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Palermo :Sabato 23 gennaio una grande manifestazione a
sostegno dello Zlab 

 

        Vista l'incapacità da parte delle istituzioni di trovare una soluzione
abitativa per i 30 sudanesi sgomberatii martedi con la forza assieme al
collettivo del Laboratorio Zeta di Palermo da quella che era stata la loro
casa per 9 anni stamattina si è deciso di rioccupare.
Sosteniamo l'iniziativa con forte convinzione e determinazione.

Associazione Peppino Impastato - Casa Memoria

di seguito il Comunicato Cobas sulla grande manifestazione del 23/1 a Palermo

Grande risposta di Palermo contro
lo sgombero dello ZLab

Sabato 23 gennaio una grande manifestazione a
sostegno dello Zlab e degli spazzi liberati si è snodata per diverse
ore per le vie della città. Più di cinquemila manifestanti sono
partiti
alle 17 da via Boito, sede storica dello Zlab, arrivando alla
sede
della Prefettura in via Cavour.
Un corteo compatto, combattivo e
di
lotta, aperto dalla comunità dei sudanesi e dal collettivo dello
Zlab.
La solidarietà della città si è vista sin dalla mattinata
quando
numerosi lenzuoli con disegnata la Z, simbolo del Laboratorio,
sono
stati esposti dai balconi in via Boito, dimostrazione palese del
legame
stretto fra il Laboratorio Zeta e il quartiere. Un corteo
plurimo e
variopinto, caratterizzato dalla presenza di tutte le realtà
sociali
della città (il Comitato di Lotta per la casa, i senzacasa
occupanti di
piazza Guzzetta, il collettivo 20 luglio, il collettivo
sparo, il
collettivo malefemmine, il circolo Malausséne, i precari
della scuola
in lotta, la Confederazione COBAS, le RdB) ma anche i
Laici
Comboniani, padre Notari del Centro Arrupe, Fulvio Vassallo
Paleologo
dell'ASGI, il Centro Impastato, i compagni di Radio Aut,
la
cooperativa Marinella, la delegazione ell'Experia di Catania, la
Federazione della Sinistra, Sinistra Popolare, la federazione
anarchica, i proletari comunisti, l'excarcere, e tanta gente che è
scesa in piazza per sostenere lo Zlab e per l'indignazione contro la
violenza gratuita operata da polizia e carabinieri martedì pomeriggi.
Un bella pagina per la città di Palermo, una Palermo che resiste, che
lotta e si oppone al malgoverno, all'arroganza mafiosa di chi ha messo
la città in ginocchio, di chi ha dilapidato le casse comunali, di chi
fa finta di non accorgersi delle emergenze sociali che stanno
lievitando in modo esponenziale in questa città. Un governo cittadino
che non si accorge dell'emergenza abitativa e ordina sgomberi di case
occupate in pieno inverno, un governo cittadino che non si accorge che
la cintura industriale di Palermo viene smantellata ogni giorno
(Keller, Fincantieri, Magneti Marelli, Fiat, Italtel, ecc) con la
creazione di migliaia di nuovi disoccupati. Una classe dirigente che
avalla lo sgombero del laboratorioZeta per far posto ad un asilo
privato mettendo sul lastrico 32 sudanesi beneficiari di diritto
d'asilo, chiudendo la scuola gratuita d'italiano per stranieri,
chiudendo l'esperienza di nove anni di integrazione sociale,
multietnica e culturale di via Boito 7.
Ma per fortuna c'è la gente
reale, ci sono le cinquemila persone che sfidando il freddo hanno con
rabbia e tanto orgoglio attraversato le strade di una città in
abbandono al grido unanime:
il laboratorio Zeta non si tocca
x i cobas
renato franzitta

Palermo, in corso lo sgombero del Laboratorio Zeta

 

COMUNICATI SOLIDARIETà COBAS E ASS AZAD E ALTRI

INVIAMO LA SOLIDARIETA' AI COMPAGNI E ALLE COMPAGNE  DI PALERMO  CHE STANNO AFFRONTANDO QUESTO DIFFICILE MOMENTO. CORAGGIO! ALLE VIOLENZE SI RISPONDE CON NUOVA E PIU' FORTE ORGANIZZAZIONE! !!

ASS.NAZ.AZAD

 

Palermo, 19/20 gennaio 2010

LABORATORIO ZETA DI PALERMO SOTTO
SGOMBERO.
CENTINAIA DI DIMOSTRANTI FRONTEGGIANO REPARTI DI Polizia e
carbinieri

Martedì 19 gennaio con un ingente spiegamento di
carabinieri e polizia le forze della repressione di Stato hanno
sgomberato il LaboratorioZETA di Palermo. Dalle prime ore del mattino
si è formato un presidio resistente con la chiara intenzione a non
abbandonare il centro sociale che da nove anni è il centro di
aggregazione e di produzione politica e sociale di questa città. Dal
Laboratorio ZETA sono partite moltissime mobilitazioni, dalla cacciata
del presidente mafioso della Regione Siciliana Totò Cuffaro a quelle
di
solidarietà per la Palestina, alle iniziative per i senzacasa,
solo
per
citare le più recenti. Ma non solo mobilitazioni, anche
teatro,
doposcuola, accoglienza, contro-informazione . Il Laboratorio
dal 2003
è
anche una struttura di accoglienza abitativa per sudanesi
con asilo
politico e umanitario. Il Laboratorio ZETA è una esperienza
importantissima per Palermo, avendo rappresentato una casa per i
dissidenti, i migranti, gli asilanti, gli antagonisti. In questi 9
anni il Laboratorio ZETA ha avuto un ruolo cruciale nella città di
Palermo.
Lo sgombero violento del Laboratorio Zeta è iniziato
stamattina . Numerosi poliziotti e carabinieri corredati di scudi,
manganelli, caschi ed armi, hanno buttato fuori dal centro gli
occupanti e trentuno asilanti sudanesi che da anni trovano accoglienza
nel centro sociale.
In modo violento il Laboratorio è stato invaso e
sono state murare porte e finestre.
Più di duecento palermitani (tra
cui diversi precari della scuola e i senzacasa occupanti di via
Guzzetta) si sono radunati in via Boito per difendere ZetaLab, fin
dalla mattina, e tre di loro sono saliti sul tetto dell'edificio.
Alle
18,30, le forze della repressione di stato, senza nessun motivo
palese, hanno più volte caricato violentemente i manifestanti
respingendoli con la forza fino a via Leonardo da Vinci.
Nel corso
della carica i questurini hanno picchiato duramente, senza alcun
motivo
se non quello di sfogare la loro aggressività, ferendo alcuni
attivisti: il più grave, un professore universitario attivo nel
movimento non-violento, colpevole come tutti gli altri di trovarsi lì
a
dare solidarietà agli sgomberati, è stato colpito in faccia ed è
stato
ricoverato con altri due manifestanti all'ospedale di Villa
Sofia.
Tre
manifestanti sono stati fermati e successivamente il fermo
è stato
trasformato in arresto. Il processo per direttissima è
previsto per
questa mattina.
Il presidio sta continuando per tutta la
notte: i
sudanesi hanno impiantato una tendopoli davanti al portone
dello Zlab e
altre tende sono state montate dai compagni dello Zeta
con l'intenzione
di non andarsene e di continuare il presidio..
La
mobilitazione
continua, appuntamento oggi mercoledì 20 alle 16,00 in
via Boito

x i
cobas
renato franzitta 

 

 

CONFEDERAZIONE COBAS

Roma, viale Manzoni 55 - Tel 0670452452 - Fax 0677206060 – email  cobas@cobas.it

Coordinamento Regionale Siciliano

p.zza Unità d’Italia 11 – 90144 Palermo- Tel. 091.34.91.92- Tel/Fax 091.34.92.50

http://cobassicilia.wordpress.com                e mail:  c.cobassicilia@tin.it

 

Palermo, 20 gennaio 2010

al SE il Prefetto di Palermo

al Sindaco della città di Palermo

 

 

RIPRISTINARE LA LEGALITA' IN VIA BOITO

RESTITUIRE IL LABORATORIO ZETA ALLA CITTA'

 

La Confederazione COBAS della Sicilia denuncia l'ignobile azione repressiva attuata martedì 19 gennaio che con con un ingente spiegamento di carabinieri e polizia ha  sgomberato il LaboratorioZETA di Palermo.

Con una violenza ingiustificata sono stati sgomberati 31 beneficiari di asilo politico e umanitario sudanesi ospitati nella struttura dal 2003.

Il Laboratorio Z è  un presidio permanente interculturale e di integrazione interetnica, ha superato le croniche deficienze delle amministrazioni locali garantendo asilo, assistenza e accoglienza. Ha svolto una politica culturale con corsi gratuiti di italiano per stranieri, è stato un propulsore di iniziative sociali contro la criminalità mafiosa, il malgoverno, per i diritti.

In una città che priva di strutture pubbliche è uno scandalo il privare Palermo di un presidio democratico, antirazzista, antimafioso, antifascista come LaboratorioZ per consegnare i locali alla associazione ASPASIA che per puro interesse di lucro vuole impiantare una struttura privata in locali pubblici.

La Confederazione COBAS chiede il ripristino della legalità! Attraverso

1.      la restituzione immediata della struttura di via Boito 7 (Laboratorio Zeta) al collettivo che da nove anni ha ridato alla città una struttura abbandonata

2.      il rientro nei locali di via Boito 7 (Laboratorio Zeta) dei sudanesi beneficiari di asilo politico e umanitario

3.      il ripristino dei locali di via Boito 7 (Laboratorio Zeta) per la continuazione dei corsi gratuiti di alfabetizzazione per  gli stranieri

La Confederazione COBAS denuncia la violenza ingiustificata di Polizia e Carabinieri che senza nessun motivo plausibile martedì 19 dopo le 18 hanno violentemente caricato con i manganelli e gli scudi i pacifici cittadini che stavano solidarizzando con il Laboratorio Zeta, provocando il ferimento di almeno cinque persone e l'arresto ingiustificato di tre cittadini.

 

x i cobas

renato franzitta

 

 

 

 

19 gennaio 2010

Lunga giornata per gli occupanti e le occupanti dello Laboratorio Zeta di Palermo e per tutte le persone solidali accorse davanti allo stabile. Cariche nel pomeriggio e in serata. Ci sono alcune persone contuse e due persone sono state portate via dalle forze dell'ordine. Tre occupanti continuano a resistere sul tetto del laboratorio, mentre gli altri e le altre sono in presidio. Tutti identificati i rifugiati sudanesi, che comunque presidiano l'ingresso dello Zeta.
Ascolta le corrispondenze della giornata:

Ore 13:00: schierata la celere e compagni sui tetti
ore 14:30: tutti i rifugiati cacciati dallo zeta, in corso un incontro in assessorato
ore 15:00: Cariche, mentre si tiene un incontro in assessorato
ore 18:00: Ancora una carica; bloccata via Notarbartolo
Ore 20:00 La mobilitazione in strada continua, mentre compagni sono ancora sul tetto
http://www.ondarossa.info/audio/2010_01_19_1005.mp3

 

 

http://www.zic.it/palermo-in-corso-lo-sgombero-del-laboratorio-zeta/

Un ingente spiegamento di carabinieri e celere sta eseguendo lo sgombero del Laboratorio Sociale Occupato ZETA di Palermo. Dalle prime ore del mattino si è formato un presidio resistente di compagni e solidali intenzionati a non abbandonare il centro sociale. La mobilitazione sta crescendo e alle 12.00 almeno 200 persone hanno raggiunto il presidio in via Arrigo Boito, 7. Dentro il centro sociale i carabinieri impediscono ai migranti (per lo più sudanesi), che fin dal 2003 abitano nella struttura, di uscire mentre ai giornalisti è impedito di entrare e filmare le azioni di sgombero. I compagni hanno già resistito ad una carica della celere che voleva creare un varco per far passare i mezzi per murare gli ingressi del centro sociale. La situazione è dunque molto tesa e si temono ulteriori prove di forza da parte della questura. Il Laboratorio ZETA è una esperienza importantissima per Palermo, avendo rappresentato una casa per tutti i dissidenti, sovversivi, clandestini, antagonisti che ne abbiano avuto esigenza. Dal Laboratorio ZETA sono partite moltissime mobilitazioni, dalla cacciata del presidente mafioso della Regione Siciliana Totò Cuffaro a quelle di solidarietà per la Palestina, solo per citare le più recenti. Ma non solo mobilitazioni, anche teatro, doposcuola, accoglienza, contro-informazione. In questi 9 anni il Laboratorio ZETA ha avuto un ruolo cruciale nella città di Palermo. Per questo resistiamo e non ci arrendiamo!

Compagne e compagni solidali con lo zeta

> Comunicato del Laboratorio Zeta contro lo sgombero:

Quella di Zeta è una storia collettiva, che sta dentro i percorsi di democrazia partecipata e di difesa dei diritti sociali che hanno segnato la nostra città negli ultimi dieci anni.

La storia del Laboratorio Zeta è la storia di quanti in questi anni hanno condiviso, sostenuto e accompagnato questo percorso politico, per un tratto breve o lungo, per una sera o per anni interi contribuendo alla sua trasformazione.

Dal 20 marzo 2001, quello che era uno stabile abbandonato è stato trasformato in uno spazio pubblico, divenendo laboratorio di sperimentazione culturale e di partecipazione sociale e politica in prima linea nelle lotte per il diritto alla casa, la difesa dei beni comuni, i diritti dei migranti, la denuncia del sistema di potere affaristico-politico-mafioso che governa la città.

In questi 8 anni abbiamo prodotto e ospitato laboratori e spettacoli teatrali, presentazioni di libri e di video, concerti, rassegne cinematografiche, seminari, dibattiti, mostre fotografiche e pittoriche, corsi di informatica, corsi di italiano per stranieri, ecc… E’ attiva una biblioteca con più di 2000 volumi.

Dal marzo 2003 ha preso vita un’esperienza di cogestione abitativa. Questa esperienza nasce dall’incontro con un gruppo di richiedenti asilo sudanesi, insieme ai quali è stato intrapreso un percorso di rivendicazione dei diritti dei migranti.

Lo Zeta è così diventato un punto di riferimento, stabile o di passaggio, per centinaia di migranti di ogni nazionalità che hanno collaborato alla trasformazione e alla gestione degli spazi, sperimentando una forma di accoglienza lontana da logiche paternalistiche ed assistenziali. In quest’ottica nel 2006 abbiamo lanciato una campagna di solidarietà, che grazie ad una sottoscrizione popolare, ha consentito l’autorecupero e la ristrutturazione degli spazi abitativi (bagni, lavanderia, cucina).

Nell’assenza totale di politiche di accoglienza da parte dell’Amministrazione, lo Zeta è l’unico spazio di accoglienza laico della città, ruolo ipocritamente legittimato dalle stesse istituzioni che, pur non riconoscendolo ufficialmente, lo hanno inserito nell’elenco dei servizi agli immigrati presenti sul territorio.

Gli attacchi susseguitisi nell’ultimo anno ad esponenti del movimento e al comitato di lotta per la casa sono segnali che vanno nella stessa direzione, quella del tentativo di azzeramento dei conflitti sociali e della normalizzazione di una città che è tutt’altro che normale.

Sono tutte questioni non tecnico-giuridiche, ma politiche e sociali.

Ciò che è in gioco non è la destinazione d’uso di un posto, ma la quota di democrazia di una città.

Zetalab non si tocca

Laboratorio Zeta

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