ritorna ad HOME PAGE osservatorio E' consentita la riproduzione , ,senza fini di lucro dei materiali prodotti dall'Osservatorio sui Balcani di Brindisi con l'obbligo di riportarne esplicitamente la fonte.
|
||||||||||||||||||||
Armi armamenti NLW armi non letali Controllo di massa Forze Armate Italia Mondo Guerre Afghanistan
Balcani Iraq Kosovo Mondo Movimenti no-global no-war no-nuke no-racisme Servizi segreti Stragi Storia II Guerra mondiale
Guerra fredda
1a guerra mondiale
|
BASE ONU di Brindisi: I diritti dei lavoratori?… Calpestati! ( Da una notizia del Quotidiano di Brindisi , Lecce e Taranto del 16/10/08)
Recita così il comunicato della UIL di Brindisi inviato agli organi di stampa dopo la denuncia all’ispettorato del lavoro della città per presunte violazioni dei diritti sindacali e delle norme che regolano le contribuzioni previdenziali. L’ONU come ormai da prassi da quando si è installata a Brindisi si è trincerata dietro l’inviolabilità del suo territorio, negando l’accesso agli ispettori del lavoro e a quelli della previdenza sociale. “ Il comunicato Uil continua dicendo “ Si continua a lavorare in nero nella Base ONU di Brindisi e mentre dai media e l’ONU vengono messe in evidenza il ruolo dell’Organizzazione nelle attività umanitarie,… dall’altro vengono calpestati i diritti dei lavoratori.”
Il commento dell’Osservatorio sui Balcani di BrindisiE’ una notizia che a noi non stupisce avendo sin dal 1994 espresso forti perplessità sulle modalità e gli accordi con i quali lo Stato italiano espropriava il futuro dell’aeroporto di Brindisi (e di parte dell’economia cittadina) consentendo che gran parte di esso divenisse un grande magazzino ONU senza contropartite reali in fatto di ricadute economiche e permettendo che al buco nero della extraterritorialità dell’allora base USAF di San Vito dei Normanni si aggiungesse quella dell’ONU. Le cose sono andate purtroppo come quindici anni fa denunciavamo: le promesse occupazionali sono divenute fandonie, le ricadute sulle piccole imprese brindisine una farsa , mentre le attività di manutenzione di aziende come le Officine Aeronavali venivano azzerate e spostate in altre città poichè i capannoni da esse utilizzate erano stati requisiti dall’ONU. Al danno si è infine aggiunta la beffa delle violazioni dei diritti sindacali di quei pochi lavoratori che hanno avuto un lavoro da questa organizzazione “caritatevole”… Riproponiamo in questa occasione uno stralcio di quanto da noi scritto in un articolo comparso nel 2005 sul mensile Guerre e Pace . Antonio Camuso Osservatorio sui Balcani di Brindisi http://www.pugliantagonista.it/osservatorio.htm Brindisi 17/10/08
BASE ONU DI BRINDISI: Il bilancio di dieci anni di presenza di una base caratterizzata da molte anomalie.
La scheda: Dal 1994 sono presenti presso la Mega Base Logistica ONU di Brindisi due strutture dell’organizzazione delle Nazioni Unite: UNLB e il WFP, ma accanto ad esse sono previste o già in attività altre agenzie o strutture ONU.
Il contenzioso con la città: le attese deluseSin dal primo momento il Comitato di informazione sulla Base ONU e sulla base NATO di Brindisi, che si opponeva alle anomalie di questa base, si scontrò con il Partito della Guerra che aveva negli enti locali , tra le lobby a carattere massonico e presente trasversalmente nei partiti una presenza agguerrita e che attraverso le campagne di stampa continuò accanitamente a dare del visionari ed allarmisti i contestatori salvo poi non negare l’evidenza della supermilitarizzazione della città quando ci si ritrovò in piena guerra del Kosovo con i missili schierati a difesa della città e un paio di bombe perse da un aeroplano Nato un po’ nervoso sganciate davanti alla centrale elettrica ENEL di Cerano. Un Partito della Guerra che, pilotando accuratamente i giornali ventilava nel 1994 centinaia di assunzioni di giovani diplomati presso la Base ONU, ricadute sulle piccole aziende della città nei lavori di manutenzione dei mezzi e materiali provenienti da tutte le parti del mondo. Insomma un bell’affare! Un Partito della Guerra che dovrà render conto alla città l’aver perso l’occasione con la smilitarizzazione dell’Aeroporto della possibilità di trasformarlo nel più grosso aeroporto del Sud per transito merci, viste la grandezza delle sue piste, la contemporanea presenza del porto e l’esistenza di un grande scalo merci aeroportuale mai utilizzato. Un partito della guerra che dovrà render conto che quella decina o poco più di autisti part-time ( questa è la ricaduta occupazionale ONU) assunti presso la Base, non compenseranno il sequestro ONUdegli Hangar delle Officine Aeronavali , con perdita di commesse importanti sia civili che militari, ed oggi le ricadute economiche ( lavori di piccola manutenzione e piccole commesse) sono ridotti al livello del 1995, una vera esiguità e spesso hanno dato a contenziosi legali ai quali le piccole aziende brindisine sono state costrette a rinunciare dovendo affrontare cause internazionali davanti al tribunale di Ginevra competente. Una vera fregatura! Un partito trasversale che, con la fine della guerra del Kosovo e la partenza degli americani, invece di chiedere la restituzione alla città delle aeree militari dismesse arrivava nei tempi recenti a richiedere che almeno una squadriglia di cacciabombardieri di stanza ad Aviano fosse trasferita a Brindisi, come contropartita economica alla fedeltà atlantica dimostrata in tante occasioni. Un Partito della Guerra trasversale capace pensare alla guerra mentre parla anche di pace che ha uomini e donne in entrambi gli schieramenti al suo servizio
Il futuro di Brindisi nel Peace-keeping. La partenza degli americani da San Vito lasciava questa base ad una riconversione agli usi civili ma un contenzioso tra i gruppi di potere di San Vito dei Normanni ( che soffrivano delle mancate ricadute economiche dei militari USA) e quelli di Brindisi (, più propensi ad un uso civile della Base), portava ad un braccio di ferro sul quale si innestavano accordi trasversali che sfociavano nella richiesta bipartisan con il DDL1649 e la richiesta di istituire un centro di peace-keeping (chiamandolo centro di educazione alla pace) sotto il controllo dell’Esercito . Un centro che vedrebbe la presenza di istruttori militari, universitari ed ONG che dovrebbero formare quegli “operatori della sicurezza mondiale”,…( articolo scritto nel 2004) Quello stesso partito che ha plaudito in questo inizio 2008 all’accordo tra ONU e Stato italiano di regalare all’ONU, invece di restituirla alla società civile( e ai tantissimi progetti di riconversione compreso quello che chiediamo da anni di farne un museo della Guerra Fredda ), una bella parte della ExBase di san Vito dei Normanni per farne un altro enorme deposito ed anche un centro di addestramento al peacekeeping con corsi di “polizia internazionale”. In cambio l’ONU accetterebbe di non aumentare la sua ingombrante presenza nell’aeroporto di Brindisi ( l’Aeroporto del Grande Salento)in cui ultimamente sono stati spesi tantissimi soldi ma che ormai dopo tanti anni di servitù ONU e moltissimi altri di servitù militari ( solo a fine 2008 si spera che l ‘AM lo lasci e transiti effettivamente civile) non ha speranze di recuperare tutte le occasioni perdute per rilanciare il suo ruolo di motore dell’economia cittadina. ( ndr 2008) Antonio Camuso osservatoriobrindisi@libero.it Osservatorio sui Balcani di Brindisi http://www.pugliantagonista.it/osservatorio.htm
|
Vedi anche:
|