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A cura del "non politicamente corretto" Antonio Camuso

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di Antonio Camuso

Gaza 5 novembre 2023, 30esimo giorno di guerra

El Alamein 23ottobre-5 novembre 1942

Dalle immagini trasmesse in  un telegiornale RAI , che  per eccessiva esaltazione delle doti dell’esercito israeliano, rompeva la censura e  le veline sulla mostrificazione dei combattenti/terroristi palestinesi di Hamas ed altre formazioni armate di Gaza:

“-… le difficoltà che incontra l’esercito israeliano entrato nella Striscia si evincono dal filmato girato con la webcam di un terrorista di Hamas che, uscendo da un tunnel nascosto tra la vegetazione, si lancia contro un carro armato israeliano e pone sulla torretta un ordigno esplosivo, lo innesca con un meccanismo a tempo e poi allontanandosi, aspetta l’esplosione. Poi, imbracciando un RPG gli lancia contro un razzo anticarro nel punto indebolito dalla mina…”-

Vedere quel video di pochi secondi  mi ha riportato indietro di sessant’anni, quando , da bambino, mio padre, un sottufficiale della Marina Militare, mi portò a vedere il film El Alamein di Guido Malatesta. L’immagine dei paracadutisti della Folgore e dei bersaglieri che nella depressione di El Qattara nel 1942 armati di borttiglie incendiarie, bombe a mano e  mine magnetiche  lanciandosi tra i cingoli dei possenti carri armati inglesi  cercarono di arrestarne l’avanzata, è rimasta per me l’icona del supremo atto di coraggioso e spavaldo  eroismo.

 Un ‘icona  rimasta  integra anche negli anni della gioventù quando abbracciai  le idee rivoluzionarie di sinistra incompatibili con quella cultura della destra neofascista che  si era impossessata idealmente di quel fatto glorioso, nonostante che fosse stato Mussolini e il Fascismo ad inviare nel deserto, praticamente a mani nude, quei soldati.

Intorno ad un mito distorto  la parola Folgore ed El Alamein son divenuti un simbolo identitario anche per le frange più estreme e stragiste  del neofascismo e del terrorismo nero ed ancor oggi,  le esternazioni discutibili di un certo generale sono state associate a quel mito.

Nel dopoguerra, nell’immmaginazione collettiva di  milioni di italiani di qualunque fede politica , i fatti di El Alamein , entrarono a far parte dell’epica guerriera , patrimonio della cultura occidentale, quali il sacrificio di Leonida e dei trecento spartani alle Termopili,  o del gladiatore Spartaco e, ancor prima, l’audacia di Davide che uccise il gigante Golia e tante altre ancora…  Miti che altri  in buona o malafede ne han fatti propri nonostante le crepe che appaiono nella rigorosa analisi storica.

 La storia militare dei popoli  ha bisogno di atti eroici nel processo di identificazione  in coloro che si sacrificaronono per un ideale, anche il più malefico e perverso che fosse e che ebbero il coraggio di affrontare la morte dinanzi ad un nemico che si sapeva invincibile.A volte l’atto eroico  è riconosciuto universalmente quando ,  avulso dalla bandiera o la divisa da chi lo ha compiuto, è onorato anche dall’avversario risultato vincitore sul campo. Una forma di far play abbandonata negli ultimi decenni dal mondo occidentale ossessionato dall’apparire  l’unico depositario di valori positivi quali la giustizia la democrazia, la libertà , ecc.  poichè il campo avversario   è abitato da “mostri non umani” , dei quali occorre sbarazzarsene , poiché, alla stregua degli zombie di Romero, capaci di infettare  a loro volta parti sane della società umana. Che essi  siano i gerriglieri vietcong,  o palestinesi,  talebani, o gli sciti Hezbollah e tanti altri “cattivi e spregevoli riottosi al rispetto delle civili regole” non hanno diritto di nessun onore delle armi anche se qualche volta come nel Vietnam prima e in Afghanistan poi, siano proprio  i “cattivi a “ prevalere.

Nella presuntuosa  e razzista convinzione della superiorità della nostra cultura e modelli occidentali non comprendiamo  quanto certi gesti come quello in questione  del palestinese che affronta il carro armato, entreranno a far parte  di quell’epica guerriera in cui si abbevereranno  non solo studiosi ed amanti della storia militare ma anche future generazioni di quel mondo arabo di cui oggi temiamo  solo che non ci chiuda i rubinetti del petrolio e del gas e che non sostenga il proliferare di “zombie” aggirantesi per le nostre tranquille città.

Nota per il lettore di questo articolo: Il sottoscritto  prova medesimo orrore e sdegno  per  l’uccisione indiscriminata di civili israeliani del 7 ottobre , così come quella dei civili palestinesi   e auspica  che si ponga fine  immediatamente a tali massacri poiché il loro perpetuarsi genererà solo altri lutti…restiamo umani…

Antonio Camuso

 Brindisi, 5 novembre 2023

pugliantagonista at libero.it

 

Vedi anche:   Morire per Gaza? Parte prima

 Il Pizzino, l’arma segreta di Hamas.

ovvero

quando la vendetta di Israele si abbattè contro i” consigliori “corleonesi di Hamas…

di Antonio Camuso