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Nel 24° anniversario di Chernobyl
“ annunci,proclami e panzane” dei compari Berlusconi-Putin
1° EFFETTO ANNUNCIO
Nel giorno della tragedia di Chernobyl, costata finora 60.000 morti e
6.000.000 di contaminati, con quel cinico sadismo proprio degli affaristi
, Berlusconi sostenuto dal compare Putin, proclama che entro il 2013 il
governo darà il via al ritorno del nucleare in Italia .
Solo che non sa a che santo votarsi, dato che sarà costretto a prolungare
ancora di un anno l’indicazione dei siti, nel tentativo di convincere le
Regioni, comprese quelle del centrodestra, a rimuovere l’ostilità
manifesta ad ospitare centrali nucleari.
2° EFFETTO ANNUNCIO
Italia e Russia parteciperanno al “ progetto Ignitor”(da realizzarsi
in Russia) per la fusione nucleare.
La panzana serve per i media filonucleari, in quanto quel progetto – già
abbandonato dalla UE per gli enormi costi e zero risultati – non ha
alcuna rilevanza ai fini industriali.
3° EFFETTO ANNUNCIO
Enel-Italia è interessata a partecipare alla realizzazione di una
centrale nucleare in Russia, a Kaliningrad. Un annuncio non si nega a
nessuno ! C’è da scommettere, che a breve si saranno similari annunci
relativi a Canada , Cina ed India !
Dunque l’incontro affaristico-
amoroso tra Berlusconi e Putin è finalizzato a risollevare le sorti della
lobby nucleare, oltre ad eliminare gli ostacoli frapposti all’ enorme
business del gas russo.
Ma stante - 1) la crisi che rischia di sfasciare la UE, a partire dal
crack Grecia ; 2) la riduzione dei consumi elettrici dovuti al drastico
taglio dei redditi e dell’occupazione ; 3) le casse vuote dell’Enel, a
fronte dell’enorme esposizione debitoria per l’acquisto di Endesa e
altre centrali in Slovacchia,Bulgaria e Russia - la nuda realtà è che
per tutta la legislatura non ci sarà il ritorno al nucleare ! E comunque
sia , il governo intende elargire (come per il Ponte sullo Stretto)
milioni di euro alla lobby nucleare, agli sponsor del centrodestra, ai
media compiacenti per organizzare una martellante campagna pubblicitaria
filo Nuke, sottraendo risorse preziose allo sviluppo delle energie
rinnovabili.
Di concreto niente ! Muffa ! Moine, compreso l’impegno contratto al
tempo del G8 per l’Abruzzo!
Un bluff da smascherare all’istante e di seguito, sollecitando la
cittadinanza e le sue varie forme associative ad attivarsi, includendo
anche il “ rifiuto del nucleare-energia padrona” tra le resistenze
sociali che caratterizzano felicemente il perseguimento di un altro
modello di vita e società, liberate da oscene lobbies , centri di poteri
e riproduzione profittale.
L’inizio travolgente della campagna referendari “ l’acqua non si
vende” è il segnale di avvio del cambiamento possibile.
Roma 27/4/2010 Vincenzo Miliucci-Confederaz
ione Cobas
RICORDANDO CHERNOBYL DA RIVOLUZIONE COMUNISTA
CIRCOLO DI INIZIATIVA PROLETARIA
GIANCARLO LANDONIO
VIA STOPPANI 15 (QUART. SANT’ANNA
dietro la p.zza princ.)
- ITALIA - 21052 – BUSTO ARSIZIO – VA –
e-mail: circ.pro.g.landonio@tiscali.it
Opuscolo diffuso in buon numero nell’anno 1986 in alcune realtà
proletarie e operaie della provincia di Varese.
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DISASTRI
NUCLEARI
CHE FARE
INDICE
Presentazione pag. 3
Cap. 1 - La mappa delle centrali
nucleari pag. 5
Cap. 2 - L'Italia nucleare pag. 5
Cap. 3 - Nucleare e militare pag. 7
Cap. 4 - disastri: Seveso, Harrisburg,
Chernobyl pag. 8
Cap. 5 - Disastri e informazione pag.
12
Cap. 6 - L'atomo esige il comunismo
pag. 12
Cap. 7 - Che fare pag. 13
PRESENTAZIONE
L'Ucraina,
le regioni confinanti, i popoli europei si trovano da 12 giorni sotto la
nuvola atomica sprigionatasi dalla centrale nucleare di Chernobyl (120 km
da Kiev). È un disastro immane, dalle conseguenze perora incalcolabili,
nuovo per le dimensioni e la gravità, che impone a tutti, governanti e
masse, il problema della sopravvivenza della specie sul pianeta. Chernobyl,
con la sua invisibile e contaminante polvere radioattiva, irradiata sul
Vecchio Continente, è l'immagine spettrale della micidialità raggiunta
dal capitale nucleare. Il mostro impalpabile che entra nella memoria e
sconvolge le credenze (le assuefazioni) di centinaia di milioni di uomini,
donne, giovani e bambini euro-asiatici.
Il
disastro è gestito dalla menzogna di Stato. Tutti i governi, a partire da
quello sovietico, si sono mossi e si stanno muovendo a difesa degli
investimenti energetici (nucleari), cercando di circoscrivere Chernobyl.
Proprio oggi Gorbaciov si è congratulato con Craxi per l'atteggiamento
solidale del nostro governo. Nessuna verità è, quindi, acquisibile se
non conquistata direttamente dalle masse popolari.
In
questi giorni tormentosi e incerti le masse europee (non abbiamo notizia
di quanto avviene in Russia) oscillano tra il panico e la corsa alla
salvezza individuale, seguendo in maggioranza le prescrizioni governative.
Solo ristrette avanguardie stanno operando un processo di chiarimento e di
lotta pratica contro la nuova catastrofe; contro i responsabili dell'immancabile evento. Non esistono rifugi o isole
incontaminabili. Il mondo d'oggi è tutto un intreccio. Perciò le
conseguenze di questo disastro, il riprodursi di nuovi e più catastrofici
disastri, sono eliminabili solo alla condizione di abbattere, nel mondo
intero, il dominio del capitale, la produzione per il profitto. L'atomo
non deve far paura: oggi, in regime capitalistico, distrugge; domani, in
regime comunistico, ci darà energia sicura.
Per
il 1° Maggio abbiamo coniato la seguente parola d'ordine: «Inquinamenti - radioattività, nell'era nucleare, importano una generale
micidialità. Non c'è scampo alla distruzione senza lotta decisa per la
rivoluzione». Questa parola d'ordine ben riassume i termini del
problema drammatico posto all'umanità da Chernobyl e ben ne indica la
soluzione storica.
Milano
8 maggio 1986
L'Esecutivo
Centrale di Rivoluzione Comunista
Cap. 1
LA MAPPA DELLE CENTRALI NUCLEARI
Il mondo è pieno di centrali nucleari.
All'inizio del 1985 erano in attività 333 reattori elettronucleari per la
potenza complessiva di 221.903 megawatt (MW). Alla stessa data risultavano
in costruzione altri 152 reattori nucleari per complessivi 143.173
megawatt; mentre figuravano ordinati altri 82 reattori per 80.823
megawatt. Quindi tra attivi, in costruzione e in progettazione, c'erano
l'anno scorso, nel complesso, 567 reattori, per un totale di 445.899
megawatt (1).
Ecco dove sono dislocati i reattori in
esercizio e in costruzione. Gli Stati Uniti dispongono di 86 centrali in
funzione e di 40 in costruzione. La Russia di 40 in esercizio e di 6 in
costruzione (tra questi quattro da 1500 MW). Il Giappone dispone di 29
centrali in esercizio e di 11 in costruzione. L'Europa occidentale di 132
in esercizio e di 39 in costruzione. L'Europa orientale di 14 centrali in
funzione e di 30 in costruzione. Africa, Asia, America Latina, dispongono
di 18 reattori attivi, in tutto, e di altrettanti in costruzione.
Nella comunità
economica europea la parte del leone spetta alla Francia, con 33 e più
centrali nucleari. All'Italia spetta quella di cenerentola.
Cap. 2
L'ITALIA NUCLEARE
La produzione nucleare è stata, dalla
seconda guerra mondiale, la via percorsa da ogni imperialismo per
affermare la propria supremazia economico-militare sul resto del mondo.
Gli Stati Uniti, prima potenza planetaria, hanno creato per primi
l'industria nucleare allo scopo di garantirsi il dominio mondiale. La loro
industria nucleare è, essenzialmente, militare: produzione di bombe
atomiche, sottomarini nucleari, testate per missili nucleari, ecc.
L'Italia ha un ristretto impianto
nucleare. Attualmente dispone di quattro centrali in funzione e di altre
due in costruzione. Delle quattro centrali in funzione, tre risalgono ai
primi anni sessanta. E sono: a) la centrale di Borgo Sabotino (Latina),
ordinata dall'ENI all'ente atomico inglese, divenuta operativa nel 1962;
b) la centrale sul Garigliano, ordinata dall'IRI alla General Electric,
entra in funzione nel 1964; c) la centrale di Trino Vercellese ordinata
dalla Edison alla Westinghouse, entrata, anch'essa, in funzione nel 1964.
La quarta, che è la più potente (840 MW), è quella di Caorso, ordinata
dall'ENEL all'Ansaldo, ed entrata in funzione nel 1983 (2). Le due
centrali in costruzione sono quelle di Montalto di Castro e di Trino
Vercellese, ciascuna con 2 reattori da 1000 MW l'uno.
Nonostante il ridotto impianto
nucleare, dovuto a precisi condizionamenti (3) politico-sociali, interni
ed internazionali, l'Italia si colloca in posizione avanzata nella
tecnologia nucleare: nella progettazione, costruzione e gestione di
reattori nucleari, sia di tipo tradizionale
(ad uranio arricchito) che di tipo moderno
(al plutonio). Oggi il nostro comparto nucleare, IRI-FINMECCANICA e FIAT,
guidato dall'Ansaldo e sotto la regia dell'ENEL-CNR-ENEA fabbrica ed
esporta centrali elettronucleari; partecipa ai progetti più avanzati, su
scala europea ed internazionale, in materia energetica-nucleare; punta
all'affermazione del proprio reattore (Cirene); concorre ai progetti di
militarizzazione dello spazio; persegue la propria espansione con ogni
mezzo. Pertanto, anche se la produzione di energia elettronucleare ha una
bassa incidenza sulla produzione elettrica globale, sia in termini
assoluti che in termini relativi, l'industria nucleare italiana si
colloca, sul plano tecnologico, nel gruppo di testa dei paesi
imperialistici più forti.
Per completare il quadro della
consistenza nucleare italiana bisogna ricordare che l'ENEL è proprietario
di un terzo della centrale a plutonio di Tricostine (Lione) di 2.500 MW.
Si tratta dell'unica centrale a plutonio esistente al mondo. La comproprietà
italo-francese è legata al progetto militare «Eurodif».
Cap. 3
NUCLEARE E MILITARE
L'energia nucleare è sorta come
prodotto sofisticato dell'industria bellica. Ed è una base di sviluppo
dell'industria bellica. Il nucleare è militare per il militare. Ciò non
vuol dire, tuttavia, che l'atomo porti questa impronta e questo destino
eternamente e senza via di scampo; ma, semplicemente, che così è in
regime capitalistico.
Questa matrice del nucleare importa,
tra le altre implicazioni, due conseguenze fondamentali. La prima è che
ogni progresso, in campo energetico-nucleare, è una diretta filiazione o
sta in stretta connessione con il progresso della tecnologia militare. Il
nucleare progredisce col militare per la potenza distruttiva del militare.
Solo per ricaduta le scoperte in
campo nucleare hanno trovato e troveranno applicazione in campo
produttivo. Quindi, in questo particolare momento, il nucleare è legato
alla militarizzazione dello spazio, allo sviluppo delle armi a laser o
raggi X.
La seconda conseguenza è che tutta la
produzione nucleare, il sistema di sicurezza, l'elaborazione dei dati, i
dissesti ecologici, gli effetti nocivi, ecc. ecc., sono tutti coperti dal
segreto. Non solo dal segreto tecnico-industriale, ma dal segreto
militare: di sicurezza interna e internazionale. Quindi tutta la materia
degli incidenti nucleari è rigidamente controllata dai corpi
specializzati e super-segreti, militari e paramilitari. Siamo nel cuore
della logica di classe e di Stato. Pertanto le popolazioni ne sapranno
sempre poco o niente in quanto la verità, le cognizioni
tecnico-scientifiche, restano sopraffatte dalle esigenze
tattico-strategiche militari.
Cap. 4
I DISASTRI: SEVESO, HARRISBURG,
CHERNOBYL
Gli incidenti
nucleari sono più numerosi di quanto si sa. Negli ultimi 15 anni ci sono
stati più di cento incidenti di
proporzioni rilevanti. L'Italia non ha avuto ancora un grave incidente nucleare; ha, però, avuto, tra gli altri, il disastro di
Seveso. Ci pare quindi opportuno, considerando i due incidenti nucleari più gravi, quello di Harrisburg e questo di
Chernobyl, menzionare il disastro di Seveso. Tanto più che, a 10 anni di
distanza e dopo tutte le opere di decontaminazione,
la diossina regna ancora nella
zona infestata.
SEVESO
- Il 10 luglio 1976 una nube tossica si sprigionava dall'ICMESA, una
fabbrica chimica nei pressi di Seveso alle porte di Milano, ed avvolgeva
gli abitanti. La fabbrica produceva triclorofenolo, una sostanza tossica
usata come diserbante, ed impiegata dagli Stati Uniti nel Vietnam per
defoliare le foreste e distruggere i raccolti. Il micidiale veleno
avvolgeva Seveso, Meda, Cesano Maderno e tanti altri piccoli paesi della
Brianza. Gli effetti sono sconvolgenti: il veleno brucia i tessuti, agisce
sull'apparato genetico, deforma i nascituri.
La gente si barrica in casa al
passaggio della nube, che rende l'aria irrespirabile. Il giorno dopo
conigli, galline, ecc., stramazzano al suolo. Le foglie degli alberi
sembrano divorate dagli insetti. Un centinaio di intossicati viene
ricoverato negli ospedali. Le donne incinte vengono avviate alla clinica
per abortire; le altre alla sterilizzazione. Seveso, Meda e parte di
Cesano Maderno vengono sgomberati e recintati da filo spinato. Truppe
specializzate, addestrate in materia nucleare vengono poste a controllo
del territorio, della popolazione, della fabbrica e attrezzature. I
dirigenti dall'ICMESA cercano di nascondere tutto e, successivamente, di
minimizzare il disastro come se si trattasse di nulla. Da parte loro le
autorità fingono di ignorare cosa si produceva all'ICMESA. È stato il
primo esperimento di controllo politico-militare di una popolazione
colpita da un disastro moderno (4).
HARRISBURG
- Il guasto nella centrale di Harrisburg precede quello di Chernobyl. Il
28 marzo 1979 un milione di americani si trovano, di colpo, sotto l'incubo
della contaminazione radioattiva. Nella centrale nucleare di Harrisburg in
Pensylvania, chiamata Tre miglia,
fuoriesce gas contaminato. Un guasto al sistema di raffreddamento minaccia
di far esplodere l'impianto. La zona dell'incidente
viene presidiata militarmente. Una parte della popolazione viene evacuata.
I tecnici, dopo vari tentativi, riescono a tamponare la falla. Non si è
saputo come hanno fatto. L'unica cosa che si è fissata nella memoria di
decine di milioni di persone è il fatto che una massa enorme di individui
si è trovata, all'improvviso, sull'orlo della catastrofe (5).
CHERNOBYL
- Nella notte tra il 25-26 aprile avviene un'esplosione in uno dei quattro
reattori della centrale nucleare di Chernobyl. Chernobyl è a 120 km da
Kiev (la terza città della Russia, con circa 2.500.000 abitanti) nella
regione dell'Ucraina. Dall'esplosione fuoriesce una enorme quantità di
materiale radioattivo e si forma una nube atomica immensa. Dapprima questa
nube viene sospinta dai venti verso la Scandinavia; poi viene spinta verso
l'Europa centrale e meridionale, investendo anche l'Italia.
Le prime notizie dell'esplosione
giungono dopo alcuni giorni. Il 28 si parla di due morti e di feriti e si
dice che è fornita l'assistenza medica alla popolazione. Il 29 mezza
Europa si trova sotto la pioggia radioattiva e lo shoc atomico. Si
cominciano ad avvertire direttamente le proporzioni colossali della nuova
catastrofe. Secondo la commissione d'inchiesta russa, l'incidente si
sarebbe verificato in uno degli edifici del quarto blocco energetico della
centrale, provocando la distruzione di una parte della struttura edilizia
e il danneggiamento di un reattore (gli altri tre sarebbero stati
bloccati). Le autorità italiane tranquillizzano. Il 30 il responsabile
dell'ente nucleare, il prof. Colombo dell'Enea, dice che non c'è pericolo
e che il disastro è legato al tipo di impianto russo, mancante della
sicurezza dei nostri impianti. Il ministro della Protezione Civile,
Zamberletti, il 2 maggio rassicura da parte sua la popolazione dichiarando
che non c'è alcun pericolo e che l'unica precauzione da prendere è
quella di lavare la «verdura a
foglia». Due ore dopo il ministro della Sanità Degan emette
un'ordinanza con cui proibisce lo smercio della verdura a foglia e il
consumo di latte fresco per 15 giorni da parte di donne incinte e di
bambini inferiori ai 10 anni.
Nei giorni successivi e fino a oggi, 8
maggio, è un susseguirsi di notizie contraddittorie sui livelli di
radioattività, sui pericoli di contaminazione, sugli effetti sulla
salute, ecc. ecc. Senza fornire dati attendibili sulla natura,
propagazione, entità, ecc., delle contaminazioni radioattive, i
rappresentanti di governo e gli esperti di Stato ci ammanniscono a turno
ora la tranquillità ora il pericolo! La gente, nelle grandi città,
rovescia in pattumiera latte e verdura e prende d'assalto i supermercati
per riempire i frigo di roba varia e scatolame. I prodotti di serra
diventano l'ancora di salvezza. Se Chernobyl fosse stata più vicina
all'Italia e se la distanza non avesse diluito gli effetti della
radioattività ci troveremmo nel caos. Istruttiva al riguardo la diatriba
in corso tra enti di Stato sui metodi di rilevazione della radioattività,
sulla «soglia di pericolo»,
sui livelli tollerabili di «curie», ecc. ecc., in cui un ente protettore della salute pubblica
dice una cosa e un altro ente protettore ne dice una opposta (6).
I dati provvisori della catastrofe, a
parte la radioattività piovuta in Europa, sono questi: a) due morti e 207
ricoverati in ospedale; b) 92.000 persone evacuate; c) creazione in un
raggio di 30 km di una zona vuota «deserto
nucleare»; d) precauzioni per la popolazione; e) evacuazione dei
bambini e ragazzi da Kiev. Sono solo le prime rilevazioni. Il reattore
continua a bruciare e rischia addirittura di sprofondare nel terreno.
Zagladin ha ammesso che «le
radiazioni e le contaminazioni non sono state liquidate». Le
conseguenze sono, quindi, ancora tutte da calcolare. E ci vorranno diversi
anni per sapere, anche qui, da noi, cosa rischiamo (7).
Cap. 5
DISASTRI E INFORMAZIONE
Bisogna, anche se non rientra
propriamente in argomento, dire una parola sul rapporto
disastri-informazione. La società contemporanea esiste, nella sua
immagine quotidiana, attraverso l'informazione. Tutti i mezzi di
informazione sono nelle mani dei gruppi di potere o di associazioni e
agenzie a servizio del potere. Quindi sono portavoce del potere.
Il Cremlino ha tenuto al buio, per
diversi giorni, sia gli operai e i contadini russi che i popoli europei.
Palazzo Chigi, con tutti i suoi sofisticati mezzi di informazione (TV,
radio, stampa, ecc.), ha fatto altrettanto e peggio. Ha parlato di rischio assicurando, al contempo, tranquillità. Gli esperti,
con la loro ridda di ipotesi contrastanti su ogni pur modesta questione,
ci hanno dato un saggio, non di come la scienza si degradi a lotteria,
bensì di come l'uso spregiudicato della scienza serva alla gestione
statale del disastro. Quindi tutto il sistema dei mezzi di informazione si
integra e culmina nella utilizzazione autoritaria, militaristica, del
disastro da parte del potere.
Per le masse proletarie, la verità
sulla catastrofe in corso può essere acquisita, non attraverso le
informazioni dispensate dai governi e dalle autorità, bensì lottando
contro di loro, contro il loro monopolio dei mezzi di informazione. È
questa, e solo questa, la strada per conoscere Chernobyl, le sue
conseguenze, presenti e future, i suoi legami interni con nuovi
giganteschi disastri di prossimo accadimento, ecc. ecc.
Cap. 6
L'ATOMO ESIGE IL COMUNISMO
La catastrofe di Chernobyl dice,
immediatamente e principalmente, tre cose. Primo,
conferma che l'energia nucleare (come ogni altra fonte di energia), da
forza produttiva diviene, nelle esistenti società capitalistiche, forza
distruttiva e che ciò esprime al massimo grado la contraddizione propria
del capitalismo (modo di produzione basato sulla ricerca del profitto a
danno dell'uomo). Secondo,
insegna indelebilmente che la radioattività non si ferma ai confini e che
tutti i popoli sono esposti, volenti o nolenti, agli effetti devastanti
del dominio del capitale. Terzo,
che il livello di estensione e il grado di micidialità delle catastrofi
contemporanee investe continenti e nazioni e riguarda, là per là, la
vita di milioni di uomini.
Chernobyl è un campanello d'allarme. O
abbattere l'imperialismo o soffocare nelle catastrofi. L'atomo esige il
comunismo. La verità è alquanto semplice: le forze produttive hanno
raggiunto una potenza tale, nel quadro della crescente unitarietà
economica del mondo, che, dirette capitalisticamente, come oggi, non
possono generare che distruzione e morte. Occorre una direzione sociale e
collettiva che guidi queste forze a beneficio dell'umanità. Il problema
è, quindi, sempre quello: quello del potere; di chi deve dirigere, i
padroni o i lavoratori.
Cap. 7
CHE FARE
Il dato di partenza, che va assunto
definitivamente, è che inquinamenti e radioattività hanno raggiunto il
livello della micidialità di massa,
in profondità (distruzioni irreversibili) ed in estensione (sovranazionalità);
e che in essi si rivela e riproduce il carattere antagonico, anti-sociale,
della produzione basata sul profitto. Non c'è un antidoto
tecnico-scientifico, che possa salvare l'umanità da questi processi
devastanti. Il rimedio è di natura politico-sociale e risiede nella lotta
rivoluzionaria contro la società del capitale. Quindi è questa la
posizione da assumere senza abbandonarsi al panico o ficcarsi in rifugi
illusori.
Assumendo questa impostazione, il che
fare pratico passa attraverso l'articolazione: a) del controllo proletario
sulla produzione e sull'ambiente; b) sull'autodifesa di massa dagli
impianti nocivi e dalle fonti inquinanti e ionizzanti; c)
dall'acquisizione e subordinazione della scienza, tecniche, attrezzature,
ecc. alle esigenze delle masse.
Bisogna che le masse popolari, la
gioventù, prendano l'iniziativa pratica nelle proprie mani, affermando
una pratica sociale anti-statale su ogni terreno, compreso quello
nucleare. Rompere con la delega
allo Stato. Non più cavie delle sue pratiche mortifere e
controrivoluzionarie; ma protagonisti nella lotta proletaria.
Il nucleare non deve far paura. Oggi
distrugge, domani ci darà energia sicura. Attacchiamo lo Stato
reazionario, il blocco dominante, i suoi meccanismi di potere, sul piano
interno e internazionale. Impadroniamoci della tecnologia trasformandola
in uno strumento sicuro di edificazione sociale, di costruzione e
sviluppo, della società collettiva, ricca e sicura, senza distruzioni
pianificate e guerre.
La
salvaguardia della salute è inseparabile dalla lotta al dominio del
capitale e del potere statale.
Non
andare a riempirsi di scatolame nei supermarket. Discernere oculatamente
ciò che può fare bene da ciò che può fare male sulla base della
esperienza pratica, e dell'acquisizione degli strumenti e mezzi di
controllo tecnico-scientifici.
Non
interrarsi nei rifugi sotterranei, ma mobilitarsi nelle piazze.
Creare
i comitati, organizzarsi nel fronte proletario. Guerra sociale contro il
marciume statale.
(1) Questi dati, come quelli successivi
sulla ubicazione degli impianti nucleari, sono tratti da pubblicazioni
dell'"agenzia atomica internazionale"; vanno quindi presi con le
dovute cautele e per il loro significato approssimativo; almeno per quanto
riguarda gli altri paesi; perché, per l'Italia, supplisce la nostra
conoscenza diretta.
(2) È la vera centrale italiana, in
quanto realizzata dall'Ansaldo su brevetto General Electric. Si tratta di
un reattore che impiega uranio arricchito moderato da acqua bollente.
(3) Il primo ostacolo allo sviluppo
degli impianti nucleari in Italia è stato costituito dal veto americano e
dall'opposizione dei gruppi ex elettrici e petroliferi. È solo nel 1975
che viene lanciato, col governo Moro, il «Programma Energetico Nazionale».
Questo pone il nucleare a perno della riorganizzazione dell'industria.
Esso prevede la costruzione di 16 centrali da 1000 MW (Fiat-IRI-Ansaldo),
la partecipazione italiana ai progetti francesi per l'arricchimento
dell'uranio e la costruzione di reattori veloci (CNEN-NIRA), il consorzio
interno (ENEL-ENI-CNEN) nel ciclo del combustibile nucleare. Tuttavia il
piano resta sulla carta per le resistenze interne dei gruppi petrolchimici
e per le opposizioni popolari agli impianti.
L'11 gennaio 1980 il governo Cossiga
rilancia il Programma energetico come piano di nuclearizzazione del
sistema. Il CIPI rifà un nuovo piano che prevede: a) la costruzione di
centrali nucleari per 10.000 MW, di cui tre, da 2000 MW, in
Piemonte-Lombardia-Puglia; b) centrali a carbone per 12.000 MW; c)
centrali a turbogas (1130 MW) e idroelettriche (750 MW). Per spianare la
strada agli impianti e superare le opposizioni popolari vengono, con
decreto-legge, modificate le leggi n. 880/74 e n. 393/75 che riconoscevano
un certo potere di veto ai comuni, sotto forma di contributo proporzionato
alla potenza della centrale. Nello stesso periodo si forma il cartello
nucleare IRI-FINMECCANICA e FIAT, guidato dall'Ansaldo.
Il nuovo piano nucleare si scontra ora
con le resistenze popolari sui siti o localizzazione delle centrali. Con
la legge 10 gennaio 1983 n. 8 il governo aggira le opposizioni dei comuni
e delle popolazioni interessate, stabilendo che: «qualora
... non sia stata perfezionata la procedura per la localizzazione delle
centrali elettronucleari, la determinazione delle aree suscettibili di
insediamento è effettuata dal CIPE, su proposta del Ministro per
l'industria, il commercio e l'artigianato, tenendo presente le indicazioni
eventualmente emerse nella procedura precedentemente esperita». È
così che si arriva alla localizzazione della centrale di Trino Vercellese
per il Piemonte. Resta da localizzare il sito per la Lombardia (Viadana -
San Benedetto Po, le cui popolazioni si sono pronunciate per il no), nonché
per la Puglia (Avetrana o Carovigno). Restano candidate alla centrale
nucleare: Sicilia, Basilicata, Campania, Veneto.
(4) Scrivevamo su Lotte Operaie Murale
n. 122 e n. 123 che la chimica capitalistica è peggio della peste e che
tutto il territorio è sotto la costante azione inquinante e distruttiva
di questa chimica: da Porto Marghera a Ottana; da Ravenna a Priolo e Gela.
(5) Osservavamo su R.C. Murale (n. 35
del 1° aprile 1979) che il disastro mancato di Harrisburg non era che uno
degli incidenti dell'industria nucleare e che questo tipo di industria non
può che essere gravido di questo e di più catastrofici incidenti.
Osservavamo, altresì, che l'industria capitalistica in generale, non solo
quindi la nucleare, provoca quotidianamente, col suo costante inquinamento
e devastazioni della natura, ecc., disastri colossali; e che i disastri
nucleari non sono che una specie, un tipo, anche se il più terrificante,
di questi disastri.
(6) Il curie è l'unità di misura del
materiale radioattivo che si disintegra ogni secondo producendo
radiazioni. È suddiviso in sottomultipli: il millesimo di curie (m), il
milionesimo di curie (micro-curie), il miliardesimo di curie (nano-curie),
il millesimo di miliardesimo (pico-curie), il milionesimo di miliardesimo
di curie (femto-curie). Accanto a questo sistema di misura della
radioattività ne sussistono diversi altri.
(7) Sul rapporto radioattività-vita si
sa poco; e non perché la materia è nuova. Si fanno radiografie
dall'inizio del secolo e da Nagasaki e Hiroscima sono passati 40 anni,
punteggiati da incidenti nucleari. Si sa poco in quanto, con lo sviluppo
della produzione nucleare, gli studi di biomedica, anziché essere
favoriti, sono stati scoraggiati. Sicché, rilevando che in una settimana
abbiamo assorbito un decimo della radioattività naturale che si assorbe
in un anno, non sappiamo quali sono le conseguenze sulla nostra salute.
D'altra parte tutta l'attenzione delle autorità e dei comitati
tecnico-scientifici è concentrata nella rilevazione dello iodio 131, che
ha durata breve; mentre sono trascurati i radionuclidi di Cesio 137 (che
attacca muscoli e ovaie), di stronzio 90 (che attacca le ossa), ecc., i
cui effetti sono di lunga durata.
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Milano
maggio 1986.
Edizione a cura di: RIVOLUZIONE
COMUNISTA
SEDE CENTRALE: P.za Morselli, 3 - 20154 Milano-
e-mail: rivoluzionec@libero.it
http://digilander.libero.it/rivoluzionecom/
Roma 10 febbraio
2010
SI RITORNA AL
NUCLEARE
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/201002articoli/52089girata.asp
ROMA
Semaforo verde dal Consiglio dei Ministri alla costruzione di nuove
centrali nucleari nel nostro Paese. E' stato approvato questa mattina il
decreto legislativo che comprende i criteri per la scelta dei luoghi in
cui nasceranno, la realizzazione e l’esercizio degli impianti di
produzione di energia elettrica nucleare, la fabbricazione del
combustibile nucleare, e pure i sistemi di stoccaggio dei rifiuti
radioattivi, incentivi economici ai territori che ospiteranno le centrali
e campagne informative al pubblico.
Secondo il ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola, si apre il
percorso porterà alla costruzione della prima centrale nel 2013. «Il
provvedimento - ha detto - si caratterizza per la trasparenza e il
rispetto assoluto della sicurezza delle persone e dell’ambiente. La
produzione di energia elettrica inizierà dal 2020». Il provvedimento
aveva già avuto il parere positivo delle commissioni parlamentari
competenti e del Consiglio di Stato. Dopo il no delle Regioni, invece, non
c’è stato il tempo per il passaggio in Conferenza Unificata
Stato-Regioni, previsto dopo il via libera del Consiglio dei ministri. Il
conflitto tra istituzioni aperto dal mancato passaggio in Conferenza
Unificata porta le Regioni ad attaccare a testa bassa, e il conflitto è
reso più aspro dal fatto che sulle misure per il nucleare pendono alcuni
ricorsi "incrociati" alla Consulta: 11 Regioni hanno impugnato
il ddl Sviluppo, mentre il Governo ha portato davanti alla Corte
Costituzionale le leggi regionali di Puglia, Campania e Basilicata che
escludono la possibilità di centrali sul loro territorio.
Sul neclare infuria la polemica politica. «I candidati di centrodestra
alle prossime elezioni regionali hanno l’obbligo morale di dire con
chiarezza e serietà ai cittadini se nel proprio territorio ci saranno
impianti atomici», attacca la capogruppo del Pd in commissione Ambiente,
Raffaella Mariani. «Intanto - aggiunge la Mariani - apprendiamo che
Formigoni e Zaia hanno già dichiarato che le loro regioni non hanno
bisogno di centrali nucleari. Da parte nostra spiegheremo agli elettori
che le scelte in materia di politica energetica il Governo le impone
"dall’alto" perchè sarà ignorato il parere delle regioni,
degli enti locali e dei cittadini stessi». L'Italia dei valori accusa il
governo di aver calato una "cortina fumogena" sui nuovi siti
delle centrali nucleari, un atteggiamento «omertoso» che è «gravissimo»:
saranno i cittadini a pagare «le scelte dissennate» del centrodestra,
sostiene il presidente dei deputati di Idv Massimo Donadi.
Comunicato
stampa 4 febbraio 2010
NUCLEARE : governo nervoso e instabile !
Nonostante la debordante maggioranza parlamentare, le ripetute
decretazioni d'urgenza e i voti di fiducia, il governo non è riuscito
ancora ad approvare il " decreto legislativo" per l'attuazione
della Legge 99/09 " ritorno al nucleare" , in cui sono previsti
: l'istituzione e l'organigramma dell'Agenzia Nucleare, i criteri di
scelta delle località" nucleari", le cosidette "
compensazioni" alle amministrazioni locali, l'introduzione della
" tassa nucleare" sulla bolletta elettrica.
Nel perdurare della feroce crisi che falcidia posti di lavoro e redditi
familiari, mentre dispone ulteriori tagli al già misero welfare, questo
governo berlusconiano sull''orlo di una crisi di nervi non trova meglio da
fare che denunciare le regioni Basilicata,Campania e Puglia , che nella
Finanziaria Regionale 2010 hanno escluso i loro territori ai fini del
piano nucleare.
Il governo di centrodestra impugnerà davanti la Corte Costituzionale
quelle decisioni " per impedire che altre Regioni seguano
l'esempio" : mira strabica e fallace , in quanto sono 13 le Regioni
che hanno denunciato il ritorno al nucleare del governo, che a breve vedrà
il pronunciamento della Consulta !
Intanto le popolazioni di queste Regioni hanno già dato vita a comitati e
coordinamenti antinucleari, e si apprestano a dare filo da torcere al
governo : il 20 marzo a Roma , ci sarà una grande manifestazione "
per la ripubblicizzazione dell'acqua, la tutela dei beni comuni, il
rifiuto del nucleare e delle "grandi-inutili-
dannose opere".
Roma 4/2/010
Coordinamento Antinucleare salute,ambiente,
energia
rassegna
stampa
Nucleare, anche il Governo va alla Consulta
Impugnate le leggi di Puglia Campania e Basilicata. Scajola: “Necessario
per non creare un precedente. Il 10 il Cdm sui siti”
Claudio Scajola
Roma, 4 febbraio - Il Governo reagisce all’ostracismo delle Regioni in
tema di nucleare (QE 27/1) e porta davanti alla Consulta le leggi
regionali anti-atomo di Puglia, Campania e Basilicata.
“Non impugnare le tre leggi – ha sottolineato in una nota il ministro
dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, promotore dell’iniziativa -
avrebbe costituito un precedente pericoloso perché si potrebbe indurre le
Regioni ad adottare altre decisioni negative sulla localizzazione di
infrastrutture necessarie per il Paese”.
Il responsabile del Mse ha aggiunto che l’impugnativa è “necessaria
per ragioni di diritto e di merito”. Sul primo punto, infatti, “le tre
leggi intervengono autonomamente in una materia concorrente con lo Stato
(produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica) e non
riconoscono l’esclusiva competenza dello Stato in materia di tutela
dell’ambiente, della sicurezza interna e della concorrenza (art. 117
comma 2 della Costituzione)”
.
Riguardo al merito, aggiunge Scajola, “il ritorno al nucleare è un
punto fondamentale del programma del Governo Berlusconi, indispensabile
per garantire la sicurezza energetica, ridurre i costi dell’energia per
le famiglie e per le imprese, combattere il cambiamento climatico
riducendo le emissioni di gas serra secondo gli impegni presi in ambito
europeo”.
Il ministro ha inoltre ricordato che “al prossimo Consiglio dei Ministri
del 10 febbraio ci sarà l’approvazione definitiva del decreto
legislativo recante tra l’altro misure sulla definizione dei criteri per
la localizzazione delle centrali nucleari”.
Nel dettaglio, le tre leggi oggetto di impugnativa dinanzi alla Consulta
sono la n. 30/09 della Regione Puglia, la n. 2/10 della Campania e la n.
1/10 della Basilicata. Praticamente identiche nei contenuti, le tre norme
dichiarano i rispettivi territori indisponibili a ospitare centrali
nucleari o depositi di scorie, in assenza di un preciso accordo con lo
Stato.
Si profila ora una guerra incrociata davanti alla Corte Costituzionale,
visto che ben 13 Regioni hanno a loro volta impugnato il potere
sostitutivo del Governo previsto nella Legge Manovra n. 99/2009 in tema di
nucleare.
REPORT SU Coordinamento Antinucleare
“salute-ambiente-energia”/report riunione 18 ottobre 2009-10-21
Presenti le delegazioni di
Toscana,Lazio,Basilicata,Puglia e di un compagno Aquilano di
“Epicentro Solidale” - giustificate le assenze di Piemonte e
Lombardia - si è svolta a Roma il 18/X c/o la sede Cobas
la riunione del Coordinamento Antinucleare.
Fatto il punto sui veloci sviluppi governativi –
leggi,regolamenti,adempimenti,strumenti – tesi a predisporre
il “ritorno” al nucleare ( nella previsione che l’indicazione
dei siti slitterà al dopo elezioni regionali/marzo 2010 ) si è passati
ad individuare gli ulteriori percorsi di comunicazione-informazione
tendenti a moltiplicare l’azione critica , concreta e popolare al
“piano nucleare”; opposizione
che già si esprime contro i costruendi “ depositi di
scorie”(limitrofi a ex centrali).
Peraltro, presente un compagno del “ Comitato
contro l’inceneritore di Albano(RM)” – che comunicava lo stato di
quella battaglia e la richiesta rivolta al Coordinamento di partecipare ad
una prossima iniziativa assembleare “ contro il nucleare” – si è
confermato il convincimento e le sollecitazioni a promuovere/ partecipare
a confronti invocanti la ricomposizione delle resistenze/vertenze
territoriali-nazionali,tali da determinare quella necessaria massa critica
nei confronti dei governi locali-centrali, così da raggiungere risultati
utili e futuribili.
Intanto si è data l’adesione : 1) alla
manifestazione del 24/X ad Amantea(CS) “ per la bonifica della Calabria
dalle navi dei veleni e dalle discariche di morte”;
2) alle iniziative
promosse in tutto il territorio nazionale contro la proliferazione di
inceneritori,rigassificatori, centrali turbogas/carbone/biomasse,
inquinamento elettrosmog e Ogm ; 3)alle battaglie contro le “grandi
opere” (Ponte sullo Stretto,Tav-Val Susa, base Dal Molin )devastanti e
speculative ; 4) sopratutto alle campagne contro la privatizzazione dei beni comuni, i
particolare dell’acqua “ privatizzata per decreto il 25 settembre
2009”, con iniziative tese a far dichiarare negli Statuti Comunali
l’acqua” bene umano universale, la cui gestione senza fini di lucro è
priva di rilevanza economica “e ad imporre la decadenza del decreto il
25 novembre prossimo.
Infine le proposte-indicazioni condivise :
1)
realizzazione di un 2° volantone ( dopo quello iniziale che
illustrava il rifiuto del nucleare e che ci ha portato alla 1° Assemblea
del 5 marzo a Lucca) oltremodo necessario
dopo : a) la legge sul “piano nucleare”, contenente tra
l’altro la individuazione dei siti ; b) la decisione di 11 Regioni di
impugnare la legge davanti la Corte Costituzionale ; c) la decisione di
nuove privatizzazioni. Il
volantone dovrà contenere anche i riferimenti e la richiesta alle altre
resistenze-vertenze di un
coinvolgimento comune; così come è
stata valutata necessaria l’unità d’azione con altre realtà – vedi
Lega Ambiente e Comitato per le energie rinnovabili (Mattioli-Grandi
&C) – che hanno apertamente dichiarato la loro ostilità al “
piano nucleare”. Sempre al fine della promozione /formazione di
una coscienza antinucleare è stata prevista la realizzazione di un video
di ’30 minuti.
2)
convocazione della 2°
Assemblea Antinucleare per il fine gennaio 2010 a Roma(30-31/1); con
possibile proiezione di una iniziativa contestuale a Montalto di Castro
(VT), stante che questo è al
momento il sito più probabile per la “ prima pietra” del ritorno al
nucleare, situato sul mare e dove l’Enel non deve espropriare terreni nè
chiedere autorizzazioni. A
Montalto,il 31 ottobre Lega Ambiente farà un’iniziativa antinuke , sarà
l’occasione per il nascente Coordinamento Antinucleare Lazio-Maremma per
diffondere materiali e riprendere collegamenti ;
3)
presentazione del Coordinamento Antinucleare promuovendo
la nascita di altri Coordinamenti Regionali.Sono annunciate per
novembre le Assemblee Regionali in Toscana ( sede da indicare; Lucca sta
preparando una Mostra itinerante e riproducibile)e in Puglia (località
Ostuni ) ; la Basilicata provvederà al più presto “ a presentare” il
Coordinamento, anche alla luce del fatto che il governo considera sempre
Scanzano/deposito scorie azionale; il compagno de L’Aquila si rende
disponibile a diffondere in Abruzzo la comunicazione antinucleare .
Successivamente , è pervenuta da Alfonso Navarra (MI) la convocazione per
il 21 novembre ad Arcore/davanti la villa di Berlusconi di una iniziativa antinuke , a cui va data l’adesione
partecipando attivamente alla realizzazione. Così come vanno previste
azioni tese a promuovere delibere per “ Comuni-Province-Regioni,
Denuclearizzati”;
4)
entro 10gg. , la struttura lucchese assicura l’agibilità / la
facile funzionalità / l’aggiornamento costante
del sito www.rossovivo.net
“ e della lista “energia@rossovivo.net.
REPORT
SU ASSEMBLEE E FOTO
20 - 23 AGOSTO 2009 IN SALENTO , CAMPEGGIO ANTINUCLEARE
programma
aggiornato al 15 agosto
Programma
campeggio antinucleare 20-23 Agosto c/o zona Masseria
Fattezze( Porto Cesareo ).
Giovedì 20 Agosto ore 18,00:
-Presentazione del Campeggio
-Piano energetico ambientale della Regione Puglia , ovvero come si
consegna il territorio agli speculatori anche con il solare ed il
fotovoltaico.
Venerdì 21 Agosto ore 18,00:
ripresa della scelta nucleare in Italia e necessità di una forte
opposizione popolare
Sabato 22 Agosto ore 10,00:
Battaglia per i beni comuni e contro le grandi opere speculative :
la ricostruzione Aquilana , il Ponte , la Tav, il piano rifiuti
Sabato 22 Agosto ore 18,00:
iniziativa di controinformazione a Melpignano per la chiusura della
"NOTTE DELLA TARANTA"
ciascuno prepari-porti striscioni/bandiere delle lotte territoriali-
sociali
Domenica 23 Agosto ore 10,00:
Assemblea Antinucleare , percorsi e iniziative per i prossimi mesi
Domenica 23 Agosto ore 18,00:
Manifestazione pubblica a Porto Cesareo con musica
Sono già previste altre
iniziative , ed altre se ne possono
aggiungere:
Venerdì 21 Agosto ore 10,00:
Workshop ecofemminista sul tema "Globalizzazione e leadership
delle
donne nelle lotte per la difesa della salute e dell´ambiente"
Brindisi 14.08.09
Comitato promotore comitato antinucleare pugliese
Coordinamento nazionale antinucleare salute-ambiente-energia
Per contatti:boboaprile@tiscali.it e 368 582406
invito
Nell’ambito
delle molteplici battaglie sociali e ambientali che caratterizzano il
panorama delle resistenze popolari i Italia , nell’autunno 2008
si rimetteva in moto un circuito di esperienze , soggettività e
collettività per contrastare il disegno governativo del riavvio del
Nucleare Civile .
Nonostante
le lotte di un decennio e il
referendum del 1987 avessero decretato
a livelli plebiscitari la
chiusura delle centrali e del ciclo nucleare , il 2 luglio 2009 la Camera
ha approvato il “ DDL Sviluppo-pacchetto anticrisi” che contiene il
ritorno al nucleare .Entro 6 mesi il governo renderà noti i
siti ,
dichiarati di “ interesse strategico-militare” per evitare e
superare d’imperio i contrasti con le Amministrazioni Locali :
una aperta dichiarazione di guerra alle popolazioni
!
Dopo un anno di riunioni e iniziative pubbliche , che ha visto la
nascita del Coordinamento Nazionale Antinucleare salute-ambiente-energia,
il Coordinamento Pugliese impegnato a sconfiggere i previsti insediamenti
nucleari in Puglia come nel resto d’Italia ( già prima di Cernobyl, nel
1985, il movimento vietò il nucleare in Puglia) , organizza un campeggio
di lotta , in agosto in Salento, giornate di convivialità,di pizzica , di
impegno.
LOCALITA'
Il campeggio
di lotta si svolge dal 20
al 23 agosto presso
la “ Masseria Fattezze”, a 2Km dal mar Ionio /Porto Cesareo : il
periodo coincide con il percorso della “ Notte della Taranta”, che si
sposta in vari paesi del Salento
per concludersi il 22 /8 a Melpignano.
VEDI
MAPPA
Si è scelto
questo posto , già noto in Salento come riferimento culturale, per poter
essere liberi da ingressi e pass :il costo giornaliero è di 5 euro, la
cucina autogestita sfornerà specialità salentine.
PROGRAMMA
Il Campeggio
di lotta verterà principalmente sul nucleare e l’ energia padrona , ma
verranno trattati altri argomentiall'ordine del giorno della agenda
politica autunnale : la crisi, la precarietà e il reddito, il
razzismo, le “ grandi opere”: dalla Tav
al Ponte sullo Stretto , dalle autostrade ai trafori ,dagli
inceneritori ai rigassificatori, insomma tutto ciò che è la continuità
di un modello di sviluppo che ha già lasciato sui territori solo morte e
distruzione.
.
Il Campeggio di lotta avrà
un ampio sguardo sulla situazione
Internazionale, con particolare riferimento
alle lotte di Liberazione in Palestina, Kurdistan, Nigeria .
Il
programma di massima è questo :
Giovedì
20 agosto
Ore 18
presentazione del Campeggio , interventi delle situazioni presenti
Ore 19,30
scenari internazionali
Venerdì
21 agosto
Ore 18
crisi. Lavoro,precarietà,reddito
Ore 19,30
beni comuni – piano energetico regionale
Sabato
22 agosto
Ore 18 assemblea
antinucleare e scelte energetiche
Domenica
23 agosto
Ore
18 iniziativa esterna,
sul sito nucleare previsto , a Avetrana
Ore
21 festa serale finale
con tanta musica salentina
Coordinamento
Pugliese / Coordinamento Nazionale Antinucleare salute-ambiente-energia
( info : boboaprile@tiscali.it
tel. 368582406 )
MAPPA
In allegato
: mappa , sul come arrivare alla Masseria Fattezze
seconda
RIUNIONE
PRELIMINARE a Lecce
Lunedì 27 luglio alle 20 a Lecce
presso la sede dei Cobas sita in viale Studenti 37 ( vicino Croce
Rossa ) è indetta una riunione per definire ed organizzare insieme il
campeggio antinucleare che si svolgerà nel salento dal 20 al 23 agosto in
località masseria Fattezze.
Il campeggio vuole essere un momento di discussione
e confronto che riteniamo necessario per ripartire con un forte
movimento pugliese in grado di contrastare sia la scelta nuclearista del
governo Berlusconi che per affrontare le mille vertenze aperte sui nostri
territori
RIUNIONE
PRELIMINARE a Maruggio lecce
Venerdì
17 Luglio invitiamo tutti a partecipare ad una riunione a
Maruggio.
questa riunione ha lo scopo di costruire insieme il campeggio
antinucleare che si svolgerà nel salento dal 20 al 23 agosto.
l'appuntamento è alle ore 19,30 vicino al cimitero di Maruggio , per
poi portarci in una amena campagna.
numero di cellulare di riferimento è Teo3493581298.
20
– 23 AGOSTO IN SALENTO , CAMPEGGIO ANTINUCLEARE
C
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