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PRESSO
L'AUDITORIUM delle Scuole Medie di TRINO (VC) "Famiglia Tricerri"
via Vittime di Bologna n 4
ASSEMBLEA
CONTRO IL NUCLEARE a TRINO VERCELLESE
Ogg: DO YOU REMEMBER CHERNOBYL?
Lunedi 26 Aprile - Presidio sotto l'Enel di Milano -Italia-
ore 16:30
Presidio sotto gli uffici dell'Enel
in via Carducci, 1/3 a Milano.
La giornata di oggi non è casuale.
24 anni fà esplodeva la centrale nucleare di Chernobyl.
24 anni dopo Chernobyl l'Italia vuole ritornare al nucleare calpestando la
memoria di quel ricordo con la complicità della Francia.
Enel è ovviamente uno dei primi artefici del ritorno al nucleare in
Italia.
Lunedì saremo sotto i loro uffici per rinfacciarli tutte le loro menzogne
e
ricordargli la loro complicità in un affare che avrà conseguenze
catastrofiche
e mortali per tutto l'ecosistema e loro abitanti
Una volta per tutte
Contro il nucleare e il mondo che lo produce
CIRCOLO DI INIZIATIVA PROLETARIA
GIANCARLO LANDONIO
VIA STOPPANI 15 (QUART. SANT’ANNA
dietro la p.zza princ.)
- ITALIA - 21052 – BUSTO ARSIZIO – VA –
e-mail: circ.pro.g.landonio@tiscali.it
Opuscolo diffuso in buon numero nell’anno 1986 in alcune realtà
proletarie e operaie della provincia di Varese.
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DISASTRI
NUCLEARI
CHE FARE
INDICE
Presentazione pag. 3
Cap. 1 - La mappa delle centrali
nucleari pag. 5
Cap. 2 - L'Italia nucleare pag. 5
Cap. 3 - Nucleare e militare pag. 7
Cap. 4 - disastri: Seveso, Harrisburg,
Chernobyl pag. 8
Cap. 5 - Disastri e informazione pag.
12
Cap. 6 - L'atomo esige il comunismo
pag. 12
Cap. 7 - Che fare pag. 13
PRESENTAZIONE
L'Ucraina,
le regioni confinanti, i popoli europei si trovano da 12 giorni sotto la
nuvola atomica sprigionatasi dalla centrale nucleare di Chernobyl (120 km
da Kiev). È un disastro immane, dalle conseguenze perora incalcolabili,
nuovo per le dimensioni e la gravità, che impone a tutti, governanti e
masse, il problema della sopravvivenza della specie sul pianeta. Chernobyl,
con la sua invisibile e contaminante polvere radioattiva, irradiata sul
Vecchio Continente, è l'immagine spettrale della micidialità raggiunta
dal capitale nucleare. Il mostro impalpabile che entra nella memoria e
sconvolge le credenze (le assuefazioni) di centinaia di milioni di uomini,
donne, giovani e bambini euro-asiatici.
Il
disastro è gestito dalla menzogna di Stato. Tutti i governi, a partire da
quello sovietico, si sono mossi e si stanno muovendo a difesa degli
investimenti energetici (nucleari), cercando di circoscrivere Chernobyl.
Proprio oggi Gorbaciov si è congratulato con Craxi per l'atteggiamento
solidale del nostro governo. Nessuna verità è, quindi, acquisibile se
non conquistata direttamente dalle masse popolari.
In
questi giorni tormentosi e incerti le masse europee (non abbiamo notizia
di quanto avviene in Russia) oscillano tra il panico e la corsa alla
salvezza individuale, seguendo in maggioranza le prescrizioni governative.
Solo ristrette avanguardie stanno operando un processo di chiarimento e di
lotta pratica contro la nuova catastrofe; contro i responsabili dell'immancabile evento. Non esistono rifugi o isole
incontaminabili. Il mondo d'oggi è tutto un intreccio. Perciò le
conseguenze di questo disastro, il riprodursi di nuovi e più catastrofici
disastri, sono eliminabili solo alla condizione di abbattere, nel mondo
intero, il dominio del capitale, la produzione per il profitto. L'atomo
non deve far paura: oggi, in regime capitalistico, distrugge; domani, in
regime comunistico, ci darà energia sicura.
Per
il 1° Maggio abbiamo coniato la seguente parola d'ordine: «Inquinamenti - radioattività, nell'era nucleare, importano una generale
micidialità. Non c'è scampo alla distruzione senza lotta decisa per la
rivoluzione». Questa parola d'ordine ben riassume i termini del
problema drammatico posto all'umanità da Chernobyl e ben ne indica la
soluzione storica.
Milano
8 maggio 1986
L'Esecutivo
Centrale di Rivoluzione Comunista
Cap. 1
LA MAPPA DELLE CENTRALI NUCLEARI
Il mondo è pieno di centrali nucleari.
All'inizio del 1985 erano in attività 333 reattori elettronucleari per la
potenza complessiva di 221.903 megawatt (MW). Alla stessa data risultavano
in costruzione altri 152 reattori nucleari per complessivi 143.173
megawatt; mentre figuravano ordinati altri 82 reattori per 80.823
megawatt. Quindi tra attivi, in costruzione e in progettazione, c'erano
l'anno scorso, nel complesso, 567 reattori, per un totale di 445.899
megawatt (1).
Ecco dove sono dislocati i reattori in
esercizio e in costruzione. Gli Stati Uniti dispongono di 86 centrali in
funzione e di 40 in costruzione. La Russia di 40 in esercizio e di 6 in
costruzione (tra questi quattro da 1500 MW). Il Giappone dispone di 29
centrali in esercizio e di 11 in costruzione. L'Europa occidentale di 132
in esercizio e di 39 in costruzione. L'Europa orientale di 14 centrali in
funzione e di 30 in costruzione. Africa, Asia, America Latina, dispongono
di 18 reattori attivi, in tutto, e di altrettanti in costruzione.
Nella comunità
economica europea la parte del leone spetta alla Francia, con 33 e più
centrali nucleari. All'Italia spetta quella di cenerentola.
Cap. 2
L'ITALIA NUCLEARE
La produzione nucleare è stata, dalla
seconda guerra mondiale, la via percorsa da ogni imperialismo per
affermare la propria supremazia economico-militare sul resto del mondo.
Gli Stati Uniti, prima potenza planetaria, hanno creato per primi
l'industria nucleare allo scopo di garantirsi il dominio mondiale. La loro
industria nucleare è, essenzialmente, militare: produzione di bombe
atomiche, sottomarini nucleari, testate per missili nucleari, ecc.
L'Italia ha un ristretto impianto
nucleare. Attualmente dispone di quattro centrali in funzione e di altre
due in costruzione. Delle quattro centrali in funzione, tre risalgono ai
primi anni sessanta. E sono: a) la centrale di Borgo Sabotino (Latina),
ordinata dall'ENI all'ente atomico inglese, divenuta operativa nel 1962;
b) la centrale sul Garigliano, ordinata dall'IRI alla General Electric,
entra in funzione nel 1964; c) la centrale di Trino Vercellese ordinata
dalla Edison alla Westinghouse, entrata, anch'essa, in funzione nel 1964.
La quarta, che è la più potente (840 MW), è quella di Caorso, ordinata
dall'ENEL all'Ansaldo, ed entrata in funzione nel 1983 (2). Le due
centrali in costruzione sono quelle di Montalto di Castro e di Trino
Vercellese, ciascuna con 2 reattori da 1000 MW l'uno.
Nonostante il ridotto impianto
nucleare, dovuto a precisi condizionamenti (3) politico-sociali, interni
ed internazionali, l'Italia si colloca in posizione avanzata nella
tecnologia nucleare: nella progettazione, costruzione e gestione di
reattori nucleari, sia di tipo tradizionale
(ad uranio arricchito) che di tipo moderno
(al plutonio). Oggi il nostro comparto nucleare, IRI-FINMECCANICA e FIAT,
guidato dall'Ansaldo e sotto la regia dell'ENEL-CNR-ENEA fabbrica ed
esporta centrali elettronucleari; partecipa ai progetti più avanzati, su
scala europea ed internazionale, in materia energetica-nucleare; punta
all'affermazione del proprio reattore (Cirene); concorre ai progetti di
militarizzazione dello spazio; persegue la propria espansione con ogni
mezzo. Pertanto, anche se la produzione di energia elettronucleare ha una
bassa incidenza sulla produzione elettrica globale, sia in termini
assoluti che in termini relativi, l'industria nucleare italiana si
colloca, sul plano tecnologico, nel gruppo di testa dei paesi
imperialistici più forti.
Per completare il quadro della
consistenza nucleare italiana bisogna ricordare che l'ENEL è proprietario
di un terzo della centrale a plutonio di Tricostine (Lione) di 2.500 MW.
Si tratta dell'unica centrale a plutonio esistente al mondo. La comproprietà
italo-francese è legata al progetto militare «Eurodif».
Cap. 3
NUCLEARE E MILITARE
L'energia nucleare è sorta come
prodotto sofisticato dell'industria bellica. Ed è una base di sviluppo
dell'industria bellica. Il nucleare è militare per il militare. Ciò non
vuol dire, tuttavia, che l'atomo porti questa impronta e questo destino
eternamente e senza via di scampo; ma, semplicemente, che così è in
regime capitalistico.
Questa matrice del nucleare importa,
tra le altre implicazioni, due conseguenze fondamentali. La prima è che
ogni progresso, in campo energetico-nucleare, è una diretta filiazione o
sta in stretta connessione con il progresso della tecnologia militare. Il
nucleare progredisce col militare per la potenza distruttiva del militare.
Solo per ricaduta le scoperte in
campo nucleare hanno trovato e troveranno applicazione in campo
produttivo. Quindi, in questo particolare momento, il nucleare è legato
alla militarizzazione dello spazio, allo sviluppo delle armi a laser o
raggi X.
La seconda conseguenza è che tutta la
produzione nucleare, il sistema di sicurezza, l'elaborazione dei dati, i
dissesti ecologici, gli effetti nocivi, ecc. ecc., sono tutti coperti dal
segreto. Non solo dal segreto tecnico-industriale, ma dal segreto
militare: di sicurezza interna e internazionale. Quindi tutta la materia
degli incidenti nucleari è rigidamente controllata dai corpi
specializzati e super-segreti, militari e paramilitari. Siamo nel cuore
della logica di classe e di Stato. Pertanto le popolazioni ne sapranno
sempre poco o niente in quanto la verità, le cognizioni
tecnico-scientifiche, restano sopraffatte dalle esigenze
tattico-strategiche militari.
Cap. 4
I DISASTRI: SEVESO, HARRISBURG,
CHERNOBYL
Gli incidenti
nucleari sono più numerosi di quanto si sa. Negli ultimi 15 anni ci sono
stati più di cento incidenti di
proporzioni rilevanti. L'Italia non ha avuto ancora un grave incidente nucleare; ha, però, avuto, tra gli altri, il disastro di
Seveso. Ci pare quindi opportuno, considerando i due incidenti nucleari più gravi, quello di Harrisburg e questo di
Chernobyl, menzionare il disastro di Seveso. Tanto più che, a 10 anni di
distanza e dopo tutte le opere di decontaminazione,
la diossina regna ancora nella
zona infestata.
SEVESO
- Il 10 luglio 1976 una nube tossica si sprigionava dall'ICMESA, una
fabbrica chimica nei pressi di Seveso alle porte di Milano, ed avvolgeva
gli abitanti. La fabbrica produceva triclorofenolo, una sostanza tossica
usata come diserbante, ed impiegata dagli Stati Uniti nel Vietnam per
defoliare le foreste e distruggere i raccolti. Il micidiale veleno
avvolgeva Seveso, Meda, Cesano Maderno e tanti altri piccoli paesi della
Brianza. Gli effetti sono sconvolgenti: il veleno brucia i tessuti, agisce
sull'apparato genetico, deforma i nascituri.
La gente si barrica in casa al
passaggio della nube, che rende l'aria irrespirabile. Il giorno dopo
conigli, galline, ecc., stramazzano al suolo. Le foglie degli alberi
sembrano divorate dagli insetti. Un centinaio di intossicati viene
ricoverato negli ospedali. Le donne incinte vengono avviate alla clinica
per abortire; le altre alla sterilizzazione. Seveso, Meda e parte di
Cesano Maderno vengono sgomberati e recintati da filo spinato. Truppe
specializzate, addestrate in materia nucleare vengono poste a controllo
del territorio, della popolazione, della fabbrica e attrezzature. I
dirigenti dall'ICMESA cercano di nascondere tutto e, successivamente, di
minimizzare il disastro come se si trattasse di nulla. Da parte loro le
autorità fingono di ignorare cosa si produceva all'ICMESA. È stato il
primo esperimento di controllo politico-militare di una popolazione
colpita da un disastro moderno (4).
HARRISBURG
- Il guasto nella centrale di Harrisburg precede quello di Chernobyl. Il
28 marzo 1979 un milione di americani si trovano, di colpo, sotto l'incubo
della contaminazione radioattiva. Nella centrale nucleare di Harrisburg in
Pensylvania, chiamata Tre miglia,
fuoriesce gas contaminato. Un guasto al sistema di raffreddamento minaccia
di far esplodere l'impianto. La zona dell'incidente
viene presidiata militarmente. Una parte della popolazione viene evacuata.
I tecnici, dopo vari tentativi, riescono a tamponare la falla. Non si è
saputo come hanno fatto. L'unica cosa che si è fissata nella memoria di
decine di milioni di persone è il fatto che una massa enorme di individui
si è trovata, all'improvviso, sull'orlo della catastrofe (5).
CHERNOBYL
- Nella notte tra il 25-26 aprile avviene un'esplosione in uno dei quattro
reattori della centrale nucleare di Chernobyl. Chernobyl è a 120 km da
Kiev (la terza città della Russia, con circa 2.500.000 abitanti) nella
regione dell'Ucraina. Dall'esplosione fuoriesce una enorme quantità di
materiale radioattivo e si forma una nube atomica immensa. Dapprima questa
nube viene sospinta dai venti verso la Scandinavia; poi viene spinta verso
l'Europa centrale e meridionale, investendo anche l'Italia.
Le prime notizie dell'esplosione
giungono dopo alcuni giorni. Il 28 si parla di due morti e di feriti e si
dice che è fornita l'assistenza medica alla popolazione. Il 29 mezza
Europa si trova sotto la pioggia radioattiva e lo shoc atomico. Si
cominciano ad avvertire direttamente le proporzioni colossali della nuova
catastrofe. Secondo la commissione d'inchiesta russa, l'incidente si
sarebbe verificato in uno degli edifici del quarto blocco energetico della
centrale, provocando la distruzione di una parte della struttura edilizia
e il danneggiamento di un reattore (gli altri tre sarebbero stati
bloccati). Le autorità italiane tranquillizzano. Il 30 il responsabile
dell'ente nucleare, il prof. Colombo dell'Enea, dice che non c'è pericolo
e che il disastro è legato al tipo di impianto russo, mancante della
sicurezza dei nostri impianti. Il ministro della Protezione Civile,
Zamberletti, il 2 maggio rassicura da parte sua la popolazione dichiarando
che non c'è alcun pericolo e che l'unica precauzione da prendere è
quella di lavare la «verdura a
foglia». Due ore dopo il ministro della Sanità Degan emette
un'ordinanza con cui proibisce lo smercio della verdura a foglia e il
consumo di latte fresco per 15 giorni da parte di donne incinte e di
bambini inferiori ai 10 anni.
Nei giorni successivi e fino a oggi, 8
maggio, è un susseguirsi di notizie contraddittorie sui livelli di
radioattività, sui pericoli di contaminazione, sugli effetti sulla
salute, ecc. ecc. Senza fornire dati attendibili sulla natura,
propagazione, entità, ecc., delle contaminazioni radioattive, i
rappresentanti di governo e gli esperti di Stato ci ammanniscono a turno
ora la tranquillità ora il pericolo! La gente, nelle grandi città,
rovescia in pattumiera latte e verdura e prende d'assalto i supermercati
per riempire i frigo di roba varia e scatolame. I prodotti di serra
diventano l'ancora di salvezza. Se Chernobyl fosse stata più vicina
all'Italia e se la distanza non avesse diluito gli effetti della
radioattività ci troveremmo nel caos. Istruttiva al riguardo la diatriba
in corso tra enti di Stato sui metodi di rilevazione della radioattività,
sulla «soglia di pericolo»,
sui livelli tollerabili di «curie», ecc. ecc., in cui un ente protettore della salute pubblica
dice una cosa e un altro ente protettore ne dice una opposta (6).
I dati provvisori della catastrofe, a
parte la radioattività piovuta in Europa, sono questi: a) due morti e 207
ricoverati in ospedale; b) 92.000 persone evacuate; c) creazione in un
raggio di 30 km di una zona vuota «deserto
nucleare»; d) precauzioni per la popolazione; e) evacuazione dei
bambini e ragazzi da Kiev. Sono solo le prime rilevazioni. Il reattore
continua a bruciare e rischia addirittura di sprofondare nel terreno.
Zagladin ha ammesso che «le
radiazioni e le contaminazioni non sono state liquidate». Le
conseguenze sono, quindi, ancora tutte da calcolare. E ci vorranno diversi
anni per sapere, anche qui, da noi, cosa rischiamo (7).
Cap. 5
DISASTRI E INFORMAZIONE
Bisogna, anche se non rientra
propriamente in argomento, dire una parola sul rapporto
disastri-informazione. La società contemporanea esiste, nella sua
immagine quotidiana, attraverso l'informazione. Tutti i mezzi di
informazione sono nelle mani dei gruppi di potere o di associazioni e
agenzie a servizio del potere. Quindi sono portavoce del potere.
Il Cremlino ha tenuto al buio, per
diversi giorni, sia gli operai e i contadini russi che i popoli europei.
Palazzo Chigi, con tutti i suoi sofisticati mezzi di informazione (TV,
radio, stampa, ecc.), ha fatto altrettanto e peggio. Ha parlato di rischio assicurando, al contempo, tranquillità. Gli esperti,
con la loro ridda di ipotesi contrastanti su ogni pur modesta questione,
ci hanno dato un saggio, non di come la scienza si degradi a lotteria,
bensì di come l'uso spregiudicato della scienza serva alla gestione
statale del disastro. Quindi tutto il sistema dei mezzi di informazione si
integra e culmina nella utilizzazione autoritaria, militaristica, del
disastro da parte del potere.
Per le masse proletarie, la verità
sulla catastrofe in corso può essere acquisita, non attraverso le
informazioni dispensate dai governi e dalle autorità, bensì lottando
contro di loro, contro il loro monopolio dei mezzi di informazione. È
questa, e solo questa, la strada per conoscere Chernobyl, le sue
conseguenze, presenti e future, i suoi legami interni con nuovi
giganteschi disastri di prossimo accadimento, ecc. ecc.
Cap. 6
L'ATOMO ESIGE IL COMUNISMO
La catastrofe di Chernobyl dice,
immediatamente e principalmente, tre cose. Primo,
conferma che l'energia nucleare (come ogni altra fonte di energia), da
forza produttiva diviene, nelle esistenti società capitalistiche, forza
distruttiva e che ciò esprime al massimo grado la contraddizione propria
del capitalismo (modo di produzione basato sulla ricerca del profitto a
danno dell'uomo). Secondo,
insegna indelebilmente che la radioattività non si ferma ai confini e che
tutti i popoli sono esposti, volenti o nolenti, agli effetti devastanti
del dominio del capitale. Terzo,
che il livello di estensione e il grado di micidialità delle catastrofi
contemporanee investe continenti e nazioni e riguarda, là per là, la
vita di milioni di uomini.
Chernobyl è un campanello d'allarme. O
abbattere l'imperialismo o soffocare nelle catastrofi. L'atomo esige il
comunismo. La verità è alquanto semplice: le forze produttive hanno
raggiunto una potenza tale, nel quadro della crescente unitarietà
economica del mondo, che, dirette capitalisticamente, come oggi, non
possono generare che distruzione e morte. Occorre una direzione sociale e
collettiva che guidi queste forze a beneficio dell'umanità. Il problema
è, quindi, sempre quello: quello del potere; di chi deve dirigere, i
padroni o i lavoratori.
Cap. 7
CHE FARE
Il dato di partenza, che va assunto
definitivamente, è che inquinamenti e radioattività hanno raggiunto il
livello della micidialità di massa,
in profondità (distruzioni irreversibili) ed in estensione (sovranazionalità);
e che in essi si rivela e riproduce il carattere antagonico, anti-sociale,
della produzione basata sul profitto. Non c'è un antidoto
tecnico-scientifico, che possa salvare l'umanità da questi processi
devastanti. Il rimedio è di natura politico-sociale e risiede nella lotta
rivoluzionaria contro la società del capitale. Quindi è questa la
posizione da assumere senza abbandonarsi al panico o ficcarsi in rifugi
illusori.
Assumendo questa impostazione, il che
fare pratico passa attraverso l'articolazione: a) del controllo proletario
sulla produzione e sull'ambiente; b) sull'autodifesa di massa dagli
impianti nocivi e dalle fonti inquinanti e ionizzanti; c)
dall'acquisizione e subordinazione della scienza, tecniche, attrezzature,
ecc. alle esigenze delle masse.
Bisogna che le masse popolari, la
gioventù, prendano l'iniziativa pratica nelle proprie mani, affermando
una pratica sociale anti-statale su ogni terreno, compreso quello
nucleare. Rompere con la delega
allo Stato. Non più cavie delle sue pratiche mortifere e
controrivoluzionarie; ma protagonisti nella lotta proletaria.
Il nucleare non deve far paura. Oggi
distrugge, domani ci darà energia sicura. Attacchiamo lo Stato
reazionario, il blocco dominante, i suoi meccanismi di potere, sul piano
interno e internazionale. Impadroniamoci della tecnologia trasformandola
in uno strumento sicuro di edificazione sociale, di costruzione e
sviluppo, della società collettiva, ricca e sicura, senza distruzioni
pianificate e guerre.
La
salvaguardia della salute è inseparabile dalla lotta al dominio del
capitale e del potere statale.
Non
andare a riempirsi di scatolame nei supermarket. Discernere oculatamente
ciò che può fare bene da ciò che può fare male sulla base della
esperienza pratica, e dell'acquisizione degli strumenti e mezzi di
controllo tecnico-scientifici.
Non
interrarsi nei rifugi sotterranei, ma mobilitarsi nelle piazze.
Creare
i comitati, organizzarsi nel fronte proletario. Guerra sociale contro il
marciume statale.
(1) Questi dati, come quelli successivi
sulla ubicazione degli impianti nucleari, sono tratti da pubblicazioni
dell'"agenzia atomica internazionale"; vanno quindi presi con le
dovute cautele e per il loro significato approssimativo; almeno per quanto
riguarda gli altri paesi; perché, per l'Italia, supplisce la nostra
conoscenza diretta.
(2) È la vera centrale italiana, in
quanto realizzata dall'Ansaldo su brevetto General Electric. Si tratta di
un reattore che impiega uranio arricchito moderato da acqua bollente.
(3) Il primo ostacolo allo sviluppo
degli impianti nucleari in Italia è stato costituito dal veto americano e
dall'opposizione dei gruppi ex elettrici e petroliferi. È solo nel 1975
che viene lanciato, col governo Moro, il «Programma Energetico Nazionale».
Questo pone il nucleare a perno della riorganizzazione dell'industria.
Esso prevede la costruzione di 16 centrali da 1000 MW (Fiat-IRI-Ansaldo),
la partecipazione italiana ai progetti francesi per l'arricchimento
dell'uranio e la costruzione di reattori veloci (CNEN-NIRA), il consorzio
interno (ENEL-ENI-CNEN) nel ciclo del combustibile nucleare. Tuttavia il
piano resta sulla carta per le resistenze interne dei gruppi petrolchimici
e per le opposizioni popolari agli impianti.
L'11 gennaio 1980 il governo Cossiga
rilancia il Programma energetico come piano di nuclearizzazione del
sistema. Il CIPI rifà un nuovo piano che prevede: a) la costruzione di
centrali nucleari per 10.000 MW, di cui tre, da 2000 MW, in
Piemonte-Lombardia-Puglia; b) centrali a carbone per 12.000 MW; c)
centrali a turbogas (1130 MW) e idroelettriche (750 MW). Per spianare la
strada agli impianti e superare le opposizioni popolari vengono, con
decreto-legge, modificate le leggi n. 880/74 e n. 393/75 che riconoscevano
un certo potere di veto ai comuni, sotto forma di contributo proporzionato
alla potenza della centrale. Nello stesso periodo si forma il cartello
nucleare IRI-FINMECCANICA e FIAT, guidato dall'Ansaldo.
Il nuovo piano nucleare si scontra ora
con le resistenze popolari sui siti o localizzazione delle centrali. Con
la legge 10 gennaio 1983 n. 8 il governo aggira le opposizioni dei comuni
e delle popolazioni interessate, stabilendo che: «qualora
... non sia stata perfezionata la procedura per la localizzazione delle
centrali elettronucleari, la determinazione delle aree suscettibili di
insediamento è effettuata dal CIPE, su proposta del Ministro per
l'industria, il commercio e l'artigianato, tenendo presente le indicazioni
eventualmente emerse nella procedura precedentemente esperita». È
così che si arriva alla localizzazione della centrale di Trino Vercellese
per il Piemonte. Resta da localizzare il sito per la Lombardia (Viadana -
San Benedetto Po, le cui popolazioni si sono pronunciate per il no), nonché
per la Puglia (Avetrana o Carovigno). Restano candidate alla centrale
nucleare: Sicilia, Basilicata, Campania, Veneto.
(4) Scrivevamo su Lotte Operaie Murale
n. 122 e n. 123 che la chimica capitalistica è peggio della peste e che
tutto il territorio è sotto la costante azione inquinante e distruttiva
di questa chimica: da Porto Marghera a Ottana; da Ravenna a Priolo e Gela.
(5) Osservavamo su R.C. Murale (n. 35
del 1° aprile 1979) che il disastro mancato di Harrisburg non era che uno
degli incidenti dell'industria nucleare e che questo tipo di industria non
può che essere gravido di questo e di più catastrofici incidenti.
Osservavamo, altresì, che l'industria capitalistica in generale, non solo
quindi la nucleare, provoca quotidianamente, col suo costante inquinamento
e devastazioni della natura, ecc., disastri colossali; e che i disastri
nucleari non sono che una specie, un tipo, anche se il più terrificante,
di questi disastri.
(6) Il curie è l'unità di misura del
materiale radioattivo che si disintegra ogni secondo producendo
radiazioni. È suddiviso in sottomultipli: il millesimo di curie (m), il
milionesimo di curie (micro-curie), il miliardesimo di curie (nano-curie),
il millesimo di miliardesimo (pico-curie), il milionesimo di miliardesimo
di curie (femto-curie). Accanto a questo sistema di misura della
radioattività ne sussistono diversi altri.
(7) Sul rapporto radioattività-vita si
sa poco; e non perché la materia è nuova. Si fanno radiografie
dall'inizio del secolo e da Nagasaki e Hiroscima sono passati 40 anni,
punteggiati da incidenti nucleari. Si sa poco in quanto, con lo sviluppo
della produzione nucleare, gli studi di biomedica, anziché essere
favoriti, sono stati scoraggiati. Sicché, rilevando che in una settimana
abbiamo assorbito un decimo della radioattività naturale che si assorbe
in un anno, non sappiamo quali sono le conseguenze sulla nostra salute.
D'altra parte tutta l'attenzione delle autorità e dei comitati
tecnico-scientifici è concentrata nella rilevazione dello iodio 131, che
ha durata breve; mentre sono trascurati i radionuclidi di Cesio 137 (che
attacca muscoli e ovaie), di stronzio 90 (che attacca le ossa), ecc., i
cui effetti sono di lunga durata.
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Milano
maggio 1986.
Edizione a cura di: RIVOLUZIONE
COMUNISTA
SEDE CENTRALE: P.za Morselli, 3 - 20154 Milano-
e-mail: rivoluzionec@libero.it
http://digilander.libero.it/rivoluzionecom/
8
MARZO 2010 ANTINUCLEARE
IL
MINISTRO SCAIOLA OGGI 8 MARZO AFFERMA: "-RISPETTEREMO I
TEMPI. ENTRO IL
2013 INIZIA LA COSTRUZIONE DELLE CENTRALI NUCLEARI IN ITALIA!"-
OGGI
COME IERI OCCORRE CHE LE DONNE SIANO IN PRIMA FILA NELLA LOTTA
ANTINUCLEARE.
AD
ESSE DEDICHIAMO LA PAGINA DELL'8 MARZO DELL'ARCHIVIO STORICO BENEDETTO
PETRONE CON LE FOTO DI DONNE DELLA PRIMA LOTTA ANTINUCLEARE NEL SUD A
NUOVA SIRI NEL 1978 E ALLE DONNE DI UNA DELLE TANTE COREE , A
BRINDISI IN UNA MANIFESTAZIONE PER LA CASA NEL 1979
Ricordando
il compagno fotografo Alfio Di Bella
DANIELA di isola liri
LA PANCIA DI SIMONETTA
zIA GIANNINA, LA FIGLIA ITALIA,
PINA E LE BATTAFAR.. DI NUOVA SIRI
LA MILITANTE DEI VOLSCI
LE COMPAGNE IN TESTA AL CORTEO A
ROTONDELLA
Le
donne della "Corea" di Brindisi sfilano con i compagni del
Circolo del Proletariato Piovanile e del Collettivo Comunista Autonomo
lungo il lungomare , occupano il ponte di via prov.le San Vito dei
Normanni per poi andare dinanzi al Comune
RIPARTE IL MOVIMENTO ANTINUCLEARE..
Roma 10 febbraio
2010
SI RITORNA AL
NUCLEARE
le
nuove manovre sul nucleare 2 settembre 09
report
assemblea antinucleare nazionale del 18 ottobre 2009
20-23 AGOSTO 2009
CAMPEGGIO DI LOTTA ANTINUCLEARE IN
PUGLIA
PROGRAMMA,
INFORMAZIONI
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