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è consentita la riproduzione a fini non di lucro con l'obbligo di riportarne la fonte Palermo
:Sabato 23 gennaio una grande manifestazione a
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l'incapacità da parte delle istituzioni di trovare una soluzione Palermo, in corso lo sgombero del Laboratorio Zeta
COMUNICATI SOLIDARIETà COBAS E ASS AZAD E ALTRI INVIAMO LA SOLIDARIETA' AI
COMPAGNI E ALLE COMPAGNE DI PALERMO CHE STANNO
AFFRONTANDO QUESTO DIFFICILE MOMENTO. CORAGGIO! ALLE VIOLENZE SI
RISPONDE CON NUOVA E PIU' FORTE ORGANIZZAZIONE! ASS.NAZ.AZAD
Palermo, 19/20 gennaio 2010
CONFEDERAZIONE
COBAS Roma,
viale Manzoni 55 - Tel
0670452452 - Fax 0677206060 – email
cobas@cobas.it Coordinamento Regionale Siciliano p.zza Unità d’Italia 11 – 90144 Palermo- Tel. 091.34.91.92-
Tel/Fax 091.34.92.50 http://cobassicilia.wordpress.com
e mail: c.cobassicilia@tin.it Palermo, 20 gennaio
2010 al SE il Prefetto di Palermo al Sindaco della città di Palermo RIPRISTINARE
LA LEGALITA' IN VIA BOITO RESTITUIRE
IL LABORATORIO ZETA ALLA CITTA' La Confederazione COBAS della Sicilia
denuncia l'ignobile azione repressiva attuata martedì 19 gennaio che
con con un ingente spiegamento di carabinieri e polizia ha
sgomberato il LaboratorioZETA di Palermo. Con una violenza ingiustificata sono
stati sgomberati 31 beneficiari di asilo politico e umanitario
sudanesi ospitati nella struttura dal 2003. Il Laboratorio Z è
un presidio permanente interculturale e di integrazione
interetnica, ha superato le croniche deficienze delle amministrazioni
locali garantendo asilo, assistenza e accoglienza. Ha svolto una
politica culturale con corsi gratuiti di italiano per stranieri, è
stato un propulsore di iniziative sociali contro la criminalità
mafiosa, il malgoverno, per i diritti. In una città che priva di strutture pubbliche è
uno scandalo il privare Palermo di un presidio democratico,
antirazzista, antimafioso, antifascista come LaboratorioZ per
consegnare i locali alla associazione ASPASIA che per puro interesse
di lucro vuole impiantare una struttura privata in locali pubblici. La Confederazione COBAS chiede il
ripristino della legalità! Attraverso 1.
la restituzione immediata della struttura di via Boito 7
(Laboratorio Zeta) al collettivo che da nove anni ha ridato alla città
una struttura abbandonata 2.
il rientro nei locali di via Boito 7 (Laboratorio Zeta) dei sudanesi beneficiari di
asilo politico e umanitario 3.
il ripristino dei locali di via Boito 7 (Laboratorio Zeta) per
la continuazione dei corsi gratuiti di alfabetizzazione per
gli stranieri La Confederazione COBAS denuncia la
violenza ingiustificata di Polizia e Carabinieri che senza nessun
motivo plausibile martedì 19 dopo le 18 hanno violentemente caricato
con i manganelli e gli scudi i pacifici cittadini che stavano
solidarizzando con il Laboratorio Zeta, provocando il ferimento di
almeno cinque persone e l'arresto ingiustificato di tre cittadini. x
i cobas renato
franzitta
19 gennaio 2010 Lunga
giornata per gli occupanti e le occupanti dello Laboratorio Zeta di
Palermo e per tutte le persone solidali accorse davanti allo stabile.
Cariche nel pomeriggio e in serata. Ci sono alcune persone contuse e
due persone sono state portate via dalle forze dell'ordine. Tre
occupanti continuano a resistere sul tetto del laboratorio, mentre gli
altri e le altre sono in presidio. Tutti identificati i rifugiati
sudanesi, che comunque presidiano l'ingresso dello Zeta.
http://www.zic.it/palermo-in-corso-lo-sgombero-del-laboratorio-zeta/ Un ingente spiegamento di carabinieri e celere sta eseguendo lo sgombero del Laboratorio Sociale Occupato ZETA di Palermo. Dalle prime ore del mattino si è formato un presidio resistente di compagni e solidali intenzionati a non abbandonare il centro sociale. La mobilitazione sta crescendo e alle 12.00 almeno 200 persone hanno raggiunto il presidio in via Arrigo Boito, 7. Dentro il centro sociale i carabinieri impediscono ai migranti (per lo più sudanesi), che fin dal 2003 abitano nella struttura, di uscire mentre ai giornalisti è impedito di entrare e filmare le azioni di sgombero. I compagni hanno già resistito ad una carica della celere che voleva creare un varco per far passare i mezzi per murare gli ingressi del centro sociale. La situazione è dunque molto tesa e si temono ulteriori prove di forza da parte della questura. Il Laboratorio ZETA è una esperienza importantissima per Palermo, avendo rappresentato una casa per tutti i dissidenti, sovversivi, clandestini, antagonisti che ne abbiano avuto esigenza. Dal Laboratorio ZETA sono partite moltissime mobilitazioni, dalla cacciata del presidente mafioso della Regione Siciliana Totò Cuffaro a quelle di solidarietà per la Palestina, solo per citare le più recenti. Ma non solo mobilitazioni, anche teatro, doposcuola, accoglienza, contro-informazione. In questi 9 anni il Laboratorio ZETA ha avuto un ruolo cruciale nella città di Palermo. Per questo resistiamo e non ci arrendiamo! Compagne e compagni solidali con lo zeta > Comunicato del Laboratorio Zeta contro lo sgombero: Quella di Zeta è una storia collettiva, che sta dentro i percorsi di democrazia partecipata e di difesa dei diritti sociali che hanno segnato la nostra città negli ultimi dieci anni. La storia del Laboratorio Zeta è la storia di quanti in questi anni hanno condiviso, sostenuto e accompagnato questo percorso politico, per un tratto breve o lungo, per una sera o per anni interi contribuendo alla sua trasformazione. Dal 20 marzo 2001, quello che era uno stabile abbandonato è stato trasformato in uno spazio pubblico, divenendo laboratorio di sperimentazione culturale e di partecipazione sociale e politica in prima linea nelle lotte per il diritto alla casa, la difesa dei beni comuni, i diritti dei migranti, la denuncia del sistema di potere affaristico-politico-mafioso che governa la città. In questi 8 anni abbiamo prodotto e ospitato laboratori e spettacoli teatrali, presentazioni di libri e di video, concerti, rassegne cinematografiche, seminari, dibattiti, mostre fotografiche e pittoriche, corsi di informatica, corsi di italiano per stranieri, ecc… E’ attiva una biblioteca con più di 2000 volumi. Dal marzo 2003 ha preso vita un’esperienza di cogestione abitativa. Questa esperienza nasce dall’incontro con un gruppo di richiedenti asilo sudanesi, insieme ai quali è stato intrapreso un percorso di rivendicazione dei diritti dei migranti. Lo Zeta è così diventato un punto di riferimento, stabile o di passaggio, per centinaia di migranti di ogni nazionalità che hanno collaborato alla trasformazione e alla gestione degli spazi, sperimentando una forma di accoglienza lontana da logiche paternalistiche ed assistenziali. In quest’ottica nel 2006 abbiamo lanciato una campagna di solidarietà, che grazie ad una sottoscrizione popolare, ha consentito l’autorecupero e la ristrutturazione degli spazi abitativi (bagni, lavanderia, cucina). Nell’assenza totale di politiche di accoglienza da parte dell’Amministrazione, lo Zeta è l’unico spazio di accoglienza laico della città, ruolo ipocritamente legittimato dalle stesse istituzioni che, pur non riconoscendolo ufficialmente, lo hanno inserito nell’elenco dei servizi agli immigrati presenti sul territorio. Gli attacchi susseguitisi nell’ultimo anno ad esponenti del movimento e al comitato di lotta per la casa sono segnali che vanno nella stessa direzione, quella del tentativo di azzeramento dei conflitti sociali e della normalizzazione di una città che è tutt’altro che normale. Sono tutte questioni non tecnico-giuridiche, ma politiche e sociali. Ciò che è in gioco non è la destinazione d’uso di un posto, ma la quota di democrazia di una città. Zetalab non si tocca Laboratorio Zeta
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