senso
e dalle norme internazionali, di bloccare le stragi in atto, chiudere i
poligoni di Quirra/Perdasdefogu, Teulada, Capo Frasca. 2
Scienza di Stato Il Piano di caratterizzazione-monitoraggio del poligono della morte Salto di Quirra (Pisq) – mirato a “tranquillizzare (cioè sedare, narcotizzare) la popolazione locale nonché il personale del Pisq”, gestito da ministro della Difesa, Forze Armate e Namsa (agenzia Nato) con gran dispendio di pubblico denaro extra budget Difesa - ha appaltato la ricerca delle nano particelle alla ditta SGS una partecipata FIAT, l’inquilina fissa da mezzo secolo del Pisq, presumibile corresponsabile del disastro sanitario e ambientale. La SGS cerca le nanoparticelle, come da contratto, con microscopi che non sono in grado di vederle ( ingrandiscono fino a 8.000, non scendono agli 80.000/120.000 necessari per individuarle), per di più si concentra su campioni di suolo e acque. La richiesta avanzata da alcuni enti territoriali e soprattutto dal comitato Gettiamo le Basi di analizzare le matrici biologiche, i bioaccumulatori (metodologia di ricerca che finora ha fornito le maggiori informazioni) è stata recepita raggiungendo gli abissi del grottesco: nel poligono più vasto d’Europa – kmq 130 a terra, kmq 28.400 una sola delle aree a mare militarizzate, superficie che supera quella dell’intera Sardegna - si cerca la “verità” sulla sindrome di Quirra in 7 vermi sette, 9 cozze “straniere” portate in villeggiatura per 1/3 mesi nelle acque militari, alcuni agnelli sani, 71 specie vegetali (evviva l’abbondanza!), non sappiamo se autoctone o provenienti da chissà dove come le nove cozze.
Giro il testo di Stefano Montanari sull’estromissione, per la seconda volta, della dott.ssa M.A. Gatti dall’uso della strumentazione che le ha consentito la scoperta delle nanoparticelle nei tessuti dei malati esposti, sia ai veleni degli inceneritori, sia ai veleni di guerra prodotti nei teatri di guerra e nei poligoni di guerra accollati alla colonia Sardegna. E’ una storia da manuale sul come lisciare e gabbare la società civile più attenta e sul come azzoppare con burocratica neutra dolcezza una ricerca scientifica che individua cause e mandanti delle due diverse, silenziose stragi infinite: l’apparato militar-industriale, il business inceneritori, la nomenclatura politica, gli interessi forti che ruotano sulla libertà d’inquinare. Le potenti lobby non si sporcano le mani, agiscono, coscientemente o incoscientemente, enti e cittadini aldilà da ogni sospetto. Suscita forti perplessità la discrepanza tra la prima e l’attuale fase del ruolo svolto da Beppe Grillo in questa storiaccia, forte impegno ieri, afasia e apatia totale oggi.
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