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 Carovigno (Br): Puglia antinucleare/4

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Puglia e movimenti antinucleari

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IL COMITATO CITTADINO ANTINUCLEARE DI CAROVIGNO

LA STORIA

I DOCUMENTI 

LE TESTIMONIANZE

LE LOTTE ANTINUCLEARI DEGLI ANNI 80 A CAROVIGNO

Intervista a Vito Uggenti seg.PRC Carovigno  su

Lotte antinucleari a Carovigno negli anni 80

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Raccogliamo in poche stringate righe la ricostruzione di una stagione di lotte  che infiammò la provincia di Brindisi e che vide la popolazione di Carovigno e dei comuni circostanti partecipare alle iniziative per il NO all’installazione alla centrale Nucleare, all’inizio degli anni 80.

Ci riserviamo in seguito di condurre con la collaborazione di Vito e di altri partecipanti a quelle lotte una più articolata ricostruzione delle stesse.

 

E’ Vito Uggenti che ci racconta in breve quanto successe:

Vito:

-“E’ la mattina del 7 dicembre 1981 che sul Corriere della Sera appare il trafiletto dell’annuncio  che Carovigno è inserito nell’elenco dei siti che potrebbero ospitare una centrale nucleare.

In quel periodo la giunta che amministrava il comune di Carovigno era di centrosinistra con un sindaco democristiano e vicesindaco socialista ( Annicchiarico)  dichiaratamente filonucleare tenendo costo che il ministro dell’industria era il socialista Pandolfi.

Quella sera stessa , del 7,  ci riunimmo a casa mia, un piccolo gruppo di sette persone ma decisi nel costituire un Comitato che spingesse al rifiuto del nucleare l’intero paese.

Ben presto il Comitato crebbe di numero e la sede di riunione divenne  quella dell’ARCI in via Sant’Anna.

La protesta individuale e collettiva dei cittadini andò crescendo con le attività del Comitato , tanto che l’Amministrazione comunale fu costretta ad affidarci un locale nel Castello rendendo di fatto il comitato antinucleare di Carovigno una vera e propria istituzione riconosciuta

Le Lotte

Dopo molte riunioni tenute,  a Brindisi con il Comitato antinucleare/Contro l’Energia Padrona  col quale collaborammo attivamente, e nei paesi circostanti,  giungiamo al febbraio del 1982 quando indicemmo una prima manifestazione nella Piazza di Carovigno. La partecipazione che avemmo quel giorno fu così grande  che ci spinse ad andare ad occupare la Statale  379  Bari-Brindisi e ad organizzare l’occupazione dei terreni che avrebbero dovuto essere confiscati.

Il mese dopo una altra manifestazione con la partecipazione dei paesi vicini portò in Piazza oltre 5000 persone , con la presenza degli esponenti di DP e dei Verdi Ronchi e Mattioli.

 Anche quella volta la manifestazione si concluse con il blocco della statale 379.

Insomma eravamo decisi a far sapere a tutti che Carovigno non voleva la Centrale Nucleare sul suo territorio.

Il Comitato intanto si era allargato comprendendo  esponenti  di partiti di maggioranza e di opposizione ed io ne ero il Presidente.

In seguito  partecipammo alle manifestazioni antinucleari nazionali a Roma  con l’invio di diversi pulman

L’ampiezza della partecipazione è evidente quando, a distanza di un anno dalla nascita del Comitato, a Natale del 1983, in occasione del Consiglio straordinario della Regione Puglia  per la pronuncia definitiva sull’argomento nucleare, mandammo ben venti pulman pieni di gente a manifestare di fronte  a via Capruzzi, lasciando moltissima gente  a terra poiché non vi era disponibile in tutta la regione un autobus anche a pagarlo a peso d’oro.

La vittoria quel giorno fu totale: il Consiglio Regionale si pronunciò contro le centrali nucleari  ribaltando una pretendente risoluzione favorevole del 1982.

Nel 1984 , il senso delle cose come fossero cambiate grazie al comitato antinucleare , lo si desume dai risultati elettorali dove a Carovigno si installò una giunta trasversale di antinucleari, che metteva insieme  DC dissidenti, ambientalisti e comunisti .

Il sindaco di quella giunta era Enzo Di Bianca eletto come indipendente nella Democrazia Cristiana ed io ( Vito Uggenti) ebbi l’importante incarico di assessore all’Ambiente. Una giunta che rimase in piedi due anni e mezzo, sino a quando i poteri forti a livello regionale e nazionale decisero di farla cadere.

 

L’autodenuncia collettiva

Fu nell’85  , con la giunta antinucleare in pieno funzionamento che il sindaco Di Bianca ricevete una denuncia per omissione di atti di ufficio, poiché si era rifiutato nei mesi precedenti di far pervenire attraverso i messi comunali la notifica prefettizia che imponeva i contadini il libero accesso ai tecnici dell’ENEL per le propezioni realtive al sito nucleare. In quell’occasione per solidarietà al sindaco ci autodenunciammo in centinaia per lo stesso reato, ma in cambio in un vicenda kafkiano ricevemmo una conseguente denuncia per aver affermato falsamente,  per iscritto, di possedere doveri  che sono di sola competenza del sindaco.

 

Carovigno  31 ottobre 2009

 

Intervista curata dalla redazione dell’Archivio Storico Benedetto Petrone

 

 


LE LOTTE ANTINUCLEARI DEGLI ANNI 80 A CAROVIGNO

 

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