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l'annuario dell'archivio 2010 /3

da Genova e l'11 settembre ai    nuovi movimenti

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Ylenia
 

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Roma 17 agosto 2010

e' morto Francesco Cossiga 

detto Kossiga

il ministro dell'interno del '77

Il suo nome, per noi, del Movimento è indissolubilmente legato alla morte di Francesco Lorusso e Giorgiana Masi,ma non solo... 

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18 Agosto processione solenne  di ministri e gente perbene alla camera ardente.

...noi invece ricordiamo funerali tra lacrimogeni e caccia all'uomo

Facce contrite, onori solenni, all’exsuperministro di Polizia Francesco KoSSiga, mentre ministri e “gente perbene” fa la fila alla sua camera ardente. Poi un bel volo di stato e onori militari nella sua “amata “Sardegna, ritornando nei luoghi dove Gladio aveva i campi di addestramento.

C’è anche il vescovo che ricorda l’amicizia col Santo Padre e la fede cattolicissima che ha sempre sorretto questo servitore dello Stato che  riceve così il beneplacito  dal Vaticano per un posto riservato nel Paradiso degli “ingiusti”.

Un’aria ben diversa quella che  riservò invece  quel KoSSiga  ai funerali dei compagni morti ammazzati, da sbirri, in divisa o in incognito, da prezzolati fascisti e mafiosi massoni , con le sue leggi di polizia che fecero scuola e resero  anche l’aria dei cimiteri irrespirabile , nella nostra Italia, anche quando lui si era formalmente dimesso dall’incarico.

Ricordiamo tra tutti il funerale di Valerio Verbano ammazzato dai fascisti a Roma  nel 1980.

Nessuna pietà è quella che ebbero quel giorno poliziotti e carabinieri che assaltarono il corteo funebre, che spararono i lacrimogeni nel cimitero, che costrinsero compagni e compagne a nascondersi dietro lapidi e cipressi quasi a costringerli a mimare il loro prossimo funereo destino se non si arrendevano… poi la fuga attraverso un cancello lasciato libero…ancora caccia all’uomo…si sparò dai blindati e dalle finestre del  commissariato San Lorenzo…il poliziotto,  immortalato nelle pagine di Lotta Continua del giorno dopo, che  rideva soddisfatto con la canna del suo mitra fumante come un cacciatore appostato dopo aver fatto fuori un paio di quaglie

 

La libertà di agire,  con la ferocia di Achille che fa scempio del corpo di Ettore,  l’avevano avuta  proprio nell’aprile di tre anni prima , nel 1977 quando Kossiga in Parlamento ebbe, con l’avvallo del PCI, mano libera con le sue super-leggi di polizia.

Archivio Storico Benedetto Petrone

18 agosto 2010


 

 

Dedichiamo straordinariamente questa pagina  al Gladiatore,  che rivestendo i più alti incarichi dello Strato ha orgogliosamente ammesso di aver partecipato all'organizzazione segreta anticomunista della Gladio, ma innanzitutto ricorderemo KoSSiga,  il ministro di polizia  più maledetto dai movimenti giovanili e dall'antagonismo di classe dal tempo del fascismo.

Lo ricorderemo con  la frase più lugubre che pronunciò in Parlamento presentando i provvedimenti di restrizione delle libertà di espressione e da stato di assedio  alla fine di aprile 1977:

"-Non permetterò che i figli dei contadini meridionali ( i poliziotti) siano uccisi dai figli della borghesia romana  ( gli studenti e i proletari in lotta)"-

Una frase che richiamandosi ad una poesia di Pasolini, gettava l'amo  all'allora Partito Comunista Italiano, in attesa di essere sdoganato per un governo di Unità nazionale  e di Compromesso storico e che gli permise di avere mano libera sulla democrazia in Italia.

"-Cossiga decreta l'abolizione del 25 aprile del 1° maggio a Roma. Tambroni non era arrivato a tanto "-

Titolava così il 23 aprile 1977 il giornale  Lotta Continua

I "figli dei contadini meridionali" li vedemmo in azione  pistola e bastoni alla mano, mascherati, , senza divisa,  all'opera  poco più di dieci giorni dopo,  il 12 maggio 1977a Piazza Navona e a Ponte Garibaldi

Il suo nome con la K ben evidente fu scritto a lettere cubitali sui cartelli delle femministe romane che posero il giorno dopo sul luogo dove era stata assassinata Giorgiana Masi.

Il suo nome fu urlato con rabbia durante i giorni della rivolta di Bologna seguiti alla morte di Francesco Lo Russo e che lo raffigurarono come un tutt'uno con un carro armato. Con le  immagini di quei titoli di giornale, con quelle vignette e con quelle foto ricordiamo lui  e le vittime  di quello Stato di cui fu servitore zelante , nella pagina dell'Archivio Storico Benedetto Petrone da noi a lui oggi dedicata.

ARCHIVIO STORICO BENEDETTO PETRONE 

17 AGOSTO 2010

 

 

 

 

un bell'articolo a lui dedicato

 

 

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