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Rep. Dem. Congo, 90 milioni di abitanti in vertiginosa crescita. La scheda n 1 dell’Osservatorio sui Balcani di Brindisi su: Rifugiati interni, profughi, Piramide demografica, indici di fertilità, mortalità infantile,urbanizzazione. di Antonio Camuso In questa prima scheda dedicata al Congo, in linea con il nostro “non politicamente corretto” non ci addentreremo nell’elencarvi i dati su materie prime, indici di industrializzazione, rapporti su PIL, ecc, poiché riteniamo siano gli esseri umani l'elemento principale che identifica un Paese, ancor più in un Continente come quello africano. Riteniamo quindi che, invece di offuscarsi il cervello con gli atti di contrizione sui passati colonialisti , sia importante oggi, per comprendere in quale futuro si incamminano paesi come questo, vadano studiati e interpretati correttamente gli indici demografici, tassi di fertilità, indici di mortalità infantile, tassi di urbanizzazione. Solo da una giusta comprensione di essi, si possono comprendere determinate dinamiche dell’oggi e del futuro, sulle capacità di tenuta sociale, il formarsi di spinte migratorie o di elementi di instabilità nel sistema politico che regge una Nazione. I futuri interventi economici sia interni che esterni , di sotegno per valorizzare le ricchezze naturali, agricole, industriali, ecc senza l’innalzamento del livello socio-culturale ,tale da modificare quegli indici che noi riteniamo fondamentali, sarebbero ben presto vanificati in una sorta di cortocircuito autoalimentante. Nel caso del Congo dobbiamo comunque considerare la sua particolarità di un paese che nella sua storia millenaria, ha avuto un secolo di colonialismo, passando poi, con l’indipendenza ad uno stato di guerra civile infinita, ed una crescita demografica galoppante, in un contesto complesso tra lotte tribali ed ingerenze esterne divenendo un problema per la stabilità del Centro-Africa e costringendo l’ONU ad intervenire tempo fa con la missione MONUSCO.
Dalla scheda aggiornata al 2015 sulla missione di peacekeeping MONUSCO, si comprende come già 5 anni fa il paese, che contava poco più di 75 milioni di abitanti , doveva sopportare ben 2.700.000 rifugiati interni , oltre che 100.000 congolesi espulsi dall’Angola, mentre nle provincie dell’Est del Paese, ospitavano altri 2.500.000 profughi. La provincia di Nord-Kivu, con capitale Goma, in cui è avvenuto l’ agguato all’ambasciatore italiano, da sola ospitava già 5 anni fa , 1 milione di profughi provenienti dal Ruanda, Uganda e Burundi. , paesi che a loro volta hanno responsabilità sull’instabilità in quella zona di confine. La richiesta che portò l’ONU ad inviare le forze militari internazionali della missione Monusco, partiva dal tentativo di stabilizzare una situazione impossibile da gestire per un paese come il Congo diviso politicamente e con una lontanissima capitale Kinshasa. Una missione Monusco dai numeri e dalle risorse irrilevanti e che si è dimostrata incapace di modificare alcunchè in quanto a sicurezza di quelle regioni e dove gli interventi umanitari di ONG e WFP , rappresentano solo una boccata di ossigeno ad una popolazione senza prospettive nel futuro. Congo Demografia. La missione impossibile , il macigno di Sisifo, per qualunque folle uomo politico congolese che volesse guidare unitariamente quella nazione è la sua demografia i cui dati sono impressionanti. Il Congo del periodo coloniale degli anni 50 era un paese di 15 milioni di abitanti che abitavano al 90% in aree rurali. Dalla sua indipendenza nel 1960 , ha impiegato i successivi 20 anni per raggiungere nel 1980 i 25 milioni di abitanti, sfruttando un tasso di fertilità crescente da 6 nati per donna nel 1960 , a 6,5 nati per donna del 1980. Tasso di fertilità da primato, anche per l’Africa. Un indice che ha raggiunto il culmine sfiorando i 7 figli per donna tra il 1995 e il 2005 e che solo tra il 2015 e il 2020 si è riportato all’inziale 6 per donna. Una situazione che vede il Congo al secondo posto dopo il Niger tra i paesi più fertili dell’Africa . Gli studi condotti per conto dell’ONU prevedono che accomunandosi con l’area Niger e Nigeria, essi siano i paesi che entro il prossimo ventennio causeranno fortissime ondate migratorie, in particolare verso l’Europa .
Con questi indici demografici la popolazione della Repubblica Democratica del Congo sfiorerà nel 2021 i 90 milioni di abitanti , ovvero 75 milioni di abitanti in più che aveva al momento della sua indipendenza nel 1960, con un tasso di crescita del 600 per cento in 60 anni. La piramide demografica ha anch’essa caratteristiche da far tremare i polsi a qualunque demografo che volesse inventarsi il sistema per ridurre la natalità e per stabilizzare economicamenter il Paese. La scheda che riportiamo è relativa ai dati del 2013 , quando il paese contava 70 milioni di abitanti. Nel frattempo se ne sono aggiunti quasi altri 20 milioni dall’età da zero a 20 nni che si distribuiscono anch’essi sui gradini bassi della piramide aumentando così le proiezioni degli ndici di crescita e che possiamo approssimare oggi, nel 2021, a circa 60 milioni di congolesi, uomini e donne dall’età tra zero e 29 anni e dei quali circa 30 milioni nell’età fertile con indici da 5 a 6 figli per coppia . Il paradosso dell’intervento umanitario a favore della salute di puerpere e nascituri. Qualche risultato nel contenimento delle nascite si può attribuire alle agenzie che operano nel campo della contraccezione e nei percorsi di maternità responsabile presso le popolazioni rurali , a cui si sono aggiunte le dinamiche connesse alla crescente urbanizzazione: negli ultimi 20 anni si è registrato il “ritorno “ dell’indice di fertilità a 6 figli per donna. Paradossalmente il migliorametno dell’assistenza alle puepere e ai neonati , grazie ai presidi sanitari di diverse Agenzie, ha prodotto un sensibile calo della mortalità infantile come da scheda da noi allegata. Nel 1955 la mortalità infantile era di 170 morti ogni 1000 nati, ed essa è calata sino a poco più di 50 morti ogni 1000, nel 2000. Un dato cheinfliusce anchìesso nello spingere verso l’alto la crescita demografica. Ebola: la peste pronta a riesplodere e mettere in crisi ogni intervento sanitario.
Pochi giorni fa un nuovo caso di Ebola è stato segnalato, dalla Agenzia ONU per la salute , dimostrando quanto questa malattia abbia un carattere endemico nelle regioni centrafricane e che se si diffondesse dalle aree rurali a quelle delle popolose città sarebbe disastrosa. L’urbanizzazione in Congo L’elemento che rappresenta l’ulteriore campanello d’allarme per gli analisti che cercano di prevedere il futuro di questo paese, è la crescente urbanizzazione della popolazione.
Come ricordavano, nel 1960, essa era prevalentemente rurale , ma oggi oltre il 40 per cento della popolazione, ovvero 40 milioni di abitanti vivono in città, sovraffollate, bisognose sempre più di servizi igienici, sanitari, di trasporto, capaci di evitare che diventino fonti di epidemie, ed in un contesto di devastanti diseguagliane sociali, ulteriori spinte alla guerra civile permanente di cui soffre questo , grande e bellissimo Paese.
Antonio Camuso Osservatorio sui Balcani di Brindisi Brindisi 24-2-2021
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vedi anche 1)L’assassinio dell’ambasciatore Italiano in Congo:
fatalità o violazione di elementari protocolli di sicurezza? |