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LA NOTIZIA
http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/esteri/afghanistan-19/afghanistan-19/afghanistan-19.html
Afghanistan, attacco ai militari
italiani
Uccisi sei parà della Folgore, quattro feriti
http://www.casertanews.it/casertanews_servizi.asp?action=stampanotizia&art_id=20090918072838&
KABUL - E' quasi mezzogiorno a
Kabul quando si scatena l'inferno. Sulla strada per l'aeroporto, un'auto
con 150 chili di esplosivo si lancia contro due blindati italiani. Lo
scoppio si sente a chilometri di distanza. Muoiono sei paracadutisti della
Folgore, altri quattro militari (tre paracadutisti e un aviere) restano
feriti. Molte sono le vittime anche tra i civili, oltre 20 afgani che
affollavano un mercato vicino sono stati uccisi e altri 60 sono rimasti
feriti...SEGUE SU REPUBBLICA.IT
(
17 settembre 2009
)
dichiarazioni e comunicati e articoli di protesta
AFGHANISTAN: RILANCIARE LA MOBILITAZIONE
RITIRO IMMEDIATO ED INCONDIZIONATO DELLE TRUPPE ITALIANE DALL'AFGHANISTAN
- RILANCIARE LA MOBILITAZIONE CONTRO LA GUERRA IN TUTTO IL PAESE
Il nuovo attacco della resistenza afghana contro le truppe occupanti ha
colpito con durezza i militari italiani, uccidendo nel centro di Kabul sei
professionisti della brigata di paracadutisti Folgore .
L'azione di stamane, insieme allo stillicidio di operazioni militari di
questi mesi, dimostra la totale inutilita' dell'immane massacro di civili,
resistenti e militari dell'ISAF determinato in otto anni di occupazione.
Oggi le forze della resistenza sono piu' forti che mai e mettono in
discussione l'intera strategia politico/militare occidentale in quel
martoriato paese.
Se a questa situazione militare aggiungiamo l'inconsistenza delll'assetto
istituzionale e governativo inventato intorno alla figura del quisling
Karzai il quadro di insieme che ne esce e' devastante.
In questi giorni abbiamo raccolto l'adesione di un consistente numero di
realta' politiche, sociali e sindacali su un manifesto nazionale per il
ritiro delle truppe dall'Afghanistan . Altre adesioni stanno giungendo,
insieme alla richiesta di copie del manifesto per l'affissione in tante
citta' d'Italia. E' la dimostrazione della reattivita di un movimento
contro la guerra sotto traccia ma ancora ramificato su tutto il territorio
nazionale, che ci spinge ad indicare, di fronte al precipitare della crisi
militare e politica sul fronte afgano, il rilancio di una mobilitazione
forte, ampia, unitaria e coordinata.
Per rendere concreta la ripresa della mobilitazione proponiamo la
sollecita convocazione del Patto contro la guerra, ambito utile in questi
anni a coordinare e veicolare importanti mobilitazioni.
In questi giorni, nei quali la gran cassa mediatica riproporra' la
retorica militarista e patriottarda che accompagna il ritorno delle salme
dei militari italiani, occorre con coraggio scendere in piazza citta' per
citta', con presidi, volantinaggi, assemblee.
Tutte le realta'che vogliano utilizzare il manifesto nazionale in queste
mobilitazioni possono chiederne copie rispondendo a questa mail o
telefonando al 3384014989 o al 3381028120
La Rete nazionale Disarmiamoli!
Per un movimento di massa contro la guerra ed il ritiro immediato delle
truppe dall'Afghanistan
di Francesco Maringio, Alfio Nicotra
su Prc del 14/09/2009
Ordine del giorno assunto in modo unanime dal Comitato politico nazionale
del PRC, 12-13 settembre 2009
Obama rappresenta ad un tempo discontinuita e continuita. E giunto alla
presidenza al momento in cui scoppiava la grande bolla finanziaria, che
rendeva manifesta la crisi capitalistica e quando la politica estera di
Bush manifestava evidenti segni di fallimento sui fronti principali da lui
aperti - Iraq, Afghanistan, Medio Oriente - ed era incapace di contenere
il movimento di emancipazione in America Latina. Obama viene eletto
presidente quando gli USA sono costretti a ridisegnare la loro politica
estera ma non vi e alcuna rinuncia al militarismo con la disseminazione di
basi militari in tutto il mondo (di recente ben 7 in Colombia, chiaramente
volte contro i paesi come il Venezuela e la Bolivia, per non parlare da
noi della base di Vicenza) e l'aumento del contingente militare in
Afghanistan.
L'Afghanistan continua ad essere centrale nella strategia USA, che qui ha
trascinato con la NATO anche la UE. E proprio sull'Afghanistan e
necessario attivarsi sin da subito per essere i promotori di un vasto
movimento per la pace che coinvolga comitati ed associazioni, rivendicando
l'immediato ritiro delle truppe italiane e della NATO dall'Afghanistan,
unendo la lotta contro le politiche interventiste e di guerra alle sempre
piu gravi questioni sociali.
L'assurdita di aver voluto svolgere in un paese in guerra ed occupato
militarmente delle elezioni - sui cui brogli si e espressa addirittura l'Onu
- dimostra che non e possibile esportare con le armi la democrazia ma che
e necessario avviare prima un processo di pace e riconciliazione nazionale
basato sull'autodeterminazione del popolo afghano.
Pertanto il Prc si impegna a promuovere, insieme con i soggetti della
Federazione e i movimenti e reti contro la guerra, un forte movimento di
massa, dotato possibilmente di forme di coordinamento stabili, con la
costruzione di comitati coordinati nazionalmente che sfocino in
manifestazioni locali e centrali.
Afghanistan - Sit-in davanti a Montecitorio contro la presenza italiana
nella guerra in Afghanistan
Sit-in, questo pomeriggio, alle ore 17.30, davanti a Montecitorio, delle
forze che si riconoscono nella Federazione della sinistra d'alternativa (Prc,
Pdci, Socialismo 2000) per protestare 'contro la presenza italiana nella
guerra in Afghanistan e per il ritiro immediato delle nostre truppe da
quel teatro di guerra'.
AFGHANISTAN, DILIBERTO: "VIA SUBITO, LI' SIAMO INUTILI"
"Un eccidio atroce che ci dovrebbe indurre a riflettere sulla totale
inutilita della nostra presenza in Afghanistan". Oliviero Diliberto
esprime il "cordoglio autentico del Pdci" alle famiglie dei
militari morti nell'attentato di Kabul e punta il dito contro la politica
delle missioni italiane. "In Afghanistan - dice Diliberto -
evidentemente non si e pacificato nulla". Il segretario del Pdci, a
margine di un esecutivo del partito, contesta l'informativa al Senato del
ministro della difesa.
"L'idea che noi siamo li a difendere la liberta, come dice La Russa,
e ridicola se non fosse tragica. Purtroppo e tragica e dal governo arriva
il solito balletto delle menzogne". Duro Diliberto anche nei
confronti del ministro degli Esteri Franco Frattini, il quale ha parlato,
a questo punto, di una presenza dettata dall'orgoglio nazionale'. "Le
vite umane non sono una partita di calcio. Metta da parte questa
epressione, glielo chiedo con rispetto ma con fermezza". La presenza
italiana, e quella internazionale, "non ha indebolito i talebani, che
sono piu forti di prima. Del resto - aggiunge Diliberto - non possiamo
occupare l'Afghanistan per due millenni. Inoltre, osserva ancora, le
nostre citta sono inondate dall'eroina prodotte in Afghanistan con un
aumento vertiginoso da quando c'e la presenza delle truppe di occupazione.
Andiamocene quanto prima" conclude.
La partecipazione militare italiana alla guerra in Afghanistan, ha
provocato un nuovo tributo di morti. Questa volta si tratta di sei
militari italiani uccisi e di altri quattro feriti in un attacco nella
capitale afgana. Altri soldati italiani erano stati uccisi poco
tempo fa sempre in Afghanistan. Ma nessuno deve e puo permettersi di
occultare le migliaia di civili afgani uccisi in questi anni dai
bombardamenti e dalle incursioni militari dei contingenti della NATO.
Quella in Afghanistan e una sporca guerra di occupazione di un territorio
ostile ai militari stranieri in cui spesso i civili finiscono per essere
ritenuti bersagli sacrificabili o vittime collaterali.
La presenza militare italiana in Afghanistan serve a dare copertura e
sicurezza ad un governo fantoccio come quello di Karzai ancora sotto
inchiesta degli osservatori internazionali per i brogli elettorali
realizzati nelle ultime elezioni. In sostanza anche i soldati italiani
restano in Afghanistan per ammazzare e farsi ammazzare a difesa di un
governo corrotto, inviso alla popolazione e non credibile a livello
internazionale.
Ma a voler mantenere i soldati italiani in Afghanistan e un governo - come
quello Berlusconi - altrettanto poco credibile come quello afgano. Il
governo manda i militari italiani al macello nel mattatoio afgano per
equilibrare la sua caduta di credibilita verso gli USA a causa delle sue
spregiudicate relazioni internazionali con paesi come Russia e Libia. I
soldati italiani che muoiono, l'oltre mezzo miliardo di euro spesi per
l'avventura militare in Afghanistan, la costruzione della base militare
USA a Vicenza, sono il prezzo che il governo paga per il suo rapporto con
gli Stati Uniti messo in difficolta dal suo avventurismo.
Sono otto anni che i movimenti contro la guerra e le forze antimilitariste
chiedono la cessazione dell'avventura neocoloniale e l'immediato
ritiro delle truppe italiane dall'Afghanistan. Oggi questi obiettivi hanno
l'urgenza e la possibilita di diventare opposizione reale e popolare come
confermano tutti i sondaggi.
Solo la mancanza di coerenza dei partiti della sinistra ha consentito che
questi obiettivi non potessero essere raggiunti o ipotecati gia durante il
governo precedente a quello di Berlusconi. Nessuno puo negare che le
responsabilita della guerra e del mattatoio in Afghanistan siano
palesemente responsabilita sia della destra che del partito democratico.
E' tempo di riconoscere pubblicamente quella distorsione e di mettersi a
disposizione delle realta che si sono battute e che intendono battersi
apertamente contro la partecipazione italiana alla guerra.
Occorre lavorare sin da subito per una grande mobilitazione popolare ed
una prima manifestazione che pretenda l'immediato ritiro delle truppe
italiane dalla guerra in Afghanistan e riponga al centro lo smantellamento
della partecipazione italiana a tutti gli apparati del sistema di guerra
(basi e spese militari, contingenti di soldati all'estero).
17 settembre
La Rete dei Comunisti
AFGHANISTAN, BASTA LACRIME DI COCCODRILLO. VIA LE TRUPPE
Il movimento ritorni in campo. Un errore aver annullato la manifestazione
di sabato
Dichiarazione di Franco Turigliatto e Salvatore Cannavo, ex parlamentari
Sinistra Critica
Ancora morti di guerra, stavolta italiani mentre qualche settimana fa
erano decine i civili uccisi dalle bombe della Nato, l'alleanza che
l'Italia sostiene attivamente. Non e piu possibile negare la guerra aperta
in cui l'Italia e impigliata, senza alcuna speranza di ottenere risultati
positivi, da ormai otto anni. Tutti i vertici istituzionali che
manifestano il proprio cordoglio in queste ore sono responsabili
dell'invio dei soldati al fronte e come tali devono rispondere moralmente
alle loro famiglie.
L'unica soluzione possibile alla questione afghana e il ritiro delle
truppe, la fine dell'invasione, il ripristino di una diplomazia di pace e
di dialogo. Il resto e solo ipocrisia.
E' giunto il momento di rimettere l'Afghanistan e la guerra al centro del
dibattito politico. Quando manifestavamo il nostro dissenso eravamo
isolati e insultati dalla politica ma i fatti continuano purtroppo a darci
ragione. Proponiamo alle forze politiche contrarie alla guerra di
riprendere il filo di una mobilitazione e un dibattito collettivo.
Male ha fatto l'Fnsi ad annullare la manifestazione di sabato prossimo,
avallando un clima di falsa unita nazionale. La liberta di stampa e fatta
anche di tanti cronisti morti sui fronti di guerra e una simile
manifestazione avrebbe potuto parlare anche della guerra e delle sue
conseguenze. Per parte nostra continueremo a impegnarci perche il nostro
paese torni a rispettare l'articolo 11 della Costituzione oramai da tempo
calpestato dai governi di centrodestra e centrosinistra.
Contro la guerra afghana costruiamo una grande manifestazione d'autunno
di Fosco Giannini* Mariella Cao** Emilio Franzina*** Jacopo Venier****
su Liberazione del 02/09/2009
Per il ritiro immediato delle truppe italiane e contro le spese militari.
Ma anche per rilanciare una lotta unitaria sulle questioni sociali
Una guerra che molti vorrebbero dimenticare e tornata a bussare alla
nostra porta. La morte del caporal maggiore Alessandro Di Lisio e il
ferimento di altri militari italiani e parte di una catena scientemente
rimossa di assassinii di Stato che ha nella morte dell' altro caporal
maggiore Giovanni Bruno, 3 ottobre 2004, il suo primo, tragico, anello e
che porta ormai a 14 le vittime del contingente italiano. Purtroppo solo
questi tragici eventi hanno riacceso i riflettori dei nostri media e cosi
si e potuto finalmente saper qualche cosa di piu su quanto accade sul
fronte afgano.
Scopriamo cosi che il ruolo ambiguo che gli USA di Obama stanno giocando
in Honduras , in Iran e - in modo piu palese - in Afghanistan , con una
svolta affatto pacifista, indica l'estrema difficolta, legata agli
oggettivi interessi in gioco, di produrre, dietro alla propaganda, una
vera discontinuita rispetto all'amministrazione Bush.
I militari italiani si muovono e combattono, infatti, in un quadro in cui
proprio in queste ultime settimane gli USA hanno preparato ed eseguito il
piu grande attacco dei marines dai tempi del Vietnam. Non si puo definire
altrimenti, infatti, l'attuale strategia del Khanjar
(il "colpo di spada") che vede 4 mila nuovi soldati americani (
che si aggiungono agli altri 30 mila della pur breve era Obama e che
portano l'intero contingente Usa a circa 70 mila effettivi), trasportati
da 50 aerei ed elicotteri da guerra USA, di attaccare improvvisamente la
strategica valle dell'Helmand, nel sud dell'Afghanistan.
La guerra imperialista si e dunque totalmente riaccesa. L'Italia, con i
suoi morti e i suoi feriti ( destinati purtroppo a crescere sotto
l'offensiva sempre piu vasta ed organizzata dei talebani) e con l'immenso
spostamento di fondi sia verso il riarmo, sia verso il rafforzamento degli
impegni sui fronti di guerra che verso l'ampliamento delle basi USA e NATO
nel nostro paese, ne e totalmente coinvolta.
iemerge ora, in tutta la sua verita, la denuncia contro la guerra afghana
che gia dal 2001 ha portato avanti il movimento italiano contro la guerra.
Esso - emarginato, inascoltato e in rotta di collisione con le politiche
governative fino allo scontro avvenuto con il Governo Prodi - affermava
che la guerra USA in Afghanistan non era affatto la risposta all'attacco
alle Torri Gemelle. Era ben altro. Attraverso l'obiettivo dichiarato di
catturare Bin Laden, Bush scatenava la vera guerra: quella per il
controllo mondiale del petrolio e delle fonti primarie di energia. Gli
esponenti del movimento contro la guerra hanno sempre ricordato e reso
noto l'intervento - svolto in un'audizione al sottocomitato per l'Asia e
il Pacifico della Camera dei rappresentanti USA nel febbraio 1988 - del
vicepresidente della "Unocal Corporation"; in quell'audizione il
vicepresidente affermava che "la regione del Caspio contiene enormi
riserve di idrocarburi intatte. Solo per dare un'idea delle proporzioni,
le riserve di gas naturale accertate equivalgono a oltre 236 mila miliardi
di piedi cubici. Le riserve petrolifere totali della regione potrebbero
ammontare a oltre 60 miliardi di barili di petrolio. Alcune stime arrivano
fino a 200 miliardi di barili. Nel 1995 la regione produceva solo 870.000
barili al giorno. Entro il 2010 le compagnie occidentali potrebbero
aumentare la produzione fino a circa 4,5 milioni di barili al giorno, un
aumento di oltre il 500% in soli 15 anni. Se questo dovesse accadere, la
regione rappresenterebbe circa il 5% della produzione totale di petrolio
al mondo. C'e tuttavia un grosso problema da risolvere: come portare le
vaste risorse energetiche della regione ai mercati che ne hanno bisogno
''; e soprattutto - continuava l'esponente della "Unocal Corporation"
- come gli USA possono controllare la distribuzione del greggio e del gas
della regione, in particolare verso le economie emergenti dell'Asia che ne
faranno sempre piu richiesta. Scartata l'ipotesi di costruire oleodotti e
gasdotti che possano attraversare la Cina (troppo lunghi e costosi e
soprattutto non controllabili, appunto perche cinesi) conviene - chiudeva
il vicepresidente della "UC" - passare per l' Afghanistan.
Questo era e rimane il senso ultimo della guerra. Assieme ad un altro
"senso", strategicamente decisivo per gli Usa : allargare la
NATO sino ai confini russi e cinesi, costruire basi NATO e USA anche
all'interno dell'Afghanistan. Come e accaduto. Nella fase del governo
Prodi, il movimento ( con alla testa Alex Zanotelli, Gino Strada, le aree
piu avanzate del movimento operaio e sindacale - confederale e di base - ,
le donne, gli uomini, le ragazze e i ragazzi dello "spirito di
Genova") non venne ascoltato. Questo errore drammatico non solo ha
prodotto una grave ed ancora aperta ferita tra movimenti , partiti
comunisti e sinistra, ma ha avuto anche come conseguenza la
"militarizzazione" della politica estera, lo sdoganamento della
guerra come strumento delle relazioni internazionali, il dilagare del
bellicismo e l'esplodere delle spese militari. Di fronte all'escalation di
una guerra, che gli stessi generali ormai ammettono non avere nulla a che
fare con la lotta contro il terrorismo, occorre tornare tutti in piazza.
Il movimento deve svolgere il suo ruolo sociale centrale contro le
politiche di guerra e la subordinazione del governo italiano agli Usa e
alla NATO; per ridare vita, speranza e senso alle forze comuniste e
all'intera sinistra anticapitalista e d'alternativa. Per costruire le basi
reali di una vittoria " strategica " ( non si vince
"solo" battendo la destra : e questa la lezione che viene dal
fallimento del governo Prodi), contro il governo Berlusconi e il
berlusconismo diffuso, trasformando le spese folli per gli F-35 in assegni
sociali per i lavoratori; spostando le risorse verso la decontaminazione
delle aree di Aviano, Sigonella e soprattutto sarde, ridotte dalle basi
USA e NATO a terre nuclearizzate a forte rischio di tumori e leucemie. Chi
scrive lancia - dunque - una proposta : che la Federazione comunista e di
sinistra che si e costituita lo scorso 18 luglio a Roma (assieme
all'intero movimento pacifista, alle esperienze di lotta contro le basi
americane e NATO in Sardegna, a Camp Derby, a Vicenza; assieme alle parti
piu avanzate della CGIL e della FIOM; ai sindacati di base e ad ogni altra
soggettivita comunista, antimperialista, anticapitalista e di movimento)
si metta sin da ora al lavoro per organizzare a settembre/ottobre (
intrecciando le piu vaste relazioni e seminando spirito unitario) una
grande manifestazione a Roma contro la guerra, contro le spese militari e
per il ritiro immediato dei soldati italiani dall'Afghanistan, unendo la
lotta contro le politiche interventiste e di guerra alle sempre piu gravi
questioni sociali: il salario, la scala mobile, la Legge 30, le pensioni,
il razzismo, lo stato sociale. Un "nuovo inizio" non puo che
cominciare dalla ripresa dell'iniziativa politica e sociale contro la
guerra.
* Direzione nazionale Prc
** Comitato sardo " Gettiamo le Basi"
***.Docente universitario, Gruppo consiliare provinciale " Vicenza
libera"
**** Segreteria nazionale PdCI
Fonte:"Liberazione", domenica 2 agosto 2009
Afghanistan, il "terrorismo umanitario"
di Danilo Zolo
su Liberazione del 06/09/2009
In Afghanistan ancora una volta i caccia-bombardieri della Nato, agli
ordini del generale statunitense Stanley McCrystal, hanno fatto una strage
di innocenti. Nel cuore della notte, sul greto di un fiumiciattolo in
secco, e scorso il sangue di decine di civili inerti, colpiti da missili e
bombe statunitensi, inglesi e francesi.
Chi si aspettava che le recenti elezioni politiche e il loro probabile
risultato - la vittoria di Hamid Karzai - sarebbero stati un passo avanti
verso la soluzione della "guerra umanitaria" dell'Isaf e della
Nato, si e ancora una volta ingannato. Karzai sopravvive rannicchiato in
uno strettissimo settore del centro di Kabul, blindato dalle armate
occidentali, mentre gli insurgent controllano oltre il 70% del paese. Nel
frattempo sono migliaia le vittime afghane della guerra in corso. La
comoda leggenda secondo la quale le truppe Isaf- Nato, quelle italiane
comprese, sarebbero in Afghanistan come "forza di pace" per
proteggere il popolo afghano dai suoi nemici (i taliban) si e rivelata
ancora una volta per quello che e: una impostura terroristica.
E' la farsa umanitaria di un terrorismo di Stato non meno crudele,
violento e sanguinario del cosiddetto global terrorism che Barack Obama e
Ilary Clinton pretendono di cancellare dalla faccia della terra con
l'imponente operazione militare "Colpo di Spada". Per loro la
guerra in Afghanistan e una "guerra necessaria" per salvare il
mondo dal terrorismo. In realta, sembra piuttosto necessaria una radicale
revisione della nozione stessa di terrorismo, basti pensare che l'infamia
atomica di Hiroshima e Nagasaki non e mai stata qualificata come un atto
terroristico.
La realta e un'altra: la guerra in corso in Afghanistan e una guerra di
aggressione non meno grave di quella che ha devastato l'Iraq e non meno
crudele di quella che ha trasformato la striscia di Gaza in un immenso
patibolo per giustiziare donne, bambini e anziani palestinesi.
L'intervento in Afghanistan della missione internazionale di assistenza al
governo Karzai - l'Isaf, appunto - non e stato un intervento meno lesivo
del diritto internazionale dell'aggressione statunitense del 2001, mai
legalizzzata dalle Nazioni Unite.
La risoluzione del Consiglio di Sicurezza per la costituzione dell'Isaf
non ha autorizzato - e non avrebbe potuto autorizzare - alcuna operazione
militare. Il successivo, prevedibile passaggio dell'Isaf alle dipendenze
della Nato ha totalmente violato l'obiettivo della "assistenza"
e ha attribuito all'Isaf un obiettivo bellico che il Consiglio di
Sicurezza non gli ha assegnato, come non lo ha assegnato e non poteva
assegnare alla Nato. Oggi la Nato - alleanza militare di parte gia
responsabile di gravissime lesioni del diritto internazionale - opera come
un esercito che affianca le milizie Enduring Freedom in una guerra di
aggressione contro cittadini che si battono per la liberazione del loro
paese dai nemici che lo occupano. Dovrebbe essere chiaro a tutti che e
illegale non solo l'aggressione ma anche l'occupazione militare di un
paese e che il popolo aggredito ha il diritto di difendersi anche con
l'uso delle armi.
Afghanistan, i terroristi siamo noi
di Danilo Zolo
su Il Manifesto del 08/09/2009
<Come comandante dell'Isaf nulla mi e piu caro della sicurezza e della
protezione del popolo afghano>. Cosi si e espresso il generale Stanley
McChrystal, il nuovo zar americano di Kabul, rivolgendosi al popolo
afghano attraverso gli schermi televisivi. Usando questo linguaggio egli
ha tentato di giustificare l'ennesima strage di innocenti compiuta dalle
truppe occupanti: l'uccisione, ormai accertata, di 90 civili nel raid di
un caccia statunitense F.15. Decine di vittime si sono cosi aggiunte alle
migliaia di morti, mutilati e feriti che sono gia agli atti della
<sicurezza> e della <protezione> garantite in questi anni
dalle milizie dell'Isaf e della Nato all'insegna della loro proclamata
missione umanitaria.
Come e noto, Stanley McChrystal e stato nominato comandante delle forze
Isaf-Nato da Barack Obama solo di recente, ma sembra che del presidente
egli cerchi di mutuare molto rapidamente sia l'ambizione politica che
l'enfasi comunicativa. L'ambizione lo spinge a esigere l'invio in
Afghanistan di altri 45mila militari americani per rinforzare
ulteriormente l'operazione <Colpo di Spada>, voluta dal presidente.
L'enfasi lo ha indotto a dichiarare che il suo unico obiettivo e di
conquistare <la mente e i cuori> degli afghani. Altrettanto
persuasivo sarebbe stato Osama bin Laden se dopo la strage terroristica
dell'11 settembre avesse promesso al popolo degli Stati Uniti
<sicurezza e protezione> e si fosse impegnato a conquistare <le
menti e i cuori> degli americani.
In realta chi conosce minimamente il popolo afghano e ha toccato con mano
le sue infinite sofferenze, sa bene che la retorica umanitaria degli
occupanti oggi non ha il minimo effetto. Sa bene che gli afghani non
dimenticano le migliaia di vittime provocate dalle armi di distruzione di
massa usate dagli aggressori a partire dall'ottobre 2001. Stando alle
analisi dello studioso americano Marc Herold, almeno 3.700 sono stati i
civili uccisi nei tre mesi della prima ondata dei bombardamenti
statunitensi. In media 67 persone al giorno.
Il popolo afghano ricorda la strage di almeno 500 detenuti nel carcere di
Mazar-i-Sharif e le bombe perforanti sganciate nella regione di Tora Bora
e ai piedi delle Montagne Bianche, oltre alle migliaia di tonnellate di
bombe Blu-82 sparate dalle cannoniere AC-130, per non parlare dell'ondata
di violenza sanguinaria scatenata nel 2006 nel sud Afghanistan dalle
truppe Nato. E gli afghani non dimenticano - non potranno mai dimenticare
- i micidiali ordigni sparsi sul territorio dalle cluster bombs sganciate
dagli Stati Uniti e scambiati dai loro bambini per giocattoli o cibo,
perche di colore giallo come le razioni militari. Il popolo afghano
ricordera a lungo le torture di ogni genere, inclusa l'infame
waterboarding, praticate da esperti statunitensi in prigioni segrete a
Kabul e a Bagram su prigionieri appartenenti all'etnia Pasthun e
sospettati di essere terroristi talibani. E non puo dimenticare il destino
delle centinaia di <nemici combattenti>, anch'essi sottoposti a
trattamenti disumani, tuttora illegalmente incarcerati negli Stati Uniti -
non solo a Guantanamo - e in molti altri paesi.
E dunque una evidente impostura sostenere che la guerra contro i Taliban
in atto in Afghanistan e una guerra per la pace, per il benessere del
popolo afghano e per la sconfitta del <terrorismo globale>. Gli
eufemismi umanitari di Barack Obama e dei suoi stretti collaboratori come
il generale McChrystal non possono illudere o ingannare nessuno. La guerra
in Afghanistan e sempre stata una <guerra terroristica> sotto false
apparenze umanitarie ed e tuttora motivata da ragioni strategiche alla
luce di una visione egemonica e neo-imperiale del mondo nel contesto dei
processi di globalizzazione economica, politica e militare. E una
strategia che dopo il crollo dell'Unione sovietica ha portato gli Stati
Uniti e i loro alleati a una lunga serie di guerre di aggressione, che non
sono state meno crudeli, violente e sanguinarie del global terrorism, e
che non lo hanno sconfitto.
Se tutto questo e vero, allora il primo passo politico e teorico da fare
dovrebbe essere quello di rivedere in profondita la nozione stessa di
<terrorismo internazionale>. E domandarsi chi sono i terroristi da
combattere, senza escludere l'ipotesi che terroristi siamo anzitutto noi
occidentali, inclusi gli italiani.
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Afghanistan
1)su
attacchi a italiani da maggio a settembre 2008
2)Alpini, silenziatori e crisi mondiale10/10/08
3) 3 maggio 2009 , uccisa bambina afgana da
soldati italiani
4)19
luglio 2009 Precipitati elicotteri russi in Afghanistan. Verità nascoste
Vedi anche:
incidente aereo ONU in Congo 1/9/08
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