IRacconto
di Mimma dell’ex-canapificio
Anzitutto sostengono l’estraneità
delle vittime rispetto alla camorra. In realtà ci sono molti che
ne conoscevano specificamente una o un’altra e rivendicano la
dignità della sua memoria. Ci sono ad esempio tante persone con
una fotografia di Kwame Antony Julius Francis, che di mestiere
faceva il muratore e da pochi giorni era tornato da Milano. Kwame
era in Italia da sei anni come richiedente asilo, fino al
riconoscimento di uno status di protezione umanitaria. Altri
ricordano il proprietario della sartoria, El Adji Ababa, di cui
anche i vicini di casa italiani difendono la reputazione.
Vicinissima alla sartoria c’è un agenzia della Western Union:
diverse persone frequentano quel posto per inviare denaro ai
parenti. E’ il caso probabilmente di Akey, una delle vittime che
lavorava a Napoli come barbiere. In strada è presente la moglie,
che ieri lo ha aspettato invano per ore prima di sapere della
tragedia’.
Ma ancora più forte è l’indignazione per un sentimento di
discriminazione molto diffuso, che si mescola alla paura e
all’incertezza del futuro: tanti temono che passata l’onda della
notizia la polizia si dimenticherà della strage. E che l’impunità
dei colpevoli fissi il prezzo della vita di un immigrato in questa
zona. Non sarebbe la prima volta. Molti qui ricordano la morte di
Job Augustine, nigerino, gambizzato nella vicina Giugliano per
‘futili motivi’ e deceduto poi in ospedale. Una morte senza
colpevoli, come altre morti o sparizioni che a volte non vengono
neppure alla luce. ‘Appena siamo arrivati - continua Mimma - in
tanti gridavano che se fosse morto Berlusconi domani ci sarebbe il
colpevole. Invece per sei neri non succederà niente’. Un episodio
simile, seppur minore, c’è stato a Napoli un anno fà . Dopo il
ferimento alle gambe di due ragazzi immigrati, gambizzati
probabilmente per una festa troppo rumorosa (..!!). I loro
connazionali si riversarono in piazza bloccando le strade con i
cassonetti. Il motivo della protesta stava nell’impressione di
inerzia avuta dalla volante della polizia che loro stessi avevano
allertato . Protagoniste erano le stesse comunità dell’africa
occidentale, soprattutto ghanesi e nigeriani.
Un sentimento di frustrazione e di discriminazione che si
sta quindi radicando, con l’impressione di essere compressi nel
difficile status di persone senza diritti di cittadinanza e
insieme oggetto dei peggiori stereotipi. Quando invece la
stragrande maggioranza conosce il pane duro del lavoro sfruttato e
non garantito nei tanti cantieri in nero dell’edilizia, nelle
autorimesse, nelle piccole officine.
Una frustrazione ancor maggiore perchè il sentimento di
insicurezza e di abbandono si combina con la percezione che lo
stato italiano sia vessatorio solo quando si occupa del loro
diritto di soggiorno. In una parola sola ‘razzista’, come il grido
che risuona più spesso nella giornata.
‘In molti - aggiunge ancora Mimma - denunciano violenze o
minacce dai padroni di casa che cercano di cacciare con la forza
gli immigrati, perchè temono il sequestro dell’immobile dopo le
nuove norme del ‘pacchetto sicurezza’. E dicono che spesso i
Commissariati di zona si rifiuterebbero di raccogliere le loro
denunce, soprattutto se l’immigrato è senza documenti’. Storie
diffuse: proprio in queste settimane è venuta fuori quella di
Angel, una donna sola con la sua bambina, che è stata picchiata a
sangue dal proprietario di casa. Angel sostiene di essere andata
dalla polizia con gli abiti ancora sporchi di sangue, ma che si
sarebbero rifiutati di raccogliere il suo racconto.
In questo mix di rabbia, dolore, furia, indignazione e
paura, i blocchi sono andati avanti fino alle dieci di sera.
Intanto una delegazione di migranti ha incontrato il sindaco di
CastelVolturno. Hanno chiesto la sua mediazione con le altre
istituzioni perchè non ci sia impunità , perchè la verità venga a
galla e siano valutate tutte le ipotesi, come ad esempio quella ‘estorsiva’.
Hanno chiesto di riavere quanto prima i corpi delle vittime e di
ricevere supporto rispetto all’ondata di azioni aggressive di chi
vuole cacciarli dalle case. Il sindaco dal canto suo ha garantito
che non avrebbe abbandonato mogli e figli delle vittime
(vedremo…). Una parte della comunità immigrata ha annunciato così
che domattina contribuirà a pulire le strade come segno di
riconciliazione con gli altri abitanti ‘autoctoni’ di
Castelvolturno :’perchè non protestiamo contro tutti gli italiani’.
Ma la tensione resta alta, mentre dall’altra lato della città
gruppi di residenti italiani protestano già per gli effetti del
riot.
Per domani è annunciato l’arrivo degli ambasciatori, in
particolare di quello del Ghana. Un fatto non apprezzato da tutti.
Temono che in nome della ‘diplomazia’ possa sminuire le ragioni
della protesta. Sembra che in passato non abbia dato prova di
grande coraggio. Un dimostrante sintetizza così:’il governo
italiano deve considerarlo un ottimo scendiletto’.
LE MOBILITAZIONI
Appello/ Petizione Campagna
antirazzista 2008
Non c’è sicurezza senza diritti
Per una nuova stagione di diritti e dignità dei migranti e
rifugiati in Italia.
Dicono che l’afflusso di clandestini è
un’emergenza nazionale.
Noi diciamo che il governo ha invocato lo stato di eccezione senza
giustificata ragione per nascondere l’incapacità di rispondere
alle difficoltà economiche e sociali di milioni di famiglie.
Dicono che c’è un problema di sicurezza. I lavoratori ne sanno
qualcosa di insicurezza. E non solo per i continui infortuni sul
lavoro: mai come in questo momento il reddito è incerto, la casa è
un privilegio, il posto di lavoro insicuro, i diritti conquistati
sono messi in dubbio.
Dicono che i clandestini sono il problema. Noi diciamo che le
condizioni di lavoro diventano sempre più dure e che far dipendere
il permesso di soggiorno dal contratto di lavoro è un ricatto.
Tutti i lavoratori oggi sono trattati come clandestini, visto il
silenzio che circonda la loro condizione di precarietà. Per questo
vogliamo costruire un patto di solidarietà per rilanciare i
diritti di tutti/e e perché la vera emergenza è quella
democratica.
Dicono che gli immigrati e persino i rifugiati, entrando in Italia
senza alcun documento, hanno commesso un reato e che chi è senza
un permesso di soggiorno deve essere considerato come un
criminale. Quale sarebbe il corpo del reato di chi rischia la vita
per entrare in Italia? Che ne sarà di tutti gli immigrati che
lavorano e vivono in Italia ma che a causa di un sistema
legislativo ipocrita non possono regolarizzare la loro posizione?
Noi sappiamo che gli aspetti perversi e
repressivi della normativa in vigore inaspriti dal pacchetto
sicurezza faciliteranno l’economia sommersa e renderanno più
difficile a chi è già regolare mantenere i diritti acquisiti. Noi
diciamo che è un dovere proteggere i richiedenti asilo che fuggono
da conflitti e persecuzioni. Noi sappiamo che nessuno potrà
fermare uomini, donne e bambini in fuga e che senza attivare
canali di ingresso regolari, l’introduzione di un permesso di
soggiorno per ricerca di lavoro, senza dare la possibilità al
datore di lavoro di regolarizzare il suo lavoratore (dalle colf e
badanti a tutti i lavoratori subordinati e autonomi), i lavoratori
immigrati saranno sempre più invisibili pur continuando a far
arrivare sulle nostre tavole frutta e verdura, ad accudire i
nostri cari, a costruire palazzi e infrastrutture, a fare le
pulizie, a lavorare nei pubblici esercizi. Dunque negare il
permesso di soggiorno ai lavoratori immigrati è un proibizionismo
che aiuta a sfruttare uomini e donne, aumentando la precarietà di
tutti.
Noi diciamo che è criminale chi vuole
l’irregolarità per poter sfruttare meglio la manodopera immigrata
e per abbassare i salari degli italiani.. Noi diciamo che è
ipocrita chi da un lato etichetta un immigrato come criminale e
dall’altro fa campagna acquisti per reperire braccia a buon
mercato.
Dicono che la famiglia è un valore sacrosanto ma il Governo vuole
limitare fortemente il ricongiungimento familiare rendendo donne,
bambini e uomini più soli.
Dicono che le nostre città sono in grave pericolo e che il
pericolo proverrebbe dagli immigrati.
Ma non sentiamo la stessa tensione per combattere i poteri
criminali, i crimini ambientali, il disagio e la povertà …non
sentiamo la stessa tensione per combattere queste ingiustizie.
Noi non vogliamo guardare solo le
braccia degli uomini che producono, ci piace provare a guardare
gli altri negli occhi per provare a costruire città vivibili,
pulite, accoglienti, dove i legami sociali e le relazioni solidali
rendano le persone più sicure.
C’è una bruttissima aria in giro. Non
permettiamo a nessuno di speculare sulle nostre paure. Nessuna
carica politica dovrebbe mai giustificare la violenza come
risposta alla paura perché questa risposta genera una regressione
culturale, sociale e civile che prima o poi coinvolge tutti i
cittadini.
Ci mobiliteremo Contro tutti i razzismi
ed il pacchetto sicurezza per:
Una regolarizzazione dei migranti che
loro malgrado sono ancora irregolari e che di fatto da anni vivono
e lavorano in Italia senza alcun riconoscimento. Basta stragi nei
mari: è ora di prevedere canali di ingresso regolari (senza la
farsa del decreto flussi) e permessi di soggiorno per ricerca di
lavoro;
Il ritiro del “pacchetto sicurezza”(reato di ingresso illegale, 18
mesi di permanenza nei centri di Identificazione ed Espulsione,
limitazioni al ricongiungimento familiare, esame del DNA per
accertare la parentela, gravissime restrizioni sul diritto di
asilo etc);
Garantire il diritto di asilo e di accoglienza. Per l’applicazione
delle innovazioni introdotte dal decreto procedure e qualifiche in
recepimento delle direttive europee;
Per la chiusura dei C.P.T! E’ scandaloso sperperare danaro
pubblico per militarizzare mari, coste e città al fine di detenere
persone che non hanno commesso alcun reato!
Le tasse dei cittadini devono essere investite per costruire città
accoglienti e politiche di integrazione unico mezzo per avere
città sicure!
L’introduzione del diritto di voto;
Il rafforzamento dei ricongiungimenti familiari e la possibilità
che i bambini nati in Italia ottengano la cittadinanza.
Per questo il movimento dei migranti,
dei rifugiati e degli antirazzisti intende riprendere con forza la
parola attraverso una serie di campagne e percorsi di
riappropriazione dei diritti di cittadinanza, affinché i nostri
bisogni concreti siano posti al centro dell’attività legislativa.
Lanciamo un patto per costruire legami di solidarietà, perché i
diritti sono l’unico strumento per combattere l’insicurezza.
4 OTTOBRE CORTEO ANTIRAZZISTA per le
strade di Caserta.
Al termine del corteo azioni di lotta e visibilità delle comunità
dei migranti e degli antirazzisti.
5 OTTOBRE Manifestazione “Live contro il Razzismo”e TALK SHOW in
Piazza Redentore
6 OTTOBRE la mobilitazione continua con il confronto con le
Istituzioni locali e nazionali.
Comitato promotore della Campagna
antirazzista:
Movimento dei migranti e dei rifugiati
di Caserta – C.S.A.“Ex-Canapificio” – Ta.Co.Ci.Su. Casa Rut –
Caritas Diocesana di Caserta -Padri Sacramentini - CGIL Camera del
Lavoro - Tenda di Abramo – Ass.ne culturale Movimentazione – padre
Alex Zanotelli – CIDIS onlus - Ass.re Adriana D’Amico -
L’ORCHESTRA di PIAZZA VITTORIO – DACIA MARAINI- MASSIMO RANIERI –
PIETRO CONDORELLI - ARCI Ce – Legambiente – Nero e Non solo !
-Opera Nomadi (Ce) – Laboratorio Sociale Millepiani – Amani
Caserta –- Don Giorgio Quici, Parrocchia di S. Maria del Carmine e
S. Giovanni Bosco - Don Antonello Giannotti, Parrocchia SS Nome di
Maria – Don Michele Cicchella (Parrocchia Ns Signora di Lourdes) –
Don Oreste Farina (Parrocchia S. Maria della Pietà) – Don Stefano
Giaquinto (Parrocchia S. Maria della Vittoria) -
riunione rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro
20 settembre a Taranto per il sud
ore 16 presso sede dello slai cobas per il sindacato di classe via
rintone
22
bastamortesullavoro@domeus.it
per adesione e in formazioni rapide e dirette
cobasta@libero.it
3471102638
assemblee della rete nazionale per la sicurezza sui posti di
lavoro
730 morti finora nel 2008
licenziamenti e persecuzioni dei rappresentanti dei lavoratori per
la
sicurezza RLS - vedi caso de angelis e non solo
peggioramenti da parte del ministero Sacconi dei servizi ispettivi
e di
prevenzioni
tribunali e giudici tra pressioni dei padroni e richiesta di
giustizia dei
lavoratori e familiari scelgono i padroni
iniziativa nulla dei sindacati confederali e inadeguatezza del
sindacalismo
di base
assenza e impegni sporadico e autopropagandistico dei partiti che
pure si
dicono voler tutelare la sicuressa e salute sui posti di lavoro
su questi temi
è ripresa l'iniziativa della rete nazionale per la sicurezza sui
posti di
lavoro
a giugno in occasione della manifestazione di roma
è stato tracciato il programma per questo autunno
che prosegue secondo la piattaforma approvata e sostenuta
dall'assemblea del
26 ottobre e della marcia carovana dal 13 marzo al 20 giugno
scimmiottata dalla sinistra di palazzo con l'iniziativa di
articolo 21
mentre in altre forme ripartirà la nostra marcia carovana dalla
prima
settimana di ottobre al 6 dicembre con estensione dell'impegno e
partecipazione
di artisti, scrittori, gruppi musicali ecc
ma a oltra a questo ora parte una nuova fase dell'azione
sciopero generale e manifestazione nazionale a torino il 6
dicembre
elezioni autogestite degli rls nelle fabbriche e nel maggior
numero di posti
di lavoro in novembre
ronde territoriali per la sicurezza sui posti di lavoro contro
precarietà e
sfruttamento in tutte le città ove c'è la rete e dove si fanno
iniziative
con la rete
queste iniziative saranno discusse e programmate in tre incontri
aperti come
sempre a tutti
delegati e lavoratori rls, familiari , ispettori, medici,
operatori,
giornalisti artisti, esponenti politici e sindacali attivi
a tutte le iniziative
ha dato la sua adesione Dante De angelis, che sarà direttamente
presente a quella di roma
20 settembre a Taranto per il sud campania puglia basilicata e
sicilia
ore 16 presso sede dello slai cobas per il sindacato di classe via
rintone
22
bastamortesullavoro@domeus.it
per adesione e in formazioni rapide e dirette
cobasta@libero.it
3471102638
26 settembre a torino per piemonte lombardia veneto liguria
promossa dagli operai Thyssen che aderiscono alla rete
ore 15 sede pdci provle gentilmente concessa via adriano 9
bastamortesullavoro@domeus.it
comunicazioni urgenti e adesioni
rapide
cobasta@libero.it tel. 347
1102638
27settembre a Roma per Roma emilia romagna e Toscana Umbria
c/o dopolavoro ferroviario sala pettinelli stazione termini ore 10
bastamortesullavoro@domeus.it
comunicazioni rapide e dirette
cobasta@libero.it
347 1102638
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