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NO
MUOS
La guerra a microonde delle basi USA in Sicilia
di Antonio Mazzeo
Si aggiungono nuovi tasselli alla vicenda relativa all´installazione a
Niscemi, Caltanissetta, del terminal terrestre del sistema di
telecomunicazioni satellitari MUOS (Mobile User Objective System).
Archiviata la straordinaria manifestazione di popolo (oltre 15.000
persone) che sabato 28 febbraio ha percorso le vie della città siciliana
per gridare "No" al pericolosissimo impianto militare delle
forze armate USA, trapelano inquietanti indicazioni su quello che è stato
l´iter del progetto. Notizie che confermano le connivenze e il cinismo
dei governi succedutisi in Italia negli ultimi anni e la scarsissima
considerazione che le autorità siciliane nutrono per la salute e la
sicurezza delle popolazioni dell´isola.
I consiglieri comunali del Partito democratico di Niscemi hanno denunciato
che l´Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione siciliana era a
conoscenza del progetto d´installazione del MUOS nella base dell´US Navy
di Niscemi sin dal 24 gennaio 2007. "La relativa documentazione è
rimasta in mano dell´allora assessore sino al 10 aprile 2008 e per tutto
questo tempo avvolta nel silenzio", affermano i consiglieri. "Né
sono state effettuate misure di monitoraggio preventivo nella zona già
interessata da emissioni elettromagnetiche per le antenne già esistenti
nella base della Marina militare statunitense". Presidente della
Regione siciliana era l´Udc Totò Cuffaro, assessore l´avvocata Rossana
Interlandi, esponente dell´Mpa di Raffaele Lombardo ed ex consigliere d´amministrazione
dell´Università di Catania. Nessuno a Palermo avrebbe fatto caso alle
possibili violazioni amministrative ed ambientali del progetto, né che
l´area prescelta per l´installazione del terminal terrestre si
trovava all´interno della Riserva naturale orientata "Sughereta",
area protetta della Regione siciliana. Un comportamento decisamente
censurabile quello dei funzionari dell´assessorato guidato dalla
dottoressa Interlandi, già attivista del WWF ed originaria proprio di...
Niscemi.
All´assessorato vige l´omertà
Ma torniamo alla data del 24 gennaio 2007, quando cioè sarebbe stata
presentata la richiesta alla Regione per installare il MUOS in contrada
Ulmo di Niscemi. Presidente del consiglio era Romano Prodi, ministro della
difesa, Arturo Parisi. Entrambi omisero d´informare il parlamento sull´accordo
sottoscritto con Washington per ospitare in Italia il nuovo sistema per le
guerre stellari, mentre l´Australia, altro paese straniero sede di una
delle quattro stazioni terrestri previste, aveva reso pubblico e subito, i
contenuti del programma militare. Ciononostante, nella primavera del 2007,
furono due organi di stampa siciliani (Centonove e L´isola possibile) con
il sito internet Terrelibere.org a rivelare il nuovo piano d´insediamento
militare. Con un´"imprecisione" involontaria, però, quella cioè
che il MUOS sarebbe giunto alla base di Sigonella. Il riferimento alla
stazione aeronavale alle porte di Catania era contenuto in alcuni
documenti
dell´US Navy. Tra gli allegati, c´era pure uno studio sull´impatto
delle onde elettromagnetiche del sistema satellitare, elaborato dall´AGI
- Analytical Graphics, Inc., importante società con sede a Exton,
Pennsylvania, in collaborazione con la Maxim Systems di San Diego,
California. Lo studio, denominato "Sicily RADHAZ Radio and Radar
Radiation Hazards Model", aveva elaborato un modello di verifica dei
rischi di irradiazione elettromagnetica sui sistemi d´armi, munizioni,
propellenti ed esplosivi ("HERO - Hazards of Electromagnetic to
Ordnance") ospitati a Sigonella. La simulazione informatica aveva
verificato l´incompatibilità del MUOS all´interno della base ("le
fortissime emissioni elettromagnetiche possono avviare la detonazione
degli ordigni presenti"), suggerendo "di trovare una nuova
destinazione". Un´ulteriore ricerca sugli "Hazards of
Electromagnetic Radiation to Ordnance" permise alla "Campagna
per la
smilitarizzazione di Sigonella" di entrare in possesso dei
manuali di prevenzione incidenti adottati dalla Marina USA. In uno di essi
si riportava testualmente che "l´esposizione all´energia derivante
dai sistemi radio di sufficiente intensità e frequenze comprese tra i 3
kilohertz (kHz) ed i 300 GHz possono avere effetti negativi su personale,
sistemi d´arma e carburanti". Nel "Federal Standard 1037C"
del governo degli Stati Uniti venivano elencati i principali rischi RADHAZ:
"induzione o associazione di correnti e/o voltaggi di grande
magnitudine sufficienti ad avviare i meccanismi di auto-esplosione di
armi, munizioni e altri sistemi esplodenti; generazione di effetti dannosi
o nocivi all´uomo e all´ambiente; creazione di scintille di sufficiente
grandezza da infiammare miscele di materiali trattate nelle aree
colpite".
Ai rischi delle onde elettromagnetiche del MUOS, la redazione di RAI News
dedicò uno speciale dal titolo "Base USA di Sigonella, il pericolo
annunciato", trasmesso il 22 novembre 2008. L´opinione pubblica
siciliana restò sconcertata e i parlamentari Mauro Bulgarelli (Verdi) e
Severino Galante (Pdci) presentarono due interrogazioni al governo, la
prima il 28 novembre, la seconda il 5 dicembre. Prodi e Parisi fecero come
gli struzzi. All´Assessorato Regionale all´Ambiente e Territorio di
Palermo venne invece mantenuto il più assoluto riserbo sull´alternativa
proposta per insediare il terminal terrestre, la stazione di
telecomunicazione di Niscemi. Poi, senza attendere il parere della
Regione, i militari statunitensi diedero un colpo di acceleratore al
programma e il 19 febbraio 2009, in occasione della visita all´impianto
di contrada Ulmo del direttore del Mobile User Objective Program della
Marina USA, Wayne Curls, vennero avviate le
prime opere di perimetrazione e movimentazione terra per predisporre
le piattaforme per le antenne e le torri radio del sistema di
comunicazione satellitare. Nel silenzio (assenso?) di Palazzo dei
Normanni, il Comando di Sigonella affidò ad un consorzio d´imprese
costituito ad hoc ("Team Niscemi Muos"), i lavori di
realizzazione del nuovo impianto militare.
Le imprese iniziarono ad operare nel mese di maggio, quando la niscemese
Rossana Interlandi venne sostituita alla guida dell´assessorato da
Giuseppe Sorbello, per poi rientrare alla Regione Siciliana, lo scorso 26
febbraio, in qualità di dirigente generale del dipartimento....
"Territorio e Ambiente".
Miscele esplosive di radio-frequenze
La stazione di telecomunicazioni della Marina USA di Niscemi è attiva dal
1991, ma né i militari statunitensi e italiani, né gli amministratori
locali e regionali, hanno mai pensato di eseguire un´analisi sulle
emissioni delle 41 antenne radio esistenti. Se ne sono accorti i tecnici
dell´ARPA, l´Agenzia Regionale per la Protezione dell´Ambiente,
chiamati dal neoassessore Sorbello a predisporre quattro centraline di
rilevamento dell´inquinamento elettromagnetico nel comune siciliano.
Eppure le onde emesse dalle antenne della base coprono tutto lo spettro
compreso tra le UHF e le VHF (Ultra and Very High Frequency - ultra e
altissime frequenze, dai 30 MHz ai 3000 MHz, utilizzate per le
comunicazioni radio con aerei e satelliti), alle ELF - VLF - LF (Extremely
and Very Low Frequency - frequenze estremamente basse e bassissime, dai
300 Hz a 300kHZ), queste ultime in grado di penetrare in profondità le
acque degli oceani e contribuire
alle comunicazioni con i sottomarini a capacità e propulsione
nucleare di Stati Uniti e partner NATO. A partire dalla fine degli anni ´90,
le stazione di Niscemi è stata pure dotata del sistema di trasmissione
VLF/LF "AN/FRT- 95" , che ha consentito alle forze navali USA di
accrescere la copertura nelle regioni del Nord Atlantico e del Nord
Pacifico. Il trasmettitore AN/FRT-95A opera tra i 24 ed i 160 kHz con una
potenza compresa tra i 280 kW e i 500 kW, ma il sistema permette l´estendere
in caso di necessità sino ai 2,000 kW.
A seguito della chiusura della stazione di Keflavik (Islanda), a Niscemi
è stato installato nel settembre 2006 un "addizionale" Sistema
di Processamento e Comunicazione Automatico e Integrato con i Sottomarini
(ISABPS). La base ha così assunto tutte le funzioni di collegamento in
bassa frequenza con i sottomarini strategici operanti nella regione
atlantica (Atlantic Low Frequency Submarine Broadcast). Come enfaticamente
sottolineato dal comunicato del Comando dell´US Navy, emesso in occasione
del trasferimento delle installazioni di telecomunicazione dall´Islanda
alla Sicilia, "la missione della stazione navale sarà quella di
garantire i servizi di comunicazione agli utenti di NAS Sigonella come le
forze di Stati Uniti, Nato e delle forze di coalizione che operano nell´Atlantico,
nel Mediterraneo, nel sud-est asiatico e nelle regioni del´Oceano
indiano. Come parte della FORCEnet vision della Marina militare USA, la
Stazione di Niscemi
connetterà sensori, comandi e piattaforme di controllo, organi
decisionali, combattenti e sistemi d´arma per assicurare ulteriori
progressi nella Guerra Globale al Terrorismo". La FORCEnet vision è
l´architettura strategica per le operazioni delle unità navali, aeree e
spaziali nel XXI secolo, con l´obiettivo dichiarato di assicurare alle
forze armate USA la "superiorità nella conoscenza e nelle capacità
di comando e accrescere la potenza di combattimento in guerra".
Alla produzione del cocktail micidiale di radiazioni elettromagnetiche,
non potevano restare assenti a Niscemi gli impianti di trasmissione a
microonde, come sono denominate le onde molto corte comprese tra i 300MHz
e i 300 GHz di frequenza, utilizzate per le trasmissioni spaziali e
satellitari (come saranno ad esempio quelle del MUOS), nella telefonia
cellulare e nei famigerati "forni a microonde".
A provare l´esistenza di specifiche antenne a microonde nella base della
marina statunitense di Niscemi e in altre basi USA in Sicilia, la copia di
un bando della Defense Information Systems Agency, pubblicato il 29 maggio
2008, relativo alla "fornitura ed installazione di tre siti di
comunicazioni a microonde ("microwaves") Line-of-Sight (LOS)",
il primo a Niscemi, il secondo a Sigonella e il terzo nella base navale
USA di Augusta (Siracusa), utilizzata quest´ultima per l´approdo e il
rifornimento di armi e carburante delle unità da guerra, comprese le
portaerei e i sottomarini atomici. Il contratto è stato sottoscritto con
i fornitori il successivo 7 aprile e ha previsto la conclusione dei lavori
entro l´1 ottobre 2008 e la manutenzione degli impianti per la durata di
un anno con la possibilità di proroga sino al 30 settembre 2012.
Opportuno riportare alcuni dei passaggi del bando: "NAVCOMTELSTA (NCTS)
Sicily richiede la sostituzione dei due sistemi radio a microonde
esistenti "COTS" che hanno concluso il loro ciclo vitale. Il
nuovo sistema fornirà la connessione a microonde di 155MB 21 tra l´NCTS
Sicily, ospitato presso la Naval Air Station di Sigonella (NAS II), il
Fleet Logistic Support Site nella baia di Augusta e il Naval Radio
Transmitter Facility di Niscemi". E ancora: "Il contractor
fornirà tutti i materiali, le apparecchiature, le strutture e i servizi
per rendere pienamente funzionante il collegamento LOS tra ognuno dei
sistemi a microonde. Il contractor dovrà fornire quanto necessitano i
ripetitori di segnale, i sistemi d´allarme elettronici e anti-intrusione,
le torri o le strutture di supporto, le antenne, gli alimentatori, gli UPS
e le attrezzature di controllo. Il sistema a microonde supporterà 2-wire
telephone, bidirezionali 4-wire voice, così
come i circuiti richiesti per la trasmissione dati ad un velocità
di 64kb ed oltre". Al contractor privato sono infine affidati tutti
gli interventi in caso di cattivo funzionamento del sistema di
comunicazione, "entro due ore dalla notifica di richiesta del governo
statunitense".
Chissà se una valutazione "HERO" dei rischi elettromagnetici
emessi dalle nuove stazioni a microonde sia mai stata fatta dall´US Navy
per Sigonella, scalo aeroportuale dove quotidianamente vengono movimentate
quantità rilevantissime di armi e carburante. O per la baia di Augusta,
area al centro del "triangolo della morte" Augusta - Priolo -
Melili (di quest´ultimo comune è sindaco Giuseppe Sorbello, assessore
all´Ambiente della regione siciliana), dove impianti petrolchimici,
cementifici, raffinerie, ecc. convivono con una delle principali basi
navali della Marina da guerra italiana e della NATO, e dove sono presenti
due grandi depositi carburante a Punta Cugno e San Cusumano più un
sospetto deposito munizioni a Cava Sorciaro, a disposizione delle forze
armate USA e dei partner atlantici.
In Sicilia forse c´è già chi ha sperimentato sulla propria pelle le
esercitazioni militari a suon di microonde. Sono gli abitanti della
piccola frazione di Canneto di Caronia, nella costa tirrenica della
provincia di Messina, che dal gennaio all´aprile del 2004 assistettero ad
una lunga serie di diabolici fenomeni di autocombustione di
elettrodomestici e impianti elettrici, di smagnetizzazione di bussole,
ecc.. Un rapporto top secret redatto tre anni più tardi dal gruppo di
studio interistituzionale creato dalla presidenza del Consiglio, ha
avanzato l´ipotesi che all´origine degli "incidenti" ci
sarebbero stati "test militari segreti o esperimenti alieni".
Intervistato dal settimanale L´Espresso (26 ottobre 2007), il
coordinatore del gruppo Francesco Mantegna Venerando ha fatto riferimento
ad "una origine artificiale dei fenomeni", come "emissioni
elettromagnetiche impulsive", capaci di generare "una grande
potenza
concentrata in frazioni di tempo estremamente ridotte".
Si sarebbe trattato cioè di "fasci di microonde a ultra high
frequency compresi nella banda tra 300 megahertz e alcuni gigahertz,
applicazioni sperimentali di tecnologie industriali, non escludendo quelle
finalizzate a recenti sistemi d´arma a energia elettromagnetica".
Nuove e terrificanti tecnologie militari a servizio dei signori delle
guerre stellari, dunque. Proprio come il MUOS che si vorrebbe installare a
Niscemi.
Contractor atomico USA per le basi militari in Sicilia
di Antonio Mazzeo
10 febbraio 2009
In attesa che nella base di Sigonella cooperative ed imprese di
costruzioni si spartiscano centinaia di milioni di euro per realizzare la
più grande centrale spionistica che le forze armate statunitensi
possiedono nel mondo, c´è chi si accontenta di gestire tutta una serie
di "servizi" funzionali alle missioni di guerra in Africa,
Caucaso e Golfo Persico. "Accontentarsi" è mero eufemismo, dato
che si tratta di contratti per un valore complessivo di 16 milioni di
dollari, che potrebbero diventare 96 se il Comando d´Ingegneria Navale
della marina militare USA decidesse di prorogarne la durata sino al 2013.
Ad accaparrarsi le commesse nell´avamposto militare destinato ad ospitare
una decina di aerei spia, senza pilota, Euro e Global Hawk di US Air Force
e Nato è stata il "Team Bos Sigonella", un consorzio composto
dalle italiane Gemmo Spa e LA.RA. e dalla statunitense Del-Jen Inc.. Il
primo contratto, di durata annuale, è stato sottoscritto nel febbraio
2008; il secondo, lo scorso novembre. L´elenco dei lavori da eseguire è
però pressoché identico: si va dall´"esecuzione, supervisione,
trasporto di armamenti, materiali ed attrezzature necessarie ai servizi
operativi e di supporto", alla "gestione ed amministrazione dei
servizi ambientali e di quelli denominati janitorial e al "controllo
delle sostanze nocive, la raccolta e il riciclaggio dei rifiuti".
Ma non è finita; al Team Bos Sigonella sono stati pure attribuiti i
lavori di manutenzione delle aree interne alla base, la pulizia delle
strade e i servizi di bus navetta per il personale militare e civile. L´ultimo
paragrafo del protocollo stipulato dalla US Navy chiarisce infine che
tutti i servizi saranno realizzati "a Sigonella e nelle installazioni
siciliane collegate", prime fra tutte il complesso portuale di
Augusta (Siracusa) ove attraccano le portaerei e i sottomarini nucleari,
la stazione di telecomunicazione di Niscemi (Caltanissetta) dove sta per
sorgere il terminal terrestre del sistema satellitare MUOS e il
"Pachino Target Range", in località Marza (Ragusa), centro di
supporto per le esercitazioni aeree e navali USA e Nato nel Mediterraneo
centrale.
Non è poco per un consorzio di recentissima costituzione e che certamente
aspira a divenire il "number one" tra i contractor che operano
nelle basi USA in Italia. Esperienza, versatilità e radicamento nei
territori soggetti ai processi di militarizzazione, sono i requisiti delle
società che ne fanno parte. La Gemmo Spa, ad esempio, ha sede a Vicenza,
città che ospita a Camp Ederle il Comando SETAF - Southern European Task
Force, e dove hanno preso il via i lavori per trasformare il vecchio
aeroporto Dal Molin nella principale base operativa della 173^ Brigata
Aerotrasportata dell´esercito USA. LA.RA. è invece un´impresa di Motta
Sant´Anastasia, cittadina della provincia di Catania dove risiedono
alcune centinaia di militari USA con tanto di famiglie al seguito; essa è
poi di casa a Sigonella da tempi lontanissimi. Del tutto ignota al grande
pubblico è la Del-Jen Inc. di Clarksville, Tennessee, al suo debutto in
Italia. "Forniamo
servizi al Governo USA in qualsiasi parte del mondo" è lo
slogan di quella che preferisce farsi chiamare amichevolmente "DGJ".
Di amichevole c´è però assai poco nella storia passata e recente di una
società che è tra i più fedeli contractor del Dipartimento della Difesa
e delle agenzie statunitensi che operano nel settore nucleare.
Con 2.600 dipendenti e 76 uffici sparsi per il mondo, la Del-Jen Inc. è
nella busta paga di US Air Force, Air Systems Command, US Army, US Navy ed
US Air National Guard. La società fornisce tutti i servizi possibili,
dalla progettazione e costruzione di basi ed infrastrutture logistiche,
alla manutenzione di edifici, attrezzature, velivoli ed abitazioni; esegue
la movimentazione negli scali aeroportuali, la fornitura di combustibili
ai cacciabombardieri, la gestione di "programmi ambientali" in
complessi di ogni tipo, comprese le stazioni missilistiche più segrete.
Solo negli ultimi 5 anni, in joint venture con la Project Resource,
Del-JEn ha sottoscritto con il Dipartimento della Difesa contratti per un
valore di 4.246.406 dollari. La società opera in alcune delle
installazioni chiave per le strategie di guerra degli Stati Uniti: tra
esse, la stazione aeronavale di Rock Island, Illinois (sede dell´arsenale
dove si producono armi e munizioni
destinati alla marina militare); la base aerea di Los Angeles,
California (sede del 61° Stormo e del Centro Spaziale e Missilistico dell´US
Air Force, dove si sviluppano e si sperimentano i più sofisticati sistemi
d´arma destinati alle Guerre Stellari); il complesso aeroportuale di
MacDill, Florida (principale centro per le operazioni di rapido
intervento, trasporto e rifornimento aereo dell´Air Mobility Command).
La Del-Jen coordina le attività logistiche della Eareckson Air Station,
grande installazione che sorge nell´isola di Shemya, a 1.600 miglia dalle
coste dell´Alaska, utilizzata per il rifornimento dei velivoli da guerra
nella rotta Stati Uniti-Estremo Oriente e sede di un sofisticato sistema
radar per l´intercettazione dei missili balistici nucleari
intercontinentali (ICBM) e per quelli lanciati dai sottomarini (SLBC).
Altro importantissimo centro per la guerra atomica in cui la società
americana è presente nella fornitura di servizi vari (trasporti,
manutenzione mezzi, rifornimento) è il ""Nevada Test and
Training Range", il più grande dei poligoni utilizzati dal Pentagono
per la sperimentazione di testate nucleari, superaffollato di sistemi
radar e centri di telecomunicazione.
La Del-Jen compare pure in una joint venture che nel solo anno fiscale
2007 ha ottenuto dal Dipartimento della Difesa contratti per un miliardo e
379 milioni di dollari, quasi l´1% dell´ammontare di quanto speso nello
stesso anno dall´intera amministrazione Bush. Capofila del consorzio
pigliatutto è la Fluor Intercontinental Inc., una delle corporation più
ricche d´America e che nel 2003 ha acquisito il controllo della stessa
Del-Jen. Con sede ad Irving, Texas, la Fluor spazia dal settore delle
costruzioni residenziali civili e militari, alla realizzazione di ponti,
autostrade, centrali elettriche, raffinerie, impianti petrolchimici e
stazioni di telecomunicazione. La compagnia è una delle regine della
shock economy, l´economia dei disastri brillantemente descritta dalla
saggista Naomi Klein: dopo che l´Uragano Katrina inondò nel 2005 New
Orleans, la Fluor Intercontinental fu chiamata dalla Federal Emergency
Management Agency per fornire
alimenti, alloggi e trasporti d´emergenza a 160 mila sfollati della
Louisiana.
Ma sono soprattutto le guerre e le "ricostruzioni" post
conflitto a fare di essa una dei contractor di maggior fiducia dell´amministrazione
USA. Nel solo periodo 2000-2007, l´ammontare dei contratti stipulati dai
dipartimenti e dalle agenzie del governo statunitense con la Fluor Inc. è
stato di 15 miliardi, 515 milioni e 594 mila dollari. Una buona parte di
essi vedono committente il Pentagono e riguardano la costruzione di
infrastrutture e facilities, lo stoccaggio e la distribuzione di
equipaggiamenti e attrezzature, il rifornimento di automezzi, aerei e unità
navali, il controllo del traffico aereo e la "movimentazione e
rimozione di sostanze pericolose".
È alla Fluor International che sono stati affidati i lavori di
realizzazione e/o ampliamento di alcune delle principali basi aeronavali
possedute fuori dai confini nazionali, come ad esempio quelle che sorgono
nell´isola di Guam, nell´Oceano Pacifico, o a Portorico. La società è
attivissima nel supporto tecnico alle operazioni in Afghanistan ed Iraq, e
ha inoltre realizzato alcune delle maggiori infrastrutture militari USA in
questi due paesi, in Kuwait e in Kirghizistan. La Fluor è inoltre una
delle tre compagnie prescelte da Washington per l´esecuzione del "Logistics
Civil Augmentation Program" (LOGCAP), il piano dell´US Army per un
valore di 5 miliardi di dollari finalizzato all´intervento logistico in
qualsiasi parte del mondo in caso di conflitto o "crisi
umanitaria".
Attraverso la controllata Fluor Alaska Inc., la società partecipa ad uno
dei più segreti programmi di riarmo missilistico e nucleare delle forze
armate statunitensi, noto come "Ground Based Missile Defense Project",
operando nella costruzione di 12 nuove infrastrutture e nel potenziamento
di altre già esistenti in Alaska. Le basi sono destinate tutte al lancio
di nuovi missili nucleari e all´intercettazione in volo dei missili
intercontinentali "avversari".
La "nuclear connection" della compagnia texana è tuttavia più
ampia. A partire dal 1970, la Fluor International ha costruito negli Stati
Uniti d´America una ventina di centrali atomiche; inoltre opera per conto
dei Dipartimenti dell´Energia e della Difesa nella manutenzione,
gestione, "decontaminazione e risanamento ambientale" di buona
parte delle centrali USA e dei siti di arricchimento dell´uranio e del
plutonio destinato a fini militari. A seguito dell´impulso dato dall´amministrazione
Bush alla produzione dell´energia nucleare e alla realizzazione di nuove
centrali, la Fluor International ha creato nel marzo 2007 uno specifico
dipartimento di ricerca e produzione atomica, con sede a Greenville,
Carolina del Sud.
"Questa nuova linea d´affari posizionerà Fluor come uno degli
attori leader nella costruzione di nuove infrastrutture generatrici di
energia nucleare", ha dichiarato David Constable, presidente del
Fluor´s Power Group. Come se non bastasse, la società ha esteso il
proprio intervento ad alcuni complessi nucleari, civili e militari, di
Russia e Gran Bretagna. Oggi, grazie alla controllata Del-Jen, Fluor
International sbarca in Italia. I cantieri di guerra non mancano, da
Sigonella a Vicenza, da Napoli-Capodichino ad Aviano. Adesso che il
nucleare non è più un tabù nel bel paese, chissà se il gigante dei
contractor USA non voglia concorrere alla costruzione delle tante centrali
annunciate da Silvio Berlusconi & C.
Il Grande Fratello di Sigonella
di Antonio Mazzeo
21 gennaio 2009
Ignazio La Russa ce l´ha fatta. Lo aveva promesso nel giugno 2008:
"faremo di Sigonella una delle più grandi base d´intelligence del
mondo". Adesso è certo: la stazione aeronavale in mano all´US Navy
ospiterà il nuovo sistema AGS (Alliance Ground System) dell´Alleanza
Atlantica per la sorveglianza della superficie terrestre e la raccolta e l´elaborazione
d´informazioni strategiche. Il governo italiano ha sbaragliato un´agguerritissima
concorrenza: a volere i sofisticati impianti di spionaggio c´erano
Germania, Grecia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna e
Turchia. Gli investimenti in infrastrutture per oltre un miliardo e 560
milioni di euro facevano gola a tutti. Gli Stati Uniti dovevano però
ripagare in qualche modo l´incondizionata fedeltà dei governi d´Italia
alle scelte più scellerate di questi ultimi anni (guerre in Afghanistan e
Iraq, nuova base militare di Aviano, comandi AFRICOM a Napoli e Vicenza,
stazione radar satellitare MUOS a Niscemi, interventi in Libano,
Darfur, Somalia e adesso Gaza). Roma dovrà comunque sborsare 150 milioni
di euro entro la fine del 2010, anno in cui l´AGS diventerà pienamente
operativo. Ma gli affari per i soliti noti del settore costruzioni
militari è assicurato.
L´Alliance Ground System si divide in tre componenti: una stazione fissa
terrestre ove opera il Centro di commando e controllo; una stazione
terrestre che può essere facilmente trasportata su velivoli o navi in
caso d´emergenza e/o conflitto; le "Software Grounds Stations"
costituite da sofisticati sistemi computerizzati che permettono di
ricevere, decodificare e trasmettere le informazioni raccolte.
Le stazioni terrestri sono state tutte progettate per supportare le
operazioni di dispiegamento in tempi rapidissimi, in qualsiasi scacchiere
internazionale, di forze terrestri, velivoli aerei, navi, sottomarini,
unità missilistiche. L´AGS è dunque lo "strumento chiave per
rendere più incisiva la Forza di Risposta della NATO (NRF)",
divenuta operativa nel giugno 2006.
Il sistema consente inoltre di elaborare in tempo reale un quadro
strategico e tattico prontamente disponibile ai Centri di comando e
controllo sia della NATO che dei Paesi membri, in tempo di pace e di
conflitto. "La capacità alleata di sorveglianza terrestre AGS, è un
elemento fondamentale per dare alle forze schierate i mezzi per colpire i
loro bersagli con grande precisione, proteggendole contemporaneamente
dagli attacchi", ha spiegato il relatore USA John Shimkus alla
Sottocommissione per la cooperazione transatlantica dell´Assemblea
Parlamentare della NATO. "L´Alliance Ground System segna un grosso
progresso tecnologico per quanto riguarda la cooperazione alleata in
materia di difesa. Grazie ad esso, i comandanti disporranno di un´immagine
completa, in tempo reale, delle attività sul campo di battaglia man mano
che esse si evolvono. Ciò consentirà un´individuazione molto efficace
degli obiettivi ed aumenterà la precisione dei
tiri in ambienti complessi".
L´elemento cardine del sistema sarà rappresentato da un modernissimo
velivolo senza pilota equipaggiato con sistemi radar e sensori in grado di
rilevare, seguire ed identificare con grande accuratezza e da grande
distanza il movimento di qualsiasi veicolo sul terreno. Lo scorso anno, l´Alleanza
Atlantica ha formalizzato la scelta per l´Euro Hawks UAV, una variante
specifica dell´RQ-4B Global Hawk acquisito da US Air Force e US Navy, che
offrirebbe "maggiori benefici in termini di supporto logistico,
manutenzione ed addestramento".
Le caratteristiche tecniche del Global Hawk erano già invidiabili: con un
peso di 13 tonnellate, questo aereo senza pilota può volare a circa 600
chilometri all´ora a quote di oltre 20.000 metri; ed è in grado di
monitorare un'area di 103,600 chilometri quadrati grazie ad un
potentissimo radar e all´utilizzo di telecamere a bande infrarosse. Le
immagini registrate vengono poi trasmesse via satellite ai comandi
terrestri. L´autonomia del Global Hawk è di 36 ore con un solo pieno di
carburante. La sua rotta è fissata da mappe predeterminate, un po´ come
accade con i missili da crociera Cruise, ma da terra gli operatori possono
cambiare le missioni in qualsiasi momento.
Il primo prototipo di Euro Hawk diventerà operativo entro il 2009: due
colossi del complesso militare industriale, Northrop Grumman ed EADS lo
stanno costruendo dopo aver sottoscritto un contratto di 410 milioni di
euro. I velivoli senza pilota della NATO destinati a Sigonella dovrebbero
essere 6, a cui si aggiungeranno i 4 RQ-4B che l´US Air Force dislocherà
in Sicilia quando saranno completati i lavori di realizzazione degli
hangar di manutenzione degli aerei. "L´AGS è uno dei più costosi
programmi di acquisizione intrapresi dall'Alleanza", dicono a
Bruxelles. Per l´intero sistema di rilevazione è infatti prevista una
spesa che sfiora i 4 miliardi di euro. A beneficiarsene sarà un consorzio
costruito ad hoc da imprese statunitensi ed europee: oltre a Northrop ed
EADS ci sono pure General Dynamics, Thales e l´italiana Galileo Avionica,
società del gruppo Finmeccanica.
Se era ormai nota da tempo la notizia dell´arrivo a Sigonella di
squadriglie di velivoli spia senza pilota, ha destato sorpresa l´accenno
del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini, all´"allestimento
a Sigonella del sistema SIGINT" (acronimo di Signals Intelligence,
nda). Ha dichiarato Camporini: "Abbiamo scelto questa base dopo un´attenta
valutazione e per la sua centralità strategica nel Mediterraneo che le
consentirà di concentrare in quella zona le forze d´intelligence
italiane, della NATO e internazionali".
A Sigonella saranno dunque centralizzate le attività di raccolta d´informazioni
ed analisi di comunicazioni, segnali e strumentazioni straniere,
trasformando la Sicilia in un´immensa centrale di spionaggio mondiale. Un
"Grande Fratello" USA e NATO, insomma, ma non solo. I sistemi di
Signals Intelligence hanno infatti una funzione determinante per scatenare
il "first strike", convenzionale o nucleare che sia. Sono lo
strumento chiave di ogni "guerra preventiva". Una delle
articolazioni SIGINT è la cosiddetta ELINT - Electronic Intelligence, che
si occupa in particolare d´individuare la posizione di radar, navi,
strutture di comando e controllo, sistemi antiaerei e missilistici, con lo
scopo di pianificarne la distruzione in caso di conflitto.
Per il funzionamento di aerei senza pilota, AGS e centrali di spionaggio,
il ministro della difesa ha preannunciato l´arrivo in Sicilia di
"800 uomini della NATO, con le rispettive famiglie". I solerti
sindaci dei comuni di Motta Sant´Anastasia (Catania) e Lentini (Siracusa)
sono stati premiati. Ben quattro varianti ai piani regolatori approvate
negli ultimi anni, consentiranno bibliche colate di cemento su terreni
agricoli e aranceti: su di essi prolifereranno residence e villaggi per i
militari nordamericani.
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gli articoli Forze armate/ Italia
1)No al MUOS a
Sigonella/contractor atomico(10/2/09)guerra a micronde delle basi
USa in Sicilia(1/3/09)
2)La Vicenza connection
delle basi militari USA in Italia
Guerre nel mondo:
Articoli di Antonio Camuso,
Antonio Mazzeo, Alex Zanotelli
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