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Stupro di Rimini :i molti quesiti irrisoltiL’opinione di Antonio Camuso
Stupro di Rimini e i molti
quesiti irrisolti
Il caso è chiuso!, responsabili presi, procede la giustizia. Un
sospiro di sollievo coinvolge una comunità ed una economia come
quella della costa riminese, fatta di Turismo, spiaggia di giorno e
feste e divertimento la
notte con tutti gli annessi e connessi che ogni località di grande
attrazione si porta dietro e che hanno fatto di contorno a questa
vicenda e dove i
soggetti, anche i più discutibili(legati allo spaccio e alla
prostituzione) non
vedevano l’ora che finisse augurandosi il ritorno
alla “normalità”.
A tirare il sospiro di sollievo
sono le forze di polizia e gli inquirenti locali , sottoposti
a loro dire nei primi
giorni a “una pesante attenzione mediatica e relativo stress”.Lo
hanno fatto gli
specialisti dello SCO
inviati in tutta fretta sotto la pressione
politica interna ed internazionale , visto che
ad avere subìto la maggiore violenza erano stata la coppia di
giovani provenienti da una Nazione come la Polonia
che è il capofila del gruppo di paesi dell’Est del fronte del
No all’accoglienza e al ricollocamento dei migranti/richiedenti
asilo.
Una brutta grana per i
partiti di governo messi sotto accusa per le loro politiche definite
troppo permissive nei confronti dei migranti, visto che sin dal
primo momento si aveva la certezza che di originari dell’Africa
si trattava.
Ma l’intervento dello SCO era conseguente all’allarme sulle modalità
dei reati commessi dal branco e
che facevano pensare a
qualcosa di potenzialmente pericoloso e ripetibile.
In un articolo pubblicato anche su Bellaciao/it
(
stupro di Rimini:applicare la legge internazionale sugli stupri
etnici) affermavo
che a mio avviso per
come si erano svolti i fatti, quello non era uno stupro di branco
normale ma aveva caratteristiche
paragonabili a quelli che vengono compiuti
giornalmente
durante le pulizie etniche,
in luoghi della terra afflitti da guerre e guerriglie
particolarmente feroci , sia in Africa
che nel medioriente.
La sensazione di aver già letto da qualche parte quelle feroci
modalità mi lasciava però
perplesso sull’origine che inizialmente
avevano indicato i media, quella magrebina . Solo al momento
dell’arresto del’ultimo componente
e conosciuta la nazionalità ,
la mia memoria
riusciva a dare un senso a quella strana sensazione che mi aveva
pervaso sin dal primo momento e farmi esprimere in termini
così indignati che qualcuno aveva
pensato ad una mia incredibile marca indietro
revisionista
sull’antirazzismo
e di una mia “troppo sensibilità” sullo stupro fatto dai
“neri” rispetto a quello fatto dai bianchi occidentali.
Ebbene quando
ho saputo che il capo branco , il maggiorenne
che comandava i tre minorenni era congolese,
ho ricordato dove avevo già letto tempo fa modalità identiche
a quello stupro: si trattava di testimonianze di donne congolesi e
del Ruanda stuprate
ammazzate, mutilate, e dove la sottomissione alla violenza era
condizionata al gridargli in faccia
che le si voleva ucciderle, (I Kill You!
ripetuto durante il doppio stupro a Rimini) testimonianze che
avevo letto anni fa, riprese da alcuni
religiosi
bianchi scampati ai massacri e agli stupri e come raccontassero come
ad essere stuprate con particolare violenza erano state le religiose
. Stupri di queste
modalità erano in particolare per riti di iniziazione dei “bambini
soldato” minorenni rapiti
o forzatamente arruolati e che dopo averli riempiti di
sostanze psicotiche li
si faceva stuprare in
branco le vittime delle scorrerie per prepararli ad altre più
violente.
Sì, di rito di iniziazione
si è trattato quello che si è svolto a Rimini e non una
bravata di 4 giovani drogati , un po’ fuori di testa, un rito
secondo modalità di luoghi dove queste cose sono la normalità e dal
quale volenti o nolenti dobbiamo sapere
che chi giunge da noi vi
è anche chi è stato
testimone o più o meno
forzatamente partecipe.
Molti sicuramente grideranno allo scandalo
per queste mie parole ma credere che
da noi arrivino solo vittime
secondo il nostro punto di vista “ buonista”
sarebbe non accettare la realtà comprovata per esempio dei
foreign fighters di tutte le milizie
che hanno sgozzato, stuprato, ecc in Siria ed in Iraq che
rientrano in Europa. Chi va da loro a chiedergli quanta gente hai
ammazzato o stuprato
lì? Nessuno, questo non vale solo da noi dove il fenomeno è limitato
ma in tutta Europa , l’importante che non incomincino ad ammazzare
qui!
Questo è il senso comune dei governanti europei che hanno a che fare
con un fenomeno al quale hanno anche contribuito direttamente e poi
gli è sfuggito di mano.
Addentrarsi su questo
discorso ci porterebbe a sollevare in noi troppi dubbi
sul nostro operato quotidiano
e quello di tutti coloro, laici e religiosi ,
che lavorano con tanto
sacrificio, impegno ed amore ad accogliere e aiutare che si presenta
alla nostra porta.
E’ vero !,
per noi ,
essi
sono solo esseri umani che
ci chiedono di aiutarli, indifferentemente
che dal luogo di origine siano stati vittime o carnefici di altri
esseri umani, ma credere che
il loro percorso
esperienziale possa cancellarsi automaticamente una volta giunti in
Italia/Europa è pia illusione, come pia illusione anzi, peccato di
superbia, è
quello di credere che dando loro da bere o da mangiare, in
cambio si possa
espropriarli di un’identità
culturale che non è
riducibile a quella che
mettiamo in pubblico durante feste e banchetti multietnici,
no, essa è più complessa
e su questo va fatta una grossa riflessione tra chi opera nel
volontariato in questo settore per “integrare” i migranti.
Domande che preferiamo non
farci mentre ci occupiamo di trovare loro una casa, un
lavoro, una scuola, assistenza sanitaria , ma che oggi
purtroppo proprio
gli operatori di quella
cooperativa che aveva seguito il
“congolese” si fanno, esterrefatti che tra le centinaia di
giovani che loro hanno seguito, proprio
quello che sembrava più “integrabile” abbia compiuto quei reati ed
oggi aggiungo io dinanzi al giudice continui tranquillamente a
negare senza nessun pentimento.
Un grosso sospiro di sollievo dobbiamo farli tutti
per il loro arresto, poiché se rito di iniziazione si
trattava, visto che era il continuo in crescendo di un precedente
tentativo, quel gruppo presto avrebbe marcato il territorio forte
dell’impunità acquisita, con altri e sicuramente più gravi reati,
con il rischio di possibili
emulatori e competitori
in quel territorio dove
la concorrenza sul controllo dello spaccio e della
prostituzione è forte.
Si sta creando una nuova prima generazione di nuovi italiani
pronta a gesti eclatanti?
Quello che nessuno oggi vuol mettere in risalto,
pena il
lanciare segnali
allarmistici, sul tema terrorismo e fomentare altre ondate di
razzismo , sono tutte le modalità di costruzione di quel branco
fotocopia di altre che
noi abbiamo sentito raccontare in
vicende terroristiche recentissime,
dove fratelli e cugini
spesso di origine magrebina e
spesso minorenni e
pregiudicati per reati connessi a droga o piccoli furti , nati
e cresciuti
in un paese europeo( Francia , Spagna , Germania, ecc),
sotto la guida di un capo
branco invece di andare a fracassare una bottiglia in testa
ad un trans o stuprare una turista“bianca”, si lanciavano con
un camion contro folle di poveri turisti
o li ammazzavano
a colpi di coltello o di mitra. . In questo caso abbiamo avuto una
grande fortuna che
a comandare il branco fosse invece quel congolese, che a suo
dire si era pure convertito a una setta cristiana, e non il solito
imam.
Ma saremo sempre così fortunati? In ogni caso questo è il segnale
che si sta già formando a
nostra insaputa una prima generazione di italiani acquisiti che per
ripulsa generazionale, disagio
o irretimento da velenose sirene terroristiche jihadiste
possano emulare quello che altri loro coetanei
hanno fatto in altre parti
di Europa?
Ci auguriamo che ciò non avvenga ma
per ridurre questo pericolo occorrerà un grande sforzo comune
e una revisione di
nostre molte certezze …
Antonio Camuso
Osservatorio sui Balcani di Brindisi
Brindisi 4 settembre 2017
Antonio
Camuso Osservatorio
sui Balcani di Brindisi
osservatoriobrindisi(at)libero.it Brindisi 4 settembre 2017
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