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LA CRISI VA PAGATA DA CHI L'HA PROVOCATA
IMPEDIAMO LA FINANZIARIA-MASSACRO
SABATO 5 GIUGNO2010 TUTTI/E IN PIAZZA A ROMA
Il durissimo conflitto che si svolge in Grecia ha una importanza
cruciale
per le sorti dell'Europa sociale, per le condizioni di vita dei
salariati,
dei settori popolari, dei più deboli e indifesi tra i cittadini, per
il
futuro dei servizi pubblici, dei beni comuni, delle pensioni. E' una
lotta
difficile contro la violenza di uno spietato sistema capitalistico che
vorrebbe il fallimento economico e sociale di una intera nazione, un
ulteriore impoverimento e perdita di diritti per milioni di
lavoratori,
disoccupati, pensionati e giovani.
Ma anche di noi parla la drammatica situazione del popolo ellenico
perché
l'attacco ai settori popolari, ai servizi sociali e ai beni comuni sta
avvenendo in tutta Europa, anche se per il momento non nelle stesse
spietate
dimensioni greche. E parla ai salariati, ai precari, ai disoccupati,
ai
pensionati italiani, che nell'ultimo biennio sono stati ulteriormente
spremuti dal potere economico e politico, con milioni di licenziati e
cassaintegrati cui a breve scadrà ogni forma di ammortizzatore
sociale, con
il dilagare di un precariato senza speranze, con tagli impressionanti
dei
servizi sociali, con un massacro nella scuola pubblica (41 mila posti
di
lavoro in meno per settembre) e l'espulsione in massa del precariato
scolastico, con l'incessante attacco al pubblico impiego, con la
crescita a
dismisura dell'evasione fiscale e con il dilagare della corruzione,
mentre
la pressione del fisco sui salari e sulle pensioni diventa
intollerabile.
In più, il governo vuole imporre una nuova legislazione del lavoro
(il
Collegato al Lavoro, in formale riscrittura dopo il rinvio di
Napolitano
alle Camere) per togliere le residue garanzie giuridiche a milioni di
lavoratori eliminando il freno dell'art.18 dello Statuto dei
Lavoratori,
attraverso l'arbitrato concertato con i sindacati complici; e annuncia
ulteriori attacchi al diritto di sciopero, continuando a negare
rappresentanza e diritti ai sindacati di base, nonché la riscrittura
dello
Statuto dei lavoratori per cancellarne definitivamente funzione e
portata.
In questo momento il popolo greco rappresenta l'avanguardia europea
della
lotta contro l'arroganza di un capitalismo che ha portato l'Europa e
il
mondo nella più catastrofica crisi economica del dopoguerra e che, ciò
malgrado, impone che a pagare non siano quelli che la crisi l'hanno
provocata ma coloro che l'hanno subita e che da sempre pagano per
tutti.
L'"aiuto" che i partner europei della Grecia promettono
assomiglia
all'intervento di un medico che per evitare le sofferenze di una
colica
renale dia al paziente pasticche di cianuro. Ma qualcosa di simile si
prepara per altri paesi europei, tra cui l'Italia: come in Grecia, si
annunciano riduzioni salariali, blocco della contrattazione e
congelamento
dei contratti nazionali, elevamento dell'età pensionabile e drastica
riduzione delle pensioni, abolizione di ogni garanzia contro i
licenziamenti, massicci tagli di posti di lavoro nella scuola e in
tutto il
settore pubblico. E questo dopo che i governi europei e dei principali
paesi
capitalistici del globo hanno dilapidato centinaia di miliardi di euro
o
dollari per soccorrere banche e imperi finanziari in bancarotta,
principali
responsabili della crisi globale.
In Italia come in Grecia, sperare che l'accettazione dei tagli e dei
licenziamenti serva a far passare la crisi sarebbe suicida. L'unica
via di
salvezza è la crescita rapida della solidarietà e dell'unità nella
lotta
contro i poteri economici e politici europei che vogliono continuare a
far
pagare i costi della crisi ai salariati e ai settori popolari. Solo
una
generale mobilitazione europea, coordinata dalle forze anti-liberiste,
da
coloro che ritengono possibile un altro mondo non fondato sul
profitto,
sulla mercificazione globale e sul
dominio del mercato, in una stretta alleanza tra forze sindacali
alternative, politiche e sociali, può modificare il corso degli
eventi.
In questa direzione, nel quadro di una indispensabile stagione di
lotte,
scioperi e mobilitazioni, promuoviamo per il 5 giugno una
manifestazione
nazionale a Roma e la proponiamo a tutte le strutture sociali,
sindacali e
politiche che si battono contro le catastrofiche ricette di
"uscita dalla
crisi" del potere economico e politico europeo e italiano. La
mobilitazione
popolare in corso in Grecia deve diffondersi in tutta Europa,
coordinarsi,
trovare tempi e modi coincidenti, luoghi di incontro, programmi
comuni. E
come primo passo intendiamo proporre che il 5 giugno sia una giornata
di
mobilitazione europea, con manifestazioni nelle varie capitali, a
fianco del
popolo greco in lotta, per la difesa delle conquiste sociali dei
lavoratori/trici europei, perché la crisi sia pagata da chi l'ha
provocata.
Impediamo la Finanziaria- massacro
NO ai licenziamenti, all'attacco alla spesa sociale e ai lavoratori
pubblici, SI alla tutela dei pensionati, dei precari, dei disoccupati.
Cancellazione del Collegato Lavoro, dei tagli nella Scuola e nei
servizi
pubblici.
Tassiamo i grandi patrimoni e le operazioni finanziarie; non un euro o
un
posto di lavoro in meno per salvare banche, finanzieri e padroni.
Respingiamo l'attacco al diritto di sciopero, ai diritti sindacali e
del
lavoro, ai contratti, alle pensioni, ai beni comuni.
A fianco dei lavoratori greci ed europei in lotta.
Confederazione COBAS
USB - Unione Sindacale di Base
ASSASSINI
!
Il grido comune contro mandanti e esecutori
dell’assassinio di Stefano Cucchi
Questo il senso e la rabbia a fil di pelle che si coglieva ieri
nelle migliaia di partecipanti al corteo “verità e giustizia per
Stefano Cucchi” , che ha percorso per oltre 2 ore il popolare
quartiere di Torpignattara - zona sud di Roma.
Tantissimi giovani, tanta gente comune, con gli abitanti del quartiere
a fare da corona ad una protesta sentita e vissuta come propria .
“NON SI PUO’ MORIRE COSI’”! La denuncia netta nei confronti
del governo , delle istituzioni,
della politica, degli sbirri.
La consapevolezza di uno stato di cose , che permette la normalità
della violenza sistematica - di pestaggi ed omicidi – da parte delle
forze dell’ordine e carcerarie nei confronti di fermati e
sequestrati per qualsiasi motivo.
Da Aldrovandi a Bianzino a Stefano Cucchi, passando per le centinaia
di “ casi” non denunciati,per il sadismo contro gli immigrati,per
la feroce statistica di 165 “ suicidi” in carcere , compreso
quello “ annunciato” di Diana Blefari Melazzi : questa la tragica
realtà, nella decadenza dello stato di diritto, nella mancata
esigibilità dei “ diritti fondamentali” , conclamati dalla
Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dalla Costituzione.
Questa sistematica violazione indica le pesanti responsabilità dei
governi e degli apparati nell’attività di formazione e servizio
delle forze dell’ordine , creando di conseguenza il senso di impunità
che si respira nei corpi di polizia e carcerari con la messa in
pratica di comportamenti criminali.
Non si tratta di “ mele marce “! Solo per parlare di questa epoca
disastrata e senza valori : dai poliziotti della “ Uno bianca “,
ai carabinieri del “ caso Marrazzo”, è una continua “
scoperta” della devianza criminale in seno agli apparati repressivi.
Storicamente le forze dell’ordine – dal dopoguerra Scelbista , al
luglio ’60 Tambroniano,
dalla “strategia della tensione” durante l’autunno caldo e per
tutti gli anni ’70, alla persecuzione dei sovversivi nel corso degli
anni “dell’emergenza antiterrorismo”
, fino ai massacri sediziosi di Napoli-Genova 2001 e nell’attualità
dello squadrismo razzista,xenofobo ,proibizionista – hanno svolto un
ruolo costantemente al servizio dell’illegalità e del dispotismo.
Tutto ciò merita una profonda bonifica- un ripulisti generale –
insieme all’abolizione del TULPS
(Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza) e delle norme del
Codice Penale che rendono dispari i cittadini di fronte alle forze
dell’ordine, per avviare un radicale cambiamento di atteggiamento ,
rispettoso della cittadinanza e dei principi costituzionali.
Purtroppo viviamo la contemporaneità del “Pacchetto Sicurezza”
– con il suo carico di nefandezze e la “ modernità” di nuove
leggi razziali – della richiesta bipartizan di altri poteri e fondi
per le forze dell’ordine, di condanne risibili verso gli autori di
misfatti terribili ( vedi sentenze Aldrovandi, Bolzaneto e Diaz ).
Continueremo a rivendicare “ verità e giustizia” , sapendo che
verranno occultate, compromesse e negate . Soprattutto dobbiamo
attrezzarci per ripristinare rapporti di forza capaci di infondere
rispetto e potere di interdizione nei confronti della manifesta
illegalità poliziesca e carceraria , così da rendere salva la vita ,
agevoli e liberi i luoghi e gli spazi delle città.
Tutto ciò diventa possibile se c’è radicamento nel territorio ,
nei luoghi di lavoro, tra la popolazione e i suoi bisogni, se c’è
colloquio, convergenza e fondamenti comuni tra i propugnatori e
costruttori la nuova società.
NIENTE RESTERA’ IMPUNITO !
Roma 9novembre 2009 Vincenzo Miliucci – Confederazione Cobas
GUERRIGLIA
A INSTAMBUL
BANCHIERI SOTTO ASSEDIO : SUCCEDE A ISTAMBUL !
Per nulla intimoriti da furibonde cariche militari , al prezzo di
centinaia
di arresti, migliaia di giovani turchi e kurdi stanno testimoniando ,
davanti
agli occhi del mondo , l´opposizione e il contrasto nei confronti del
sistema
bancario-finanziario internazionale riunito a Istambul.
I responsabili della crisi globale, i dilapidatori della ricchezza
sociale ,
i decretatori di milioni di licenziati-disoccupati-precari a livello
mondiale ,
pensavano di farla franca convocandosi in Turchia dove un regime
autoritario
spacciava capacità di controllo e prevenzione militarista.
Hanno invece trovato pane per i loro denti e assaporato anch´essi l´amaro
veleno dei lacrimogeni !
Da 2gg. Istambul è percorsa da cortei e da iniziative dirette nelle
zone
limitrofe al summit dei banchieri; piazza Taksim , il cuore moderno di
Istambul è fatta oggetto di azioni di guerriglia urbana e
numerose banche
sono state colpite da lancio di bottiglie molotov.
E´ un bel vedere ! Un ottima sensazione , che rende pubblico il
risveglio
delle nuove generazioni ; che avevamo già testato e conosciuto a
marzo durante
il Forum avverso al Summit delle multinazionali dell´acqua e a
settembre nello
svolgimento del Forum della Mesopotamia.
Riteniamo questi sviluppi odierni un importante contributo al processo
democratico in Turchia, di cui dobbiamo tenerne in debito conto nell´
organizzazione del prossimo Forum Sociale Europeo di Istambul-giugno
2010.
PIENO SOSTEGNO AI GIOVANI RESISTENTI TURCO-KURDI
PIENA SOLIDARIETA´ CON GLI ARRESTATI ED IMPEGNO PER LA LORO
LIBERAZIONE
Roma 7ottobre 2009
Vincenzo Miliucci-Confederazione
Cobas
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