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L'ALTRARESISTENZA AL NAZIFASCISMO/4

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L'ALTRA RESISTENZA
1)CARLO BUSCAGLIA
2) Arrigo Boldrini " Bulow"
3)Nicola Bellomo
4)il giudizio sui caduti della RSI e 'aeronautica repubblichina
5)  Brindisi 8 settembre 43: la Fenice e l'ultima missione
6) 8 settembre 43 inizia la guerra di liberazione

) 12 settembre 43 Barletta con Il colonnello Grasso resiste ai tedeschi

8) la resistenza della div. Acqui a Cefalonia, settembre 1943
                         9) 7 ottobre 1943 la deportazione dei carabinieri romani in Germania
 
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RESISTENZA...ma non solo ..L'ALTRA RESISTENZA: I MILITARI ITALIANI CONTRO IL NAZIFASCISMO.PER NON DIMENTICARE CEFALONIA.

 

4/Il giudizio  di chi combattè per la libertà sui caduti della RSI: il fascismo il primo colpevole!

Una nota sull'Aeronautica della RSI

8 settembre 1943 l’Armistizio con gli Angloamericani

 inizia  la lotta di liberazione nazionale al nazifascismo

Una breve nota  sui caduti della RSI, a cura dell’Osservatorio sui Balcani di Brindisi

 

A distanza di sessantacinque anni  le ferite lasciate da quella bruttissima pagina della storia d’Italia, sembrano non essere ancora rimarginate , a fronte delle polemiche innescate da autorevoli rappresentanti del centro destra proprio oggi,  mentre  il presidente della Repubblica commemorava tutti coloro che si batterono nella Resistenza al nazismo e al fascismo

 Il tentativo di mettere sullo stesso piano chi si sacrificò in nome della libertà con chi invece decise di aderire allo stato fantoccio della Repubblica Sociale va rigettato con forza,  ma anche spiegato.

Il giudizio della Storia è chiaro: chi lo fece si macchiò , con quella scelta scellerata, del delitto di avvallare tutte le atrocità che le forze tedesche e i loro collaboratori perpetrarono a danno del popolo italiano.

Troppi sono gli episodi di barbarie tali da impedire questo tentativo di modificare il giudizio che è iscritto nella nostra Costituzione

Il colpo di spugna tanto richiesto( e da molti criticato), sugli individui , amnistiandoli, è stato fatto nel primo dopoguerra e  per noi basta e avanza!

Troppi ancora gli assassini senza nome delle tante stragi di civili inermi per tutto il territorio occupato dai nazifascismi, troppi gli armadi della vergogna che in polverosi depositi di ministeri e tribunali militari hanno permesso di vivere  impunemente  a tanti assassini!

 

L’Aeronautica della RSI

Certo non tutti i reparti della RSI si macchiarono di atrocità, alcuni semplicemente perché la loro specialità non permise che fossero coinvolti  direttamente nelle stragi. Tra questi ricordiamo quei pazzi delle specialità della caccia aerea che da aeroporti improvvisati e con un pugno di aeroplani continuarono a combattere contro i bombardieri americani che attaccavano le città del Nord, e con la certezza che ormai era tutto perduto.

Su quella scelta che portò italiani a vivere su fronti opposti una tragedia che andò avanti ancora per due anni va tutta la condanna del fascismo, della monarchia che lo aveva appoggiato e del capitalismo italiano che aveva visto in esso il difensore dal socialismo, dalla volontà di emancipazione e partecipazione delle classi lavoratrici.

Fu così  che in queste ore sessantacinque anni fa , nella confusione generale dopo l’armistizio, mentre le maggiori navi militari italiane cercavano di raggiungere il Sud e quel che rimaneva dell’aeronautica anch’essa volava verso la Puglia per ricominciare a combattere, questa volta per liberare l’Italia, un pugno di  uomini  che sembravano governati da un misto di illusioni, follia e coerenza ad un ideale ormai rivelatosi indegno. decise di prendere la strada per il Nord.

 Il giudizio su di loro  lo hanno dato quelli che sino all’8 settembre erano i loro stessi fratelli, i piloti  che diedero vita all’Aeronautica del Sud, quella dell’esercito di liberazione nazionale e che pagarono per la nostra libertà un pesante tributo di sangue:

“-Bisogna riconoscerlo, fu eroismo, puro e semplice eroismo  ( anche se per un ideale negativo) alla loro testa c’era Botto, il pilota senza una gamba, conosciuto come “gamba di ferro” ,

Visconti

che insieme ad undici persone, mentre in  Sardegna ci si organizzava per liberarsi dalle residue forze tedesche, come anche in Corsica, loro scappavano con tre Macchi 205 al Nord, insieme ad un altro eroe dei cieli d’Africa, Vizzotto , il comandante del 150° gruppo. E ogni giorno insieme ai G55 del 2° gruppo caccia si lanciavano contro centinaia di quadrimotori inglesi ed americani scortati da centinai di caccia. Alla fine, in due anni il 1° gruppo ebbe 44 caduti, il 2° ne ebbe trentotto. Una carneficina di piloti”- ( Giulio Lazzati, I soliti quattro gatti. Edizioni Mursia 1967)

 Quanto questa tragedia spaccasse  l’Italia è l’esempio di Faggioni, uno degli aerosiluratori di Buscaglia che nei giorni dell’armistizio volò da Siena con il suo S79 al Nord.

Lui  ed un gruppo di folli intitolarono al loro vecchio comandante  Buscaglia, che invece aveva aderito alla nuova Aeronautica italiana cobelligerante con gli angloamericani, uno stormo di aerosiluranti che, partendo dalla Lombardia,  andavano ad attaccare  le navi americane che sbarcavano sul litorale campano e laziale.  Fu sul mare di Nettuno che Faggioni  precipitò colpito a morte.

Dall’aeroporto di Orio al Serio invece  fu formato il “Gruppo Trasporti Terracciano” che con pochi trimotori si misero a collaborare con i tedeschi, andando a finire in Lituania e volando sulla Russia,  rifornendo presidi isolati e trasportando feriti. Altri morti , vite umane bruciate dalla follia della guerra  di cui il fascismo ed i suoi complici ne hanno la piena responsabilità

Visconti , L'asso degli assi, compreso che ormai era tutto finito,  nei giorni dell'aprile 45 ritornato da un incontro con i comandanti partigiani del CLN di Milano per trattare la resa,  fu assassinato alla schiena , molto probabilmente da qualche fascista scontento, con una raffica di mitra nella sua caserma, altri dicono che avesse reagito ad un ionsulto da un partigiano comunista. in ogni caso la sua morte ricade tutta sul regime fascista e delle sue scelte guerrafondaie che sprofondarono l'italia nel baratro e nell'odio fratricida.

Tocca a noi vigilare e continuare a testimoniare col nostro impegno antifascista  che  simili tragedie non debbano mai più accadere.

 

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