ANGELO BAGORDO
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SEZIONE 3: Lecce
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CIAO, ANGELO
Con questo semplice saluto, con la
semplicità e la schiettezza con la quale era vissuto gli “ amici del
Duomo “ di Lecce salutavano esattamente 6 anni fa il nostro fratello “
scomodo” Angelo Bagordo.
“Ricordiamo sempre il Tuo grande senso di giustizia e di libertà. Rimarrai sempre l’amico di tutti” –recitava il manifesto firmato dagli amici del Duomo affisso davanti la casa dalla quale degli “amati” parenti lo avevano sfrattato “Lode alla morte solare nel cielo della tua vita , del tuo dolore, del tuo pensiero. Mi dispiace tanto, Giorgia”- Ed ancora :-“Ce l’hanno fatta, Angelo”-: firmato Emanuele, Ornella, Fernando. “-Ciao, Angelo la tua lotta è anche la nostra lotta…i tuoi compagni -“ Quel giorno che decidesti di esser troppo stanco ( e forse solo) per continuare a lottare, ti eri tagliata quella barba che dava alla tua persona l’immagine del “profeta ribelle”. Era stato l’ultimo segnale che avevi lanciato e che Giovanni Seclì, , tra gli ultimi a vederti vivo, con grande dolore confessò di non aver compreso . Ma eri fatto così, quando avevi preso una decisione la comunicavi in maniera così semplice, così genuina che noi intellettuali e pseudorivoluzionari col cervello imbottito da montagne di elucubrazioni cartacee non riuscivamo a cogliere. Lo facesti anche con me , in quel lontano 1978 in cui mi annunciasti che volevi iniziare un’altra esperienza. Mi sembra ieri , un pomeriggio luminoso in una Lecce antica , quella dei vicoli, immersa in una luce solare, come lo era il tuo sorriso , quello che ti contraddistingueva. Quel sorriso che nascondeva tanto dolore , anche quel giorno. Dolore per l’esperienza che avevi vissuto l’anno prima , il 77,con la nascita di una sinistra alternativa e autonoma e la sua sconfitta, macinata da repressione e l’immissione dell’eroina anche sulla piazza di Lecce. L’aver vissuto l’esperienza del carcere, anche se brevemente, ti aveva colpito duramente lasciandoti addosso la voglia di renderti libero da qualunque legame. Mi parlavi di viaggi in India, di Pachistan, di voglia di volerti sballare e riprenderti quella felicità , quella voglia di felicità che ci fu rubata quel lontano 77. In quel momento non fui capace di fermarti, né di proporti qualcosa che fosse alternativa alle tue convinzioni. Ti ho abbandonato troppo presto Angelo... A tanti anni di distanza ti ho rincontrato , così cambiato nell’aspetto ed ancora una volta tu . con quel sorriso ad abbracciarmi da fratello a fratello come se il 77 fosse lì dietro l’angolo , ad aspettarci per ricominciare insieme. Ed ancora una volta io , con la mia fredda razionalità, a non comprendere quanta voglia di “ socializzare” avevi addosso, quanta voglia di sentirti fratello di tutti. Quasi invidio i tuoi cani che hanno avuto la fortuna di ascoltarti parlare, magari smadonnare quando non avevi neanche una lira in tasca per un bicchiere di vino ma per i quali facevi salti mortali affinché almeno loro mangiassero qualcosa. Ciao Angelo, il tuo fratello e compagno Antonio Camuso Brindisi 4/4/07
Pubblicato sul blog del GRANDENUD
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