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RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA SUL LAVORO

A CURA DI       "Marco Spezia - sp-mail@libero.it"

SUL CASO DELL'INCIDENTE A BRINDISI NELL'INDUSTRIA  Sanofi Aventis

   

FARE REALMENTE PREVENZIONE, NON SOLO DISCORSI !

Riporto a seguire la notizia dell' ennesimo infortunio mortale sul lavoro.
Uno dei quattro che avvengono tutti i giorni e che in genere vengono
taciuti.
Questo ha avuto da parte dei media una maggiore evidenza per l' aspetto
"spettacolare": l' esplosione del silos, i lavoratori scagliati a decine di
metri di distanza, le foto delle lamiere contorte . . .
E di conseguenza tutti si sono sentiti in dovere di esprimere perplessità e
cordoglio.
Dall' arcivescovo, all' assessore di turno, a Nichi Vendola, agli
amministratori della Sanofi Aventis.
E tutti si augurano che venga fatte piena luce sulle cause dell' incidente.
Come al solito passeranno mesi e anni tra perizie, controperizie, udienze,
rinvii.
Alla fine il reato cadrà in prescrizione o nella migliore delle ipotesi
qualche responsabile verrà condannato per omicidio colposo, con sospensione
condizionale della pena.

Ma è possibile che tutte le volte si ripeta la stessa storia ?
Di morti per esplosioni ne abbiamo già sentito parlare altre volte.
Il caso più eclatante fu quello della Umbria Olii, in cui 4 operai morirono
nel novembre del 2006. Anche in quel caso lavori in appalto, operazioni di
saldatura su un silos, esplosione del silos, morte.
E sempre soltanto DOPO si chiede che venga fatta piena luce sulle cause.
Ma perché non ci si pensa PRIMA ?
Perché non si fa prevenzione ?
Perché non si sa come fare o perché non si vuole ?

Eppure le misure di prevenzione esistono. Sono codificate da anni in norme
tecniche, che sono state richiamate da Direttive Comunitarie e poi da leggi
dello stato.

Riporto più oltre, per chi ha pazienza di leggere, cosa prevede la legge
italiana sulla prevenzione rispetto alle esplosioni e sulla gestione dei
contratti di appalto. Leggendo, si può capire come la norma non lasci nulla
al caso, ma preveda preventivamente una valutazione dettagliata del rischio
di esplosioni e a seguito di tale valutazione, precise procedure tecniche e
procedurali per l' esecuzione di lavori potenzialmente pericolosi (come può
essere una lavorazione di saldatura) nelle zone classificate come a rischio.
Così come la norma preveda il coordinamento delle lavorazioni tra ditte
diverse e il mutuo scambio dei rischi.

Se avviene un' esplosione, quindi, non è per una "tragica fatalità", ma
perché non è stato valutato per niente o non è stato valutato correttamente
il possibile rischio di esplosioni nell' area soggetta a lavorazioni
potenzialmente pericolose, non sono state date precise informazioni ai
lavoratori dei rischi e delle cautele da adottare, non è stata fatta da
parte del datore di lavoro la necessaria vigilanza.

Se avviene un incidente che coinvolge ditte appaltate, non è ancora per
"tragica fatalità", ma perché le ditte appaltate non sono state
adeguatamente informate sui rischi presenti nelle aree in cui dovevano
operare e perché non sono stati correttamente valutati i possibili rischi
dovuti alle interferenze tra lavoratori della ditta committente e quelli
della ditta appaltata.

E' inutile piangere i morti DOPO.
E' inutile invocare l' azione giudiziaria DOPO per fare luce sulle dinamiche
dell' infortunio.

Occorre potenziare e utilizzare al meglio le risorse delle autorità
ispettive perché controllino le aziende e le sanzionino, se necessario,
PRIMA che avvengano gli infortuni.
Occorre sensibilizzare e istruire i lavoratori dei rischi che possono
correre, PRIMA che comincino a lavorare.
Occorrere cambiare la logica del mercato del lavoro, perché è questa logica,
prima di ogni altra cosa, a causare gli infortuni e i morti.

Politici, prelati, imprenditori, sindacati, invece di piangere  e di
vomitare inutili fiumi di parole DOPO, dovrebbero avere il coraggio di
pretendere prevenzione e protezione dei lavoratori PRIMA !

Marco

IL FATTO

Esplosione nello stabilimento Sanofi Aventis: un morto e quattro feriti a
Brindisi.
E' tragico il bilancio di una esplosione avvenuta intorno a mezzogiorno
nello stabilimento della multinazionale farmaceutica Sanofi Aventis, nella
zona industriale di Brindisi.
Inchiesta della procura.
Lutto cittadino. Stabilimento fermo per 24 ore.

di Sonia Gioia

Da: http://bari.repubblica.it

10 giugno 2010

Un morto e quattro feriti: è il tragico bilancio di una esplosione avvenuta
intorno a mezzogiorno nello stabilimento della multinazionale farmaceutica
Sanofi Aventis (ex Lepetit), nella zona industriale di Brindisi.

L'esplosione del coperchio del serbatoio della Sanofi Aventis ha sbalzato a
diverse decine di metri di distanza il corpo di Cosimo Manfreda, l'operaio
di 40 anni deceduto nell'incidente. Il cadavere si è schiantato contro un
altro serbatoio.
Altri tre colleghi di Manfreda, come lui dipendenti dell'azienda brindisina
Cof, hanno riportato gravi ustioni (uno è in condizioni critiche, due sono
ricoverati nel reparto di terapia sub-intensiva). Il quarto operaio rimasto
ferito nell'incidente, dipendente della Sanofi Aventis, è stato medicato in
ospedale e dimesso.

Gli operai della ditta appaltatrice Cos srl stavano saldando un silos
contenente acque reflue quando, per ragioni tutte ancora da accertare, si è
innescata l'esplosione facendo saltare la copertura del serbatoio. Il
brindisino Cosimo Manfreda, 40 anni, è morto sul colpo, altri tre operai
sono stati ricoverati in gravi condizioni al Perrino, si tratta di
Gianfranco Branca, Antonio Mangoni e Antonio Colella, si trovano adesso nel
reparto Grandi ustionati.

Un quarto operaio è stato invece trasferito nel reparto oculistica, per una
lieve ferita ad un occhio. Sono ancora in corso gli interventi della
protezione civile, dei vigili del fuoco oltre che dei carabinieri e della
polizia. Sul posto sono giunti anche il questore Vincenzo Carella e il
sostituto procuratore di turno Pierpaolo Montinaro, oltre che i tecnici dell'Arpa.

La situazione è tornata  sotto controllo, anche se si lavora a tempi serrati
dato che la zona, secondo una mappa della protezione civile, è stata
dichiarata ad alto incidente rilevante. L'obiettivo prioritario è stabilire
se i miasmi delle sostanze chimiche liberate dall'esplosione, possano essere
nocive per la salute pubblica, oltre che per il resto degli operai dello
stabilimento. Il vicesindaco Mauro D'Attis, intervenuto in sostituzione del
primo cittadino Domenico Mennitti che in questo momento si trova all'estero,
ha commentato: "E' una tragedia. E' morto un ragazzo, mentre lavorava. E' un
lutto per l'intera città".

Dopo aver appresa della notizia dell'incidente mortale l'arcivescovo della
città, monsignor Rocco Talucci, impegnato a Roma per la conclusione
internazionale dell'anno sacerdotale con il Papa, esprime "cordoglio e
vicinanza alla famiglia di Cosimo Manfreda, deceduto a seguito
dell'esplosione di un serbatoio". L'arcivescovo assicura "la sua preghiera
per gli altri operai rimasti gravemente feriti a seguito nell'incidente" e
"segue costantemente l'evolversi delle loro condizioni di salute attraverso
il cappellano dell'Ospedale 'Perrino' con il quale si mantiene in stretto
contatto".

Talucci è "vicino ai lavoratori e ai dirigenti delle imprese, sia la Cof per
la quale lavoravano le vittime, sia la Sanofi Aventis, entrambe così
duramente colpite dalla tragedia. Nella speranza che venga fatta al più
presto piena luce sulle cause dell'incidente, monsignor Talucci auspica "un
rinnovato impegno da parte di tutti a garanzia della sicurezza sui luoghi di
lavoro, augurandosi che non si interrompa il processo di rilancio avviato
qualche mese fa da Sanofi Aventis, rilancio che garantirà stabilità di
investimenti sul territorio brindisino".

L'assessore regionale pugliese alla Protezione civile Fabiano Amati
sottolinea che "in questi momenti, riesco solo ad esprimere tristezza e
rabbia per il lavoratore deceduto e per i quattro feriti che sarebbero
rimasti vittima dello scoppio un serbatoio contenente acqua e cloroformio,
durante opere di saldatura".

"Allo stato - aggiunge l'assessore - l'incendio è stato estinto, non risulta
alcuna nube tossica e si sta procedendo a verificare la probabile
contaminazione del suolo da parte dell'Agenzia regionale per l'ambiente".
Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco, gli operatori dell'Arpa, i
carabinieri e la Protezione civile della Provincia di Brindisi.

''Il mondo del lavoro si conferma un vero e proprio terreno minato''. Cosi'
il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, commenta in una nota
l'incidente sul lavoro allo stabilimento chimico Sanofi Aventisi. ''Adesso
occorrera' fare piena luce su quanto e' avvenuto - prosegue - in una
fabbrica considerata all'avanguardia per la capacita' produttiva legata alle
attivita' di ricerca e innovazione''. Vendola aggiunge di provare ''un
dolore immenso'' per la morte dell'operaio Cosimo Manfreda e di essere
''vicino alla famiglia e agli amici'', con la speranza di una rapida
guarigione dei lavoratori rimasti feriti.

Il sito Sanofi-Aventis di Brindisi fermerà la produzione in segno di lutto
per l'incidente odierno che ha provocato un morto e quattro feriti.
Lo rende noto l'azienda con un comunicato. "La rapida applicazione dei piani
di emergenza - è detto tra l'altro nella nota - ha consentito, subito dopo
il grave incidente, la messa in sicurezza dell'area interessata. Si
escludono impatti ambientali di emissioni nocive per l'ambiente e sono anche
in corso le verifiche con l'Agenzia regionale per la protezione ambientale
per escludere qualsiasi contaminazione del suolo".
"Faremo tutto il possibile - dichiara nella nota l'amministratore delegato
di Sanofi-Aventis Italia, Daniel Lapeyre - per comprendere le cause di
questo incidente, perchè la sicurezza dei nostri dipendenti è per noi una
priorità assoluta. Lo stabilimento di Brindisi rappresenta un centro di
eccellenza - conclude - ed è considerato un sito all'avanguardia sia per
tecnologia produttiva sia per ricerca e innovazione".



Vi chiedo soltanto di citare la fonte:

 "Marco Spezia - sp-mail@libero.it"



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Marco



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