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l'Altra Storia : guerra di Spagna- preparativi della Seconda Guerra mondiale 26 aprile 1937 GUERNICA …una strage della quale anche gli italiani sono responsabili…( riproponiamo nell'anniversario
della strage spagnola un articolo da noi prodotto qualche anno
fa)
A sessant’anni dalla fine della seconda guerra
mondiale rimangono
ancor oggi impunite le tante stragi nazifasciste di cui si
macchiarono appartenenti delle SS delle Brigate Nere , ma anche
reparti regolari degli
eserciti di Hitler e
Mussolini in quel conflitto. Sono quelle stragi
di cui si parla nei
fascicoli ritrovati nell’armadio della vergogna
tenuti nascosti presso la procura militare di Roma e di cui
si occupa un commissione di inchiesta della quale fa parte l’on
.Carlo Carli che
intervistato dal Tg.3 il 23 aprile 2005 afferma: -“Si sta facendo
avanti un’ipotesi inquietante su questo episodio di insabbiamento,
quella della mano della organizzazione segreta
NATO della GLADIO . Molti di quei nomi di brigatisti neri
coinvolti nelle stragi riportate in quei fascicoli, negli anni
cinquanta furono reclutati segretamente dai servizi ( segreti
americani ed italiani N.d.r) per far parte della rete NATO
della Gladio . In cambio di ciò ottennero la non punibilità…”- Purtroppo c’è da aggiungere che il pietoso velo,
che ha nascosto per decine di anni le malefatte dei nostri
militari, ha
goduto della complicità di una sinistra istituzionale che
vedeva le nostre FFAA come garanti della Costituzione e quindi da
non criticare per il loro passato
operato , anche se in un contesto sicuramente travagliato quale
quello del bellicismo fascista. -“Il mito del “buon italiano” non va
infranto!”- Così il silenzio
di decenni su quanto avvenuto in Africa Orientale ed in
Libia, ma anche in Albania, Yugoslavia e in Grecia, sul negare
l’uso dei gas contro gli etiopici, sulla tortura contro libici o
slavi indifferentemente, ritenuti esseri inferiori al pari
dell’operato dei nazi contro ebrei o zingari. Fatti avvenuti in “contesti…residuali” in posti
dai luoghi con nomi quasi impronunziabili
e dei quali nessuno ricorderebbe ma, forse su di un posto dal
nome da tutto il mondo ritenuto altamente simbolico,
come quello di Guernica,e ci sarebbe qualcosa da ribadire,
sfatando tanto perbenismo col quale si è voluto nascondere il ruolo
di macellai ed aiuto macellai da
parte delle Forze Armate italiane fasciste in quella che fu la
guerra civile spagnola. GUERNICA…Un nome che evoca l’Albero di Guernica simbolo
della libertà del popolo basco…ma anche il quadro di Picasso
divenuto l’urlo pittorico contro l’infamia della Guerra ed in
particolare quella aerea condotta contro le città, antesignana
dell’olocausto nucleare e della guerra
imperiale robotica che uccide solo a causa di danni
collaterali ma portatrice di civile
democrazia occidentale . 30 marzo 1937 Durango …ovvero quando gli italiani fecero le prove generali di Guernica Nella primavera del 1937 il generalissimo Franco non
avendo potuto sfondare il fronte repubblicano di Madrid , decise di
attaccare al Nord dove repubblicani e baschi erano più deboli.
Migliaia di fascisti spagnoli ed italiani, appoggiati da cannoni
ed una flotta aerea di potenza inusitata, forte di 163
velivoli di cui 74 tedeschi, 73 italiani e 16 spagnoli, attaccarono
con ferocia inaudita i difensori della repubblica spagnola. Sistematicamente, per poter
ridurre al silenzio le difese repubblicane,
i nazifascisti usarono i bombardieri nel colpire depositi
militari , nodi ferroviari e stradali , caserme e centri industriali
senza nessuna pietà per una popolazione che, sino a quel momento,
non aveva avuto nessuna esperienza di bombardamento aereo e quindi
incapace di difendersi. In questo contesto gli italiani con l’aviazione
legionaria fecero la loro parte. 0re 07.30 del 31 marzo 1937, dalla base di Soria decollano due squadriglie di
trimotori italiani S.81 “incaricate di distruggere i depositi e
colpire le truppe presenti negli abitati “ di Durango ed Elorrio…recitano
le carte dell’Archivio Ufficiale dello Stato Maggiore Aeronautica
italiana. Otto S.81 attaccano Elorrio e nove Durango. In quest’ultima città il punto di mira è
l’incrocio stradale al centro della città. Quando il fumo e la
polvere si dispersero
di Durango era rimasto ben poco. La città densamente abitata e non
dotata di rifugi antiaerei era stata colpita a morte, ottanta i
civili uccisi decine i feriti , colpite anche le chiese con il
convento di Santa susanna e la parrocchia di Santa Maria
de Uribarri totalmente distrutti. Prove tecniche di GuernicaNonostante questo macello gli ufficiali italiani
della 213a e della 214a squadriglia da bombardamento ritennero
opportuno fare definitivamente piazza pulita di questa piccola
cittadina basca posta sulla direttrice di attacco verso Bilbao e
alle 15.30 sempre di quel maledetto 31 marzo
un’altra ondata di S.81 tornò su Durango centrando la
stazione ferroviaria con
36 bombe dirompenti da 100 kg. Nonostante le proteste levatesi in tutta Europa su
questa strage di civili i
nostri valorosi piloti
continuarono questa
pratica come nel caso del 2 aprile quando colpirono il piccolo
centro di Manaria. GUERNICA 26 Aprile 1937Sotto l’effetto duplice dell’attacco terrestre e
di feroci bombardamenti dall’alto il fronte basco incomincia a
cedere e Guernica posta
al centro di uno snodo stradale,
dove si dirigono le truppe
repubblicane in ritiratasi , si trova ad essere presa di mira
dall’aviazione fascista italiana e
dei nazisti della Legione Condor. Il piano per quella sciagurata giornata è diabolico
: colpire gli ingressi
della città chiudendo ogni via di evacuazione e poi attaccare in
massa quella città ribelle, simbolo antico di democrazia e libertà
, cancellandola definitivamente. Il ruolo degli italianiAlla sezione bombardamento veloce della 280a squadriglia , dotata di tre modernissimi S.79 ( i famosi gobbi maledetti) toccherà fare da apripista nel colpire la strada ed il ponte ad Est di Guernica , mentre le squadriglie da caccia del 16° Gruppo su biplani Fiat CR 32 forniranno la scorta agli Junkers 52 nazisti che devono radere al suolo la città. schieramento
di S79 e Br 20 in Spagna Gli italiani sapevano…Cosa sarebbe successo a quella piccola città era
noto a tutta la catena di comando militare italiana , la stessa che
riuscì a mantenere all’oscuro l’opinione pubblica del
dopoguerra sulle sue complicità alla strage. Narra l’allora tenente pilota Corrado Ricci
comandante di una pattuglia di caccia di scorta italiani: “-Guernica è un caposaldo importante… il 26
aprile ricevo l’ordine di andare a scortare una formazione di
diciassette Junkers che debbono colpire quel centro”…- Gli eventiOre 16.30 su Guernica arrivano puntuali gli italiani
che sganciano 36 bombe da 50 Kg che mancheranno il ponte ma
colpiranno la stazione ferroviaria. Poi giungono tre He.111 tedeschi che sganciano il
loro carico di morte, poi arrivano caccia tedeschi e spagnoli che
mitragliano le vie della città colpendo indifferentemente civili e
militari e costringendo a nascondersi negli edifici gli abitanti
della città. Ore 18.30 arrivano 18 trimotori Junkers 52 ( i famosi
bombardieri che gli italiani dovevano scortare) che sganciano sulle
case della cittadina basca 23 tonnellate
di bombe tra le quali 5000 spezzoni incendiari alla termite che
faranno delle povere case e dei loro abitanti un orrendo rogo. Il bilancioNon si è mai saputo quante fossero effettivamente le
vittime alcuni parlano di 1600 morti ed un migliaio di feriti, altri
di circa trecento morti e oltre mille feriti, comunque sia quella
strage divenne il simbolo della guerra moderna
e motivo di esempio da prendere
quando si vuole annientare la resistenza dell’avversario. Un esempio replicato dai signori della guerra nazisti
su Varsavia o Rotterdam ma anche dalle “democratiche” aviazioni
inglesi ed americane con i roghi di Amburgo, Berlino, Milano, Tokyo
e poi l’olocausto nucleare di Hiroshima e Nagasaki ed ancora
l’orrore dei bombardamenti sul Vietnam, l’uso del napalm e dei
gas defolianti, ed infine quello degli aerei e dei missili
invisibili della
moderna Aviazione Imperiale che uccidono ufficialmente solo i
cattivi. In questo 25 Aprile è giusto ricordare quindi le
mille Guernica provocate
dalla follia omicida del Capitale imperialista e globalizzatore, mantenendo vivo lo spirito della Resistenza che prese a
riferimento quel
solitario albero della libertà,
piantato al centro di quella piccola cittadina basca , motivo
valido per combattere e vincere contro il nazifascismo
sessant’anni fa.
ANTONIO CAMUSO
OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI Brindisi 24 aprile 2005 Pubblicata nel 2005 su http://www.webalice.it/mario.gangarossa/sottolebandieredelmarxismo _archivio/2005_04_antonio-camuso_guernica.htm dati
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