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11 settembre 2001 attacco alle torri gemelle di NY
Una sorpresa o gli avvertimenti rimasero inascoltati sotto la pressione delle lobby dello scudo spaziale? L'opinione
controcorrente: l’11
settembre frutto di stupidità, lobby e deregulation traffico aereo Replico, a 10 anni di
distanza, quanto pubblicai sul Manifesto andando controcorrente a chi fa
di quel giorno un grande complotto. 1)Quanto riporto erano
dati che nelle stese ore che andava in scena l’attacco alle torri , li
stavo trascrivendo per preparare un documento sullo scudo missilistico
da presentare in un controconvegno che pochi giorni dopo era in
programma a Napoli. Quanto stavo vedendo in tv era stato previsto da
rapporti consegnati al congresso ma rifiutati per le pressioni delle lobby
dello scudo spaziale. 2)
Per capire come funziona il traffico aereo e come era gestito in
quella zona degli Stati Uniti bisogna conoscerlo da dentro sinceramente 35
anni di esperienza nel campo penso che contino… Quel caos che c’era
nei cieli in quei giorni era frutto da due componenti: a) la deregulation
e smantellamente della fortissima lobby dei controllori “ storici” del
traffico aereo americano era avvenuta a colpi di licenziamenti, tagli
ristrutturazioni nonostante un durissimo sciopero durato mesi nell’era
di DoNald Regan (1981) Come mai tutto ciò? Le pressioni delle compagnie aeree ed
in particolare quelle che volevano dare l’assalto ai colossi del
traffico aereo storici , togliendo monopoli e liberalizzando i costi dei
biglietti abbassando anche i livelli di sicurezza era stata fortemente
supportata prima da Regan e poi da BUSH padre e di fatto aveva imposto alla stessa aeronautica
militare american di non rompere troppo le scatole se non veniva avvisata
di spostamenti di piani di volo, rotte, clearence, ecc. praticamente il
sistema ridondante tra controllo traffico aereo civile e quello militare
in quei giorni ma già da molto tempo faceva acqua. 3)
Vi faccio un esempio di cui io sono stato diretto testimone 10 anni
prima quando la linea Regan attuata da Bush senior con la
deregulation su questo fronte aveva vinto . Mi trovavo in
visita a NY nei giorni del rientro in patria dei primi contingenti dei
soldati USA dalla Guerra del Golfo. Come turista veniva offerto a tutti di poter svolazzare con elicotteri tra
le Torri e i grattacieli ad un prezzo di circa 100 se in comitive da 4-6
persone o invece per circa 350-500 dollari , se munito di un tesserino di
abilitazione al volo di poter noleggiare un elicottero per un volo a vista
tra i grattacieli di Manhattan. Con un modico costo come vedete chiunque
avrebbe potuto fare un macello. 4)
Non ci credete? Ebbene andati a vedere i resoconti di un incidente
aereo accaduto poco tempo fa dove due velivoli
leggeri da turismo si sono scontrati
a poca distanza da Ground Zero per problematiche relative al
coordinamento del volo di aerei o elicotteri leggeri da turismo che
costituiscono una fortissima lobby 5)
Naturalmente in una vicenda enormemente complessa come un attacco
simultaneo vi sono aspetti controversi, responsabilità incrociate ma
…credetemi la stupidità è fonte spesso dei peggiori disastri 6)
Il documento articolo di cui vi parlo è pubblicato su http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/torri_oss.htm un articolo di Antonio Camuso apparso a pag7 del Manifesto del 18/11/2001 Vi proponiamo l'articolo nella versione completa rispetto a quella ridotta apparsa nella versione stampata.
11 settembre 2001, ore 16.00 Sono davanti al PC e sto preparando una relazione da leggere al convegno sullo scudo spaziale che si terrà a Napoli , fra pochi giorni quando squilla il telefono e mi si annuncia il bombardamento di N.York. Le immagini che provengono dalla TV sono choccanti , ma quello che mi fa venire i brividi è come ciò che è accaduto, fosse già stato annunciato pubblicamente da importanti nomi dell’Intelligence statunitense, ma non preso in considerazione poiché disfattista nei confronti delle lobby degli armamenti PERCHE’ TANTE OMISSIONI? Febbraio 2000 ,dinanzi al Senato americano compaiono i responsabili dei servizi segreti USA che, oltre alle consuetudinarie relazioni consuntive delle proprie “Agenzie”, si devono pronunciare sull’attualità del rapporto Rumsfeld, che caldeggia per lo scudo stellare. Lobbies e gruppi trasversali di pressione elettorale stanno utilizzando tutto il loro peso affinchè determinate scelte in questo campo vengano prese , anche se comporteranno un enorme dispendio di risorse pubbliche. La campagna elettorale è praticamente iniziata e a novembre a pesare, elettoralmente , ci saranno anche i potenti complessi industriali degli armamenti. Il capo della CIA, George Tenet ed i suoi subordinati hanno già deciso da che parte stare e consegnano alla commissione senatoriale sull’Intelligence il documento:” La minaccia globale del 2000 e la realtà della sicurezza nazionale. E’ un documento pessimistico , che appoggiando il rapporto Rumsfeld, avvalora il rischio quasi imminente che gli USA vengano colpiti innanzitutto da attacchi missilistici da parte dei cosiddetti Stati canaglia: Iraq, Iran, Corea del nord, ecc. Subito dopo è la volta del generale Hughes, capo della potente Defence Intelligence Agency, che in sintonia del suo omologo Tenet , caldeggia la costruzione dell’imponente e costosissimo sistema di scudo missilistico, per difendersi dagli attuali 30 Stati dotati di capacità balistiche e poco “amici “ degli USA. Tocca al responsabile dell’Intelligence americana per i programmi strategici e nucleari , Robert Walpole a parlare ed il suo rapporto gela gli entusiasmi “missilistici” della commissione senatoriale:-…”noi pensiamo che ,nei prossimi anni, il territorio degli USA potrebbe subire un aggressione con armi di distruzione di massa e/o convenzionali, utilizzando sistemi NON MISSILISTICI, (probabilmente da entità non statali- cellule terroristiche), piuttosto che da attacchi convenzionali missilistici….Tali mezzi potrebbero essere utilizzati senza attribuzione di responsabilità (rivendicazione)…” L’elenco di tali mezzi , assolutamente civili, in questo rapporto, è particolareggiato e va dai battelli off-shore agli elicotteri senza pilota che si usano negli USA per l’agricoltura. Ma è su due punti che si accentra l’attenzione di Warpole e sono gli 800.000 aeromobili che atterrano negli aeroporti americani, con i loro 400 milioni di passeggeri , allo stato attuale in gran parte incontrollabili, i 9 milioni di mercantili portacontainer che ogni anno attraccano nei porti statunitensi che potrebbero contenere ordigni nucleari o NBC che, anche tramite un cellulare , si potrebbero far detonare una volta attraccati. E’ un insieme di vulnerabilità derivanti principalmente dalla caratteristica di apertura della società americana e veicolo per l’affermazione dei meccanismi della Globalizzazione. Per un momento serpeggia il panico tra i membri della commissione senatoriale ed in particolare quelli che facevano parte della commissione “bipartisan” Rumsfeld. Accettare queste tesi significherebbe bloccare gli immensi investimenti nella costruzione dello scudo missilistico e spostare le relative somme dai settori convenzionali degli armamenti a quelli della sicurezza interna, aumentando vincoli alla circolazione di passeggeri, mezzi, merci, ecc. con il mondo esterno, ma anche tra gli stessi States con possibili contraccolpi sull’Economia portante della Globalizzazione. La Commissione, come ammetterà a parte un membro di essa, decide di non prendere in considerazione questo rapporto, come anche di cestinare i documenti prodotti dal National Intelligence Council ( identificati come NIE: National Intelligence Estimates ) che parlano di minacce provenienti dal naviglio commerciale , come anche quelli del troppo “pacifista”Carnegie non –proliferation Project. La stessa commissione si schiera per lo Scudo, pur rinviando l’aumento da 7000 miliardi di lire a 9000 miliardi per il 2001 ,per la sperimentazione dello stesso, a dopo l’elezione del Presidente, a novembre 2000. E’ la vittoria di Donald Rumsfeld, ex deputato repubblicano, ex ambasciatore degli USA presso la NATO, titolare del Pentagono dal 75 al 77 sotto la presidenza Ford, 68 anni, fervente propugnatore dello scudo stellare e presidente della omonima commissione che dal 98 in poi ha spinto prima Clinton e poi Bush jr sul dispiegamento dello SCUDO.. L’apporto elettorale che è venuto da queste scelte lo ha portato poi ad essere nominato da Bush, segretario alla Difesa, ovvero ministro della Guerra. Ma è anche la vittoria di chi sta preparando nell’ombra l’attacco alla superpotenza. L’allentamento della guardia, in questi due anni, permetterà ai terroristi di infiltrarsi nel territorio USA, addestrandosi a pilotare aerei civili, addirittura presso scuole di volo americane e colpendo così facilmente il Gigante americano. SBAGLIARE E’ UMANO, MA PERSEVERARE E’ DIABOLICO. Dopo questi fatti si procede in questi giorni ad isteriche ed intempestive misure di sicurezza, ma anche a lanciare segnali rassicuranti alle potenti lobbies dello SCUDO. E’ il vice di Rumsfeld , a parlare, Douglas Feith, sottosegretario alla Difesa, il 12 settembre, il giorno successivo alla Waterloo americana, che ammette l’assoluta inefficacia dello scudo missilistico davanti a simili attacchi, ma non ritiene che questa che sia una buona ragione a rinunciare ad esso. A quanto pare le lezioni non bastano mai… CAMUSO ANTONIO OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI osservatoriobrindisi@libero.it Brindisi 16 settembre 2001 NOTE INSERITE L'11 SETTEMBRE 2011
Sullo sciopero del PATCO e la risposta di Regan http://eightiesclub.tripod.com/id296.htm su manuale di volo sito di piloti italiani se volete sapere qualcosa sull’incidente nell’estate 2009 sull’Hudson andate a o anche se
volete farvi un volo a 215 dollari svolazzando per
20 minuti tra i grattacieli di NY prenotatevi
alla http://www.libertyhelicopter.com/tours.php?tour=nyny ARTICOLO DI FRANCO PIPERNO LA TERRIBILE BELLEZZA E' RISORTA
Franco
Piperno
Quella mattina di settembre a New York, un mattino qualunque sotto un sole smarrito che già ha il sapore d’autunno, il formicolio sub umano della megalopoli - la grande Babilonia - l’oggi che si annuncia non diverso da ieri; poi, inatteso, in poco più di un’ora, lo svelamento, l’apocalissi: le Twin Towers, le Torri Gemelle che, avvolte dentro un fumo nero, implodono su se stesse quasi fosse argilla: l’odio arabo che chiama dal cielo l’americano ”middle class” e gli dice di buttarsi giù dal grattacielo perché è giunta per lui la morte - la fine dell’immunità dalla strage che cala sibilando dagli spazi aerei, privilegio di cui gode da tempo, da troppo tempo, New York; e con essa il paese dove sventola la bandiera a stelle e strisce. Il codice retorico nordamericano ha rapidamente metabolizzato l’evento: un vile attentato dei terroristi islamici agli States per l’azione di libertà e pace che gli USA svolgono, generosamente e da più di mezzo secolo, globalmente, in tutto il mondo. “Enduring Freedom” ha proclamato il loro presidente. L’elaborazione mediatica del lutto s’è svolta sulla ricognizione dell’identità perduta dei corpi straziati, il pianto sconsolato di migliaia di parenti ed amici, il fatale eroismo del solito pompiere raccontato dall’immancabile collega sopravvissuto, gli attestati televisivi di lealtà alla bandiera rilasciati dall’arabo americanizzato - il tutto avvolto nella micidiale polvere di titanio contenuto nei meta materiali adoperati per costruire le due Torri. La falsa coscienza dell’America, l’ideologia, qui ha operato al massimo della sua potenza occultante. Ma l’America non è solo quella che compare in televisione. Norman Chomsky, uno dei quattro intellettuali per il quali l’onore degli States può ancora salvarsi, visitando le rovine di Ground Zero, colto da una pietà inane, ha avvertito che da quel groviglio dantesco di carne che mescolava alla rinfusa i cadaveri degli assassini e delle loro inconsapevoli vittime, s’alzava un lamento, un coro abissale di milioni d’anime che ancora vagano come spettri non avendo trovato una degna sepoltura: i tedeschi di Dresda, gli italiani di Firenze, i giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, gli arabi di Bagdad, tutti civili e tutti innocenti allo stesso titolo dei newyorkesi. Nell’emozione onirica di Chomsky v’è più verità che nell’analisi di migliaia di esperti, giornalisti o accademici che siano. Infatti, se adoperiamo Il criterio di McNamara – il segretario di stato americano all’epoca della guerra nel Vietnam – che misura la produttività del complesso-militare industriale attraverso il rapporto tra il numero di morti inflitte al nemico rispetto a quelle subite, si vede che, per quanto riguarda la guerra di Bush, siamo ad un rapporto cento ad uno; nettamente meglio di quanto fossero riusciti a fare i nazisti che, nella rappresaglia, si limitavano a dieci per uno; e tuttavia, occorre riconoscerlo, ancora lontani dal record che detengono i cittadini dello stato ebraico: per ogni israeliano ucciso vengono condannati a morte almeno mille palestinesi, anziani, donne, bambini, senza favoritismi per nessuno. Insomma, per il criterio di Mac Namara, gli arabi sono ancora in credito di alcune centinaia di migliaia di morti civili. A dieci anni di distanza la stampa americana continua a rappresentare quell’evento come un vile attentato su persone inermi senza alcun giustificato motivo. Rimuovono, appunto, ciò che è stato fatto dagli americani nel Medio Oriente: una rete fitta di basi per proteggere i corrotti regimi di quei paesi, e assicurarsi così il controllo militare delle grandi riserve petrolifere. Chi non sta a casa propria? Quanto alla viltà dell’agguato, come si fa ad onorare i mercenari americani che per mestiere uccidono, utilizzando i droni per non correre alcun rischio; uccidono, per la mercede, esseri umani che non hanno alcun motivo di odiare; mentre andrebbero considerati vili quel pugno audace di intellettuali – alcuni di loro avevano perfino superato l’esame di fluidodinamica—che, utilizzando dei temperini, si impadroniscono di quattro enormi aerei di linea, facendo fronte agli equipaggi e a centinaia di passeggeri, per uccidersi ed uccidere, schiantandosi sui quei mostri di vetro e cemento simboli dell’impero americano? Qualsiasi possa essere il vincolo di fraternità culturale che lega la sorte dell’ europeo all’ americano, è del tutto evidente che l’ammirazione dell’uomo libero , non scevra da raccapriccio, va agli insorti e non ai mercenari – il coraggio temerario del corpo umano che si fa beffa della potenza tecnologica e la rivolge contro coloro che l’ hanno fabbricata. Per questi ed altri motivi, noi, l’undici di settembre, nel decennale di quell’evento dalla bellezza sublime, chineremmo, se solo le avessimo, le nostre bandiere per pietà verso gli americani morti per caso e ad onore degli intellettuali arabi - a noi, per altro ostili, ma certo umani, troppo umani - che hanno spappolato gli aerei catturati contro le Torri Gemelle, condensando, in quel gesto collettivo, la volontà generale delle moltitudini arabe. Manca ancora la parola del poeta che racconti questa impresa da eroi maledetti. In ogni caso, quel che è certo è che l’undici di settembre a New York, come la decapitazione di Luigi Capeto, l’assalto bolscevico al Palazzo d’Inverno, la Sorbona occupata nel ’68, la caduta del muro di Berlino, è una rappresentazione icastica che farà nido nell’immaginario collettivo, perché segna la fine di un’epoca e ne annuncia una nuova. A dispetto tanto delle anime belle quanto degli ipocriti che hanno sentenziato prematuramente l’impotenza controproducente della violenza collettiva.
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vedi anche:
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