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Le “sventurate” e la “rivoluzione del 1955” dei casalinoviti di Africo.(RC)

Perché acquistare il libro : Mio nonno Rocco (di Rocco Palamara , Amazon, 2022)…

… Peppina Mollica , cadde a terra con un gran grido con il braccio spezzato da una botta col calcio del fucile di un poliziotto, … in un crescendo di rabbia e disperazione  , Dominica a l’Ursa, lanciò il proprio figlioletto, Gioacchino, che teneva in  braccio, contro la faccia di un poliziotto, per ferirlo gridandogli:- Rischio il figliolo ma a te ti rompo il muso”-

26 maggio 1955, Bova Marina. il ruolo delle donne nella manifestazione degli sfollati di Casalinovo di Africo , e ciò che subirono a causa della repressione violenta della polizia,  è mirabilmente raccontato da Rocco Palamara che vi partecipò a sei anni, nel gruppo dei bambini “rivoluzionari”. Il solo leggere questo capitolo, vale l’acquisto di questo poderoso libro sulla storia, le tradizioni, la socialità della piccola ed orgogliosa comunità calabrese di Casalinovo, le cui origini risalgono all’esodo greco-albanese in fuga dai turchi.

…"le bombe lacrimogene avevano per un attimo gettato il panico tra le donne e noi bambini che marciavamo in testa al corteo,…poi fummo ricompattati da Gianni Palamara, u Cucuzzaru, che presi gli ordigni li rilanciò contro i poliziotti…stavo vicino alle donne, molte incinta o con i bambini in braccio…i poliziotti incominciarono a colpirle con i manganelli e il calcio del fucile…Peppina Mollica , cadde a terra con un gran grido con il braccio spezzato da una botta col calcio del fucile,…  in un crescendo di rabbia e disperazione  , Dominica a l’Ursa, lanciò il proprio figlioletto, Gioacchino, che teneva in  braccio, contro la faccia di un poliziotto, per ferirlo gridandogli:- Rischio il figliolo ma a te ti rompo il muso”-

Alcuni giorni dopo gli arresti degli uomini, vi fu la retata poliziesca delle “cattive donne”, ed in  particolar tra le più combattive quelle che erano donne ripudiate, con figli fuori dal matrimonio e senza mariti, ovvero quelle che gli uomini nelle conversazioni maschili chiamavano “puittane”, ma che dalle altre donne  per solidarietà femminile erano definite “le sventurate”…

Antonio Camuso
Archivio Storico Benedetto Petrone-APS

Brindisi 15 agosto 2024

archiviobpetrone@libero.it

Mio nonno Rocco. I casalinoviti . Come nacque la ndrangheta.( Amazon, 2022).

autore Rocco Palamara

Un libro da leggere e riflettere: la recensione di Antonio Camuso.

(Archivio Storico Benedetto Petrone-APS)

 

Perché iniziare con  questo  libro,  la rubrica delle segnalazioni/recensioni  dell’Archivio Storico Benedetto Petrone-APS?

Il poderoso volume autobiografico di Rocco, non è un personale playback del vissuto dell’autore, sino all’età adolescenziale tra i casalinoviti d’Africo:  esso è un riuscito esperimento  di ricerca antropologica che apre squarci inediti sulla vita delle comunità  di quella parte dell’appennino Meridionale dove la “modernità” giunse(fortunatamente?) con estremo ritardo.

 Quello di Rocco è un originale ma effice affondo sulla Questione Meridionale,e... potevamo noi dell’Archivio, non scegliere il suo libro, quando  nel nostro Statuto è scritta a chiare lettere che la Questione Meridionale è ancora attuale?

 Ricevendo dal postino, un bel giorno, questo “500 pagine” , 20 capitoli, 225 argomenti affrontati, ci siamo ritrovati dinanzi a un lavoro scritto con il cuore e con la testa, ma innanzitutto da un Rocco Palamara ritornato  bambino che ripercorre i luoghi, le persone, i fatti della sua  infanzia ridestando i ricordi più remoti con una lucidità impressionante.

Il diluvio.  

E’  splendida la scelta d’iniziare il libro con l’evento catastrofico che scuote dall’immobilismo, non solo stanziale, ma della psiche collettiva, che costringe ad emigrare il migliaio di anime di Casalinovo. Uno choc analizzato attraverso il turbine di dubbi, paure, disperazione, che coinvolge  e fa riflettere il lettore sul trauma subito da ogni emigrante al momento del distacco. Un trauma fortissimo per la comunità di Casalino, originaria della diaspora greco-albanese e che. per diversi motivi, era rimasta pressocchè isolata  dal resto del mondo, conservando  regole e consuetudini a dir poco medioevali.  Un evento, il diluvio,  che coglie Rocco in tenera età, ma insufficiente a provocare quel bambino una terapeutica amnesia su quella aspra terra, su quelle catapecchie senza servizi, ove si dormiva insieme agli animali.

Palamara ci commuove narrandoci dei sentimenti collettivi, comunitari, solidaristici ed identitari, grazie ai quali  un migliaio di donne e uomini, erano sopravvissuti, sino ad allora ,in quella amara terra, poveri in canna, ma, in una società fondamentalmente senza padroni.

Anarchia, comunismo libertario e “ndrine comuniste

Come non comprendere quindi la scelta giovanile nell’Anarchia del compagno Rocco Palamara e di tanti altri suoi compagni in terra calabrese e la loro aspirazione  al comunismo libertario. Un libro che diventa intrigante con aspetti sicuramente sorprendenti quando, senza peli sulla lingua e fottendosene del “politicamente corretto” , il compagno Rocco Palamara rivendica la parte d'eredità storica delle “ndrine di Africo/Casalinovo” nella più ampia storia della “Ndrangheta. 

Potrebbe sembrare paradossale che il compagno Rocco (ed insieme a lui, suoi parenti e altri compagni), che era stato  più volte bersaglio di attentati, ferimenti da parte dei clan ndranghetisti, si addentri su questo argomento senza mostrificare il fenomeno Ndrangheta.

Perché non adeguarsi alla narrazione conformista e perbenista che fa della Ndrangheta un elemento avulso dalla storia di una società calabrese dalle mille sfaccettature e tradizioni identitarie?  Al contrario, nel libro, è costante la denuncia contro lo Stato oppressivo o semplicemente indifferente alle umane sofferenze e ai più elementari bisogni degli ultimi.

Gli ndranghetisti che adoravano Stalin.

Una rivelazione choccante è quella che fa Rocco raccontando della devozione degli ndranghetisti del suo paese nei confronti del "compagno" Giuseppe Stalin. “… quando si aveva notizia che al telegiornale si sarebbe ascoltata la voce di Giuseppe Stalin, gli ndranghetisti , venivano ad ascoltarla in religioso silenzio , presso la Tv del bar. Per essi  Giuseppe Stalin,  era  l’esempio di inflessibilità nei confronti della difesa dei principi, ed in questo caso del comunismo,  e come tale lo sentivano epidermicamente quale il loro Leader Maximo". 

Quella che ci descrive Palamara nel suo libro è una Ndrangheta di fine anni 50 inizi anni 60, divisa politicamente tra comunisti e filo governativi democristiani/fascisti trasformisti e ben diversa dalla narrazione propinataci dai media, che la descrivono come una jattura piovuta dal cielo depositata in terra calabrese in una notte senza stelle da un’astronave aliena venuta anni luce dalla Terra.

La lettura di questo libro ci aiuta a meglio comprendere fenomeni come il brigantaggio post-unitario, e le ricorrenti esplosioni di insorgenza antisistema  e antistatale, del popolo meridionale, e che si respira particolarmente, accomunandoli, negli  uomini e le donne abitanti la dorsale dell’appennino meridionale, dalla Sila, per l’Irpinia, verso il Sannio sino all’Abruzzo.

 Quegli uomini descritti da Rocco, li rivedo nei miei personali  flashback sull’Irpinia della mia infanzia ed adolescenza, con la  stessa accetta leggera, col manico lungo in spalla,attrezzo di lavoro ma anche  temibile arma di difesa /offesa, mentre ritornano al tramonto alle loro case, stremati da 12 ore di lavoro nei campi o nei boschi, con ai piedi gli scarponi ferrati, ( nel suo racconto "le calandrelle") qualcuno più fortunato a dorso di mulo e dietro, venire a piedi nudi le loro donne , con le trecce a mò di "maccaturo", ritorte sulla testa per poggiarvi le fascine con cui accendere il fuoco e scaldare la cena, o le ragazze portare le anfore piene d’acqua.

Grazie Rocco per il tuo libro, grazie per le sensazioni che ci hai regalato, grazie uomini e donne  di quel Meridione  di cui oggi si cerca di cancellare la memoria ….

il Presidente

Antonio Camuso

Brindisi 30 luglio 2024
archiviobpetrone@libero.it

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il presidente  

Antonio Camuso

 

 

 

 

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1) Mio nonno Rocco ,(Rocco Palamara) Amazon,2022)

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