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Giulio Sarcinella
In memoria di Giulio Sarcinella, fotografo dei movimenti ed animatore della cultura underground a Brindisi. Una Pasqua ingrigita dalla pandemia da Covid-19,
resa ancor più triste, qui a Brindisi, dalla notizia della morte di Giulio
Sarcinella, diffusore della cultura underground/alternativa negli anni
della contestazione giovanile e fotografo dei movimenti di protesta
brindisini di quegli anni.
Per chi non ha vissuto direttamente quella
stagione, il nome di Giulio risulterà sconosciuto a causa del suo
carattere riservato, schivo da ogni forma di protagonismo, anche quando
era il leader dei “capelloni
perditempo” , e degli “ gli yppies
del Banco di Napoli”
come la stampa perbenista e bigotta
della nostra città
li definiva. Neanche nella estrema
sinistra Giulio e suoi “cani sciolti” eran visti di buon occhio, ritenuti
riferimento
dei fuoriusciti dai gruppi rivoluzionari
incapaci di comprendere le esigenze socioculturali giovanili.
Dietro
la sua figura minuta , Giulio Sarcinella celava
un vulcano di idee, spinto dalla voglia
di rompere con il provincialismo
di una delle città culturalmente più
conservatrici d’Italia. In questa battaglia
di civiltà,
dal 1969 insieme
al suo coetaneo Franco “Ciccio”
D’Abramo, cultore della musica pop e rock,
tentarono l’organizzazione del primo
festival rock in città, con il supporto di Marcello Baraghini,
e propagandato sulla RAI nazionale,
attraverso il programma
dedicato ai giovani,
di
Gianni Buoncompagni e Renzo Arbore. Iniziativa
fallita causa” repressione
clerico-poliziesca” ma che non
impedì
loro
nel proseguire la battaglia culturale, fondando un giornaletto underground
“off Limits” che costò a Sarcinella
un
paio di denunce per istigazione alla diserzione e
offesa alla religione.
Nella
geografia underground , in Puglia, accanto allo storico “il Buco” di
Putignano, si aggiunse quindi negli anni 70 il gruppo di
attivisti yppies e situazionisti
brindisini che diffondevano
le pubblicazioni di Stampa Alternativa e
delle riviste situazioniste come Puzz,
Geronimo ecc.o i libri dell’Arcana Editrice, spesso soggetti a sequestri.
Dietro alla sua figura esile e al suo sorriso
disarmante,
vi era anche un uomo capace di gesti di
grande
coraggio, come quello del 1974, quando riuscì con un escamotage a salire
sul tetto del Credito Italiano e lanciare decine di
volantini
antifascisti sulla testa di migliaia di fans di Almirante, riunitisi nella
sottostante Piazza Vittoria, per un comizio antidivorzista dell’esponente
neofascista.
Ma oltre alla musica “ribelle” , Giulio
coltivava un grande amore : la fotografia, immortalando non solo le lotte
della nostra generazione, ma anche volti e momenti di gioia, di vita
collettiva di quei giovani brindisini a cui il provincialismo andava
troppo stretto e non si curavano di
essere additati come capelloni, drogati, perditempo, ecc.
La
voglia di sperimentare
e
di essere autonomo
nelle sue scelte di vita lo portò a
costruirsi
una
camera
oscura nella sua piccola casa popolare,
e nella quale sviluppava i rullini e
stampava le sue foto.
Amante
della Controinformazione
si autoprodusse una tessera di
giornalista
“ inviato
speciale
di Stampa Alternativa”
con
la quale
riuscì
ad
infiltrarsi
in convegni e manifestazioni vietate
agli “estremisti di sinistra”.
Le
sue conoscenze in campo fotografico le volle mettere,
in seguito, al servizio della
collettività tenendo il primo corso di fotografia,
nel
1981, presso il Centro
Sociale contro l’Emarginazione
giovanile a di
Brindisi, in via Santa Chiara,
che insieme a Mario Merico li aveva visti fondatori e primi portavoce.
Quello del Centro Sociale fu un punto di arrivo per Giulio dopo una lunga
stagione costellata di poche gioie e
molte delusioni, alternata da un riuscito festival rock a Martina Franca
nel 1973
e poi l’esperimento in quel territorio
di una comune agricola, ma anche il dilagare delle droghe pesanti tra i
giovani brindisini , compresi quelli che avevano in Giulio il loro punto
di riferimento. Insieme a
Mario Merico, nel 1979, la battaglia per
sensibilizzare
la classe politica brindisina sulla necessità dell’istituire un presidio
giovanile socioculturale per prevenire i fenomeni di emarginazione, causa
del dilagare dell’eroina in città.
Dopo la nascita del Centro Sociale,
ed aver partecipato all’occupazione
della struttura di
Restinco per adibirla a comunità di recupero,
Giulio ritornò a vivere
in
campagna, lontano
dai clamori cittadini, preferendo il
contatto con la natura e la cura amorevole di decine di gatti che lo hanno
seguito nelle sue peregrinazioni.
Tra coloro che gli han dato
una
piccola mano per sopravvivere economicamente, spicca una figura su i
generis: il compianto fotografo brindisino Armando Muraglia, radioamatore.
Li
si vedeva, sin che
Armando era vivo, esporre insieme
oggetti vintage nei mercatini
dell’usato, cosa che poi ha continuato insieme a vecchi compagni,
sino a l’anno scorso.
Ciao
Giulio, il nostro augurio che ora tu possa
finalmente
accudire i tuoi gattini senza
apprensioni e possa continuare ad
esserci idealmente vicino nelle nostre comuni battaglie di civiltà, con la
tua macchina fotografica a tracolla. Antonio Camuso
Brindisi
4 aprile 2021
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