Open Area di RITORNA A >>>HOMEPAGE<<<
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è consentita la riproduzione a fini non di lucro con l'obbligo di riportarne la fonte A VOLTE RITORNANO... Bari 20 marzo 2009 processo ad alcuni "brigatisti e simpatizzanti"...proteste in aula e fuori del tribunale Taranto ricomincia il processo contro giovani antagonisti tarantini e iscritti ai COBAS accusati di antifascismo e sovversione... UNA NUOVA STAGIONE DI PROCESSI POLITICI , è L'IDEALE PER DISTOGLIERE L'ATTENZIONE DA UNA REGIONE COLPITA GRAVEMENTE DALLA CRISI ECONOMICA E MAGARI ... COSTRUIRE UN BEL MOSTRO SU CUI ACCANIRSI PUO'SALVARE LA FACCIA AD UN SISTEMA CHE GENERA MISERIA E CORRUZIONE. Riceviamo da Bari un resoconto con diversi articoli di giornali riguardanti il processo che si è tenuto il 20 marzo 2009 per violazioni sulle leggi della stampa ad un gruppo di "prigionieri politici vicini al nuovo brigatismo" e a Giuseppe Maj responsabile di riviste sulle quali erano apparsi loro comunicati. Ne riporteremo stralci per onore di cronaca e per ricordare come la stagione dei movimenti armati e dei cosiddetti anni di piombo in Italia non ha mai potuto avere fine , anche perchè il pericolo di un ritorno dei fenomeni di insubordinazuione e di rivolta sotto forma di terrorismo armato è stata sempre una minaccia sbandierata dallo Stato onde poter far accettare a strati sociali, organizzazioni sindacali, partiti e gran parte dell'intellighentia di sinistra, tutti quei processi di riconversione economica e sociale che hanno poi generato l'illusorio miracolo italiano di cui, oggi, stiamo toccando con mano la sua vacuità C'è da aggiungere che purtroppo c'è qualcuno, come le nuove Brigate rosse ed altri gruppi che si riconducono al cosiddetto partito armato , pur restando numericamente residuali e fortemente colpiti dalle risposte repressive dello Stato, perseverano in logiche che noi abbiamo già conosciuto oltre trent'anni fa e che coinvolsero un'intera generazione di militanti che pagò duramente l'illusorio ritenersi l'avanguardia armata del proletariato. Il 20 marzo a Bari si è assistitito in forma moderna a un lugubre rituale che come dicevamo , in centinaia di volte assistemmo con le lacrime agli occhi negli anni della nostra meglio gioventù: Uomini in catene provenienti da carceri speciali dove lo Stato cancellato il cristiano compito di redimere, ricerca solo l'annientamento di chi contro di esso si è scagliato. Uomini togati di nero eroganti condanne ed assoluzioni in nome di una giustizia che in altre aule assolve padroni e dirigenti di aziende che misero a morte centinaia di dipendenti facendoli lavorare a contatto con micidiali materiali o non rispettando elementari norme di sicurezza. Uomini in nere divise bardati come i lugubri guerrieri del Signore e Padrone della Morte Nera di Guerre Stellari che tengono a bada altri sparuti gruppi di uomini e donne che solidarizzano per simpatia o semplice solidarietà umana per gli incatenati. Proclami letti o strappati di mano quasi si avesse paura che anche solo le parole di uomini e donne, ormai ridotti a bestie in gabbia, possano ancora far paura ad uno Stato che dimostra tanta forza ed efficienza. Quante volte abbiamo assistito a tutto ciò e sappiamo come finì . ...con l'annientamento mentale e pscicofisico, con l'esilio di tanti , con dolori mai sanati. Forse sarebbe ora di voltare pagina ricercando nuove forme di ricomposizione di progettualità, di costruzione di alternative da proporre ad una Umanità che mai come adesso può comprendere in che baratro il sistema capitalistico la sta portando e forse... anche quegli uomini togati di nero, quegli uomini bardati di nero getterebbero per terra toghe e manganelli e si unirebbero a noi.... Taranto ricomincia sotto altra forma il processo all'antagonismo pugliese ed in particolare quello tarantino di fine anni 90 Non riuscita, con la loro assoluzione a Catanzaro , la manovra che voleva annientare il nucleo storico degli antagonisti tarantini coinvolti nel teorema dell'inchiesta sul "Sud Ribelle" di Cosenza ecco che li si riprocessa a Taranto, per reati legati alla loro attività antifascista e di protesta sociale. Riportiamo in una pagina a parte il loro comunicato-appello La
redazione della OpenArea Pugliantagonista TERRORISMO:
OMICIDIO D'ANTONA, 14 CONDANNE A BARI PER ISTIGAZIONE A DELINQUERE
Bari, 20 mar. - (Adnkronos) - Quattordici condanne (a un anno e nove
mesi ciascuno) e due assoluzioni: questo l'esito del processo davanti
alla terza sezione della Corte d'Appello a carico di altrettanti
fiancheggiatori delle Brigate rosse accusati di propaganda e apologia
sovversiva e di istigazione a delinquere: rivendicarono ed esaltarono
l'omicidio di Massimo D'Antona, ucciso a Roma il 20 maggio 1999. Il
sostituto procuratore generale aveva chiesto 15 condanne per
istigazione a delinquere e un'assoluzione. La lettura della sentenza
e' avvenuta tra le proteste e i canti di alcuni sostenitori degli
imputati. Sono rimasti fuori invece altri manifestanti. Da gazzetta mezzogiorno, corriere sera e repubblica Processo Br omicidio
D'Antona
"legittimità
della strategia per la lotta armata" e la "legittimità del
ruolo delle Br per l’emancipazione del mondo operaio". La
sentenza è stata emessa dalla terza sezione penale della Corte
d’appello di Bari, presidente Giovanni Giorgio, che ha condannato a
un anno e nove mesi di reclusione ciascuno Giuseppe Armante, Maria
Cappello, Tiziana Cherubini, Enzo e Franco Grilli, Franco Lamaestra,
Flavio Lori, Rossella Lupo, Fausto Marini, Fabio Ravalli, Vincenza
Vaccaro, Antonino Fosso, Franco Galloni e Michele Mazzei. E’ stato
invece assolto Francesco Donati, accusato di tentativo di istigazione
a delinquere ritenuto dai giudici 'non previsto dalla legge come reatò.
La lettura della sentenza è stata seguita dal canto 'Bandiera Rossà, intonato dai pochi sostenitori degli imputati ammessi in aula. Diverse altre persone che solidarizzavano con gli accusati, e che in precedenza avevano manifestato in aula con cartelli e slogan, sono state lasciate fuori ed hanno vivacemente protestato per il trattamento ricevuto ritenendolo 'incostituzionalè. Alla fine i manifestanti – dei Carc, dell’Associazione solidarietà proletaria, del Sindacato lavoratori in lotta e del collettivo Iqbal Masish di Lecce – hanno lasciato il palazzo di giustizia intonando un altro coro: "L'unica giustizia è quella proletaria, caserme e tribunali salteranno in aria". stralci di un comunicato dell collettivo iB Masil di Lecce e dell'associazione solidarierà proletaria:
Questo procedimento giudiziario
ha le sue fondamenta in un documento politico sull'azione D'Antona che
questi 15 prigionieri misero agli atti di un processo a loro carico
tenutosi a Trani il 14 giugno 1999. Questo documento, nel rispetto
della legge sull'editoria e in base al principio costituzionale
(articolo 21) della libertà di pensiero e di espressione, fu
pubblicato su IL BOLLETTINO n. 62/63 nel giugno 2000 per leggere resto messaggio
andare sul sito dell'associazione |
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