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NO MUOS

La guerra a microonde delle basi USA in Sicilia


di Antonio Mazzeo



Si aggiungono nuovi tasselli alla vicenda relativa all´installazione a Niscemi, Caltanissetta, del terminal terrestre del sistema di telecomunicazioni satellitari MUOS (Mobile User Objective System). Archiviata la straordinaria manifestazione di popolo (oltre 15.000 persone) che sabato 28 febbraio ha percorso le vie della città siciliana per gridare "No" al pericolosissimo impianto militare delle forze armate USA, trapelano inquietanti indicazioni su quello che è stato l´iter del progetto. Notizie che confermano le connivenze e il cinismo dei governi succedutisi in Italia negli ultimi anni e la scarsissima considerazione che le autorità siciliane nutrono per la salute e la sicurezza delle popolazioni dell´isola.
I consiglieri comunali del Partito democratico di Niscemi hanno denunciato che l´Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione siciliana era a conoscenza del progetto d´installazione del MUOS nella base dell´US Navy di Niscemi sin dal 24 gennaio 2007. "La relativa documentazione è rimasta in mano dell´allora assessore sino al 10 aprile 2008 e per tutto questo tempo avvolta nel silenzio", affermano i consiglieri. "Né sono state effettuate misure di monitoraggio preventivo nella zona già interessata da emissioni elettromagnetiche per le antenne già esistenti nella base della Marina militare statunitense". Presidente della Regione siciliana era l´Udc Totò Cuffaro, assessore l´avvocata Rossana Interlandi, esponente dell´Mpa di Raffaele Lombardo ed ex consigliere d´amministrazione dell´Università di Catania. Nessuno a Palermo avrebbe fatto caso alle possibili violazioni amministrative ed ambientali del progetto, né che
 l´area prescelta per l´installazione del terminal terrestre si trovava all´interno della Riserva naturale orientata "Sughereta", area protetta della Regione siciliana. Un comportamento decisamente censurabile quello dei funzionari dell´assessorato guidato dalla dottoressa Interlandi, già attivista del WWF ed originaria proprio di... Niscemi.


All´assessorato vige l´omertà

Ma torniamo alla data del 24 gennaio 2007, quando cioè sarebbe stata presentata la richiesta alla Regione per installare il MUOS in contrada Ulmo di Niscemi. Presidente del consiglio era Romano Prodi, ministro della difesa, Arturo Parisi. Entrambi omisero d´informare il parlamento sull´accordo sottoscritto con Washington per ospitare in Italia il nuovo sistema per le guerre stellari, mentre l´Australia, altro paese straniero sede di una delle quattro stazioni terrestri previste, aveva reso pubblico e subito, i contenuti del programma militare. Ciononostante, nella primavera del 2007, furono due organi di stampa siciliani (Centonove e L´isola possibile) con il sito internet Terrelibere.org a rivelare il nuovo piano d´insediamento militare. Con un´"imprecisione" involontaria, però, quella cioè che il MUOS sarebbe giunto alla base di Sigonella. Il riferimento alla stazione aeronavale alle porte di Catania era contenuto in alcuni documenti
 dell´US Navy. Tra gli allegati, c´era pure uno studio sull´impatto delle onde elettromagnetiche del sistema satellitare, elaborato dall´AGI - Analytical Graphics, Inc., importante società con sede a Exton, Pennsylvania, in collaborazione con la Maxim Systems di San Diego, California. Lo studio, denominato "Sicily RADHAZ Radio and Radar Radiation Hazards Model", aveva elaborato un modello di verifica dei rischi di irradiazione elettromagnetica sui sistemi d´armi, munizioni, propellenti ed esplosivi ("HERO - Hazards of Electromagnetic to Ordnance") ospitati a Sigonella. La simulazione informatica aveva verificato l´incompatibilità del MUOS all´interno della base ("le fortissime emissioni elettromagnetiche possono avviare la detonazione degli ordigni presenti"), suggerendo "di trovare una nuova destinazione". Un´ulteriore ricerca sugli "Hazards of Electromagnetic Radiation to Ordnance" permise alla "Campagna per la
 smilitarizzazione di Sigonella" di entrare in possesso dei manuali di prevenzione incidenti adottati dalla Marina USA. In uno di essi si riportava testualmente che "l´esposizione all´energia derivante dai sistemi radio di sufficiente intensità e frequenze comprese tra i 3 kilohertz (kHz) ed i 300 GHz possono avere effetti negativi su personale, sistemi d´arma e carburanti". Nel "Federal Standard 1037C" del governo degli Stati Uniti venivano elencati i principali rischi RADHAZ: "induzione o associazione di correnti e/o voltaggi di grande magnitudine sufficienti ad avviare i meccanismi di auto-esplosione di armi, munizioni e altri sistemi esplodenti; generazione di effetti dannosi o nocivi all´uomo e all´ambiente; creazione di scintille di sufficiente grandezza da infiammare miscele di materiali trattate nelle aree colpite".
Ai rischi delle onde elettromagnetiche del MUOS, la redazione di RAI News dedicò uno speciale dal titolo "Base USA di Sigonella, il pericolo annunciato", trasmesso il 22 novembre 2008. L´opinione pubblica siciliana restò sconcertata e i parlamentari Mauro Bulgarelli (Verdi) e Severino Galante (Pdci) presentarono due interrogazioni al governo, la prima il 28 novembre, la seconda il 5 dicembre. Prodi e Parisi fecero come gli struzzi. All´Assessorato Regionale all´Ambiente e Territorio di Palermo venne invece mantenuto il più assoluto riserbo sull´alternativa proposta per insediare il terminal terrestre, la stazione di telecomunicazione di Niscemi. Poi, senza attendere il parere della Regione, i militari statunitensi diedero un colpo di acceleratore al programma e il 19 febbraio 2009, in occasione della visita all´impianto di contrada Ulmo del direttore del Mobile User Objective Program della Marina USA, Wayne Curls, vennero avviate le
 prime opere di perimetrazione e movimentazione terra per predisporre le piattaforme per le antenne e le torri radio del sistema di comunicazione satellitare. Nel silenzio (assenso?) di Palazzo dei Normanni, il Comando di Sigonella affidò ad un consorzio d´imprese costituito ad hoc ("Team Niscemi Muos"), i lavori di realizzazione del nuovo impianto militare.
Le imprese iniziarono ad operare nel mese di maggio, quando la niscemese Rossana Interlandi venne sostituita alla guida dell´assessorato da Giuseppe Sorbello, per poi rientrare alla Regione Siciliana, lo scorso 26 febbraio, in qualità di dirigente generale del dipartimento.... "Territorio e Ambiente".


Miscele esplosive di radio-frequenze

La stazione di telecomunicazioni della Marina USA di Niscemi è attiva dal 1991, ma né i militari statunitensi e italiani, né gli amministratori locali e regionali, hanno mai pensato di eseguire un´analisi sulle emissioni delle 41 antenne radio esistenti. Se ne sono accorti i tecnici dell´ARPA, l´Agenzia Regionale per la Protezione dell´Ambiente, chiamati dal neoassessore Sorbello a predisporre quattro centraline di rilevamento dell´inquinamento elettromagnetico nel comune siciliano. Eppure le onde emesse dalle antenne della base coprono tutto lo spettro compreso tra le UHF e le VHF (Ultra and Very High Frequency - ultra e altissime frequenze, dai 30 MHz ai 3000 MHz, utilizzate per le comunicazioni radio con aerei e satelliti), alle ELF - VLF - LF (Extremely and Very Low Frequency - frequenze estremamente basse e bassissime, dai 300 Hz a 300kHZ), queste ultime in grado di penetrare in profondità le acque degli oceani e contribuire
 alle comunicazioni con i sottomarini a capacità e propulsione nucleare di Stati Uniti e partner NATO. A partire dalla fine degli anni ´90, le stazione di Niscemi è stata pure dotata del sistema di trasmissione VLF/LF "AN/FRT- 95" , che ha consentito alle forze navali USA di accrescere la copertura nelle regioni del Nord Atlantico e del Nord Pacifico. Il trasmettitore AN/FRT-95A opera tra i 24 ed i 160 kHz con una potenza compresa tra i 280 kW e i 500 kW, ma il sistema permette l´estendere in caso di necessità sino ai 2,000 kW.
A seguito della chiusura della stazione di Keflavik (Islanda), a Niscemi è stato installato nel settembre 2006 un "addizionale" Sistema di Processamento e Comunicazione Automatico e Integrato con i Sottomarini (ISABPS). La base ha così assunto tutte le funzioni di collegamento in bassa frequenza con i sottomarini strategici operanti nella regione atlantica (Atlantic Low Frequency Submarine Broadcast). Come enfaticamente sottolineato dal comunicato del Comando dell´US Navy, emesso in occasione del trasferimento delle installazioni di telecomunicazione dall´Islanda alla Sicilia, "la missione della stazione navale sarà quella di garantire i servizi di comunicazione agli utenti di NAS Sigonella come le forze di Stati Uniti, Nato e delle forze di coalizione che operano nell´Atlantico, nel Mediterraneo, nel sud-est asiatico e nelle regioni del´Oceano indiano. Come parte della FORCEnet vision della Marina militare USA, la Stazione di Niscemi
 connetterà sensori, comandi e piattaforme di controllo, organi decisionali, combattenti e sistemi d´arma per assicurare ulteriori progressi nella Guerra Globale al Terrorismo". La FORCEnet vision è l´architettura strategica per le operazioni delle unità navali, aeree e spaziali nel XXI secolo, con l´obiettivo dichiarato di assicurare alle forze armate USA la "superiorità nella conoscenza e nelle capacità di comando e accrescere la potenza di combattimento in guerra".
Alla produzione del cocktail micidiale di radiazioni elettromagnetiche, non potevano restare assenti a Niscemi gli impianti di trasmissione a microonde, come sono denominate le onde molto corte comprese tra i 300MHz e i 300 GHz di frequenza, utilizzate per le trasmissioni spaziali e satellitari (come saranno ad esempio quelle del MUOS), nella telefonia cellulare e nei famigerati "forni a microonde".
A provare l´esistenza di specifiche antenne a microonde nella base della marina statunitense di Niscemi e in altre basi USA in Sicilia, la copia di un bando della Defense Information Systems Agency, pubblicato il 29 maggio 2008, relativo alla "fornitura ed installazione di tre siti di comunicazioni a microonde ("microwaves") Line-of-Sight (LOS)", il primo a Niscemi, il secondo a Sigonella e il terzo nella base navale USA di Augusta (Siracusa), utilizzata quest´ultima per l´approdo e il rifornimento di armi e carburante delle unità da guerra, comprese le portaerei e i sottomarini atomici. Il contratto è stato sottoscritto con i fornitori il successivo 7 aprile e ha previsto la conclusione dei lavori entro l´1 ottobre 2008 e la manutenzione degli impianti per la durata di un anno con la possibilità di proroga sino al 30 settembre 2012.
Opportuno riportare alcuni dei passaggi del bando: "NAVCOMTELSTA (NCTS) Sicily richiede la sostituzione dei due sistemi radio a microonde esistenti "COTS" che hanno concluso il loro ciclo vitale. Il nuovo sistema fornirà la connessione a microonde di 155MB 21 tra l´NCTS Sicily, ospitato presso la Naval Air Station di Sigonella (NAS II), il Fleet Logistic Support Site nella baia di Augusta e il Naval Radio Transmitter Facility di Niscemi". E ancora: "Il contractor fornirà tutti i materiali, le apparecchiature, le strutture e i servizi per rendere pienamente funzionante il collegamento LOS tra ognuno dei sistemi a microonde. Il contractor dovrà fornire quanto necessitano i ripetitori di segnale, i sistemi d´allarme elettronici e anti-intrusione, le torri o le strutture di supporto, le antenne, gli alimentatori, gli UPS e le attrezzature di controllo. Il sistema a microonde supporterà 2-wire telephone, bidirezionali 4-wire voice, così
 come i circuiti richiesti per la trasmissione dati ad un velocità di 64kb ed oltre". Al contractor privato sono infine affidati tutti gli interventi in caso di cattivo funzionamento del sistema di comunicazione, "entro due ore dalla notifica di richiesta del governo statunitense".
Chissà se una valutazione "HERO" dei rischi elettromagnetici emessi dalle nuove stazioni a microonde sia mai stata fatta dall´US Navy per Sigonella, scalo aeroportuale dove quotidianamente vengono movimentate quantità rilevantissime di armi e carburante. O per la baia di Augusta, area al centro del "triangolo della morte" Augusta - Priolo - Melili (di quest´ultimo comune è sindaco Giuseppe Sorbello, assessore all´Ambiente della regione siciliana), dove impianti petrolchimici, cementifici, raffinerie, ecc. convivono con una delle principali basi navali della Marina da guerra italiana e della NATO, e dove sono presenti due grandi depositi carburante a Punta Cugno e San Cusumano più un sospetto deposito munizioni a Cava Sorciaro, a disposizione delle forze armate USA e dei partner atlantici.
In Sicilia forse c´è già chi ha sperimentato sulla propria pelle le esercitazioni militari a suon di microonde. Sono gli abitanti della piccola frazione di Canneto di Caronia, nella costa tirrenica della provincia di Messina, che dal gennaio all´aprile del 2004 assistettero ad una lunga serie di diabolici fenomeni di autocombustione di elettrodomestici e impianti elettrici, di smagnetizzazione di bussole, ecc.. Un rapporto top secret redatto tre anni più tardi dal gruppo di studio interistituzionale creato dalla presidenza del Consiglio, ha avanzato l´ipotesi che all´origine degli "incidenti" ci sarebbero stati "test militari segreti o esperimenti alieni". Intervistato dal settimanale L´Espresso (26 ottobre 2007), il coordinatore del gruppo Francesco Mantegna Venerando ha fatto riferimento ad "una origine artificiale dei fenomeni", come "emissioni elettromagnetiche impulsive", capaci di generare "una grande potenza
 concentrata in frazioni di tempo estremamente ridotte".
Si sarebbe trattato cioè di "fasci di microonde a ultra high frequency compresi nella banda tra 300 megahertz e alcuni gigahertz, applicazioni sperimentali di tecnologie industriali, non escludendo quelle finalizzate a recenti sistemi d´arma a energia elettromagnetica". Nuove e terrificanti tecnologie militari a servizio dei signori delle guerre stellari, dunque. Proprio come il MUOS che si vorrebbe installare a Niscemi.


     

Contractor atomico USA per le basi militari in Sicilia


di Antonio Mazzeo

10 febbraio 2009



In attesa che nella base di Sigonella cooperative ed imprese di costruzioni si spartiscano centinaia di milioni di euro per realizzare la più grande centrale spionistica che le forze armate statunitensi possiedono nel mondo, c´è chi si accontenta di gestire tutta una serie di "servizi" funzionali alle missioni di guerra in Africa, Caucaso e Golfo Persico. "Accontentarsi" è mero eufemismo, dato che si tratta di contratti per un valore complessivo di 16 milioni di dollari, che potrebbero diventare 96 se il Comando d´Ingegneria Navale della marina militare USA decidesse di prorogarne la durata sino al 2013.
Ad accaparrarsi le commesse nell´avamposto militare destinato ad ospitare una decina di aerei spia, senza pilota, Euro e Global Hawk di US Air Force e Nato è stata il "Team Bos Sigonella", un consorzio composto dalle italiane Gemmo Spa e LA.RA. e dalla statunitense Del-Jen Inc.. Il primo contratto, di durata annuale, è stato sottoscritto nel febbraio 2008; il secondo, lo scorso novembre. L´elenco dei lavori da eseguire è però pressoché identico: si va dall´"esecuzione, supervisione, trasporto di armamenti, materiali ed attrezzature necessarie ai servizi operativi e di supporto", alla "gestione ed amministrazione dei servizi ambientali e di quelli denominati janitorial e al "controllo delle sostanze nocive, la raccolta e il riciclaggio dei rifiuti".
Ma non è finita; al Team Bos Sigonella sono stati pure attribuiti i lavori di manutenzione delle aree interne alla base, la pulizia delle strade e i servizi di bus navetta per il personale militare e civile. L´ultimo paragrafo del protocollo stipulato dalla US Navy chiarisce infine che tutti i servizi saranno realizzati "a Sigonella e nelle installazioni siciliane collegate", prime fra tutte il complesso portuale di Augusta (Siracusa) ove attraccano le portaerei e i sottomarini nucleari, la stazione di telecomunicazione di Niscemi (Caltanissetta) dove sta per sorgere il terminal terrestre del sistema satellitare MUOS e il "Pachino Target Range", in località Marza (Ragusa), centro di supporto per le esercitazioni aeree e navali USA e Nato nel Mediterraneo centrale.
Non è poco per un consorzio di recentissima costituzione e che certamente aspira a divenire il "number one" tra i contractor che operano nelle basi USA in Italia. Esperienza, versatilità e radicamento nei territori soggetti ai processi di militarizzazione, sono i requisiti delle società che ne fanno parte. La Gemmo Spa, ad esempio, ha sede a Vicenza, città che ospita a Camp Ederle il Comando SETAF - Southern European Task Force, e dove hanno preso il via i lavori per trasformare il vecchio aeroporto Dal Molin nella principale base operativa della 173^ Brigata Aerotrasportata dell´esercito USA. LA.RA. è invece un´impresa di Motta Sant´Anastasia, cittadina della provincia di Catania dove risiedono alcune centinaia di militari USA con tanto di famiglie al seguito; essa è poi di casa a Sigonella da tempi lontanissimi. Del tutto ignota al grande pubblico è la Del-Jen Inc. di Clarksville, Tennessee, al suo debutto in Italia. "Forniamo
 servizi al Governo USA in qualsiasi parte del mondo" è lo slogan di quella che preferisce farsi chiamare amichevolmente "DGJ". Di amichevole c´è però assai poco nella storia passata e recente di una società che è tra i più fedeli contractor del Dipartimento della Difesa e delle agenzie statunitensi che operano nel settore nucleare.
Con 2.600 dipendenti e 76 uffici sparsi per il mondo, la Del-Jen Inc. è nella busta paga di US Air Force, Air Systems Command, US Army, US Navy ed US Air National Guard. La società fornisce tutti i servizi possibili, dalla progettazione e costruzione di basi ed infrastrutture logistiche, alla manutenzione di edifici, attrezzature, velivoli ed abitazioni; esegue la movimentazione negli scali aeroportuali, la fornitura di combustibili ai cacciabombardieri, la gestione di "programmi ambientali" in complessi di ogni tipo, comprese le stazioni missilistiche più segrete. Solo negli ultimi 5 anni, in joint venture con la Project Resource, Del-JEn ha sottoscritto con il Dipartimento della Difesa contratti per un valore di 4.246.406 dollari. La società opera in alcune delle installazioni chiave per le strategie di guerra degli Stati Uniti: tra esse, la stazione aeronavale di Rock Island, Illinois (sede dell´arsenale dove si producono armi e munizioni
 destinati alla marina militare); la base aerea di Los Angeles, California (sede del 61° Stormo e del Centro Spaziale e Missilistico dell´US Air Force, dove si sviluppano e si sperimentano i più sofisticati sistemi d´arma destinati alle Guerre Stellari); il complesso aeroportuale di MacDill, Florida (principale centro per le operazioni di rapido intervento, trasporto e rifornimento aereo dell´Air Mobility Command).
La Del-Jen coordina le attività logistiche della Eareckson Air Station, grande installazione che sorge nell´isola di Shemya, a 1.600 miglia dalle coste dell´Alaska, utilizzata per il rifornimento dei velivoli da guerra nella rotta Stati Uniti-Estremo Oriente e sede di un sofisticato sistema radar per l´intercettazione dei missili balistici nucleari intercontinentali (ICBM) e per quelli lanciati dai sottomarini (SLBC). Altro importantissimo centro per la guerra atomica in cui la società americana è presente nella fornitura di servizi vari (trasporti, manutenzione mezzi, rifornimento) è il ""Nevada Test and Training Range", il più grande dei poligoni utilizzati dal Pentagono per la sperimentazione di testate nucleari, superaffollato di sistemi radar e centri di telecomunicazione.
La Del-Jen compare pure in una joint venture che nel solo anno fiscale 2007 ha ottenuto dal Dipartimento della Difesa contratti per un miliardo e 379 milioni di dollari, quasi l´1% dell´ammontare di quanto speso nello stesso anno dall´intera amministrazione Bush. Capofila del consorzio pigliatutto è la Fluor Intercontinental Inc., una delle corporation più ricche d´America e che nel 2003 ha acquisito il controllo della stessa Del-Jen. Con sede ad Irving, Texas, la Fluor spazia dal settore delle costruzioni residenziali civili e militari, alla realizzazione di ponti, autostrade, centrali elettriche, raffinerie, impianti petrolchimici e stazioni di telecomunicazione. La compagnia è una delle regine della shock economy, l´economia dei disastri brillantemente descritta dalla saggista Naomi Klein: dopo che l´Uragano Katrina inondò nel 2005 New Orleans, la Fluor Intercontinental fu chiamata dalla Federal Emergency Management Agency per fornire
 alimenti, alloggi e trasporti d´emergenza a 160 mila sfollati della Louisiana.
Ma sono soprattutto le guerre e le "ricostruzioni" post conflitto a fare di essa una dei contractor di maggior fiducia dell´amministrazione USA. Nel solo periodo 2000-2007, l´ammontare dei contratti stipulati dai dipartimenti e dalle agenzie del governo statunitense con la Fluor Inc. è stato di 15 miliardi, 515 milioni e 594 mila dollari. Una buona parte di essi vedono committente il Pentagono e riguardano la costruzione di infrastrutture e facilities, lo stoccaggio e la distribuzione di equipaggiamenti e attrezzature, il rifornimento di automezzi, aerei e unità navali, il controllo del traffico aereo e la "movimentazione e rimozione di sostanze pericolose".
È alla Fluor International che sono stati affidati i lavori di realizzazione e/o ampliamento di alcune delle principali basi aeronavali possedute fuori dai confini nazionali, come ad esempio quelle che sorgono nell´isola di Guam, nell´Oceano Pacifico, o a Portorico. La società è attivissima nel supporto tecnico alle operazioni in Afghanistan ed Iraq, e ha inoltre realizzato alcune delle maggiori infrastrutture militari USA in questi due paesi, in Kuwait e in Kirghizistan. La Fluor è inoltre una delle tre compagnie prescelte da Washington per l´esecuzione del "Logistics Civil Augmentation Program" (LOGCAP), il piano dell´US Army per un valore di 5 miliardi di dollari finalizzato all´intervento logistico in qualsiasi parte del mondo in caso di conflitto o "crisi umanitaria".
Attraverso la controllata Fluor Alaska Inc., la società partecipa ad uno dei più segreti programmi di riarmo missilistico e nucleare delle forze armate statunitensi, noto come "Ground Based Missile Defense Project", operando nella costruzione di 12 nuove infrastrutture e nel potenziamento di altre già esistenti in Alaska. Le basi sono destinate tutte al lancio di nuovi missili nucleari e all´intercettazione in volo dei missili intercontinentali "avversari".
La "nuclear connection" della compagnia texana è tuttavia più ampia. A partire dal 1970, la Fluor International ha costruito negli Stati Uniti d´America una ventina di centrali atomiche; inoltre opera per conto dei Dipartimenti dell´Energia e della Difesa nella manutenzione, gestione, "decontaminazione e risanamento ambientale" di buona parte delle centrali USA e dei siti di arricchimento dell´uranio e del plutonio destinato a fini militari. A seguito dell´impulso dato dall´amministrazione Bush alla produzione dell´energia nucleare e alla realizzazione di nuove centrali, la Fluor International ha creato nel marzo 2007 uno specifico dipartimento di ricerca e produzione atomica, con sede a Greenville, Carolina del Sud.
"Questa nuova linea d´affari posizionerà Fluor come uno degli attori leader nella costruzione di nuove infrastrutture generatrici di energia nucleare", ha dichiarato David Constable, presidente del Fluor´s Power Group. Come se non bastasse, la società ha esteso il proprio intervento ad alcuni complessi nucleari, civili e militari, di Russia e Gran Bretagna. Oggi, grazie alla controllata Del-Jen, Fluor International sbarca in Italia. I cantieri di guerra non mancano, da Sigonella a Vicenza, da Napoli-Capodichino ad Aviano. Adesso che il nucleare non è più un tabù nel bel paese, chissà se il gigante dei contractor USA non voglia concorrere alla costruzione delle tante centrali annunciate da Silvio Berlusconi & C.


 

Il Grande Fratello di Sigonella


di Antonio Mazzeo

21 gennaio 2009


Ignazio La Russa ce l´ha fatta. Lo aveva promesso nel giugno 2008: "faremo di Sigonella una delle più grandi base d´intelligence del mondo". Adesso è certo: la stazione aeronavale in mano all´US Navy ospiterà il nuovo sistema AGS (Alliance Ground System) dell´Alleanza Atlantica per la sorveglianza della superficie terrestre e la raccolta e l´elaborazione d´informazioni strategiche. Il governo italiano ha sbaragliato un´agguerritissima concorrenza: a volere i sofisticati impianti di spionaggio c´erano Germania, Grecia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna e Turchia. Gli investimenti in infrastrutture per oltre un miliardo e 560 milioni di euro facevano gola a tutti. Gli Stati Uniti dovevano però ripagare in qualche modo l´incondizionata fedeltà dei governi d´Italia alle scelte più scellerate di questi ultimi anni (guerre in Afghanistan e Iraq, nuova base militare di Aviano, comandi AFRICOM a Napoli e Vicenza,
 stazione radar satellitare MUOS a Niscemi, interventi in Libano, Darfur, Somalia e adesso Gaza). Roma dovrà comunque sborsare 150 milioni di euro entro la fine del 2010, anno in cui l´AGS diventerà pienamente operativo. Ma gli affari per i soliti noti del settore costruzioni militari è assicurato.
L´Alliance Ground System si divide in tre componenti: una stazione fissa terrestre ove opera il Centro di commando e controllo; una stazione terrestre che può essere facilmente trasportata su velivoli o navi in caso d´emergenza e/o conflitto; le "Software Grounds Stations" costituite da sofisticati sistemi computerizzati che permettono di ricevere, decodificare e trasmettere le informazioni raccolte.
Le stazioni terrestri sono state tutte progettate per supportare le operazioni di dispiegamento in tempi rapidissimi, in qualsiasi scacchiere internazionale, di forze terrestri, velivoli aerei, navi, sottomarini, unità missilistiche. L´AGS è dunque lo "strumento chiave per rendere più incisiva la Forza di Risposta della NATO (NRF)", divenuta operativa nel giugno 2006.
Il sistema consente inoltre di elaborare in tempo reale un quadro strategico e tattico prontamente disponibile ai Centri di comando e controllo sia della NATO che dei Paesi membri, in tempo di pace e di conflitto. "La capacità alleata di sorveglianza terrestre AGS, è un elemento fondamentale per dare alle forze schierate i mezzi per colpire i loro bersagli con grande precisione, proteggendole contemporaneamente dagli attacchi", ha spiegato il relatore USA John Shimkus alla Sottocommissione per la cooperazione transatlantica dell´Assemblea Parlamentare della NATO. "L´Alliance Ground System segna un grosso progresso tecnologico per quanto riguarda la cooperazione alleata in materia di difesa. Grazie ad esso, i comandanti disporranno di un´immagine completa, in tempo reale, delle attività sul campo di battaglia man mano che esse si evolvono. Ciò consentirà un´individuazione molto efficace degli obiettivi ed aumenterà la precisione dei
 tiri in ambienti complessi".
L´elemento cardine del sistema sarà rappresentato da un modernissimo velivolo senza pilota equipaggiato con sistemi radar e sensori in grado di rilevare, seguire ed identificare con grande accuratezza e da grande distanza il movimento di qualsiasi veicolo sul terreno. Lo scorso anno, l´Alleanza Atlantica ha formalizzato la scelta per l´Euro Hawks UAV, una variante specifica dell´RQ-4B Global Hawk acquisito da US Air Force e US Navy, che offrirebbe "maggiori benefici in termini di supporto logistico, manutenzione ed addestramento".
Le caratteristiche tecniche del Global Hawk erano già invidiabili: con un peso di 13 tonnellate, questo aereo senza pilota può volare a circa 600 chilometri all´ora a quote di oltre 20.000 metri; ed è in grado di monitorare un'area di 103,600 chilometri quadrati grazie ad un potentissimo radar e all´utilizzo di telecamere a bande infrarosse. Le immagini registrate vengono poi trasmesse via satellite ai comandi terrestri. L´autonomia del Global Hawk è di 36 ore con un solo pieno di carburante. La sua rotta è fissata da mappe predeterminate, un po´ come accade con i missili da crociera Cruise, ma da terra gli operatori possono cambiare le missioni in qualsiasi momento.
Il primo prototipo di Euro Hawk diventerà operativo entro il 2009: due colossi del complesso militare industriale, Northrop Grumman ed EADS lo stanno costruendo dopo aver sottoscritto un contratto di 410 milioni di euro. I velivoli senza pilota della NATO destinati a Sigonella dovrebbero essere 6, a cui si aggiungeranno i 4 RQ-4B che l´US Air Force dislocherà in Sicilia quando saranno completati i lavori di realizzazione degli hangar di manutenzione degli aerei. "L´AGS è uno dei più costosi programmi di acquisizione intrapresi dall'Alleanza", dicono a Bruxelles. Per l´intero sistema di rilevazione è infatti prevista una spesa che sfiora i 4 miliardi di euro. A beneficiarsene sarà un consorzio costruito ad hoc da imprese statunitensi ed europee: oltre a Northrop ed EADS ci sono pure General Dynamics, Thales e l´italiana Galileo Avionica, società del gruppo Finmeccanica.
Se era ormai nota da tempo la notizia dell´arrivo a Sigonella di squadriglie di velivoli spia senza pilota, ha destato sorpresa l´accenno del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini, all´"allestimento a Sigonella del sistema SIGINT" (acronimo di Signals Intelligence, nda). Ha dichiarato Camporini: "Abbiamo scelto questa base dopo un´attenta valutazione e per la sua centralità strategica nel Mediterraneo che le consentirà di concentrare in quella zona le forze d´intelligence italiane, della NATO e internazionali".
A Sigonella saranno dunque centralizzate le attività di raccolta d´informazioni ed analisi di comunicazioni, segnali e strumentazioni straniere, trasformando la Sicilia in un´immensa centrale di spionaggio mondiale. Un "Grande Fratello" USA e NATO, insomma, ma non solo. I sistemi di Signals Intelligence hanno infatti una funzione determinante per scatenare il "first strike", convenzionale o nucleare che sia. Sono lo strumento chiave di ogni "guerra preventiva". Una delle articolazioni SIGINT è la cosiddetta ELINT - Electronic Intelligence, che si occupa in particolare d´individuare la posizione di radar, navi, strutture di comando e controllo, sistemi antiaerei e missilistici, con lo scopo di pianificarne la distruzione in caso di conflitto.
Per il funzionamento di aerei senza pilota, AGS e centrali di spionaggio, il ministro della difesa ha preannunciato l´arrivo in Sicilia di "800 uomini della NATO, con le rispettive famiglie". I solerti sindaci dei comuni di Motta Sant´Anastasia (Catania) e Lentini (Siracusa) sono stati premiati. Ben quattro varianti ai piani regolatori approvate negli ultimi anni, consentiranno bibliche colate di cemento su terreni agricoli e aranceti: su di essi prolifereranno residence e villaggi per i militari nordamericani.

tutti gli articoli Forze armate/ Italia

1)No al MUOS a Sigonella/contractor atomico(10/2/09)guerra a micronde delle basi  USa in Sicilia(1/3/09)

2)La Vicenza connection delle basi militari USA in Italia

Guerre nel mondo:

 Articoli di Antonio Camuso, Antonio Mazzeo, Alex Zanotelli

Vedi anche:

LE INCHIESTE

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 GLI ARTICOLI

GLI INTERVENTI