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COMUNICATO
della "CGIL che vogliamo" su Pomigliano
"La
Cgil che vogliamo" considera l'accordo separato sullo
stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco uno dei più pesanti attacchi
ai diritti costituzionali dei lavoratori della storia della Repubblica
Italiana.
L'accordo non solo prevede pesantissime deroghe al contratto nazionale
sugli orari di lavoro, sul trattamento di malattia,
sull'organizzazione del lavoro e sulle qualifiche. L'accordo non solo
impone turnazioni e ritmi di lavoro senza precedenti per le catene di
montaggio. L'accordo soprattutto liquida le libertà sindacali e i
diritti individuali dei lavoratori, ai quali esso viene imposto come
nuovo contratto individuale di lavoro, pena il licenziamento.
La clausola di licenziabilità prevista nell'articolo 15 liquida
contemporaneamente il contratto collettivo, lo Statuto dei lavoratori,
la stessa Costituzione.
È segno del degrado del Paese che sia considerata normale questione
sindacale la cancellazione dei diritti costituzionali dei lavoratori
di Pomigliano.
È un grave errore politico circoscrivere e sottovalutare la portata
generale di una tale intesa. È chiaro,infatti, che una volta
passati i contenuti di tale accordo nella fabbrica Fiat essi
diventerebbero la nuova costituzione materiale del lavoro per tutto il
Paese, liquidando così i contratti nazionali, le leggi e gli articoli
della Costituzione che tutelano il lavoro.
Bene dunque ha fatto la Fiom a rifiutare questo accordo e a
considerare illegittimo il referendum che dovrebbe portare alla sua
legittimazione. È evidente che i lavoratori di Pomigliano sono
sottoposti al ricatto del posto di lavoro e che non c'è nulla di
libero in una consultazione ove le alternative siano la chiusura della
fabbrica o il diritto ad essere tutelati contro il licenziamento
ingiusto. I diritti indisponibili della persona non sono negoziabili.
"La Cgil che vogliamo" considera il rifiuto e la lotta
contro l'accordo separato su Pomigliano un punto qualificante della
stessa identità della Cgil. Non sono possibili su questo piano
cedimenti, confusioni, ondeggiamenti. Il no all'accordo separato è
contenuto nel programma fondamentale e nello stesso Statuto della Cgil
e in questo senso impegna tutti i livelli dell'organizzazione.
È necessario dunque che la Cgil organizzi una vasta campagna per
spiegare in tutto il mondo del lavoro il no all'accordo e per
costruire una risposta adeguata. In ogni caso dall'assemblea del 6
luglio de "La CGIL che vogliamo" partirà l'impegno della
mozione congressuale perché in tutte le sedi della Cgil si svolgano
iniziative nei prossimi mesi contro l'accordo separato e l'attacco ai
diritti costituzionali del lavoro.
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