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I MOVIMENTI ANTINUCLEARI IN
BASILICATA IERI ED OGGI
LA
MEMORIA DEI MOVIMENTI
PER
VISITARE LE PAGINE DEDICATE ALLE LOTTE ANTINUCLEARI IN BASILICATA DEGLI
ANNI 70 VAI A
BASILICATA_NONUKE_IERI
BASILICATA
ANTINUCLEARE OGGI
REPORT
DEL
26
aprile 2010 ANNIVERSARIO DI CHERNOBYL
Manifestazione
davanti al centro nucleare di Rotondella Un amaro e realistico
report di una manifestazione che sconta la difficilissima situazione
occupazionale e di rapina del territorio e con la quale i nuovi movimenti
antinucleari e ambientalisti dovranno confrontarsi realisticamente.
REPORT della GIORNATA ANTINUKE
ROTONDELLA-SCANZANO JONICO
IN OCCASIONE DEL 24° ANNIVERSARIO DELLA
STRAGE DI CHERNOBYL
Alle 16 di
Lunedì 26 Aprile una delegazione del “Coordinamento Antinucleare Salute
Ambiente Energia” di Basilicata, insieme alle delegazioni di
antinuclearisti della Calabria e della Puglia, ad una delegazione
dell’associazione “Scanziamo le Scorie” di Scanzano Jonico, hanno
affisso striscioni sui cancelli dell’Itrec/Enea della Trisaia di
Rotondella (MT); esposto gli striscioni del Coordinamento regionale e di
Scanziamo le Scorie lungo la Statale Jonica 106 (saluti e colpi di clacson
di solidarietà da molti conducenti e camionisti).
E’ stato
distribuito il volantino del Coordinamento in occasione della giornata a
carattere internazionale, con richiami alle politiche energetiche
unilaterali ed aggressive del governo nazionale ed ai rischi di
stravolgimento costituzionale che esse comportano anche di fronte al
diniego dei diritti di esercizio dei poteri concorrenti dello stesso Ente
Regione materializzato dall’impugnazione da parte dei ministri Fitto e
Scajola del Piano Energetico Regionale di Basilicata, Campania, Puglia.
Presenti al
sit in di protesta 50/60 persone;
non molte/i le/i cittadine/i del metapontino, assenti associazioni
storicamente ambientaliste quali “NoscorieTrisaia” di Rotondella (che
comunque aveva promosso un’iniziativa antinucleare con raccolta firme
per l’acqua il giorno prima a Policoro) e la “OLA” (Organizzazione
Lucana Ambientalista) e numerosi altri soggetti sindacali, culturali,
politici, in parte data anche la contemporaneità di iniziative a Matera
ed in altri centri.
Presenti da
subito ed interessati alle interviste i giornalisti di RAI 3 regionale e
dei principali quotidiani locali (esito mediatico positivo, con servizi ai
TG di tutte le ore e buoni articoli sul “Quotidiano” di Basilicata e
sulla “Gazzetta del Mezzogiorno”.
Nutrito il
dispiegamento dei Carabinieri e della Digos nel piazzale antistante i
cancelli della Trisaia, dove i lavori di adeguamento sono in corso e
stando al cospicuo numero di automobili e più consistenti mezzi di
trasporto si può stimare un numero di almeno 150 persone impegnate nel
Centro a vario titolo.
Presenti
all’iniziativa il neoeletto sindaco di Rotondella accompagnato da un
assessore ed il rieletto sindaco di Nova Siri, che nel Maggio 2006 aveva
ospitato, con un suo “Osservatorio Antinucleare” formato
all’indomani della lotta contro i rischi di insediamento del sito unico
nazionale delle scorie a Scanzano, un convegno nazionale antinucleare
promosso dalla Confederazione Cobas (in tale occasione venne redatta la
“Carta di Nova Siri”).
Gli
amministratori intervenuti hanno sottolineato il radicale cambio di
“clima” nelle relazioni con i dirigenti del Centro di ritrattamento e
stoccaggio da quando è stato sostituito Carlo Jean
e non
escludono che il nuovo “savoir faire” non sia dovuto al solo dato
caratteriale dei nuovi dirigenti, ma molto più probabilmente alla
sperimentazione dell’annunciata “nuova strategia comunicativa”,
fatta di ascolto, “trasparenza” e…formazione.
Decine di
famiglie in ognuno dei centri del circondario della Trisaia sono infatti
materialmente coinvolte in attività formative gestite dalla Sogin che
garantiscono- in un territorio dove le occasioni di reddito si riducono
spaventosamente e dove negli ultimi 5
anni sono sparite e/o svendute alla speculazione 1.400 aziende
agricole su circa 5.000- sussidi temporanei tra gli 800 e i 1.000 Euro.
Nell’Assemblea
(patrocinata dal Sindaco) che si è tenuta in serata, subito dopo il sit
in nei locali del Consiglio del Comune di Scanzano, i temi della strategia
della comunicazione annunciata nel Dlgs di Febbraio e dell’incidenza
degli effetti della diffusa crisi materiale di lavoro e di reddito sono
stati trattati in maniera connessa, tanto più se le prospettive
propagandate dal governo nazionale sono ispirate alla logica della
“compensazione”.
Per chi vive e
“respira” ogni giorno il disagio sociale nel metapontino e ne conosce
le reali dinamiche di esercizio del potere “senza ombre” non è strano
che all’assemblea fossero presenti soltanto – e non tutti- i soliti
“addetti ai lavori”.
Compagni
vecchi e nuovi hanno convenuto che “stavolta è tutta un’altra
cosa”.
Gli stessi
rappresentanti di Scanziamo le Scorie (hanno contatti coordinati con
numerose associazioni cittadine e locali e 150 iscritti…) sono molto
delusi da questo clima elusivo e scivoloso di tante persone che pur
avvisate delle iniziative magari se ne stanno piuttosto a giocare a carte
nei bar.
Dopo
l’incontro con i dirigenti del Centro della Trisaia Francesco Cirillo e
Gianni Lannes ci fanno sapere in assemblea della disponibilità a visitare
– anche muniti di telecamere e macchine fotografiche- il Centro ed anche
il famoso tubo da cui si sarebbero verificati in passato episodi di
sversamento di liquidi radioattivi verso i terreni coltivati in
direzione della costa marina.
In realtà,
ascoltando la lunga relazione del giornalista freelance Gianni Lannes
(invitato dai compagni calabresi) sulle connessioni che legano la vicenda
delle “carrette del mare” affondate nei nostri mari con carichi di
veleni di ogni tipo ed anche radioattivi all’uccisione di Ilaria Alpi e
Khrovatin, abbiamo appreso in premessa che il sopralluogo fotografico
l’ha chiesto lui, aprendo alla possibilità di farsi accompagnare da
qualcun altro interessato del luogo.
Ci si è
interrogato sui passaggi da compiere (informazione diffusa e capillare
nell’intera Regione e non solo nel Metapontino; invito agli
amministratori locali a formare un coordinamento stabile, a cominciare dal
Metapontino; pressione sulla nuova compagine governativa regionale su una
gestione meno mediatica e più ragionata dell’annunciata
“disobbedienza civile” in caso di imposizione della scelta dell’Itrec
o altro sito quale deposito unico nazionale delle scorie, ad iniziare
dagli aspetti di rilievo legale, anche a fronte di eventuale esito
positivo dell’impugnazione del Piear; attrezzatura di un “vademecum”
di base per rispondere nelle scuole e nelle sedi universitarie
all’imposizione della Gelmini a sostenere e propagandare la cultura del
“nucleare è bello e sicuro”), ma anzitutto tutti i presenti hanno
individuato nella frammentazione a vario titolo dei soggetti associativi
dell’intera Regione il primo ostacolo per la possibilità di avviare un
percorso all’altezza dei compiti che ci attendono.
Anche per
questo motivo si è ritenuto di accogliere in pieno i rilievi e le
preoccupazione espresse tramite missiva da Giorgio Ferrari circa
l’impianto Itrec di Rotondella e di farne motivo di condivisione e di
analisi con quanti hanno a cuore le sorti di questa terra, delle sue
genti, di un suo futuro migliore e libero dalle miserie e dalle scorie.
27 Aprile 2010
Per il Coordinamento: Francesco Masi
LE ULTIME NOTIZIE TRATTE E
INVIATECI DA
http://www.olambientalista.it
E DA MOVIMENTO NOSCORIE TRISAIA
noscorietrisaia@libero.it
No alle trivellazioni nel territorio
di Policoro. Approvato un documento congiunto in Consiglio comunale
Si è riunito nella serata di lunedì 11 gennaio il Consiglio comunale del
centro jonico per discutere sull'attività di perforazione per la ricerca
di idrocarburi nel territorio di Policoro, via Adua, e di due
interrogazioni del consigliere di minoranza Antonio Di Sanza. Prima
dell'inizio dei lavori il presidente della massima assise consiliare,
Otello Marsano, ha letto un suo documento dove egli manifesta perplessità
sulle attività di trivellazioni chiamando in causa tutte le istituzioni a
fare chiarezza sulle scelte programmatiche della fascia jonica, area a
vocazione agricola e turistica, e a concertare tali decisioni con le
popolazioni interessate. Successivamente la seduta è stata sospesa per
dare la possibilità ai capigruppo dei vari partiti e movimenti
rappresentati in Consiglio comunale di redigere un ordine del giorno
congiunto, inviato a tutti gli organi istituzionali, con il quale gli
eletti evidenziano le loro preoccupazioni per questo genere di attività
esplorative poiché
in contrasto con il Decreto del ministero dei Beni culturali del 1985 che
ha catalogato Policoro città di interesse storico; per le conseguenze
negative che potrebbe avere il territorio in termini di abbassamento del
suolo, impatto ambientale sull'aria e inquinamento delle falde acquifere
del sottosuolo nella zona Filici dove sono presenti numerose case
coloniche e il centro Enea della Trisaia. Pertanto il Consiglio comunale
nella sua unanimità chiede la sospensione dei lavori del pozzo
"Masseria Morano 1" in attesa di rassicurazioni sull'impatto
ambientale e contemporaneamente l'istituzione di una commissione tecnica
per il monitoraggio ambientale di tutta l'area dove dal 4 gennaio sono
iniziate le perforazioni per la ricerca di gas metano; una conferenza di
servizi che veda coinvolti i Comuni della fascia jonica, la Provincia di
Matera e la Regione Basilicata nella pianificazione unitaria degli
indirizzi energetici e ambientali e la sua contrarietà ad altre forme di
rilascio della
VIA (Valutazione di impatto ambientale) per altre trivellazioni in
programma nel sottosuolo di Policoro. Ovviamente il documento è stato
approvato all'unanimità. I lavori sono poi proseguiti con due
interrogazioni. Con la prima il consigliere Antonio Di Sanza ha chiesto
con quale procedura e con quali oneri per le casse comunali vengono
eseguiti lavori di piccola falegnameria in alcune scuole comunali da ditte
individuali del posto a cui ha risposto il vice sindaco, Rocco Leone,
sostenendo come tali lavori sono a titolo gratuito e riguarderebbero solo
l'inserimento di chiodi nei muri. Nella seconda, sempre Di Sanza, ha
interrogato il sindaco relativamente ad: oneri, rispetto della privacy,
sicurezza sul lavoro ed accesso agli atti di cittadini-volontari in alcuni
uffici pubblici dell'Ente dopo l'approvazione di un'apposita delibera. Su
questa seconda interrogazione, Nicola Lopatriello ha spiegato come ad oggi
non ci sono volontari in Comune e che a tal proposito è stato chiesto un
pa
rere al Dipartimento della Funzione Pubblica sulla possibilità in futuro,
se il parere sarà positivo, che l'Ente si possa dotare di volontari la
cui attività sarà comunque regolamentata. Sulla prima interrogazione Di
Sanza si è detto insoddisfatto, mentre sulla seconda soddisfatto.
Pubblicato da luciano a 12.05 0 commenti
lunedì 11 gennaio 2010
Oggi Consiglio comunale
Il presidente del Consiglio comunale, Otello Marsano, ha convocato per
questa sera alle ore 18:00 la massima assise per discutere dei seguenti
punti all'ordine del giorno:
Discussione e approvazione documento sul tema delle trivellazioni
Interrogazioni del consigliere Antonio Di Sanza
Basilicata: Bario e Boro nelle dighe
lucane
Ieri 08.01.201O alle 22.06
Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, Direzione nazionale Radicali
Italiani e segretario Radicali Lucani
Allegria! In questa nostra martoriata terra, eletta a discarica di rifiuti
di varia natura, saccheggiata ed inquinata, non ci facciamo mancare
proprio niente. Dopo l'incidente verificatosi presso il centro oli di
Viggiano(PZ), emerge un preoccupante inquinamento delle acque potabili
erogate da alcune delle principali dighe lucane. Succede che, nel novembre
del 2009, analisi chimiche, effettuate dall'Ufficio Risorse Idriche, fanno
emergere una preoccupante contaminazione delle acque contenute negli
invasi della Camastra, del Pertusillo e di Montecotugno(la più grande
diga in terra battuta d'Europa). Trattasi, gioverà ripeterlo, di acque
destinate ad uso potabile ed irriguo. Le analisi in oggetto, inutile
dirlo, non sono state né pubblicate, né rese note alla popolazione.
Dalle analisi emerge una contaminazione da sostanze chimiche tossiche ed
un'abnorme presenza di coliformi fecali. Tradotto: stiamo parlando di
inquinamento di origine biologica e di inquinamento chimico di origine ind
ustriale. Camastra, Pertusillo, Montecotugno, presa A.I.P di Savoia di
Lucania: analizziamo punto per punto le analisi effettuate dall'Arpab nel
mese di novembre 2009. L'invaso della Camastra, completato nel 1970, serve
la città di Potenza ed ha una portata massima di 32 mc di acqua. Come
viene ottimamente illustrato dal sito dell'Autorità di Bacino della
Basilicata, l'80% delle acque della diga della Camastra vengono erogate
per uso potabile, mentre il 13% è destinato ad uso irriguo. Per le acque
della Camastra emerge un inquinamento da Bario, Boro ed un superamento dei
limiti consentiti dalla legge in riferimento ai cloruri. A cosa sia dovuta
la presenza di Bario in quantità superiori ai limiti stabiliti dalla
legge, non lo sappiamo. Sta di fatto che i composti di Bario sono usati
dalle industrie di gas e petrolio per fare fango perforante e che il Bario
può avere effetti tossici sulla salute umana. Piccole quantità di bario
solubile in acqua possono indurre in una persona difficol
tà di respirazione, aumento della pressione sanguigna, variazione del
ritmo cardiaco, irritazione dello stomaco, debolezza muscolare,
cambiamenti nei riflessi nervosi, gonfiamento di cervello e fegato, danni
a cuore e reni. Anche il Boro può essere nocivo per la salute umana. Il
Boro può infettare stomaco, fegato, reni e cervello. Non meno
preoccupante, per quanto ci riguarda, è la presenza, oltre i limiti
consentiti, di Cloruri. Quella di Monte Cotugno(Senise) è la più grande
diga della Basilicata, con una portata di 530 mc di acqua. Le acque della
Diga di Montecotugno vengono utilizzate anche dalla Regione Puglia per uso
potabile e irriguo. In Basilicata, le acque della diga di Senise vengono
utilizzate prevalentemente per scopi irrigui(41,9%) e per un 3% per uso
potabile; in Puglia, invece, l'acqua proveniente da Monte Cotugno viene
utilizzata prevalentemente per usi potabili(40,4%). Per ciò che concerne
Montecotugno, le analisi mostrano un inquinamento da Bario e una presenza
di
coliformi totali 5 volte superiore ai limiti di legge. Anche le acque
della diga del Pertusillo, completata nel 1963, risultano contaminate
dalla presenza di Bario. Le acque del Pertusillo vengono utilizzate per
scopi prevalentemente irrigui in Basilicata e per scopi prevalentemente
potabili dalla Puglia. Infine, la situazione della Presa A.I.P. di Savoia
di Lucania. Anche in questo caso le analisi effettuate dall'Arpab mostrano
una contaminazione da Bario e un impressionante sforamento per ciò che
concerne la presenza di Coliformi Fecali, Coliformi totali e streptococchi
fecali. Insomma, con decenza parlando, una enorme quantità di merda. Il
quadro che emerge dalle analisi, di cui siamo fortunosamente venuti in
possesso, è a dir poco preoccupante e fa sorgere interrogativi che ci
auguriamo possano presto trovare adeguate risposte. Intanto c'è da
chiedere alle autorità competenti cosa sia stato fatto per ovviare ai
problemi riscontrati, al fine di tutelare la salute dei cittadini luc
ani e pugliesi. Nel contempo, alla luce dei dati illustrati, riteniamo
opportuno che la Regione Basilicata e le autorità competenti aprano
un'inchiesta per comprendere le ragioni che hanno determinato un
inquinamento dei tre principali invasi lucani. Infine, ma non ultimo,
chiediamo che al più presto la Regione provveda a garantire
l'effettuazione di analisi ad ampio spettro e un'adeguata depurazione
delle acque. Una volta di più chiediamo alla Regione e all'Arpab di
garantire la possibilità di un controllo diffuso da parte dei cittadini
per garantire il diritto a conoscere per deliberare.
Il
9 gennaio 2010 dalle ore
8,30 ti aspettiamo
nella piazza Eraclea di Policoro
per dire
NO ALLE TRIVELLAZIONI
SI ALLA SALUTE ,
ALL'AGRICOLTURA E AL TURISMO
Nel nostro territorio ci vengono imposte, contro ogni regola di
democrazia, con la forza e senza coinvolgere le popolazioni locali, le
trivellazioni di gas e idrocarburi.A Policoro e nel Metapontino sono
previste numerose perforazioni oltre a quella di Via Adua.
Il petrolio e il gas sono risorse a termine e non sono rinnovabili,
finiscono e lasciano i segni indelebili dell'inquinamento nell'acqua,
nell'ambiente, nell'aria e causano effetti deleteri sulla salute
pregiudicando la qualità di vita delle popolazioni.
Le trivellazioni sono incompatibili con le economie locali come
agricoltura e turismo, l'inquinamento distrugge l'ambiente in cui si
sviluppano queste economie.
Le trivellazioni arricchiscono soltanto le compagnie petrolifere e coloro
che ruotano attorno ad esse, i risultati dopo 10 anni di estrazioni
petrolifere in Basilicata sono evidenti: spopolamento ed emigrazione
soprattutto delle nuove generazioni.
La storia insegna che le lobby del petrolio non hanno mai arricchito il
popolo.
In mancanza di seri programmi di sviluppo nel territorio Metapontino
dobbiamo tutelare le nostre fonti di reddito come l'agricoltura, le
attività turistiche, commerciali e di servizio che costituiscono
l'indotto dell'economia locale, ma soprattutto dobbiamo salvaguardare la
salute dei cittadini e il loro futuro (in dieci anni i tumori in
Basilicata sono raddoppiati e dopo il 2010 superiamo la media nazionale
nonostante la Basilicata non sia una regione industriale).
Difendiamo la nostra terra dagli interessi delle multinazionali e da
chi vuole riempirla di discariche di rifiuti petroliferi e
rifiuti di ogni genere ,compresi quelli nucleari.
PARTECIPA PER DECIDERE IL TUO FUTURO
COMITATO BOSCO SOPRANO
NO ALLE TRIVELLE NELLE CASE COLONICHE
bosco soprano@gmail.com
n.b. alle ore 8,30 i trattori si concentreranno nei pressi di
piazza Eraclea
13
agosto 2009BLITZ DI FERRAGOSTO :SANTOCHIRICO AUTORIZZA UN
POZZO PETROLIFERO LUNGO LA COSTA JONICA
Mentre numerose associazioni tentano di salvare il mare Jonio e tutte le
economie collegate dalle piattaforme petrolifere , l'assessore
Santochirico con il suo blitz di ferragosto fa invece autorizzare una
nuova trivellazione sulla costa jonica , nello specifico il nuovo pozzo
masseria Morano Dir 1 ad opera della Gas Plus nella concessione Policoro
. Nonostante tutte le osservazioni alla V.I.A. inoltrate all'epoca dalla
sezione di Rifondazione Comunista di Policoro , e in barba a tutte le
lacune che presentava la a richiesta di VIA si procederà a trivellare
nelle case coloniche e abitazioni(visibili anche su google earth),
vicino a pozzi d'acqua di uso consortile e potabile ,vicino al centro
nucleare itrec ( entro pochissimi Km),senza garantire opportuni
controlli previsti da una rete fissa di monitoraggio ambientale . La
cosa grave in termini puramente economici è che dall'estrazione di gas
i cittadini di Policoro non ne trarranno alcun beneficio(non esistono
royalites sul gas). Al
contrario si beccheranno l'inquinamento atmosferico (per non dimenticare
il mortale idrogeno solforato ) , del suolo e delle acque ( sostanze
chimiche usate per sciogliere la crosta terreste,molte volte tenute
sotto segreto industriale), le trivelle ad uranio impoverito (come se
non bastassero i rifiuti radioattivi dell'itrec) o i pericolosi fenomeni
di subsidenza che possono sempre mettere in pericolo i rifiuti nucleari
del centro Sogin generando frane, allagamenti o sprofondamenti del suolo
lungo la vena gasifera del pozzo. (in alto adriatico Galan ha proibito
di trivellare per evitare di affondare Venezia e la laguna,mentre nel
polesine ci sono state alluvioni) Tutto a scapito della salute dei
cittadini e dell'economia agricola e turistica dell'area, che invece di
guadagnare occupazione con le estrazioni perde posti di lavoro in altre
attività come l'agricoltura e il turismo.
Il sindaco di Policoro non può rimanere indifferente di fronte a questo
ennesimo attacco scellerato nei confronti della salute pubblica e delle
economie del territorio. Ha il dovere di convocare con urgenza un
consiglio comunale aperto ai cittadini che ignari devono subire
dall'alto imposizioni che fanno male al futuro del territorio. Il
sindaco in qualità di massima autorità locale responsabile della
salute pubblica deve bloccare qualsiasi attività pericolosa per la
salute e l'incolumità pubblica, e nel caso in oggetto non ci sono le
condizioni necessarie affinchè le attività estrattive possano
procedere vicino le abitazioni ( quando nel resto del mondo vengono
fatte a centinaia di Km di distanze) o peggio ancora vicino ad un centro
nucleare .Non è un caso che a Policoro si è reduci da un grosso
incidente petrolifero nel 1991 quando un pozzo di gas esplose e bruciò
per oltre 15 giorni inquinando una vasta area del territorio.
D'altra parte invitiamo l'assesore Santochirico a ritirare
l'autorizzazione per l'intesa in quanto abbiamo più volte sollevato il
pericolo di estrazioni per la salute dei cittadini vicino centri
abitati, ma sopratutto il pericolo di estrarre vicino il centro nucleare
Sogin e nel suo circondario. L'assessore inoltre deve dare ancora
risposte sulla chiusura del pozzo rivolta 01 a 200 metri dal centro
nucleare sogin in quanto non basta la giustifica che ad autorizzarlo fu
il ministero dell'industria nel 1987,qui non esiste fino a prova
contraria uno studio della sua non pericolosità nei confronti del
deposito di scorie nucleari e combustibile riprocessato.
Le trivellazioni vicino i centri nucleari sono circostanze dove nemmeno
la Sogin può dare sicurezza per i fenomeni indotti di subsidenza nel
terreno e che non sono previste da nessun piano di emergenza nucleare ,
perchè in nessuna parte del mondo l'incoscienza è cosi' tanta da
trivellare vicino i centri nucleari.Santochirico deve inoltre spiegare
perchè si autorizzano delle srl che ci portano via il gas dal
territorio senza nulla in cambio e che nulla hanno a vedere con lo
sfatato interesse nazionale danneggiando le economie locali e la salute
dei cittadini, quali interessi pertanto spingono in pieno ferragosto le
autorizzazioni regionali? Forse il misero contributo della SEL che i
becchini della politica intendono gestire o il potere arrogato che tanto
male fa allo stesso Partito Democratico dove nonostante tutto ci sono
persone desiderose di fare qualcosa di utile per il territorio?
Pozzo Rivolta 001: è un problema di
date
di perforazione o di rischi di perforazioni?
Autore: OLA|Organizzazione Lucana Ambientalista
La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) - Coordinamento apartitico
territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini - ed il
Movimento NoScorie Trisaia, in merito alla nota stampa del Dipartimento
Ambiente della Regione Basilicata sulla questione del Pozzo Rivolta 001
- apparsa lunedì 3 Agosto 2009 su Basilicatanet.it - rimandano al
mittente ogni accusa di infondatezza.
In merito, gli uffici regionali in oggetto - in perfetto gergo
burocratese e politichese - ribadendo di non aver mai autorizzato il
Pozzo Rivolta 001 essendo stato "autorizzato già nel 1987
dall'allora Ministero per l'Industria", oltre a disorientare
l'attenzione dei cittadini, esprimono posizioni senza alcun significato.
Infatti, l'aver scoperto questo non cambia né la sostanza, né la forma
della richiesta del Movimento NoScorie Trisaia - ancora valida - di
chiusura cautelativa del pozzo, né tantomeno salva il Dipartimento
Ambiente dalle sue responsabilità.
La OLA e NoScorie, ricordano come all'ultimo Tavolo della Trasparenza
del marzo scorso - mentre veniva chiesto alla Regione di non perforare
nei dintorni dell'Itrec di Rotondella - data l'estrema pericolosità del
materiale radioattivo presente - la stessa nascondeva ai partecipanti
l'esistenza del pozzo Rivolta 001, piazzato nel bel mezzo di un'area
idrica (il torrente Rivolta e il fiume Sinni) e a circa 200 metri
dall'area dei rifiuti radioattivi del centro della Trisaia.
Atteggiamento, questo, oltre modo gravissimo per le possibili
implicazioni per la salute dei cittadini e per gli ecosistemi naturali e
costieri del Metapontino.
Pubblicato il: 04 Agosto 2009 - Ore 23:17
NOSCORIE TRISAIA
noscorietrisaia@libero.it
01.08.2009
CHIUDETE IL POZZO DI GAS RIVOLTA 01 E'
' PERICOLOSO PER I RIFIUTI NUCLEARI DELL'ITREC
Ha dell'assurdo e dell'impensabile, ma tutto questo avviene in
Basilicata dove gli amministratori regionali abbagliati sulla via di
Damasco dalle compagnie petrolifere hanno concesso il V.I.A alle
trivellazione e all'estrazione di gas a 200 metri dal centro nucleare
Sogin della Trisaia.
Mentre in tutto il mondo creano e impongono fasce di rispetto e divieti
vicino i corsi d'acqua,le coste ,i centri abitati e sopratutto i centri
nucleari, qui in Basilicata per far arricchire di qualche migliaio di mc
di gas pochi eletti si mette a rischio e repentaglio la stabilità del
suolo dove è presente un centro nucleare con rifiuti nucleari di II e
III categoria, in pratica i più pericolosi. Il pozzo in questione si
chiama Rivolta 01 , è a 200 mt dal centro nucleare, in mezzo a due
fiumi posizionato centralmente a poche centinaia di metri tra il Rivolta
e il Sinni, a poche centinaia di metri dall'area SIC Bosco Pantano ,a 2
Km dalla spiaggia di Rivolta e dei villaggi turistici ,a 2 Km dal centro
urbano di Nova Siri Scalo . Il pozzo di idrocarburi si trova nella
concessione Nova Siri Scalo, una piccolissima concessione che a sua
volta è inglobata o imboscata nella concessione Policoro .Il pozzo
comunque è ubicato nel territorio di Rotondella ed è in esercizio dal
2004 con una pr
oduzione media annua di 46.000 mc ed è gestito dalla Gas Plus.
Il centro Sogin della Trisaia attende la sistemazione della messa in
sicurezza dei rifiuti di II e III categoria ad opera della Sogin che
terminerà secondo il suo cronoprogramma la sistemazione nel 2019 .Nel
centro ci sono numerose situazioni precarie legate alle fosse interrate
dove sono presenti i rifiuti di II e III cat. ,le piscine dove è
presente il combustibile di Elk River con le 64 barre uranio torio ,nonchè
i liquidi ad alta attività custoditi in una cisterna a cui è proibito
avvicinarsi che devono essere solidificati ,nonchè altri capannoni con
bidoni di scorie e impianti sensibili .Già nel dicembre 2006 la fossa
interrata fu oggetto di un incidente e di una perdita radioattiva che fu
arginata successivamente con una barriera impermeabile per evitare altre
perdite radioattive nel terreno . I pozzi di gas oltre all'inquinamento
atmosferico (non esistono in zona centraline fisse con controlli
dell'Arpab) e/o alle falde acquifere generano pericolosi fenomeni di sub
sidenza ,o
ssia di abbassamento del suolo fino a 5/6 metri ,tanto da proibirli
nelle zone del Polesine(dove hanno generato alluvioni) e vicino agli
alvei fluviali ,i corsi d'acqua e le zone lagunari. La zona in questione
si trova in mezzo a due fiumi,era una zona paludosa bonificata, ed è
poco distante dal mare e dall'alveo del fiume Sinni .
In pratica l'area ha caratteristiche simili alle zone incriminate del
Nord Italia( dove le istituzioni hanno proibito le trivellazioni nel
Polesine e in Alto Adriatico).
La spiaggia di Rivolta inoltre è sottoposta ad un aggressivo fenomeno
di erosione che porta via oltre un metro di spiaggia l'anno. Per
spiegare la subsidenza (in parole povere) è come quando nel sottosuolo
si estrae gas e si sgonfia una sacca (come un palloncino)e nella parte
superiore del terreno si creano delle depressioni ,che possono generare
danni di qualsiasi tipo a cose e/o persone vicino le aree trivellate.
Il problema della subsidenza e dei danni delle trivellazioni è stato
ben esposto dalle associazioni nelle osservazioni alle procedure di
V.I.A. (Valutazioni di Impatto Ambientale)ai lavori di messa in
sicurezza che la Sogin dovrà effettuare nel centro delle Trisaia , e
nell'ultimo tavolo della trasparenza è stato chiesto all'assessore
Santochirico esplicitamente di proibire qualsiasi trivellazioni intorno
al centro nucleare per questo motivo (ignorando che proprio sotto al
centro ci fosse un pozzo attivo di cui lo stesso assessore era a
conoscenza). Qui non facciamo nessun allarmismo, ma facciamo notare alle
istituzioni la troppa facilità con cui si concedono i pareri e senza
studi approfonditi le valutazioni necessarie sopratutto quando si
tratta di nucleare .Se agli impianti nucleari anche a pozzo esaurito
dovesse succedere qualcosa a livello di stabilità del suolo,o un
incidente in esercizio, chi mai garantirebbe contro un eventuale
incidente nucleare che metterebbe a rischio l'i
ncolumità di migliaia o milioni di persone e di economie collegate ?
Non abbiamo inoltre citato i possibili danni agli investimenti turistici
presenti a Nova Siri o quelli di prossima realizzazione proprio alla
Rivolta di Rotondella , l'incolumità degli agricoltori e dei lavoratori
delle aree industriali di Policoro o degli abitanti di Nova Siri che già
drenano i propri garage con pompe autoclave per abitare già nel
retrodunale della costa sotto il livello del mare.
Pertanto chiediamo all'assessore Santochirico e ai Sindaci del
territorio una convocazione di urgenza del tavolo della trasparenza
,anche per informare l'ignara Sogin di tutto quello che gli accade sotto
casa , per poi per definire il blocco di simili attività pericolose per
le quali molti potrebbero sfuggire alle proprie responsabilità visto
che nessuno può dare sufficienti garanzie in materia nucleare.
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dall'unmig .it
Concessione di coltivazione
NOVA SIRI SCALO
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Titolari
GAS PLUS ITALIANA (100,00%) (r.u.)
(situazione al 31/05/2009)
Regione
Basilicata (7,5 Kmq)
Concessione di coltivazione NOVA SIRI SCALO
Scheda di dettaglio del titolo
Produzione annuale di Gas naturale
pozzo rivolta 01
Produzione di GAS NATURALE (Smc)
Numero anni: 6
Produzione media annuale: 464.272
Produzione media mensile: 46.427
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