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 PROCESSO DI APPELLO PER L'AFFONDAMENTO DELLA KATER I RADES

Contro tutte le forme di respingimento

La Rete Antirazzista Salentina sarà presente

il prossimo 9 novembre alle ore 8,30

dinnanzi alla Corte d’Appello di Lecce

Per evitare che cali il silenzio sulla tragedia vissuta dai profughi albanesi

Per testimoniare la nostra vicinanza ai famigliari delle vittime e ai sopravvissuti

Per rivendicare il rispetto del diritto internazionale d’asilo

 

 

LORO LI CHIAMAVANO MONNEZZA MIGRANTE, NOI ESSERI UMANI: PERCHE' NON CADA IL SILENZIO

APPELLO DI ANTONIO CAMUSO E APRILE ROBERTO

per un'iniziativa di solidarietà dinanzi al tribunale il 9 novembre 2010

LE INIZIATIVE A SOSTEGNO DELLA RAGIONE DEI NAUFRAGHI

La rete antirazzista del Salento raccoglie l'appello lanciato dall'Osservatorio sui Balcani di Brindisi affinchè non passi sotto silenzio le ultime fasi processuali che paventano il rischio di sentenza clamorosamente negative nei confronti dei naufraghi albanesi 

ORGANIZZA PER 

mercoledì 3 novembre alle ore 18,00
presso la Libreria Ergot (P.tta Falconieri Lecce, nei pressi di Porta Napoli),
per discutere dei seguenti temi:

1. Situazione campo rom, in particolare in relazione al progetto “INCLUSIONE
SOCIALE E INSERIMENTO SOCIOLAVORATIVO DEI ROM IN PUGLIA” portato avanti dall’
Opera Nomadi;
2. Processo Kater I Rades;
3. Varie e eventuali.

Riguardo al primo punto, nonostante i solleciti inviati alla Regione Puglia,
rimasti sostanzialmente disattesi, l’Opera Nomadi ha già attivato una serie di
convenzioni con gli enti locali e continua ad opere, non senza contraddizioni,
sul campo. Le nostre riserve manifestate in relazione
      • alle modalità di assegnazione dei fondi (l’assessorato alla
Solidarietà - Politiche sociali e Flussi migratori ha deciso di affidare, senza
una consultazione ampia e partecipata ma solo 
        attraverso una delibera di giunta, la n. 1509 del 2009, la gestione di
risorse pubbliche all’Opera Nomadi)
      • al progetto e soprattutto alle modalità con cui viene portato avanti
(il progetto  non prevedendo il coinvolgimento diretto dei destinatari nell’
elaborazione e nella gestione delle iniziative politiche che li
        riguardano, ha ignorato le più elementari pratiche di partecipazione
democratica nella gestione della cosa pubblica e rischia dunque di precludersi
la possibilità di una positiva ricaduta
        dell’iniziativa),
sono rimaste prive di qualunque risposta, sarebbe quindi il caso di decidere
come proseguire.


Riguardo invece il secondo punto, il prossimo 9 novembre dovrebbe aver luogo -
presso la Corte d’Appello di Lecce- la prossima udienza relativa al processo
per l’affondamento della nave Kater I Raders.
Sicuramente i più ricorderanno l’accaduto:

era il 28 marzo del 1997 quando una nave militare italiana (la Sibilla)
speronò in acque internazionali la barca Kater I Rades, provocandone l’
affondamento con la morte di oltre cento persone, molte delle quali donne e
bambini. Fuggivano tutti dalla guerra civile che era scoppiata in Albania
contro il fallimento delle Piramidi finanziarie e il premier Sali Berisha che
le aveva promosse.
La Sibilla era tra le navi italiane impegnate in un «blocco» deciso dal
governo Prodi in accordo con quello albanese di Sali Berisha (un accordo non
tanto diverso da quello siglato con la Libia dall’attuale governo, il trattato
di “AMICIZIA, PARTENARIATO E COOPERAZIONE”). Un accordo, tra le altre cose,
lesivo del diritto internazionale d’asilo. L’Italia infatti, allora come oggi è
avvenuto con la sigla del trattato con la Libia, fu richiamata dall’Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).

Vista l’imminente chiusura del processo potrebbe essere utile pensare di
programmare momenti di riflessioni e iniziative varie (proiezioni di
documentari, allestimento di mostre o qualunque altra cosa si decida di fare)
per sensibilizzare l’opinione pubblica ed evitare che cali il silenzio sulla
tragedia vissuta dai profughi in fuga dalla guerra civile.

Ci vediamo quindi
mercoledì 3 novembre alle ore 18,00 presso la Libreria Ergot (P.tta Falconieri
Lecce, nei pressi di porta napoli).


Diffondete ai vostri contatti e a quanti riteniate interessati.



Rete Antirazzista Salento




L'avv, Maria Vittoria Baffa intervistata da Pugliantagonista.it:

-Confido nella capacità e imparzialità del collegio giudicante affinchè le conclusioni assolutorie  del PG nei confronti della Marina Militare  Italiana e del comandante Laudadio vengano ribaltate e si giunga a dare giustizia in questo processo d'Appello-

 

Lecce:udienza del 19 ottobre 2010 del processo d'appello affondamento Kater I Rades

COMUNICATO STAMPA

LECCE, CORTE DI APPELLO : KATER I RADES , prossima la sentenza per l’affondamento di una nave carica di rifiuti  molto speciali : bambini albanesi! Come si determineranno i Giudici alla luce delle richieste del P.G. Vignola?

Appello per una mobilitazione  antirazzista permanente in Puglia  a partire dall’udienza del  19 ottobre 2010 dinanzi alla corte di Appello di Lecce

 

Lo scorso 28 settembre Il P.G. Vignola ha fatto la sua requisitoria con la quale ha chiesto l'assoluzione per il comandante Laudario ( il comandante della corvetta Sibilla che speronò la Kater) e la conferma della sentenza per Namik Xhaferi ( l’albanese alla guida della Kater), la conclusione a cui è giunto il P.G. sbalordisce. Il 5 ottobre , presso la Corte di Appello di Lecce, hanno discusso le parti civili facendo rilevare la colpa che sussiste in capo a Laudadio nella causazione del naufragio.

 

II prossimo 19 ottobre inizieranno a discutere i difensori degli imputati. 

Sarebbe clamorosa  una sentenza di assoluzione dei militari italiani, ritenendo inaffidabili le testimonianze dei naufraghi superstiti, accettando la versione orale degli ufficiali di bordo,poiché italiani e sostenendo la tesi del pubblico ministero per le quali  il comandante albanese e un centinaio di uomini , donne e bambini erano affetti da volontà suicida  e, nonostante che viaggiassero sul mare a poco meno di dieci chilometri all’ora,  abbiano fatto manovre spericolate per gettarsi sotto la prua  della corvetta Sibilla , grande dieci volte la Kater.

 

Se ciò si verificasse, costituirebbe un precedente gravissimo, poiché si accetterebbe l’impunità della condotta militare in tutte le operazioni di peacekeping  e controllo della sicurezza nazionale ed in cui qualunque cosa succeda non saranno perseguibili ,se causano morte o ferimento di civili.  Sarebbe così sancito  che la testimonianza delle  vittime,  è sempre inattendibile poichè affetta da malevolenza nei confronti dei loro carnefici e  che varrebbe una decorazione al comandante delle vedetta libica che  ultimamente ha mitragliato un nostro peschereccio senza ammazzare nessuno

 

 Si spera che la futura sentenza non uccida per la seconda volte  i bambini della Kater, ma anche il cuore dei loro genitori  che ancora li piangono, ma anche la nostra coscienza. A Brindisi Roberto Aprile, Antonio Camuso insieme a pochi altri, in questi anni , hanno cercato di mantenere l’attenzione su tale fatto .

 

 Affinchè non cada il silenzio su questa vicenda saremo , come antirazzisti domani presenti dinanzi al tribunale di Lecce per dimostrare la nostra solidarietà alle vittime e ricordando l’avvocato  Giuseppe Baffa di Cosenza   che, per presenziare alle udienze dieci anni fa, è morto in  un incidente stradale  a Taranto e saremo vicini a sua figlia  Maria Vittoria Baffa , che coerentemente sta continuando a seguire quella causa,  come altri avvocati e familiari delle vittime stanno facendo.

Coglieremo l’occasione domani per proporre una serie di iniziative nella nostra regione  su tale tema,  affinché nel caso di una discutibile sentenza si possa   cancellare ciò che accadde il Venerdì Santo del 1997: un’assurda storia di  follia razzista e xenofoba nei confronti degli albanesi che determinò la decisione di respingerli a tutti i costi, compresa l’affondarli in mare.

 

 Antonio Camuso   osservatoriobrindisi@libero.it

Roberto Aprile boboaprile@tiscali.it

 

 Brindisi 18 ottobre 2010

 

 

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