ritorna ad HOME PAGE osservatorio E' consentita la riproduzione , ,senza fini di lucro dei materiali prodotti dall'Osservatorio sui Balcani di Brindisi con l'obbligo di riportarne esplicitamente la fonte.
|
||||||||||||||||||||
Armi armamenti Controllo di massa Forze Armate Italia Mondo Guerre Afghanistan Balcani Iraq Kosovo Mondo Movimenti no-global no-war no-nuke no-racisme Servizi segreti Stragi Storia II Guerra mondiale
Guerra fredda
|
Ammiragli… di pace e lo spirito di san Francesco tradito. ovvero
la strage di migranti, la NATO e il Santo di Assisi (parte seconda) La leggenda vuole che il Santo di Assisi incontrasse il lupo che terrorizzava quelle contrade facendo strage di animali e di uomini e , accortosi dei suoi lamenti per una spina conficcatasi in una zampa , nonostante che tutti lo invitassero a fuggire via, Francesco, mosso da carità cristiana, curò il feroce animale sino alla sua guarigione… 1600 era il numero tragico, ricordato simbolicamente nella marcia della pace Perugia Assisi odierna, di migranti morti negli ultimi sei mesi nel Mediterraneo supercontrollato dalla flotta NATO.
Ai microfoni delle tv che li intervistavano , i pacifisti marciatori con un numero stampigliato addosso ed una maschera bianca per ricordare come queste morti anonime non riescono a scuotere la coscienza della civilissima Europa, han ripetuto purtroppo un ritornello frutto, o di ingenua ignoranza sulla natura della NATO o di un tacito non voler mettere in crisi quei complessi meccanismi di interazione tra ONG cattoliche e non, con le strutture di intervento e soccorso militari che operano sulle coste italiane, in primis Lampedusa. Un ritornello che abbiamo già sentito dal ministro Frattini poco più di un mese fa , quando, messo in difficoltà dinanzi all’ennesima strage, in piene polemiche sui mancati soccorsi, affermava che avrebbe chiesto alla misteriosa NATO, chiarimenti… dubbioso se scrivere tale richieste in inglese, tedesco e francese poiché assolutamente all’oscuro chi fosse nella NATO chi aveva il comando delle operazioni navali. Insomma , sfilare lodevolmente per chilometri, ricordando quella tragedia è bene, ma… per poter ridare dignità a quei migranti anonimi affogati nel Mare Nostrum forse sarebbe ora di dare un nome e un cognome alla catena di comando delle navi NATO e su quell’ipotetico mancato soccorso in un mare supercontrollato. Ammiragli di pace e lo spirito di San Francesco tradito.. Basterebbe solo un piccolo sforzo, quello di rileggere le pagine dei giornali e i resoconti stenografici delle sedute in Parlamento per poter avere sorprendenti risposte alle nostre domande. Scopriremmo così che il 23 marzo 2011 , in Senato, l’attuale smemorato ministro Frattini annunciava con grande soddisfazione che l’ammiraglio di Squadra Rinaldo Veri, persona stimatissima dalla NATO e dallo Stato Maggiore italiano, diveniva il Comandante del Comando Navale Alleato antiGheddafi . Questo avveniva dopo un lungo e difficile braccio di ferro, nella NATO, inizialmente orientata a tener fuori l’Italia, ma che poi , con un accordo prevedeva , a fronte dell’utilizzo di basi e della logistica italiana e del contributo alla coalizione di volenterosi di un dispositivo aeronavale nazionale , che all’Italia venisse conferito un incarico di prestigio nel dispositivo NATO anti-Gheddafi.salvando così la faccia di Berlusconi e il governo italiano. In seguito, la responsabilità italiana, sulle operazioni in mare, diveniva totale con l’assunzione del comando delle 15 navi militari componenti il NATO task GROUP 455.01 da parte del Contrammiraglio Gualtiero Mattesi imbarcato sulla portaerei Garibaldi, poi sostituito a giugno dal L’Ammiraglio Foffi già Comandante del Contingente Navale Italiano assegnato alla NATO per l’Operazione Unified Protector. Insomma il comando delle navi NATO che han pattugliato quelle acque dove han trovato la morte 1600 migranti non parlava tedesco, inglese, olandese, francese, ma semplicemente italiano. Ma ad aggiungere sorpresa a sorpresa scopriremmo nella nostra ricerca , che in piena adesione al cliché che accompagna mediaticamente l’uso del nostro strumento militare e che definisce i nostri guerrieri come ambasciatori di pace , ebbene scopriremmo che qualche ammiraglio di quella catena di comando è stato insignito addirittura della “palma d’Oro” dalla ASSISI PAX International. http://www.assisipax.org/index.asp Se non vivessimo nell’Italia dei paradossi porremmo la domanda:-“Come è possibile fregiarsi di una onorificenza legata al nome di san Francesco e poi permettersi di non punire fermamente chi , come sottoposto, comandante di una o più navi , ha voltato lo sguardo e turato le orecchie dinanzi ai disperati appelli di migranti in difficoltà?”- Signor Ammiraglio, come è possibile che proprio sotto il suo comando lo spirito del Santo di Assisi, quello della carità cristiana , del soccorso ai bisognosi fossero pure degli animali, sia stato violato od omesso da dei suoi sottoposti?”- Ma nei vincoli con le quali le veniva assegnata la palma d’oro non vi era quello di dovere essere disponibile ad impegnarsi come testimone e portavoce della "Cultura di pace", …. e dei principi della “cultura di pace” pronunciando, pubblicamente la “promessa di operare per il dialogo culturale come procuratore-ambasciatore di pace" nel prossimo futuro?-“ 1600 volti anonimi in nome dello spirito del Santo dai piedi nudi invocano da lei giustizia e rispetto della dignità umana affinché altri non si vadano ad aggiungere a questo infinito elenco di vittime della cinica Fortezza Europa. Antonio Camuso Osservatorio sui Balcani di Brindisi Brindisi 25 settembre 2011 50 anni della Marcia della pace
|
per leggere tutte le pagine sull'argomento clicca su |