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MALATI DA URANIO E SEGRETI DI STATO
Quanto
la vicenda stia assumendo dimensioni allarmanti ce ne stiamo rendendo conto
in questi giorni in cui il muro di silenzio, che le istituzioni militari
avevano eretto su questi casi, è stato rotto dalla rabbia dei familiari
colpiti negli affetti più cari, dagli stessi militari ammalati e da
alcuni loro rappresentanti del Cocer. Solo
ora i responsabili diretti politici (Ministro della Difesa) e militari
(Stato Maggiore Esercito) accennano a parlare di inchieste da aprire, dati
da rilevare e proposte di istituzioni di commissioni "neutrali"
di inchiesta da istituire.
Siamo
di fronte all'ennesima ripetizione di meccanismi troppe volte rivisti
nelle tante Stragi di Stato in cui siano coinvolti i nostri protettori :le
forze Armate Statunitensi ed in particolar modo quelle inserite
nell'apparato Nato .
Consiglio
di andare a rivedere interviste e dichiarazioni rilasciate non solo dal
comando Nato, ma anche dai nostri responsabili politici alle domande che
venivano loro poste durante i bombardamenti della primavera 99. Tutte
le dichiarazioni erano improntate ad un "non ci risulta che vi sia un
problema proiettili all'Uranio impoverito!" Dall'altro
canto di fronte ad una dichiarazione di così palese omertà , gli uffici
stampa statunitensi e loro alleati si ritenevano autorizzati di fare scena
muta mentre scaricavano migliaia di questi proiettili sul Kosovo e sulla
Serbia. Oggi
i nostri generali cascano dalle nuvole di fronte alle stesse ammissioni da
parte USA dell'utilizzo di tali ordigni e annunciano inchieste.
Sembra
così che il concetto di sovranità limitata sia interpretabile, da parte
loro ,come un obbligo morale di preservare gli interessi e l'onorabilità
delle forze armate del grande Fratello Americano, ritenendo invece
ininfluenti i rischi e pericoli ai quali vanno incontro i soldati italiani
, i loro familiari e le popolazioni che abitano nei dintorni delle basi
ove aerei ed ordigni radioattivi sono impiegati. Non
ritengo naturalmente toccare poi il dato "morale" relativo
all'uso contro popolazioni civili di tali ordigni e che di fatto ne
risultano contaminate.
Ci
domandiamo così :
come
è possibile che i nostri ufficiali non erano a conoscenza che gli A-10 di
stanza ad Aviano impiegavano proiettili all'Uranio?
Eppure
su tutti i manuali e riviste specializzate del settore viene illustrato
come l'armamento standard per il cannone GE GAU-8/A Avenger da 30 mm
installato sui cacciabombardieri A-10 sia un misto di proiettili al
tungsteno AP da 354 grammi ciascuno e di proiettili Staballoy all'uranio
impoverito da 690 grammi !
Una
potente arma quel cannoncino rotante, capace di sparare da un minimo di
2100 fino a 4200 colpi al minuto, un vero inferno di fuoco che era stato
progettato per fermare le divisioni corazzate russe che durante la guerra
fredda avrebbero potuto invadere le pianure dell'Europa Centrale e che poi
,invece, è stato impiegato nella Guerra del Golfo e nell' ExYugoslavia.
IGNORANZA
O VOLUTA OMERTA'?
Gli
A-10 del 51st Fighter Wing dell'USAF sono stati una presenza costante
durante la crisi yugoslava nell'aeroporto di Aviano ed il loro uso tattico
è stato pianificato all'interno del complesso di pianificazione NATO nel
quale noi, italiani, se non sbaglio siamo pienamente integrati ed abbiamo
il diritto di sapere tutto, quindi chi è che mente oggi? O
meglio chi è che ,sapendo sin dall'inizio che si stavano innaffiando di
proiettili all'uranio, zone nelle quali sarebbero stati inviati nostri
militari , a presidiare nel dopo-bombardamenti , non ha provveduto ad
avvisare i responsabili politici (il governo) e militari ( i comandi dei
reparti operativi inviati in Kosovo)? Per
non rimanere nel generico individuerei innanzitutto alcuni soggetti ai
quali si potrebbero andare a rivolgere queste domande: parlo
del comandante italiano della base di Aviano e dei suoi sottoposti che
curavano i rapporti operativi con i reparti della forza aerea
Statunitense.
Dobbiamo
ricordare che dopo la strage del Cermiss l'intero comando italiano della
base aveva avuto una tirata d'orecchie per il
lassismo col quale lasciavano fare e disfare in quella base, da
parte dei piloti USA, con le conseguenze che tutti noi sappiamo !
Parlo
del generale Leonardo Tricarico , comandante della V ATAF di Vicenza e del
COFA (Centro Operativo della Forza Aerea), vicario della gestione delle
operazioni aeree in quel frangente. Ma
parlo anche del gen. b.a. Giuseppe Marani che è stato per un quarto del
periodo dei bombardamenti, il portavoce militare della NATO a Bruxelles e
che in una sua intervista diceva:-...molto spesso i giornalisti pongono
delle domande in buona fede...certi dettagli tecnici però , se da un lato
aiutano a comprendere meglio, espongono comandi ed equipaggi a rischi
gravi , limitando la libertà tattica di organizzare ed applicare metodi e
procedure nella maniera più adatta alla situazione...- E
sì , tutto si risolve ad un problema tecnico, salvo che, poi ,a pagarne
le conseguenze sono delle persone innocenti! Dai
primi di aprile del 1999 uno squadrone di ben 24 cacciabombardieri A-10
viene inviato in Puglia, a Gioia Del Colle, sede del 36° Stormo.
Sono
gli uomini dell'81st Expeditionary Fifghter Squadron dell'Usaf ,
provenienti dalla base tedesca di Spangdahlem. Il
loro compito è condurre , ora che le difese aeree yugoslave alle quote
medio-basse sono indebolite dai continui attacchi, le previste incursioni
a colpi di missili e cannoncini (all'Uranio) contro i singoli mezzi
corazzati serbi.
Si
può dire che è proprio da Gioia del Colle che dobbiamo il maggiore
contributo di proiettili all'Uranio sparati sul Kosovo e sulle provincie
meridionali della Serbia.
Tenendo
conto che si tratta di molte tonnellate di queste munizioni utilizzate,
possibile che nessun militare italiano si sia domandato che significava
quel Staballoy depleted Uranium scritto sulle casse dalle quali venivano
estratti i nastri per le mitragliere degli A-10? Possibile
che il colonnello Mirko Zuliani comandante del 36° Stormo non sia venuto
a conoscenza di ciò?
Gioia
del Colle non è la grande Aviano e praticamente ci si vive fianco a
fianco tra equipaggi multinazionali, ci si va al bar e in mensa insieme ed
è impossibile non sapere e non vedere gli entusiasmanti racconti del
pilota di A-10 che, di fronte ad una birra, narra di come ha visto
scomparire sotto una tempesta di fuoco all'Uranio una fila di tank serbi o
qualche altro obbiettivo mobile.
Possibile
che , una volta firmato l'accordo di cessate il fuoco, e saputo le zone
nelle quale i nostri soldati venivano inviati come forza di occupazione
e/o interposizione, a tutti questi soggetti non sia venuto in mente di
avvisare lo Stato Maggiore Esercito per far scattare le adeguate
protezioni per i nostri soldati?
Possibile
che la fedeltà alla Nato sia stata superiore a quella dovuta ai propri
connazionali , che addirittura vestono la stessa divisa?
Sono
delle domande inquietanti e che , come dicevo prima , ci portano indietro
ad altre cattive esperienze "Atlantiche". NON
SAPEVAMO NULLA , FAREMO UN'INCHIESTA... C'è
qualcos'altro che non quadra e che fa pensare ad una regia di occultamento
di prove, ma che ha anche delle motivazioni di carattere economico.
Andiamo
per ordine: tra il 94 e il 95 vi sono quegli attacchi aerei sulla Bosnia
che portano alla pace di Dayton durante i quali vengono utilizzate per la
prima volta sul territorio europeo i proiettili all'uranio.
Nello
stesso territorio ,e guarda caso proprio nelle località serbe colpite,
sono inviati come contingenti di pace i soldati del contingente italiano.
Casualmente
da parte dello Stato Maggiore Esercito parte la richiesta di attrezzare
una speciale unità di difesa NBC capace di muoversi su ambienti
contaminati , in operazioni di pace "umanitarie". Teoricamente
dal 31 dicembre 95, ma operativamente dal 1998 , questa unità prende il
nome di 7° Reggimento Difesa NBC "Cremona".Di questo reggimento
la prima compagnia operativa anche se a ranghi ridotti dove muove i primi
passi ? In
kosovo , naturalmente, nel luglio del 1999 ed ad onor di cronaca il nome
di questa compagnia è veramente indicato: PESTE. Lo
scopo della prima missione è quello di mettere a frutto ciò che è stato
loro insegnato presso la scuola interforze NBC di Rieti, presso il
Comprensorio di Santa Lucia, sede del centro Tecnico dello Stabilimento
Chimico di Civiitavecchia e per alcuni ufficiali presso la NATO SCHOOL
(SHAPE) a Oberammergau e presso il Collegio Militare Inglese (Shrivenham).
Sono
delle operazioni di rilevazione e campionamento che vedono il nostro
personale che con mezzi anche se limitati recarsi presso alcuni siti
bombardati , in tute ed equipaggiamento protettivo e raccogliere campioni
di "materiale contaminato".
Presso
lo Stato Maggiore dell'Esercito e presso la sede di questo Reggimento
dovrebbero esserci quindi i risultati, le zone interessate a questo
campionamento, le dovute osservazioni scaturite dagli esami di
laboratorio, anche grazie ai successivi esami delle altre compagnie , la
2a (novembre 99) , la 3a marzo 2000, in attesa che la quarta raggiunga il
pieno organico in questo fine 2000.
PERCHE'
NON RENDERE PUBBLICHE QUESTE RILEVAZIONI? Sono
coperte da quale tipo di Segreto? Segreto
Nato, di Stato Italiano, ONU? Sino
adesso l'unico risultato è che è partita la richiesta di dotare questo
reparto di veicoli Blindati da Ricognizione NBC e d è partito l'ordine di
acquisto di 13 VBR I NBC francesi, anche se noi abbiamo in cantiere un
prototipo PUMA 6X6.
Poichè
i francesi di radioattività se ne intendono i corsi prossimi sono alla
scuola NBC di Caen.
Altre
notizie provatele a chiedere alla redazione di Rivista Militare ,organo
dello Stato Maggiore dell'Esercito, che sul numero 5/2000, a firma del
tenente colonnello Lucio Morgante e del Capitano Alberto Corrao in
servizio presso il 7° RGT Cremona , hanno redatto un servizio sul polo
NBC con annesse le foto della missione "speciale" in
Kosovo.Chissà se non si riesca a saperne qualcosa di più?
MA
IN ITALIA NON VI E' O NON VI E' STATO RISCHIO DA INQUINAMENTO DA URANIO
IMPOVERITO'?
Vi
sono naturalmente dei dubbi sulla possibile inerzia di questi proiettili
quando stoccati e rilevamenti da parte di fonti civili
"neutrali" non ve ne sono.
Possiamo
comunque affermare che nel momento dello sparo, questi proiettili sotto
l'effetto delle alte temperature e dell’enorme energia cinetica dovuta
alla velocissima rotazione che viene loro imposta, non solo diventano
fonte e produttori di piccole particelle radioattive al momento
dell'impatto e della vaporizzazione, ma anche nei primi momenti, quando
stanno per uscire dalla volata del cannoncino. Sono
lì che si depositano residui di combustione e presumibilmente anche di
altra natura anche radioattiva. Ricordiamo,
come, tra i colpiti della Sindrome del Golfo risultano meccanici, armieri
di carri armati americani che avevano sparato proiettili all'uranio.
Erano
soldati che avevano curato solo la manutenzione delle armi e non erano
stati mai in battaglia , eppure furono colpiti dalla Sindrome. Ebbene
, mi domando, durante i mesi di bombardamenti, si è mai visto un armiere
americano indossare tute ed equipaggiamento NBC mentre faceva la
quotidiana pulizia del cannoncino Gau-8 A degli A-10 di stanza ad Aviano e
a Gioia del Colle?
Sono
sicuro di no ed addirittura le foto di questi armieri al lavoro
distribuite dagli stessi USA lo confermano. Ma
sappiamo bene come , a fronte di centinaia di cause portate avanti dai
reduci del Golfo. le strutture militari americane e le industrie
produttrici dei proiettili continuano ad assicurare la totale innocuità
di quest'armamento.
La
cosa preoccupante è che questi soldati , non avendo messo in atto, le
dovute precauzioni, hanno messo in pericolo gli altri con i quali sono
entrati in contatto.
Un
esempio : l'armiere che pulendo la canna dell'arma si ritrova la tuta, il
berretto, i guanti sporchi di residui, va durante il servizio presso i
locali comuni , il bar , i bagni, la mensa , stringe la mano di amici e
conoscenti, sale su mezzi suoi o di altri, seminando ovunque di piccole
particelle di ciò che c'era nell'arma. Inoltre quali precauzioni non sono
state prese per l'eliminazione del materiale contaminato? Tute
sporche ed attrezzi che fine hanno fatto ? E'
un quadro allarmante anche perchè ,spesso, in alcune basi , accanto ai
militari vi sono anche gli alloggi dei familiari che potrebbero anch'essi
esser entrati in contatto con tali sostanze, anzi , vivendo anche una vita
sociale "esterna" potrebbero aver portato fuori qualcosa , se
pur minima di quel possibile inquinamento. NON
SOLO BOMBE IN ADRIATICO.... Ricordiamo
come a causa di un malcapitato pescatore ,che saltò in aria dopo aver
preso nella sua rete una bomba Nato, si scoprì che l'Adriatico aveva
avuto la sua dose di CLUSTER BOMB. Dopo
le prime impacciate smentite e rassicurazioni, saltarono fuori cinque
ipotetiche zone "di Rilascio" dove gli aerei Nato di ritorno
dalle missioni incompiute o in emergenza , avevano abbandonato il loro
micidiale carico bellico e come poi fu costituita una flotta di cacciamine
che per mesi ha proseguito una parziale opera di bonifica. Nessuno
però si è chiesto se vi sia stato anche rilascio di proiettili
all'Uranio nel nostro mare.
Io
penso di sì conoscendo le procedure di sicurezza che ogni pilota in
missione operativa deve adottare: -...Ogni
aereo , , una volta raggiunto il mare aperto e prima di giungere sul punto
di incontro con le altre formazioni congiunte (Guerra elettronica, attacco
a difese antiaeree, scorta , rifornimento, ecc) deve provare le sue armi
con una raffica che va dai tre a i sette secondi...-. Questo
va fatto per evitare di dover abortire una missione solo per un semplice
guasto meccanico.
Tenendo
conto che quest'operazione è stata effettuata per centinaia di volte e
tenendo conto che alla velocità minima di 2100 colpi al minuto sono stati
sparati in mare un paio di centinaia di proiettili all'Uranio per missione
, possiamo dire che molte migliaia di proiettili all'Uranio giacciono tra
le nostre coste e il limite delle acque territoriali del Montenegro e
dell'Albania, con conseguenze non calcolabili.
ANTONIO
CAMUSO OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI www.pugliantagonista/osservatorio.htm osservatoriobrindisi@libero.it Brindisi
29 dicembre 2000
VEDI ANCHE URANIO IMPOVERITO :La Sentenza sulla casualità tra Uranio 238 (impoverito) e morti e malattie tra militari Firenze 13 gennaio 2009
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