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RICEVIAMO DA MILANO CRONACHE SUL GRAVE FATTO
DI STAMPO RAZZISTA
Abdul, il
ragazzo ucciso a sprangate a Milano
Cronaca da: la Repubblica.it
Milano, giovane di colore ucciso a sprangate
fermati i due aggressori: padre e figlio
Il dolore dei parenti e degli amici: "Una morte assurda". Sdegno di
Schifani
Fassino attacca: "Ecco dove porta l'odio". La Lega: "Indegna
strumentalizzazione"
MILANO - Ucciso a sprangate. Forse solo per una scatola di biscotti.
Sono stati fermati dalla polizia i due uomini, padre e figlio,
proprietari del bar dove è avvenuta la tragedia che ha portato alla
morte di un giovane italiano, Abdul William Guibre, 19 anni,
originario del Burkina Faso e residente a Cernusco sul Naviglio,
aggredito stamani con una spranga in via Zuretti, a Milano perché
accusato di aver rubato dei dolci.
L'aggressione, accompagnata da insulti razzisti, è avvenuta questa
mattina verso le 6 mentre Abdul si trovava con due amici. Il giovane è
stato subito ricoverato all'ospedale Fatebenefratelli dove è morto
qualche ora dopo. Nel pomeriggio i due, padre e figlio, sono stati
individuati e fermati con l'accusa di omicidio volontario.
FOTO - Il luogo dove è avvenuta l'aggressione
Gli aggrediti sono riusciti ad annotare parte della targa del furgone
che ha portato al fermo di Fausto Cristofoli, 51 anni, nato a Legnano
e residente a Milano, e del figlio Daniele, 31 anni, nato a Milano. Il
51enne sarebbe il titolare del bar Shining di via Zuretti. Nel bar,
secondo la prima versione, i tre giovani sarebbero entrati mentre il
locale stava chiudendo, forse rubando dei dolci e poi fuggendo. Padre
e figlio, quindi, li avrebbero inseguiti con il furgone bar
parcheggiato fuori dal locale. Poi gli insulti sul colore della pelle
e le sprangate durante lite che ne è seguita.
Secondo la ricostruzione degli agenti, Abdul era con altri due amici
di colore, John K., 21enne del Ruanda con permesso di soggiorno
scaduto, e Samir R., 19 anni di Reggio Calabria, dopo aver trascorso
la notte in un locale in corso Lodi. A bordo dei mezzi pubblici erano
arrivati in via Zuretti, vicino alla Stazione Centrale, con
l'intenzione di andare al centro sociale Leoncavallo. Dopo la sosta in
un bar i tre sono stati raggiunti dal furgone da cui sono scesi due
uomini che li hanno accusati di avere rubato dei biscotti.
Padre e figlio, convinti che i tre avessero rubato anche dei soldi,
sono passati alle vie di fatto e hanno cominciato a minacciare i
giovani con una sbarra di ferro lanciando epiteti tra cui "Ladri",
"Sporchi negri vi ammazziamo" e "Negri di merda". Ad avere la peggio è
stato Abdul che è stato colpito ripetutamente alla testa e lasciato a
terra agonizzante. Le indagini sono ancora in corso per chiarire
l'accaduto confrontando le testimonianze di vittime e indagati.
Parenti, amici e conoscenti di "Abba", così era soprannominato Abdul,
si sono ritrovati all'esterno dell'ospedale. "La morte di Abba è
assurda", ha detto sconvolto lo zio Zacaria. "Abba era un ragazzo
sempre gentile - ha detto in lacrime il suo amico Francesco -, un
ragazzo vero, generoso, pronto sempre ad aiutare le persone che lo
circondavano. Eravamo molto amici e una cosa del genere mi fa temere
per la mia incolumità. Milano è una città violenta".
Un altro amico di Abdul, Prince, era con lui stanotte in un noto
locale in zona Porta Romana. "Ci siamo lasciati alle 4.30, lui era
diretto al Leoncavallo per continuare la serata. Non ci credo ancora -
ha detto Prince - sono andato a dormire tranquillo e mi sono
risvegliato con un caro amico morto. E' incredibile che Abba sia morto
per un episodio così spregevole di razzismo. Lui ha sempre odiato ogni
tipo di discriminazione ed evitava sempre discussioni con persone che
definiva incivili".
Abdul guadagnava qualche soldo compiendo qua e là lavoretti saltuari.
Era un ragazzo curioso e apprezzato dalle persone adulte per la sua
maturità.
Unanime la condanna del mondo politico e degli amministratori locali.
Il presidente del Senato Renato Schifani ha espresso "sconcerto" e
"indignazione". "Questi episodi di odio così violenti - ha detto - non
appartengono alla cultura della corretta convivenza civile e del
rispetto della legalità. Ecco perché devono essere isolati senza
indugio e condannati duramente senza alibi alcuno".
Duri i commenti dal centrosinistra. "Non ci sono parole che possano
esprimere l'indignazione e la rabbia per il feroce assassinio. E ogni
coscienza civile deve ribellarsi a questo mostruoso episodio di
razzismo", ha affermato Piero Fassino. Il leader del Pd Walter
Veltroni ha parlato di una "tragedia insopportabile" in un "clima di
odio da sconfiggere". Accuse che il capogruppo della Lega alla Camera,
Roberto Cota, ha respinto fermamente. "L'azione del governo - ha
replicato - è tesa a far rispettare le regole a tutti e a dare più
sicurezza ai cittadini, proprio quella sicurezza negata da politiche
sbagliate del precedente esecutivo". "Oggi - ha proseguito - chi
strumentalizza indegnamente un episodio rischia davvero di innescare
pericolose dinamiche".
Sdegno e condanna anche da parte del sindaco Letizia Moratti: "Milano
condanna fermamente questi episodi di intolleranza e razzismo". "La
natura e i contorni dell'episodio sono estremamente preoccupanti e
richiamano alla mente fatti di grave intolleranza" ha detto Marco
Minniti, ministro dell'Interno nel governo ombra del Pd. Per il
vicesindaco di Milano e assessore alla Sicurezza, Riccardo De Corato,
si tratta di un "episodio barbaro e sconcertante". Paolo Ferrero,
segretario nazionale Prc, parla di "un inaccettabile e intollerabile
atto di razzismo".
(14 settembre 2008)
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Milano - Presi i due aggressori, sono padre e figlio [padre nativo di
Legnano comune confinante con Busto Arsizio stando alle prime
indiscrezioni. N.d.R.] e hanno picchiato fino ad uccidere Abdul G.,
un ragazzo del Burkina Faso accusato di aver rubato dei dolci
Sprangate e insulti razzisti, muore giovane del Burkina Faso
Aggredito e ucciso a botte da due italiani. L'omicidio è avvenuto
questa mattina, domenica 14 settembre, attorno alle sei, nei pressi
del centro sociale Leoncavallo a Milano. Secondo la ricostruzione dei
due ragazzi che erano con lui, gli aggressori sono usciti da un
camioncino-paninoteca e hanno aggredito Abdul G., un ragazzo di 19
anni del Burkina Faso. Insulti razzisti e sprangate per lui fino alla
morte, avvenuta 4 ore dopo in ospedale accusato di aver rubato dei
dolci e i soldi nella cassa. Gli amici di Abdul hanno fornito una
descrizione degli individui e il numero di targa del furgone alla
Polizia che li ha fermati nella giornata stessa. Si tratta di padre e
figlio, di 51 e 31 anni, e agli inquirenti hanno spiegato che si è
trattata di una lite degenerata dopo un breve inseguimento. I due,
convinti che Abdul e i suoi amici avessero sottratto dei dolci e forse
anche i soldi della cassa li hanno raggiunti dopo che erano andati
via. Sul posto sarebbe iniziata la rissa nella quale i due italiani
hanno usato mazze e spranghe. Secondo la Polizia gli insulti non
giustificano in sè lo sfondo puramente razzista. certo è che padre e
figlio sono accusati di omicidio volontario.
Domenica 14 Settembre 2008
redazione@varesenews.it
Milano, morto giovane nero preso a sprangate
Art. da Indymedia Lombardia. Inserito da Anonimo il Dom, 14/09/2008
- 16:05
autore:
antirazzista
E' morto nel primo pomeriggio, all'ospedale Fatebenfratelli, Abdul G.,
19 anni, originario del Burkina Faso e con cittadinanza italiana,
aggredito a colpi di spranga a Milano da due uomini in via Zuretti,
non distante dalla Stazione Centrale.
Il giovane, in compagnia di due amici, era stato accusato di avere
rubato della merce dal furgone bar degli aggressori. Ne era nata una
lite, accompagnata anche da insulti razzisti da parte dei proprietari
del furgone e da colpi di spranga che avevano ferito alla testa Abdul.
La notizia della sua morte, dopo diverse ore di coma, è stata
confermata dagli agenti della Questura di Milano.
Secondo la ricostruzione della questura di Milano, Abdul G. era con
altri due amici dopo aver trascorso la notte in un locale in corso
Lodi. A bordo dei mezzi pubblici erano arrivati in via Zuretti con
l'intenzione di andare al centro sociale Leoncavallo. A quel punto i
tre sono stati avvicinati da un furgone bar da cui sono scesi due
uomini che li hanno accusati di avere rubato della merce.
I due, uno intorno ai 25 anni, l' altro, un adulto sulla quarantina,
sono passati alle vie di fatto e hanno cominciato a colpire il giovane
e a lanciare epiteti razzisti: "sporchi negri vi ammazziamo". Gli
aggrediti sono riusciti ad annotarsi parte della targa del furgone.
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COMUNICATI SEGUITI AL FATTO:
La redazione
ribadisce l'assoluta autonomia della redazione da qualunque gruppo e/0
partito politico e quanto è contenuto nei comunicati da noi pubblicati
è nello stile del rispetto della libertà di cronaca
------------Busto
Ars. 14/09/2008---------------------------------------
Comunicato sull´omicidio di Abdul
Del: Centro .Sociale . Leoncavallo domenica 14 settembre 2008.
Abdul è morto poche ore fa, a 19 anni, ucciso a colpi di spranga. Era
semplicemente uno dei tanti ragazzi che ieri sera hanno trascorso o
concluso il loro sabato sera allo spazio pubblico Leoncavallo.
Lui non ci è arrivato.
In queste ore sentiamo parlare del "clima" entro cui l´omicidio di Abdul è
maturato.
Forse sarebbe più opportuno superare le immagini meteorologiche e
esplicitare la concreta degenerazione dei rapporti sociali, il crescere
dell´intolleranza nella città di Milano e nel Paese.
Processo che ha molti responsabili, a partire da coloro che costantemente
esasperano il tema dell´immigrazione.
La normalità del razzismo, la banalità del pogrom, la leggerezza dell´odio,
formano la cornice entro cui si legittima e giustifica ogni singola
azione.
Abdul è uno dei tanti illuminati dal fuoco sui campi rom da parte dei
bravi cittadini, dalle vetrine delle sedi neonaziste, dai sorrisi con cui
la politica dichiara ormai impunemente cose prima impensabili se non
penalmente rilevanti.
Anche in questo caso, come altre volte, si dirà che la politica non
c´entra: è il solito gioco dello scaricabarile di una responsabilità
oggettiva. Ma a questo gioco noi non ci stiamo.
Domani sera lunedì 15 alle ore 21,30 al Leoncavallo Spa è convocata
un´assemblea pubblica.
comunicato inviatoci dal
CIRCOLO DI INIZIATIVA PROLETARIA
GIANCARLO LANDONIO
VIA STOPPANI,15 -21052 BUSTO ARSIZIO -VA-
(Quart. Sant´Anna dietro la piazza principale)
e-mail:
circ.pro.g.landonio@tiscali.it
e ai quali
La redazione dell'Archivio storico Benedetto Petrone invia un
ringraziamento per il contributo che hanno dato inviandoci il materiale
col quale è stata curata questa pagina di cronaca su Milano ,
E' ormai maturo il tempo di formare i comitati proletari di autodifesa e
di lotta per respingere il razzismo istituzionale e lo squadrismo. Nulla
deve rimanere impunito!!
- L'iper-criminalizzazione degli stranieri una manovra di guerra
schiavizzatrice contro tutti
gli immigrati e contro tutti i lavoratori.
- Respingere gli attacchi reazionari! Combattere le bande di governo e di
potere!
- Spingere, aiutare, sostenere i lavoratori immigrati - che non abbiano
ancora formato proprie organizzazioni autonome di lotta - a costituire i
propri organismi di azione e autodifesa. E a partecipare, su questa base,
alla formazione del più vasto Fronte Proletario tra tutti i lavoratori a
difesa della loro dignità e dei loro interessi sociali fuori da ogni
pregiudizio religioso e da ogni distinzione di razza e nazione.
- Raggrupparsi e non stare isolati, nei quartieri nelle strade e in ogni
luogo pubblico, per respingere le mene sicuritarie di pattuglioni ronde e
comitati di cittadini per la sicurezza. Ogni forma di controllo e
sorveglianza anti-popolare è un atto di dispotismo di autorità marce e
arcireazionarie.
- Porta aperta a chiunque cerchi lavoro per vivere. In galera negrieri e
trafficanti.
- Convogliare le migliori energie nella costruzione del partito
rivoluzionario.
Pubblicato da : Operai Contro | dom, 14 set
@ 10:49
UCCISO PERCHE\' DI COLORE Pubblicato in: Numero
382
I frutti del razzismo seminato dalle leggi di Berlusconi, Bossi E Maroni,
iniziano a maturare. Abdul Guibre, italiano, 19 anni di colore, originario
del Burkina Faso e' stato ucciso a colpi di spranga da due bottegai. Gli
assassini hanno agito al grido di " "Negri di merda". Al solito la polizia
dirà che non è un episodio di razzismo. "Abba", come era soprannominato,
aveva frequentato le superiori a Gorgonzola (Milano) e bazzicava spesso i
locali di Milano con gli amici. Questi lo descrivono come poco incline
agli eccessi. Amava la musica e ballare, divertirsi senza pensare a nulla.
Aveva deciso l'estate scorsa di non continuare a studiare e lavorava per
certi periodi come metalmeccanico. Gli agenti della Squadra mobile hanno
impiegato poche ore per identificare i proprietari del chiosco mobile del
quale gli amici di Abdul avevano annotato parzialmente il numero di targa.
il vice federale Roberto Maroni, ha telefonato al questore di Milano,
Vincenzo Indolfi, al quale ha espresso il suo "apprezzamento per la
tempestiva risposta con cui la Squadra Mobile della Questura, in poche
ore, ha assicurato alla giustizia i presunti responsabili del brutale
assassinio di Abdul William Guibre. Certo che li hanno trovato, avevano la
targa della macchina con cui erano scappati, sarebbe stato veramente
strano se non li trovavano. Pubblicato da : Operai Contro | dom, 14 set @
10:49
Da:comitato antirazzista milanese
Data: 15/09/2008 14.08
A:
Circolo Giancarlo Landonio di Busto Arsizio.
Ogg: LINCIAGGIO RAZZISTA A MILANO
PRESIDIO, oggi, lunedì 15 settembre, alle ore 17 in piazza duca d'Aosta
(stazione Centrale di Milano). In serata, è prevista una fiaccolata a
Cernusco.
d.
LINCIAGGIO RAZZISTA A MILANO
Si può morire anche così, presi a sprangate da due cittadini italiani che
ti accusano di aver rubato dei biscotti, ma poi ti fanno fuori urlandoti
“sporco negro”, “vi ammazziamo tutti”. E Abdul William Guibre, un giovane
italiano di 19 anni originario del Burkina Faso, è morto proprio così,
dopo essere stato rincorso e preso a sprangate per il sospetto del furto
di qualche biscotto.
E’ questo l’incubo in cui si risveglia e riprende la vita di sempre la
città di Milano, dopo la pausa estiva e i mesi trascorsi dalla classe
politica del paese e della città a pensare quali nuove norme quotidiane
inventare per far scattare l’allarme sociale, appagarlo e imporlo con i
colpi di spranga legali del “pacchetto sicurezza”.
La classe politica italiana, incitata da padroni e padroncini ha
dichiarato guerra a donne e uomini migranti: una guerra che scardina
completamente l’ordinamento giuridico, stabilendo, per legge, con
l’aggravante di clandestinità, che la legge non è uguale per tutti, rende
impossibile per gli immigrati privi di permesso di soggiorno trovare
un’abitazione e dispiega l’esercito nelle zone a più alto tasso di
immigrazione così come nei centri di detenzione.
Il tutto accompagnato da altri deliri securitari e nuove trovate
repressive, come le impronte digitali ai minori rom, le pene detentive e
le ammende previste per la prostituzione nei luoghi pubblici in quanto
fenomeno di “allarme sociale” (che coinvolge 9 milioni di clienti
italiani!), telecamere ovunque, rastrellamenti sui mezzi pubblici, ronde
più o meno private, poteri speciali che hanno conferito ai sindaci una
sorta di onnipotenza nella disciplina dei comportamenti – vietato mangiare
panini per strada, vietato sedersi sulle panchine dopo il tramonto e
baciarsi in macchina...
Queste leggi sono un vero e proprio dispositivo di guerra, che militarizza
e razzializza il territorio per colpire la parte più precaria e
ricattabile della popolazione. Un dispositivo sostenuto apertamente da
quasi tutti i mass-media, che cercano di occultare gli immigrati morti sui
posti di lavoro, le prostitute immigrate uccise o stuprate sulle strade,
le condizioni di vita disumane in cui sono costretti a vivere i bambini a
cui si prendono le impronte digitali, le condizioni di schiavitù
lavorativa di molti immigrati e immigrate, i centri di detenzione pieni di
migranti sequestrati direttamente sui posti di lavoro.
Il feroce assassinio di Abdul – avvenuto vicino alla stazione centrale di
Milano, presidiata, tra l’altro, dall’esercito – oltre che un omicidio
dichiaratamente razzista è anche l’inevitabile risultato di tutto ciò:
divieto di vivere per un giovane italo-africano, decretato da due
cittadini italiani, padre e figlio, che esprimono così la loro complicità
con questo stato di guerra, convinti di apportare con soluzioni “fai da
te” il loro personale contributo alla sicurezza del paese.
Respingiamo le lacrime di coccodrillo del vicesindaco De Corato e dei suoi
compari di governo e opposizione.
L’unica risposta è l’organizzazione dal basso contro l’ordine della
repressione e dello sfruttamento.
Milano, 15 settembre 2008
Comitato Antirazzista Milanese - info@antirazzistimilano.org
Fotocopiato in proprio
Siamo tutti Abdul
L'omicidio di Abdul Guibre è
l'ennesima, tragica, dimostrazione che questo paese è davvero più
insicuro: da quando il razzismo e la xenofobia sono stati sdoganati, da
quando il "diverso" è stato additato come capro espiatorio di tutti i
mali, le nostre città sono diventate il regno incontrastato di fascisti di
vecchia e nuova generazione, più o meno consapevoli di esserlo. In segno
di lutto e di solidarietà con la famiglia di Abdul, MicroMega ha
modificato il proprio sito -
www.micromega.net - per far posto ad un banner, "Siamo tutti Abdul",
che invitiamo a diffondere nel web, e invita tutti i cittadini di Milano e
tutti coloro che possono a partecipare ai funerali. Perché con Abdul è
stata uccisa un'altra parte di democrazia in questo paese.
www.micromega.net
redazione@micromega.net
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