Archivio storico"Benedetto Petrone"
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Roma 17 agosto 2010 e' morto Francesco Cossiga detto Kossiga il ministro dell'interno del '77 Il suo nome, per noi, del Movimento è indissolubilmente legato alla morte di Francesco Lorusso e Giorgiana Masi,ma non solo... 18 Agosto processione solenne di ministri e gente perbene alla camera ardente. ...noi invece ricordiamo funerali tra lacrimogeni e caccia all'uomo Facce contrite, onori solenni, all’exsuperministro di Polizia Francesco KoSSiga, mentre ministri e “gente perbene” fa la fila alla sua camera ardente. Poi un bel volo di stato e onori militari nella sua “amata “Sardegna, ritornando nei luoghi dove Gladio aveva i campi di addestramento. C’è anche il vescovo che ricorda l’amicizia col Santo Padre e la fede cattolicissima che ha sempre sorretto questo servitore dello Stato che riceve così il beneplacito dal Vaticano per un posto riservato nel Paradiso degli “ingiusti”. Un’aria ben diversa quella che riservò invece quel KoSSiga ai funerali dei compagni morti ammazzati, da sbirri, in divisa o in incognito, da prezzolati fascisti e mafiosi massoni , con le sue leggi di polizia che fecero scuola e resero anche l’aria dei cimiteri irrespirabile , nella nostra Italia, anche quando lui si era formalmente dimesso dall’incarico. Ricordiamo tra tutti il funerale di Valerio Verbano ammazzato dai fascisti a Roma nel 1980. Nessuna
pietà è quella che ebbero quel giorno poliziotti e carabinieri che
assaltarono il corteo funebre, che spararono i lacrimogeni nel cimitero,
che costrinsero compagni e compagne a nascondersi dietro lapidi e cipressi
quasi a costringerli a mimare il loro prossimo funereo destino se non si
arrendevano… poi la fuga attraverso un cancello lasciato libero…ancora
caccia all’uomo…si sparò dai blindati e dalle finestre del
commissariato San Lorenzo…il poliziotto,
immortalato nelle pagine di Lotta Continua del giorno dopo, che
rideva soddisfatto con la canna del suo mitra fumante come un
cacciatore appostato dopo aver fatto fuori un paio di quaglie…
La libertà di agire, con la ferocia di Achille che fa scempio del corpo di Ettore, l’avevano avuta proprio nell’aprile di tre anni prima , nel 1977 quando Kossiga in Parlamento ebbe, con l’avvallo del PCI, mano libera con le sue super-leggi di polizia. Archivio Storico Benedetto Petrone 18 agosto 2010
Dedichiamo straordinariamente questa pagina al Gladiatore, che rivestendo i più alti incarichi dello Strato ha orgogliosamente ammesso di aver partecipato all'organizzazione segreta anticomunista della Gladio, ma innanzitutto ricorderemo KoSSiga, il ministro di polizia più maledetto dai movimenti giovanili e dall'antagonismo di classe dal tempo del fascismo. Lo ricorderemo con la frase più lugubre che pronunciò in Parlamento presentando i provvedimenti di restrizione delle libertà di espressione e da stato di assedio alla fine di aprile 1977: "-Non permetterò che i figli dei contadini meridionali ( i poliziotti) siano uccisi dai figli della borghesia romana ( gli studenti e i proletari in lotta)"- Una frase che richiamandosi ad una poesia di Pasolini, gettava l'amo all'allora Partito Comunista Italiano, in attesa di essere sdoganato per un governo di Unità nazionale e di Compromesso storico e che gli permise di avere mano libera sulla democrazia in Italia. "-Cossiga decreta l'abolizione del 25 aprile del 1° maggio a Roma. Tambroni non era arrivato a tanto "- Titolava così il 23 aprile 1977 il giornale Lotta Continua I "figli dei contadini meridionali" li vedemmo in azione pistola e bastoni alla mano, mascherati, , senza divisa, all'opera poco più di dieci giorni dopo, il 12 maggio 1977a Piazza Navona e a Ponte Garibaldi Il suo nome con la K ben evidente fu scritto a lettere cubitali sui cartelli delle femministe romane che posero il giorno dopo sul luogo dove era stata assassinata Giorgiana Masi. Il suo nome fu urlato con rabbia durante i giorni della rivolta di Bologna seguiti alla morte di Francesco Lo Russo e che lo raffigurarono come un tutt'uno con un carro armato. Con le immagini di quei titoli di giornale, con quelle vignette e con quelle foto ricordiamo lui e le vittime di quello Stato di cui fu servitore zelante , nella pagina dell'Archivio Storico Benedetto Petrone da noi a lui oggi dedicata. ARCHIVIO STORICO BENEDETTO PETRONE 17 AGOSTO 2010
un bell'articolo a lui dedicato
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