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Brindisi: Rigassificatore assolto e petrolchimico sequestrato.Si aprono le danze ? 26 ottobre 2010. In una città come Brindisi dove la vendita dei giornali raggiunge livelli da terzo mondo, questa mattina , chi avesse avuto la possibilità di farsi due passi per il Corso avrebbe avuto la piacevole sorpresa di vedersi regalare il Quotidiano, fresco di stampa, da parte di una graziosa e sorridente ragazza . “-Finalmente le amministrazioni locali hanno intrapreso iniziative per incentivare l’interesse culturale dei loro cittadini!”- Questa sarebbe stata la prima considerazione che ogni amante della carta stampata avrebbe fatto. Peccato che questo momento idilliaco sarebbe durato pochi secondi: sarebbe bastato dare un rapido sguardo alle pagine locali ed osservare il luogo ove sostava la giovane strillona che ci si sarebbe accorti di essere incappati nell’ennesima trovata ad effetto della Brindisi LNG per ingraziarsi il favore dei cittadini brindisini in merito all’installazione del rigassificatore a Capobianco. Sì, perché di quello si parlava nel paginone centrale della cronaca brindisina del Quotidiano, ovvero sui risultati dello studio dell’istituto Nomisma relativo all’impatto ambientale, la sicurezza, le ripercussioni sul traffico commerciale navale nel porto di Brindisi da parte del contestato impianto della LNG. Uno studio che assolverebbe in pieno progettisti e politici che diedero l’OK e che dovrebbe far mettere pace tra la società inglese e la cittadinanza. La chiave di volta del superamento dei timori di esplosioni , ma anche dall’effetto pugno nell’occhio dei megaserbatoi , sarebbe quello di interrarli per un terzo (20 metri su 50) e quindi abbassarne il profilo. Idea geniale , che si coniuga anche con la scoperta dell’acqua calda da parte di Nomisma, ovvero che fare un impianto off-shore verrebbe a costare 2,5 miliardi al posto degli 0.8 del progetto a terra come quello dl rigassificatore brindisino. Peccato che la differenza sia che un qualsiasi incidente a distanza di sicurezza dalla città, e lontano da pericolosi impianti industriali come quello del petrolchimico, avrebbero effetti ben diversi e rischi più bassi, ma …i soldi son soldi! Per identici motivi economici nei lontani anni 60 si decise di installare uno dei più grandi poli petrolchimici d’Europa a due passi dalla città, con le conseguenze nefaste che tutti conosciamo,: i soldi son soldi… Peccato però che , mentre la graziosa signorina dell’LNG distribuiva il suo messaggio rassicurante, nelle stesse ore la procura di Brindisi metteva i sigilli alle industrie del complesso petrolchimico ree di aver illuminato molte volte la città bruciando prodotti chimici che altrimenti avrebbero danneggiato gli impianti o fatto correre il rischio di esplosioni come quello del P2Tdel 1977. Fiammate che nel corso degli ultimi tre anni Pugliantagonsita ha sistematicamente filamto e denunciato sui media locali nella sua rubrica delle inchieste http://www.pugliantagonista.it/openarea/inchieste_open.htm Ma negli anni 60 la scelta del luogo non fu dettata dagli stessi criteri per i quali oggi LNg e gli studiosi, ben pagati, di Nomisma ritengono l’ingresso del porto di Brindisi il luogo ideale per l’impianto che dovrebbe stoccare 8 miliardi di metri cubi di gas all’anno? A proposito ma quanto si è fatto pagare l’istituto Nomisma ( un tempo legato all’expresidente Prodi) per questa benevola consulenza? La redazione brindisina di Pugliantagonista.it Brindisi 26 ottobre 2010
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