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Appello
da Lecce per pulman per il 10 luglio
Nell'ultima riunione
del CoordinamentoNoG8Lecce abbiamo riconfermato la necessità/volontà
di partecipare al corteo indetto per il 10 luglio a L'Aquila.
Abbiamo contattato una ditta di pullman e il prezzo che
abbiamo convenuto è di 1.400 euro per un pullman di 53 posti.
Bisogna fare un fax di conferma alla ditta degli autobus,
quindi è necessario sapere quanto prima chi vuole partecipare
al corteo dell'Aquila.
Fatecelo sapere inviando una mail o al mio indirizzo o
a nog8lecce@yahoo.it
oppure telefonando a
339.5670015 (antonella)
327.3817623 (Innocenzo)
APPELLO
RETE NAZIONALE NO G8
IL 10 LUGLIO
IN MARCIA VERSO L’AQUILA
CONTRO IL G8
RESPONSABILE DELLA CRISI GLOBALE
PER LA RICOSTRUZIONE SOCIALE AL 100% DELLA CITTA’
Otto anni dopo Genova il G8 torna
in Italia. I responsabili della crisi economica, sociale, ambientale vengono a
L’Aquila nel tentativo di dettare ai popoli del pianeta le
loro politiche basare sull’esclusione, la guerra, lo
sfruttamento, la devastazione ambientale, la precarizzazione
del lavoro. Otto anni dopo le ragioni del movimento di Genova
si sono rafforzate: il G8 è, ancor più di allora,
illegittimo, fiera della vanità dei potenti, luogo impegnato
esclusivamente a reiterare lo stato di ingiustizia globale.
Siamo contrari al G8 e lo abbiamo
dimostrato in questi mesi, con il sostegno e
l’approvazione del Forum Sociale Mondiale di Belem e di
quello Europeo di Malmoe, a partire dalla manifestazione
nazionale del 28 marzo a Roma, e poi con quelle di Siracusa,
Torino, ancora Roma, Lecce e Vicenza no-Dal Molin,
protestando contro i G8 tematici gestiti da coloro che
hanno provocato la crisi globale e che vorrebbero continuare a
guidare il mondo sulla stessa catastrofica china.
E’ il dominio incontrastato del profitto e della
mercificazione totale – che il movimento noglobal
contesta da almeno un decennio – il responsabile di una
crisi mondiale che non è solo economica e finanziaria, ma
anche ambientale, climatica, energetica, alimentare e bellica.
Abbiamo detto in questi mesi che non vogliamo essere noi –
popoli del mondo - a pagare la crisi causata dai padroni del
globo: e abbiamo messo in campo, da Belem ad Atene, da Londra
a Strasburgo, fino alle città italiane antiG8 , un programma
alternativo di uscita dalla crisi, egualitario, solidale,
pacifico, ecologico, a favore dei popoli, dei lavoratori, dei
più deboli e indifesi.
Siamo in particolare contrari al G8 a L’Aquila.
Al meschino tentativo del governo Berlusconi di usare il
terremoto e le disgrazie della popolazione aquilana per
tentare di impedire le legittime proteste contro il G8 e
contro la gigantesca truffa della ricostruzione affaristica ,
imposta con la gestione proconsolare e militare delle
tendopoli da parte della Protezione Civile, che utilizza di
nuovo l’emergenza come dispositivo di controllo autoritario
dei territori.
Il governo cerca di trasformare la tragedia degli
aquilani in una gigantesca speculazione edilizia-vedi
il decreto capestro sul terremoto 39/2009 trasformato in legge
rigettando ogni emendamento- che ridisegni il territorio a
favore di lorsignori, che cerchi di mascherare la più
generale crisi economica della provincia e della regione,
imponendo condizioni di vita drammatiche agli sfollati,
azzerando ogni tentativo di partecipazione e ricostruzione dal
basso, sociale e solidale, impedendo persino assemblee e
riunioni nei campi e la diffusione di materiale informativo.
Berlusconi vuole usare il G8 per deprimere la
crescente protesta degli aquilani – manifestatasi
in modo cristallino nelle manifestazioni cittadine e in quella
del 16 giugno a Roma davanti al Parlamento – che si sta
unendo e rafforzando intorno alla CAMPAGNA 100%.
Ovvero: 100% DI RICOSTRUZIONE con contributi
che coprano la totalità dei danni subiti da tutte le case e
da tutte le attività; 100% DI PARTECIPAZIONE perché città e
paesi vanno ricostruiti dagli abitanti; 100% DI TRASPARENZA,
perché ogni euro impiegato va reso pubblico; 100% DI AQUILANI
A L’AQUILA perché tutti/e devono tornare nelle loro case ,
e a settembre in particolare tutti gli studenti devono potere
essere a scuola e nelle Università del loro territorio.
Nel quadro del programma condiviso dalle Assemblee
nazionali svoltesi a L’Aquila il 1 e il 21 giugno,
della mobilitazione antiG8 e contro la militarizzazione dei
territori, oltre alle altre forme di protesta che ci hanno
visto e ci vedranno impegnati/e in tante città
– tra le quali ricordiamo quella del precedente
Coordinamento antiG8 La Maddalena, il Forum “Contra su G8”
a Sassari il 7-8 luglio - promuoviamo, tenendo conto della
presenza anche a Roma delle delegazioni dei potenti del G8, le
seguenti manifestazioni a carattere nazionale, a cui invitiamo
a partecipare tutte le associazioni e le reti, le forze
sindacali, politiche e sociali che hanno sostenuto in questi
anni il movimento noglobal, per portare più vicino possibile
al vertice G8 la nostra indignazione contro i responsabili
della crisi globale e gli sciacalli speculatori del terremoto.
MARTEDI
7 LUGLIO A
ROMA ore 17 P.Barberini
GIOVEDI 9
LUGLIO A ROMA ore
18 CIE di Ponte Galeria
VENERDI’ 10 LUGLIO A
L’AQUILA ore 12 marcia dalla staz.Paganica ai Giardini
Comunali (al centro di L’Aquila)
Rete Nazionale Contro il G8
Da
Roma i bus per l’Aquila partiranno alle 9.30 dallo Scalo
S.Lorenzo (parcheggio a Largo Passamonti, all’inizio di
V.Scalo S.Lorenzo), prezzo 5 euro, informazioni e iscrizioni
presso la sede Cobas di Roma tel.06 70452452; per chi intenda
arrivare in macchina alla staz.Paganica (5 km dal centro),
uscire dall’autostrada Roma-L’Aquila ad Aquila Est,
prendere la SS 17, direzione Pescara-Sulmona, fino alla
stazione.
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G8
A L'AQUILA TRA ECCEZIONALITA', DEMOCRAZIA E PROFANAZIONE
*Francesco Caruso
Il rilancio dello stato d'eccezione: il g8
Il prossimo G8 si terrà a L'Aquila e per chi è cresciuto sulle
barricate di
Genova non può resistere al "richiamo della foresta".
La profonda crisi del sistema neoliberista, il crollo delle sue
fragili
impalcature impiantate nei flussi della finanziarizzazione, mostrano
la
ragionevolezza delle denunce e delle istanze ormai decennali del
movimento
dei movimenti.
La scelta di L'Aquila per il vertice G8 nasce proprio con l'ignobile
intento di utilizzare il dramma dei terremotati come fonte di
rilegittimazione di quel rito cerimoniale di ostentazione del potere
globale, all'interno dello spazio "pieno" dello stato di
eccezione in
vigore nel contesto aquilano.
L'obiettivo fin troppo evidente è occultare la crisi e
l'insostenibilità
dei paradigmi dominanti, riposizionando la sfida in uno degli spazi
più
impregnati di quello stato d'eccezione permanente nel quale la
pienezza del
potere appare nella sua forma elementare e fondativa, con gli abiti
cioè
dell'uso della forza (nella sua particolare declinazione
caritatevole),
mettendo però a nudo la relazione che lega violenza e diritto e
così, al
tempo stesso, la sua congenita fragilità.
Ecco perchè la scelta di spostare il g8 può trasformarsi in un
cortocircuito semiotico.
Se la rivolta prende corpo nel punto di massima condensazione del
potere, a
partire dagli stessi presunti "beneficiari" di tale sforzo,
se il "shock
and awe" diventa non solo leva di accumulazione di capitale ma
anche spazio
costituente di conflitto, allora ci potremmo trovare dinanzi ad un
processo
reale di profanazione degli stessi dispositivi ideologici nei quali
prende
senso e corpo il vertice del g8.
Le premesse ci sono.
Il terremoto e la democrazia: i comitati aquilani
Il terremoto genera "naturalmente" un'autoriflessione sulla
condizione
umana, il fatalismo riemerge e sgretola le logiche razional-cumulative,
del
progresso inarrestabile, del controllo totale sulla natura: nella
ritrovata
consapevolezza della fragilità dell'uomo, alcune ricchezze sepolte
nella
frenesia della quotidiana modernità ritornano centrali.
In primo luogo, nello stravolgimento dei legami sociali preesistenti,
la
riscoperta di un senso di comunità prende forma dentro una precaria
quanto
inedita riscoperta della dimensione pubblica: malgrado i tentativi
istituzionali di irrigimentare e disciplinare la vita sociale degli
sfollati, nelle tendopoli si è avviato un processo di soggettivazione
incastonato nella dimensione affettiva delle relazioni primarie e
comunitarie, per cercare di resistere e contrastare il modello
post-coloniale di dominio fondato sull'aiuto umanitario, ormai ben
noto nei
cosiddetti paesi in via di sviluppo, in cui il ruolo passivo dei
subalterni
è un perno fondamentale.
La nascita di una molteplicità di comitati di sfollati sono il frutto
di un
processo di costruzione sociale fondato sul rovesciamento del ruolo e
dell'identità del "terremotato" da vittima passiva a
protagonista attivo di
una ricostruzione dal basso in grado di disvelare i dispositivi del
"capitalismo della catastrofe", nel quale gli interessi
particolari si
occultano nell'impellenza come beni comuni e gli spazi di confronto, e
ancor più di dissenso, azzittiti per far fronte alle straordinarie
necessità.
E' un processo embrionale di riappropriazione del territorio e della
democrazia espropriata che, malgrado la sua gracilità, può ribaltare
l'immenso investimento simbolico del governo Berlusconi sul terremoto
aquilano, finalizzato a rafforzare il suo modello di governance
verticale
ed autoritaria. La scelta di spostare il g8 a L'Aquila entra a pieno
titolo
in questa contesa sulle dimensioni e le forme stesse della democrazia.
Ma se Golia sale sulle rovine aquilane per urlare ancora più forte se
c'è
qualcuno disposto a sfidarlo, le pietre per la fioda di Davide non
possono
che trovarsi tra le stesse macerie del terremoto.
Aiutare o Aiutarsi? I movimenti noglobal.
Gli unici che possono venir incontro e agevolare il governo italiano e
il
g8 in questo momento sono paradossalmente gli attivisti dei movimenti
noglobal.
Ricondurre e depotenziare quest'imprevidibile dimensione conflittuale
dei
terremotati all'interno di uno schema interpretativo già
cristallizato -
G8/CONTROG8 - nel quale ruoli e spazi di agibilità sono
approssimativamente
già definiti, permetterebbe facilmente la sua sterilizzazione dentro
alcune
flak già ben collaudate e in grado di rendere inoffensibilmente
prevedibili
anche le forme più radicali di espressione del conflitto.
L'autonomia dell'agenda dei movimenti, la sua capacità di andar oltre
il
rincorrere rituale dei vertici internazionali, non va solo enunciata
nelle
punte alte dei cicli di lotta ma anche praticata nelle fasi di stanca
come
strategia di scompaginamento dei ruoli, soprattutto in simili contesti
dove
il principio del mutuo soccorso tra differenti vertenze sociali e
territoriali, difficilmente riesce ad esprimersi nella profonda
asimmetria
tra lo stato nascente delle lotte dei terremotati ed il ciclo lungo
del
movimento noglobal, ormai proteso non solo sul terreno dell'efficacia
strumentale ma anche nella più complessa dimensione espressiva, della
definizione del "noi" e "loro".
Perchè non lasciar sendimentare dal basso ai comitati aquiliani una
strategia di profanazione del g8? Per l'immobilismo e i tentennamenti
dei
comitati?
O forse bisognerebbe chiedersi, come suggerisce un caro amico,
Antonello
Ciccozzi, oggi sfollato nel campo di Collemaggio, se chi arriverà a
L'Aquila viene per aiutare o per aiutarsi, riferendosi in primo luogo
ai
promotori del vertice del g8 ma anche ai suoi contestatori?
In questo senso, sarebbe necessario un punto di equilibrio, nel quale
gli
attivisti "noglobal", o meglio le organizzazioni noglobal,
facciano un
passo indietro e i comitati dei terremotati facciano un passo in
avanti,
cioè che mobilitazioni durante il vertice internazionale prendano
forma e
vengano gestite in modo determinante dai terremotati attraverso una
socializzazione sul territorio che può essere portata avanti solo
dalla
molteplicità e dell'unitarietà dei comitati aquilani.
Una loro sottrazione anche parziale ne determinerebbe, come stà
avvenendo
in questi giorni, non solo il riempimento di questo spazio vuoto da
parte
di un ritualismo tradizionale della protesta noglobal, ma soprattutto
il
depotenziamento della dimensione conflittuale dentro una logica della
testimonianza nobile e importante ma del tutto inefficace sul terreno
comunicativo e inoffensiva sul piano politico-sociale.
Al tempo stesso, restare inebetiti e indifferenti dinanzi allo
svolgimento
del vertice a L'Aquila, non può che essere di per sè una forma
indiretta di
legittimazione nei confronti del G8 e dell'uso strumentale dei
terremotati
da parte del governo italiano.
Tra buoni e cattivi non vincono gli uni contro gli altri, ma chi nel
dividerli impera.
Francesco Caruso
Cosenza, 26 giugno 2009.
http://altrosud.wordpress.com/2009/06/28/il-g8-a-laquila/
G8
ALL'AQUILA APPELLO CUB - CONFEDERAZIONE COBAS -
SdL
INVIATOCI DA
Vincenzo Miliucci
confederazione COBAS
CUB -
CONFEDERAZIONE COBAS - SdL
IL 10 LUGLIO IN MARCIA PER L´AQUILA
PER LA RICOSTRUZIONE SOCIALE E SOLIDALE,CONTRO IL VERTICE G8
RESPONSABILE DELLA CRISI GLOBALE.
Siamo contrari al G8 e lo abbiamo dimostrato in questi mesi, a partire
dalla manifestazione nazionale del 28 marzo a Roma, e poi con quelle
di Siracusa, Torino, ancora Roma e Lecce, protestando contro i
G8 tematici gestiti da coloro che hanno provocato la crisi globale e
che vorrebbero continuare a guidare il mondo sulla stessa catastrofica
china.
E´questo dominio incontrastato del profitto e della mercificazione
totale - che il movimento no global contesta da almeno un
decennio - il responsabile di una crisi mondiale che non è solo
economica e finanziaria, ma anche ambientale, climatica, energetica,
alimentare e bellica. Abbiamo detto in questi mesi che non vogliamo
essere noi - popoli del mondo - a pagare la crisi causata dai padroni
del globo: e abbiamo messo in campo, da Belem ad Atene, da Londra a
Strasburgo, fino alle città italiane antiG8 , un programma
alternativo di uscita dalla crisi, egualitario, solidale, pacifico,
ecologico, a favore dei popoli, dei lavoratori, dei più deboli e
indifesi.
Siamo in particolare contrari al G8 a L´Aquila . Al meschino
tentativo del governo Berlusconi di usare il terremoto e le disgrazie
della popolazione aquilana per tentare di impedire le legittime
proteste contro il G8 e contro la gigantesca truffa della
ricostruzione affaristica , imposta con la gestione proconsolare e
militare delle tendopoli da parte della Protezione Civile.
Il governo cerca di trasformare la tragedia degli aquilani in una
gigantesca speculazione edilizia-vedi il decreto capestro sul
terremoto 39/2009 trasformato in legge rigettando ogni emendamento-
che ridisegni il territorio a favore di lorsignori, che cerchi di
mascherare la più generale crisi economica della provincia e della
regione, imponendo condizioni di vita drammatiche agli sfollati,
azzerando ogni tentativo di partecipazione e ricostruzione dal basso,
sociale e solidale, impedendo persino assemblee - riunioni nei campi e
la diffusione di materiale informativo.
Berlusconi vuole usare il G8 per deprimere la crescente protesta degli
aquilani - manifestatasi in modo cristallino nelle due manifestazioni
cittadine e in quella del 16 giugno a Roma davanti al Parlamento - che
si sta unendo e rafforzando intorno alla CAMPAGNA 100%.
Ovvero : 100% DI RICOSTRUZIONE con contributi che coprano la totalità
dei danni subiti da tutte le case e da tutte le attività; 100% DI
PARTECIPAZIONE perché città e paesi vanno ricostruiti dagli
abitanti; 100% DI TRASPARENZA, perché ogni euro impiegato va reso
pubblico; 100% DI AQUILANI A L´AQUILA perché tutti/e devono tornare
nelle loro case , e a settembre in particolare tutti gli studenti
devono potere essere a scuola e nelle Università del loro territorio.
Nel quadro del programma condiviso dalle Assemblee nazionali svoltesi
a L´Aquila il 1 e il 21 giugno, della mobilitazione antiG8 diffusa su
tutto il territorio nazionale, oltre a varie altre forme di protesta
che ci vedranno impegnati/e in tante città italiane dal 2 al 7 luglio
-
>>in particolare a Roma il 7 luglio nella " giornata dell´accoglienza"
- promuoviamo una iniziativa nazionale che possa consentire a tutti/e
di portare più vicino possibile ai luoghi del disastro e del vertice
G8 la nostra indignazione contro i responsabili della crisi globale e
gli sciacalli speculatori del terremoto.
Convochiamo per venerdi´ 10 luglio la " marcia della
rinascita" partenza ore 14 dalla stazione fs di paganica a l´Aquila
a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto e della
ricostruzione sociale-solidale proposta dalla campagna 100% contro il
vertice g8 responsabile della crisi globale.
Per info:
cub.nazionale@tiscali.it
/ cobas@cobas.it /
segreterianazionale@sdlintercategoriale.it
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glocal editrice
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