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VALERIO VERBANO /1

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Benedetto Petrone

FRANCESCO LOPEZ UN REGISTA IMPEGNATO AL RECUPERO DELLA MEMORIA DI BENEDETTO

Iniziative
Genova 2001
Ylenia
 
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22 febbraio 2013 

la prima volta senza Carla

in centinaia a manifestare la volontà di non dimenticare

E' appena terminata la manifestazione " per Valerio" del 22febbraio che
continua a caratterizzarsi per numero - oltre 2000 compagni/e - e per
inclusività politica e generazionale , la manifestazione tra le più
intensamente vissute in tributo dei compagni assassinati per mano fascista.
Quest'anno mancava Carla deceduta l'estate scorsa , ma la mamma di Valerio e
di noi tutti/e ci ha accompagnato per tutta la manifestazione, ben presente nei
nostri cuori e pensieri.
La memoria viva, quella antifascista e dei " nuovi partigiani,trova nella
storia di Valerio l'impegno antifascista delle nuove generazioni, che anche
questo 22febbraio erano la stragrande maggioranza del corteo.
Nel lungo corteo che ha percorso i quartieri popolari della zona est di Roma,
presente lo striscione che ricorda il sacrificio del compagno Roberto Scialabba
,assassinato dai fascisti il 28 febbraio 1978 : con appuntamento in p.za Don
Bosco alle ore 17, il 28febbraio 2013 nel ricordo di Roberto,si terrà un
corteo antifascista nel quartiere Tuscolano.
ANTIFASCISTI SEMPRE

>VALERIO VERBANO , LE IDEE DI RIVOLTA NON MOIONO MAI
>
>Nel nome di Valerio, a 33 anni dal suo assassinio per mano fascista,
>si rinnova il tributo delle generazioni antifasciste
>e l'impegno nel contribuire a liberare il Paese dal giogo capitalista
>
>Roma,Venerdì 22 febbraio h 16 , corteo da Via Monte Bianco 17
>CON VALERIO E CARLA NEL CUORE , ANTIFASCISTI SEMPRE

>
>CONFEDERAZIONE COBAS
>


5 giugno 2012 è morta Carla

 la mamma di 

Valerio Verbano 

che il 22 febbraio 1980 fu ucciso  dai fascisti dei NAR  e dalla complicità dello Stato di polizia 

Carla Verbano la mamma –coraggio della nostra generazione ci ha lasciati.

 

Una notizia che apprendi dal Web ,  e non riesci, a quasi  sessant’anni,  a trattenere le lacrime che hai tenuto dentro per trentadue maledettissimi anni, per ogni 22 febbraio che è scoccato da quel maledetto giorno del  1980. Lacrime che hai trattenuto poichè speravi che le avresti versate di gioia, di sollievo nel momento in cui la battaglia di Carla , quella di dare un nome agli assassini di suo figlio,  Valerio, fosse stata vinta.

Lacrime che ci furono impedite , 32 anni fa ,di scorrere  naturalmente com’è  santo diritto in tutte le società da che un animale a due zampe decise di divenire uomo, ovvero essere sociale, spinto dal voler condividere con i suoi simili la propria esistenza, attraverso regole e rituali come l’ accompagnare, esternando il proprio dolore nell’ultimo saluto ad ogni suo fratello e sorella.

A noi, alla nostra generazione che ebbe come compagno, l’antifascista, il nuovo partigiano, Valerio Verbano,  fu impedito ciò, nella maniera più brutale.

Ciò che avvenne  il giorno dei suoi funerali dovrebbe essere inserito in ogni enciclopedia  o dizionario della lingua italiana alla voce “Ragion di Stato” o anche alla spiegazione del motto“Guai ai vinti!” , ma è anche purtroppo la tragedia infinita che ci scorre ormai da anni sotto i nostri  occhi un po’ distratti nelle immagini televisive di funerali in luoghi come Iraq, Afghanistan, Siria o Libia , o Palestina  che divengono occasione per massacrare altri esseri in lutto, padri, madri, fratelli e sorelle che piangono loro congiunti morti in nome di una mano assassina, che si chiami Stato o semplicemente umana follia.

Quel giorno di febbraio, mentre accompagnavamo insieme al padre di Valerio, la sua bara, lo Stato, (ma diciamo anche quell’intero blocco sociale e politico tra partiti  e sindacati  che in nome di un compromesso “antistorico”avevano deciso di liquidare definitivamente ogni forma di ribellione, di rifiuto alle politiche che oggi hanno ridotto il nostro paese,  nella situazione attuale.), volle dimostrare la sua disumanità, applicando sui nostri corpi,  sul nostro dolore, la legge di Brenno sui vinti romani, la legge di Achille sul corpo di Patroclo, la legge  dei Kesserling, dei Kappler sui resistenti e partigiani nell’Italia occupata dai nazifascisti.

Quel giorno le uniche lacrime che riuscimmo a far uscire dai nostri occhi  furono per colpa dei lacrimogeni, delle cariche con  i fucili di carabinieri e polizia usati come manganelli,  prima lungo quei 200 metri che ci separavano dalla camera mortuaria  fino al Verano e poi tra le lapidi, tra i viali del cimitero ed ancora giù, all’indietro, per via Tiburtina con gli agenti che dal commissariato di San Lorenzo ci sparavano addosso dalle finestre con i mitra, come se fossimo lupi o volpi da cacciare…

Chi c’era quel giorno non se lo è scordato mai, chi c’era ha fatto un giuramento alla famiglia di Valerio, a quel padre e a quella madre, Carla, che ieri ci ha lasciato: abbiamo giurato che non li avremmo abbandonati nella ricerca degli assassini di quel nostro fratello e più di uno di noi per rafforzare questo giuramento alla nascita di un figlio volle che come primo o secondo nome ci fosse il suo.

Trentadue anni sono passati da quell’22 febbraio del 1980 e Carla  , la mamma che sotto i suoi occhi aveva visto uccidere il figlio  da quei fascisti gravitanti nell’area dei NAR, spesso protetti da  settori importanti dello Stato, degli stessi fascisti che si macchiarono di altri orrendi delitti come quella di sei mesi dopo,la mostruosa strage di Bologna,  e sui quali il  nostro compagno Valerio conduceva un’inchiesta  particolareggiata, ebbene Carla non aveva mai smesso di  chiedere giustizia, così come le tante madri e sorelle e figlie delle vittime di quelle stragi che la nostra generazione definì Stragi di Stato.

Carla non si fermò neanche dinanzi alle minacce di morte arrivando addirittura a 50 anni, lei prima di quella tragedia , una donna mite,  ad  imparare a sparare consapevole che quello Stato che aveva permesso la morte di suo figlio non l’avrebbe difesa dinanzi ai suoi pericolosi e ben protetti assassini. Una scelta coerente in nome di quel diritto donatoci dalla Resistenza.

Quando le lacrime per la morte di Carla si saranno asciugate sui nostri visi , affinché questo diritto  si continui ad affermare, dovremo continuare in questa battaglia di giustizia, solo così potremo definitivamente cancellare quei giorni da “Germania d’autunno” nel febbraio del 1980, tra le lapidi ed i viali del Verano.

 

ANTONIO CAMUSO

Archivio Storico Benedetto Petrone

5 giugno 2012

 


Valerio Verbano 22 febbraio 2012

l'iniziativa per ricordarlo


 

22 febbraio 1980 il compagno VALERIO VERBANO ucciso 19 anni a ROMA dai fascisti sui quali indagava.

23 Febbraio carabiniere in borghese spara ad Antonio Musarella

Vedi anche: Valerio Lazzaretti VALERIO VERBANO Ucciso da chi, come, perché
Roma,Odradek edizioni, 2011

 

E' MORTO  UN PARTIGIANO

2010 le iniziative per ricordarlo

VALERIO VERBANO:ROSSO VIVO

dal sito bellaciao

14-15 novembre 2010 spettacolo teatrale

La forza di un personaggio è quella di camminare oltre la sua dimensione biografica fatta di steccati temporali, quella di una persona è portare avanti la sua storia come essa stessa avesse gambe e fiato, voce e cuore, in modo tale che la mente non possa giocare d’amnesie, come d’incanto. Come vorrebbero fare con i partigiani, eppure lì sui monti l’aria era rarefatta e tanta la paura. Ma il coraggio è sempre nella convinzione, prendere o lasciare. Ci vorrebbe un coro di testimoni per dire chi era Valerio, un ragazzo troppo giovane per aver bruciato le tappe della consapevolezza storica. Una storia fatta prima di tutto di ideali, di sogni, ma mai svaniti si può dire che fossero i suoi. Redige persino un dossier sull’estrema destra romana, su cui si affideranno le ricerche del giudice Mario Amato, anche lui assassinato dall’eversione di destra. Con ostinazione di madre e di custode di un sacro fuoco, che è quello della verità, seguiamo col tempo, seppur con fatica perché il passo è svelto quello di sua madre Carla, ha visto il figlio morire, testimone della sua straziante fine, massacrato in casa quel 22 Febbraio 1980 e ancora ignoti ne sono gli autori. Ma no che non si molla, niente affatto. Se è necessario si bussa con rabbia e strazio alle porte di quel che a torto abbiamo chiamato sempre giustizia, ma cosa c’è di giusto in un omicidio decretato essere senza autore? Teorie traballanti si avvicendano. Un anno fa o poco meno è uscito uno splendido libro che nelle parole senza concitazione Carla snocciola il suo ruolo di figura quasi defilata, di difensore di quel diritto inalienabile che è la verità. Il suo diritto ad apprenderla e di pretenderla. Valerio ci guarda e ci scruta, come se l’avessimo tradito, come se infondo gli avessimo negato la possibilità di costruire quel mondo migliore in cui davvero aveva creduto, per cui aveva lottato fino all’ultimo respiro. Rispondere a quell’appello è per noi dovere non solo verso la storia che non permetterà di essere lasciata alle spalle, ma verso noi stessi prima di tutto. Prima che questa marea nera ci travolga e sommerga con violenza i nostri ricordi e, tutto sommato, le nostre speranze. Perché è della nostra coscienza che ne va, costi quel che costi.

TEATRO dell’ OROLOGIO 14 e 15 novembre 2010 Compagnia Teatrale Indipendente AttriceContro presenta ROSSO VIVO READING VIDEO–TEATRALE la storia di Valerio Verbano tratto dal libro di Carla Verbano con Alessandro Capponi "Sia folgorante la fine" di e con Alessandra Magrini con la collaborazione di Marco Capoccetti Boccia Sonorità, video, luci e aiuto regia: Francesco Marchese Riprese e montaggio video : Valerio Maggi "Via Monte Bianco, quarto piano, uscendo dall’ascensore a destra. Ma tanto la strada la conoscono. Aspetto gli assassini di mio figlio" Valerio Verbano, diciannove anni, il 22 Febbraio 1980 viene ucciso con un colpo di pistola alla nuca, nella sua casa di Montesacro, un quartiere di Roma. I genitori sono imbavagliati e legati nella stanza accanto. Valerio, vicino all’area dell’ Autonomia Operaia, stava compilando un dossier che dimostrava i collegamenti tra alcuni gruppi di estrema destra e gli apparati statali. Carla Verbano, una madre lontana dalla vita politica nella quale suo figlio è attivista, si trova improvvisamente catapultata nella cruenta realtà di quegli anni.

Dopo la morte di Valerio: dossier riconsegnati a metà, giudici ammazzati, reperti mai restituiti alla famiglia. Carla non si arrende all’assurdità degli eventi, mettendosi in gioco in prima persona, ricostruendo minuziosamente date, nomi e fatti. Come Caronte, traghetta le nostre anime in un viaggio negli anni di piombo. Irrompe come una lama di ghiaccio rovente, la rabbia di una madre che riesce con schiettezza e precisione a raccontare una storia che non dovrebbe mai essere dimenticata, nell’ Italia dei segreti di stato, mostrata senza filtri.

In teatro, la storia di Carla tratta dal suo libro: una donna che a 50 anni ha imparato a sparare - estrema ratio contro le minacce; a 80 anni a navigare in internet- per cercare gli assassini, per incontrare i compagni di Valerio su facebook , la sera, davanti al suo PC, nella stanza dove ancora c’è lo stesso divano dal quale suo figlio la chiamò per l’ultima volta.

Alessandra Magrini, Attricecontro, ancora una volta si mette in gioco interpretando quello che la sua coscienza sociale le impone di trasmettere, convinta che il teatro sia strumento importante per istigare lo stimolo al cambiamento. Insieme ai testi teatrali, all’ interpretazione mai scontata, veloce e incisiva, ci sono le incursioni video a raccontare il dolore senza mai cadere nell’autocommiserazione.

14 e 15 novembre 2010 , ore 21.00 Teatro dell’Orologio Via dei Filippini 17/a Roma


 

http://bellaciao.org/it/spip.php?article26070

Articolo Liberazione

 

In mille ricordano Verbano. «Basta aggressioni fasciste»

Non era un anniversario come tutti gli altri, quello di quest’anno. Innanzitutto perché in questi giorni, per la precisione domani, fanno 30 anni da quando un commando fascista entrò in casa Verbano, legò i genitori e attese il ritorno del figlio Valerio per ammazzarlo. Poi perché, nonostante le aperture alla «pacificazione» di Alemanno, a Roma i giovani come Valerio e dell’età di Valerio (aveva 19 anni quando fu ucciso) continuano a rimanere vittime di agguati neofascisti. L’ultimo, di cui hanno fatto le spese tre ragazzi, appena una settimana fa davanti al centro sociale La Strada nel quartiere «rosso» della Garbatella. Una scia di violenza preoccupante, quella degli ultimi anni, dall’omicidio di Renato Biagetti all’uscita da una festa reggae all’accoltellamento di un attivista del Forte Prenestino fino ai raid ai concerti di Villa Ada. Non a caso, a ricordare Valerio e il fascismo di oggi c’erano non solo i militanti «storici» e come sempre la madre di Valerio, quelli che erano giovani negli anni ’70, ma soprattutto tanti giovani. I centri sociali romani, a partire dagli attivisti dell’Horus sgomberato da Alemanno, hanno voluto fare le cose in grande. Per cui al termine del corteo nel quartiere (a sfilare un migliaio di persone dietro lo striscione «Un’idea non muore mai, Valerio vive»), proprio davanti all’ex centro sociale è partita una maratona musicale con gruppi come i 99 Posse e gli Assalti frontali. Anche in questo caso una decisione simbolica, contro la chiusura degli spazi sociali in una città dove gli spazi dove poter esprimersi liberamente sono sempre più ridotti. Chi era in piazza ovviamente non dimenticava il fatto che 30 anni dopo la morte di Valerio non ha ottenuto giustizia. Nessun colpevole, anni e anni di silenzi istituzionali, di bugie e isolamento della famiglia (come ha raccontato la signora Carla ieri al manifesto). E la battaglia ignorata di amici e compagni. Domani, nel giorno dell’anniversario, la settimana di iniziative si concluderà con «un fiore per Valerio». Appuntamento alle 16 davanti alla targa che ricorda il giovane davanti alla sua abitazione.

Video http://www.youtube.com/watch?v=5SvKUyZX-bk

http://www.agenziami.it/articolo/5754/Valerio+Verbano+in+piazza+la+memoria+antifascista/



Di : Nicola Mastrangelo
domenica 21 Febbraio 2010

 

2009 le iniziative per ricordare

L'omicidio Verbano, la città ricorda. La madre: «Alemanno non partecipi

http://www.valerioverbano.it/dblog/articolo.asp?articolo=79

http://www.valerioverbano.it/dblog/

http://www.unita.it/news/81980/lomicidio_verbano_la_citt_ricorda_la_madre_alemanno

_non_partecipi

le discussioni nel 2010


VALERIO VERBANO , UNO DI NOI

di Vincenzo Miliucci

22 febbraio 2009


LA REDAZIONE DELL'ARCHIVIO STORICO BENEDETTO PETRONE  RINNOVA LA SUA VICINANZA ALLA SUA FAMIGLIA E AI SUOI COMPAGNI E LO RICORDA  OGGI 22 FEBBRAIO 2009 ATTRAVERSO UNA PICCOLA CRONACA DI QUEI GIORNI E DI COME LO STATO LO AMMAZZò DUE VOLTE NEGANDOGLI L'ULTIMO SUO CORTEO , QUELLO FUNEBRE CARICANDO I SUOI COMPAGNI SIN DENTRO IL CIMITERO ALLA RICERCA DELL'ANNIENTAMENTO TOTALE DEL MOVIMENTO

LO FAREMO GRAZIE ALLE CRONACHE DI LOTTA CONTINUA DI QUEI GIORNI E LE FOTO CHE APPARVERO SU QUEL GIORNALE

 

Germania d’autunno…il funerale di Valerio Verbano

  E’ forse questa la migliore descrizione di quei giorni vissuti in maniera surreale, spariti i sorrisi, le danze, l’irrisione scherzosa di avversari e becchini del Movimento del 77, una cappa di piombo gettata su una generazione che sino ad allora sembrava irrefrenabile…piombo fascista, piombo poliziesco, piombo da schegge impazzite del militarismo brigatista, piombo a suggellare le grate di mille carceri senza speranza…

Lacrime e dolore quella mattina sui volti dei compagni , visi stralunati a cui il padre di Valerio vorrebbe consolare con la forza di un dolore silenzioso e orgogliosamente controllato.

La voglia dei compagni  di accompagnare Valerio per quei pochi metri che separano la camera mortuaria dal Verano nell’ultimo corteo di Valerio.

  Ma Achille vuol uccidere e fiaccare  definitivamente la resistenza dei troiani facendo scempio del corpo di Ettore e tre volte, per dodici giorni di seguito,  lo trascina attaccato alla sua biga intorno alle mura della città affinché suo padre e sua madre e tutti i troiani sappiano che questa sarà la fine per chi non si arrende… nessuna pietà contro chi fa resistenza…nessun rispetto neanche per il corpo di chi è morto per la libertà della sua patria…(Iliade)

  Nessuna pietà è quella che hanno quel giorno poliziotti e carabinieri che assaltano il corteo funebre, che sparano i lacrimogeni nel cimitero, che costringono compagni e compagne a nascondersi dietro lapidi e cipressi quasi a costringerli a mimare il loro prossimo funereo destino se non si arrenderanno… poi la fuga attraverso un cancello lasciato libero…ancora caccia all’uomo…si spara dai blindati e dalle finestre del  commissariato San Lorenzo…il poliziotto,  immortalato nelle pagine di Lotta Continua del giorno dopo, che  ride soddisfatto con la canna del suo mitra fumante come un cacciatore appostato dopo aver fatto fuori un paio di quaglie…

  la caccia all’autonomo in quei giorni è di moda…a poche ore di distanza dall’assassinio di Valerio Verbano, nel quartiere trionfale un carabiniere in borghese a bordo di una moto ha sparato ad un altro ragazzo, Antonio Musarella, 20 anni , che lo aveva riconosciuto come un frequentatore di fascisti ed additato ad altri compagni…un colpo all’addome calibro 9 parabellum…la corsa dei compagni per portarlo all’ospedale mentre lo sparatore barricatosi armi alla mano in un negozio fa venire la polizia  e poi l’assurdo …sotto gli occhi di tutti la stessa scena che vedremo a Genova e tanti altri posti,  si " mettono su " le prove affinchè l’aggredito venga incolpato di essere l'aggressore. Incriminato sul letto di morte in ospedale per aver preso a pugni e schiaffi i carabinieri in borghese e così anche  i testimoni,  incriminati con lui…

Germania d’autunno…i giorni di Valerio.

  La redazione dell’Archivio Storico Benedetto Petrone

22/02/2009

le foto

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Valerio: i funerali

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lacrime al Verano

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corteo nel suo quartiere

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Cronaca  funerale e delle cariche polizia al cimitero e a San lorenzo 

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le cariche della polizia  al Verano

 

 IL FERIMENTO DI ANTONIO MUSARELLA 

come racconta LOtta Continua di domenica 23 febbraio/lunedi 24 febbraio 1980

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le cronache del ferimento del compagno Antonio Musarella da parte di un carabiniere in borghese: intervento della polizia che incrimina compagni e testimoni


altre su Valerio

VALERIO VERBANO , UNO DI NOI

di Vincenzo Miliucci 22 febbraio 2009


 

attacco alla memoria di Valerio Verbano
e alle lotte sociali dei movimenti


Nella notte tra venerdì e sabato, la vile mano fascista ha messo in atto l'ennesima provocazione alla memoria di Valerio Verbano. La lapide posta sotto la sua abitazione è stata infatti incendiata     SEGUE >>>>.

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VALERIO VERBANO non è un’icona elettorale

Apprendiamo oggi dal quotidiano “ la Repubblica SEGUE>>>>>

Marco D’Ubaldo , Vincenzo Miliucci

Roma, 7 marzo 2008

 

 

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