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Il Plebiscito del 1929, i risultati in IrpiniaIn nome del popolo sovrano , la resa della democrazia al regime fascistaMa ci fu chi disse NO!
di Antonio Camuso
Archivio Storico Benedetto Petrone
Per
i
due capi politici
delle forze di governo, Di Maio e
Salvini,le prossime elezioni per il Parlamento Europeo,
hanno
valore di referendum
sull’operato del governo “del cambiamento” attendendosi
un
risultato plebiscitario a loro favore e una sconfitta della sinistra,
succube dei “burocrati di Bruxelles”
ed
incapace di dare un’alternativa al Paese e
a sé stessa
E’ singolare che
questo ritorno all’idea di un referendum
plebiscitario sul governo,
in
nome di una “Rivoluzione Nazionale” avvenga a
esattamente
a
novanta anni da un altro referendum, svoltosi
in
primavera. Ci riferiamo al plebiscito del marzo 1929 voluto da Benito
Mussolini , in nome
di concetti quali “Sovranità. Gli
italiani innanzitutto!,No ai dictat di banchieri e massoni!” non dissimili
a quelli proclamati dalle attuali forze di governo,
ma
che si svolse
con ben altri metodi,
e che sancì la fine definitiva della
democrazia costituzionale e l’instaurazione di un regime che ci portò alle
leggi razziali e a una guerra disastrosa. Il plebiscito del 1929
L'elezione plebiscitaria della Camera indetta il
24 marzo 1929 dal governo fascista prevedeva
che
gli elettori esprimessero
la
propria adesione tout court
alle
scelte presenti e future
del regime fascista
attraverso
la deposizione di una scheda tricolore
nell’urna
esprimente il
«sì»
e la dicitura “Approvate voi la lista dei deputati designati dal Gran
Consiglio Nazionale del Fascismo?”.La non accettazione
espressa con una scheda bianca, rendeva
di fatto
il voto non
più
segreto. Il voto avvenne in un clima di mobilitazione, con le Camice nere
e
gli uomini della Milizia che
inquadravano
impiegati, operai, commercianti e semplici cittadini , facendoli sfilare
sino ai seggi , dove altri fascisti ne controllavano il voto.
L’opposizione
in particolare quella di sinistra , era
ammutolita da anni di violenze e repressione , culminate con l’assassinio
di Matteotti,
con i principali esponenti in
carcere e al confino o, se fuoriusciti
all’Estero,privati
della
cittadinanza, additati
come traditori del popolo italiano ed espropriati dei beni.
I risultati all’apertura delle urne superarono
le stesse aspettative
del Partito Fascista con circa otto milioni e mezzo di «sì» e
solo
135.773 i «no»
in tutta Italia . Con quella scheda
tricolore recante un SI, si approvava
la lista
precostituita
e formata da 400 deputati selezionati dal Gran Consiglio del Fascismo e
dai suoi organi rappresentativi. Il plebiscito del 1929 in Irpinia.Attraverso la rilettura delle pagine ingiallite del giornale Irpinia Fascista del 27 marzo 1929 possiamo avere un quadro esatto dei risultati elettorali, nella nostra provincia ma anche legger tra le righe quali furono le tecniche per intimidire e condizionare la libera espressione del voto in quella occasione. Irpinia fascista 27 marzo 1929
Redazione e Amministrazione p.za della Libertà (Palazzo Sarchiola) —
Telefono 69
Direttore dott E Brescia dir responsabile avv G Carpeni (Archivio Storico Benedetto Petrone, fondo
Irpinia)
TRIONFO! La Provincia di Avellino
è ben degna del Fascismo
Iscritti 113009 - Votanti 105680 - SI 105654 - NO 18 - Dispersi 8
Il popolo italiano ha approvato la politica del Governo. Nel giorno dei
sacri ulivi
(le Palme NdR) il popolo cattolico,
che alla vigilia del grande plebiscito ha visto la fine del proprio
tormento ( I Patti Lateranensi tra Stato e Chiesa NdR),
ha
scritto che in terra d'Italia esiste un solo popolo unito come il rame e
lo zinco…
Tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato ».
Il trionfo di ieri dice ai pochissimi(
Gli oppositori fuggiti all’Estero, NdR)
-
meritanti oggi, forse, soltanto commiserazione sdegnosa ,
che in terra straniera tentano,
dimentichi, di pugnalare la Patria, che il loro sogno malvagio di
traditori èvano…. Il trionfo di ieri è trionfo del popolo lavoratore… Ai
figli, i lavoratori italiani insegneranno amore per la Grande Madre,(
la Patria , l’Italia, NdR)
ai figli indossanti anch'essi
la camicia nera, ai figli che, domani,
sapranno, quando suonerà l'ora voluta dal destino, accorrere dove è
necessario…”-
(Un passaggio quest’ultimo da brividi, poiché
premonitore di quale sacrificio
Il
Fascismo chiederà dieci anni dopo al popolo italiano, con centinaia di
migliaia di morti e la rovina economica e morale della Nazione, trascinata
in una guerra disastrosa, NdR) La cronaca dell’inviato speciale nei seggi con il voto controllato a vista dalle Camice nere.
“…-Questa volta si tratta di plebiscito, per grazia di Dio e del Duce!
Questa Volta si vota per l’avvenire d'Italia, non per uomini più o meno
meritevoli. Ef per far questo, c'è bisogno di serietà e di disciplina che
notiamo in tutte le sezioni della città. Dovunque si vota rapidamente,
senza lungaggini,… Le Camicie Nere di Avellino sono al loro posto, valido
aiuto dei presidenti dei seggi…”- Il voto prima che nell’urna i contadini lo devono annunciare a voce!
“-… Arriviamo a Prata ; due sezioni, gremite. C'è difficile entrare nella
sala. Si vota alla voce più che con le schede. Vogliono tutti esprimere il
loro si con le labbra, oltre che nel segreto della cabina. Pratola
presenta lo stesso spettacolo. E' la massa dei laboriosi contadini, che
nel Duce hanno la più grande fede…”- Ad Avellino e in provincia si va inquadrati dalle Camice nere che manganello in mano fanno cantare i canti fascisti.
…”- Telegrafano i Podestà, i Segretari Politici, i capi delle
organizzazioni. In molti paesi si va alle urne inquadrali, al canto degli
inni fascisti. In tutti, l'entusiasmo più vivo anima gli elettori. Non vi
sono defezioni, in nessuna parte. Sentono tutti che devono compiere il
proprio dovere di italiani siano o no iscritti al Partito. Il cronista stesso definisce il risultato una cifra artificiosa
Un gruppo foltissimo di studenti si accontenta di partecipare al
Plebiscito cantando incessantemente gl'inni della Rivoluzione.
Dai risultati pubblicati si calcola in media l'impressionante affermazione
del novantaquattro per centc-in tutta la Provincia, il Capoluogo questa
volta è completamente a posto: nessuno « no », novantasette per cento di
votanti su tutti gli iscritti, che danno una cifra che da principio
potrebbe sembrare financo artificiosa: 8579 votanti, 8579 di si ». Siamo ormai al misticismo
(Un impressionante analogia con l’attualità,
dove
farsi un selfie con il politico vincente
del momento è
prassi consolidata, salvo poi arrivare addirittura a baciargli le mani,
NdR)
“- Vediamo un adusto e forte lavoratore della
nostra terra che chiede di votare.
Eppure
ci fu chi votò NO, rischiando il martirio…
In questo quadro sconsolante, spiccano come le
candide vesti dei cristiani che andavano cantando al martirio nel
Colosseo,
quei diciotto NO, che furono trovati
nelle urne di alcuni piccoli
e sconosciuti paesi irpini . Chi ebbe
tanto coraggio rasentante la follia
non
possiamo saperlo, ma
sicuramente
rese onore a quell’Irpinia
madre di Dorso e Giustino Fortunato e di
tanti antifascisti che patirono negli anni del regime ma non si piegarono
alla violenza fascista, in attesa del
ritorno
della democrazia. DICIOTTO NO
Sturno
4
no, Trevico 4
no, San Nicola Baronia un no, Roccabascerano un no,
Caposele
un no, Capriglia
cinque NO , Mirabella due no Antonio CamusoArchivio Storico Benedetto Petrone
l'articolo pubblicato integralmente sulla Domenica del Quotidiano del SUd . il 14 aprile 2019
Antonio Camuso
Archivio Storico Benedetto Petrone-
Ora
e sempre Resistenza !
Brindisi 9 maggio 2019
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