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Fatima e il re nudo sud-africano Ovvero l’attacco
di una donna Kamikaze , intrecci di affari, tra le agenzie governative,
ONG e il sottobosco delle compagnie aeree che operano
in Afghanistan. PremessaAltri articoli del sottoscritto si sono interessati del complesso giro d’affari che coinvolge da ormai 11 anni l’intervento delle agenzie governative , ONG, organismi internazionali, quali le diverse agenzie ONU il tutto in un intreccio di complicità, spartizioni di mercato e ruolo delle potenze regionali, quali la Russia e gli staterelli exUrss confinanti con l’Afghanistan. In precedenza abbiamo evidenziato l’importanza del sostegno logistico russo al complesso sforzo bellico che la NATO ed altri paesi conducono in quel teatro di guerra e l’enorme ritorno economico di cui gode la Russia di Putin e una piramide di soggetti , in gran parte provenienti dal KGB messi a capo di agenzie di trasporto aereo, import export compreso le armi, corrieri internazionali, aeroporti, ecc. ( articolo http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/elicotteri_russi_afghan.htm ) Pochi conoscono quanto gli stessi attori li ritroviamo operare indifferentemente nelle operazioni umanitarie ONU , NATO; UE, e singoli stati excolonialisti ( Francia, GB, Germania, ecc) anche in altri teatri di crisi, quali per esempio l’Africa. Spesso queste operazioni si intrecciano, accavallandosi e sovrapponendosi a quelle condotte dalla potentissima agenzia governativa statunitense USAID( vedasi articolo…) che gode di fondi infiniti da parte governo americano , tali da avere un giro d’affari pari al PIL di uno stato di media grandezza. E’ un giro d’affari enorme che invece di diminuire, con il vantato inizio del ritiro NATO, tende ad aumentare con la futura sostituzione delle forze militari occidentali con agenzie di sicurezza , contractor, consulenti e “istruttori”. Di tutto ciò poco se ne parla salvo lo scoprire aspetti di questo problema in occasione di attacchi ad operatori di questo complesso “civil-militare” ( parafrasando il temuto complesso militar-industriale giustamente demonizzato ed accusato dal senatore democratico Fulbright negli anni 60 durante la guerra del Vietnam). http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/inchieste_osserv_6.htm Kabul 18 settembre2012:
Fatima fa strage di piloti sudafricani ed ex-URSS. Sui canali televisivi di tutto il mondo, nei giorni di proteste anti_USA per il Film blasfemo, tra le immagini e le notizie di scontri attacchi ad ambasciate e roghi di bandiere USA, il 18 settembre veniva rilanciata, per poche ore, la notizia dell’attacco di una ventenne afgana di nome Fatima contro un minibus di personale civile operante per un anonimo corriere internazionale con base nell’aeroporto di Rand (Sud Africa) ed operante a Kabul. L’unica ulteriore e striminzito particolare era che gran parte delle 12 vittime accertate era di nazionalità sud africana e “russa” Una notizia ben presto scomparsa, dalla maggior parte dei media visto il riserbo strettissimo che ha tenuto la direzione generale di quest’operatore aereo nel divulgare i nomi delle vittime e il ruolo che essi avevano a Kabul. Quali i motivi di tanto riserbo? L’esperienza di precedenti inchieste mi ha spinto ad indagare ne nel complesso mondo delle agenzie governative , operatori internazionali e dei piloti “contractor” facendomi scoprire aspetti interessanti che confermano la perenne denuncia da parte degli operatori umanitari “indipendenti” e delle associazioni pacifiste lo spreco di denaro pubblico, la corruzione, l’inutilità delle politiche “umanitarie “ sin qui condotte in Afghanistan. Il Sud Africa. Strano paese il Sud Africa dove i minatori che protestano per avere un aumento del salario di pochi euro vengono giustiziati in massa dalle forze di polizia , che ufficialmente non ha soldati impegnati nella missione ISAF in Afghanistan ed addirittura non ha neanche un ambasciata ( ne fa le veci quella di Islamabd in Pakistan) ma che in queste ore si domanda sconcertato quali fossero le attività dei suoi cittadini morti in Afghanistan e tali da essere colpiti da un gruppo, quello che ha rivendicato l’attentato, estraneo sin ora ad attacchi kamikaze? ACS/BalmOral, il misterioso corriere internazionale sudafricano Solo dopo molte ore dall’attentato , solo su siti specializzati , in gran parte sudafricani, circolava il nome del misterioso corriere internazionale : compagnia ACS/BalmOral con base nell’aeroporto di Rand in sud Africa. A distanza di diversi giorni alla stampa il dipartimento delle relazioni internazionali del sud africa dava i nomi delle 8 vittime e il loro ruolo. Si tratta di Christian Johannes Justus Pretorius (30), Fraser Angus Carey (31), Brandon Quinn Booth (47), Johan Abraham Van Huyssteen (31), Johan Frederick Bouchaud (30), Johannes Judenis Humphries (65) and Steven Leong (31). Tutti piloti, assistenti di volo, ingegneri aeronautici a cui si doveva aggiungere una donna, Jeni Ayris, nata in Sud Africa ma con passaporto inglese, impiegata nell’ufficio di Kabul della ACS/ Balmoral.http://civiliancontractors.wordpress.com/tag/acsbalmoral/ mentre, tra le altre vittime, vi era il guidatore afgano del mezzo e due piloti originari da paesi dell’exURSS. Cos’è l’ Aviation Charter Solutions/Balmoral ? Quest’operatore aereo risulta avere una licenza degli Stati uniti per operare in aeree di crisi a supporto di operatori civili e militari e che in Afghanistan ha una flotta aerea degna di rispetto, con ben 16 aeromobili tra cui 10 Beechcraft 1900c e D e tre elicotteri russi MI8 MTV Tra i compiti più delicati affidati a questa compagnia sudafricana e ai suoi piloti , oltre a quello di supporto logistico alle operazioni delle forze NATO, di varie agenzie governative, il world Food program dell’ONU e molte ONG, era quello di trasportare in sicurezza con i suoi aerei , il personale diplomatico statunitense anche nelle più remote e pericole regioni dell’Afghanistan. L’ACS , i suoi piloti e i suoi aerei nell’esclusivo “club dei contractors” di stanza a Kabul erano soprannominati “the Embassy air”, -l’ambasciata volante. Un impegno difficile e pericoloso, la strage subita nè la controprova, ma retribuito in modo favoloso visto che, qualche settimana fa, 34 minatori del paese africano sono morti per far ottenere ai loro colleghi sopravvissuti un aumento medio di 100 euro al mese su una miserabile paga media di 500 euro mensili. Stipendi da favola e lavoro sporco. A svelare particolari sconvolgenti è in queste ore proprio un ex pilota dell’ACS/Balmoral ritronato qualche mese fa sconvolto dopo una settimana di lavoro sconvolto dalle condizioni in cui si operava nonostante che lo stipendio fosse favoloso: 850 dollari al giorno ovvero quasi il doppio del mese di stipendio di un minatore sudafricano. Nessun americano o britannico si prestava a fare quello che facevamo noi!- Accennando al fatto di essere quelli che facevano anche del lavoro “sporco” a supporto logistico di diversi contractors operanti per la coalizione , con rischi elevatissimi. “-Noi operavamo volando a 500 piedi di altezza, mentre i potenti aerei da guerra americani non si sognano mai di scendere dalla quota di sicurezza di ben 5000 piedi (10 volte più in alto e lontano da mitragliatrici e missili portatili). Aggiungendo che sono un centinaio i sudafricani che operano a turni con la compagnia a Kabul. Naturalmente pronta è giunta la smentita di Candice Teuba rappresentante dell’ACS Balmoral ai giornali sudafricani: “-Non vi sono prove che noi siamo coinvolti di attività di “mercenariato”!-“ chiedendo rispetto per la dignità delle vittime e di quella del personale superstite a Kabul. Scorrendo il curriculum di qualche vittima e navigando in rete altre interessanti scoperte si fanno quali quella che almeno un pilota deceduto aveva una precedente esperienza in una scuola di volo sud africana dove vengono addestrati su aerei ad elica di produzione russa , piloti delle future forze armate aeree afgane. Contratti favolosi e scatole
cinesi. Da dove arriva quel fiume di denaro e di contratti per la compagnia aerea sudafricana? Solo ripercorrendo all’indietro attraverso un complesso gioco di scatole cinesi, di assetti societari, ecc constatiamo che l’ACS/Balmoral atri non è che un appendice della potente società aerea americana ACS con sedi in tutto il mondo e che ha ottenuto nel 2010 da parte dell’agenzia governativa statunitense United States Agency for International Development (USAID ) un contratto biennale di 361 milioni di dollari per traffico passeggeri e cargo in Afghanistan Testualmente il tratto parla di utilizzo di aeromobili ad ala fissa e rotante , personale di volo e tecnico,di dotazione autonoma di parti di ricambio e logistica onde assicurare il servizio del trasporto aereo in tutte le località dell’Afghanistan. Un attività questa che insieme a quelle di altre “compagnie di contractor occidentali” è ultimamente è andata a collidere con quelle delle contractor companies Russe e ucraine che sino a poco tempo avevano quasi il monopolio nel trasporto di uomini e materiali NATO ( sia inglesi che americani ed altri contingenti) nelle parti più difficili del paese afgano. Un affare per gli exKGB che controllano le “low coste russo-ucraine”, con tantissimi zeri e che ultimamente, come nel caso dell’arrivo della sudafricana ACS, ha visto aumentare la concorrenza e diminuire i guadagni. Strane coincidenze: Tra le tante domande fatte nell’opinione pubblica sudafricana , quella più ricorrente è stata se la donna kamikaze avesse scelto in maniera casuale di immolarsi quella mattina contro un pulmino qualsiasi di infedeli o invece , il gruppo che ha rivendicato l’attentato e legato al potente signore della guerra Ekmatiar abbia agito in maniera scientifica utilizzando informatori e appoggi internazionali. Coincidenza vuole che poche ore prima lo zar Putin, dichiarava, espellendola, incompatibili con la sicurezza e gli ordinamenti della Russia le attività della rappresentanza locale della agenzia statunitense USAID, proprio la stessa che è la committente della ACS/Balmoral colpita dalla strage afgana. Conoscendo la millenaria storia e complessità del Grande Gioco afgano, se questo strano attentato faccia parte di ben più complessi giochi , non ci stupiamo se lo scopriremo più avanti. Antonio Camuso Osservatorio sui Balcani di Brindisi osservatoriobrindisi@libero.it 26 settembre 2012
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