ARRIGO BOLDRINI
IL COMANDANTE BULOW
Lo stratega della “pianurizzazione” della
Resistenza
Arrigo Boldrini, medaglia d'oro della Resistenza. Presidente nazionale
dell'Anpi. È stato l'organizzatore e il comandante dei primi nuclei partigiani
nel ravennate e della divisione "Garibaldi di Ravenna". Fu poi l'animatore e
l'organizzatore della XXVIII Brigata Garibaldi che combatté dal gennaio alla
fine del maggio 1945 e che fu una unità riconosciuta dal Comando alleato.
Schierato sulla destra del fiume Reno, nella zona delle Valli di Comacchio, alle
dipendenze del gruppo di combattimento "Cremona" si distinse portando i suoi
uomini sino a Venezia. Morto il 22 gennaio 2008
NELLA SEZIONE RESISTENZA ABBIAMO CURATO LA PAGINA
COMPLETA SU ARRIGO BOLDRINI CON COMUNICATI, RICORDI A CURA DELL'ANPI ED
ALTRI.
NELLE SCHEDE RAI DEL PROGRAMMA LA STORIA SIAMO NOI LEGGIAMO SU ARRIGO
BOLDRINI QUANTO SEGUE:
http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/biografia.aspx?id=52
Arrigo
Boldrini nasce a Ravenna nel 1915. Da piccolo trascorre i suoi pomeriggi nel
campetto della parrocchia di Santa Maria in Porto, dove fa coppia con un
attaccante, un suo compagno di scuola che si chiama Benigno Zaccagnini. In
famiglia di soldi ne entrano pochi e dopo le scuole primarie Arrigo si iscrive
all’Istituto agrario di Cesena. Il perito agrario Boldrini è un patito
dell’Opera lirica e a ventiquattro anni, quando scoppia la seconda guerra
mondiale, è richiamato alle armi. Congedato per motivi di salute il 29 settembre
del 1939, entra all’Eridania Zuccheri.
Spedito in Jugoslavia come tenente di
fanteria, l’8 settembre del 1943 è a Ravenna. Alla notizia dell’armistizio
concluso dal governo Badoglio con gli angloamericani, Boldrini si rivolge ai
contadini e li esorta a combattere contro i tedeschi, dando l’esempio.
Entra in clandestinità, si tuffa nella lotta armata e riceve subito incarichi
militari, data la sua esperienza di ufficiale. Inizia così la leggenda dei uno
dei più prestigiosi comandanti militari della Resistenza. Come von Bulow,
generale dell’armata prussiana che contribuì alla sconfitta di Napoleone a
Waterloo e a Lipsia, anche Boldrini, è un grande tattico. Spiega ai suoi che la
guerra deve essere «pianurizzata», cioè portata verso la pianura, nei paesi e
nelle città, che bisogna lasciare le montagne perché gli alleati stanno
risalendo l’Italia e la zona della Pianura è diventata fondamentale.
«Militarmente – ha ricordato lo storico Guido Crainz – sembrò un suicidio. Ma al
contrario, fu una scelta vincente, perché ebbe il merito storico di dare fiducia
al mondo contadino». Da quel momento è una lotta senza quartiere. Gli scontri
con i nazisti e con i fascisti, che hanno aderito alla Repubblica Sociale
Italiana, sono quotidiani. Proseguono fino al 1945 fra episodi drammatici, gesti
eroici e meno eroici, mentre Arrigo Bulow Boldrini diventa un mito della
Resistenza. È il comandante della 28° Brigata Garibaldi, intitolata a Mario
Gordini, antifascista ravennate fucilato nel gennaio del 1944, e tutti conoscono
le sue doti organizzative e politiche. È un comunista convinto, ma gli alleati
si fidano di lui, che nel dicembre del 1944 propone agli inglesi un piano per
liberare Ravenna. Grazie a quel brillante successo,
Boldrini ottiene l’inquadramento dei suoi uomini nelle forze alleate e il 4
febbraio del 1945, a Ravenna, riceve la medaglia d’oro al valore militare.
Deputato all’Assemblea Costituente, eletto alla Camera e al Senato nelle liste
del PCI e poi del PDS fino al 1994, dal 1947 Boldrini è stato Segretario
Nazionale dell’ANPI, l’associazione nazionale dei partigiani italiani di cui era
presidente onorario.