Archivio storico"Benedetto Petrone"
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Agosto 1932. Le manovre militari e il Principe Umberto di Savoia a Bagnoli Irpino e a Montella, ovvero, quando i fascisti bagnolesi tappezzarono la Chiesa Madre di "Viva il Duce!" Pagine ingiallite di storia irpina a cura di Antonio Camuso Premessa Nella sezione “pagine ingiallite di storia locale
irpina, e non” che curo per l’Archivio St. B Petrone , ho scelto oggi
di ricordare, attraverso la
rilettura di quotidiani dell’epoca, le cosiddette “grandi manovre militari
” che negli anni 30
l’Esercito Italiano condusse
sul territorio nazionale , per
ostentare la sua presunta efficienza e capacità operativa , e che
videro coinvolti i territori dell’Alta Irpinia in più di un’occasione.
Su quelle
del 1936 , molto si è scritto,
vista la loro maggiore dimensione, mentre su quelle del 1932, svoltesi
principalemte al Nord, ma
che ebbero un’appendice anche in Irpinia, ben poco si è detto e su come
furono l’occasione d’incontro tra il principe Umberto di Savoia, erede al
trono, di incontrare soldati e popolo.
Visita non casuale, visto
il dualismo di potere creatosi dopo
che il Re aveva dato lo sciagurato incarico
nel 1922, da Primo ministro
a un Benito Mussolini che ben presto si era autoproclamato DUCE
della nazione Italiana e che
con il suo protagonismo mediatico, schiacciava quotidianamente in un
angolo il “piccolo” Re Vittorio Emanuele III.
In
questo contesto è da interpretare l’attivismo degli eredi di Casa Savoia
nel presenziare eventi o
manovre militari, per tastare il polso sulla fedeltà di popolo e
soldati alla monarchia. Ma sistematicamente
a non demordere nel non lasciare il posto da “prima donna”sotto le
luci dei riflettori, era l’intero apparato fascista che mobilitandosi in
queste occasioni faceva in modo che l’esaltazione per il Duce,
fosse per lo meno equivalente se non superiore, in striscioni,
megafotografie e slogan, alle manifestazioni
di omaggio al Re e alla casa Savoia.
Anche
a Bagnoli, i fascisti del luogo non furono da meno ed a confermarlo sono
le foto se pur sbiadite della visita dell’erede al trono, il Principe
Umberto, in quell’agosto del 1932.
Nella cronaca edulcorata che leggiamo dal Giornale d’Italia dell’11
agosto 1932, sembrerebbe che
se pur la popolazione gridasse
all’unisono “Savoia”, il
principe Umberto recandosi a
Messa la domenica del 7 agosto 1932, si ritrovò muri e gradini dello
scalone della Collegiatia
dell’Assunta, tappezzati da
continui” Viva il Duce” , mentre uno striminzito “viva il Principe
Umberto” risultava appiccicato alla porta del vano
sottoscala.
In
ogni caso, quelle esibizioni militari, influirono nell’immaginario
collettivo di tantissimi ragazzi, come mio padre, nati
in Irpinia dove si
sgobbava dalla mattina alla sera nei campi e nei boschi , per guadagnarsi
il classico tozzo di pane e dove a
dividerselo spesso lo si era
in numeri impensabili al giorno d’oggi, spesso anche più di dieci. Quelle
uniformi lucenti, la possibilità di avere un salario fisso
e magari
guadagnarsi eroicamente la gloria,
fecero sì che in tantissimi , quando arrivò il tempo, si arruolarono per
combattere in nome della Patria , ma anche
per un futuro diverso. Purtroppo appena 10 anni dopo quelle manovre
, nel 1942 ad El Alamein e sul Don, sogni e vite si spezzarono e
quei ragazzi dovettero ricredersi sulle loro illusioni.
La
cronaca
Il Giornale d’Italia
11 agosto 1932
Cronaca del Mezzogiorno pag 4 ( Archivio Storico Benedetto
Petrone. Fondo Antonio Camuso_Montella) Bagnoli
Irpino 6 agosto 1932 . Questa di oggi è singolare
giornata
che passerà nella storia di Bagnoli Irpino. Tutte le campane suonavano a
festa per
salutare il principe Umberto. In piazza, nell’attesa, la folla si faceva
sempre più
intensa, mentre un cordone di carabinieri e soldati , sotto la direzione
del comandante locale della stazione dei RRCC , manteneva
la marea di popolo. Verso le 19, 25 in fondo a via Roma si scorse una
macchina , che lentamente si avanzava
verso il centro del paese. Era quella che conduceva
l’augusto Ospite per trascorrere un non breve soggiorno
sull’altopiano del Laceno.
Un’esplosione di
gioia e di entusiasmo partì da tutto il popolo
al grido “Savoia!” Il Principe di Piemonte
scese dalla macchina
e ossequiato dal Podestà comm. Cucci e da tutte le
autorità civili e militari, passava in rassegna
la compagnia d’onore del 31 fanteria comandata dal
Capitano cav,. Giovanni Cucci , mentre la banda
del Reggimento suonava l’Inno reale. Passando tra due
fitte ali di popolo che
gridava il suo saluto , il Principe si recò al Municipio,
seguito da tutte le autorità e da un gruppo di ufficiali. A piè del palazzo municipale erano ad
attendere l’augusto Ospite uno stuolo di elette signorine che gli
offrirono un omaggio floreale. Nella sala podestarile riccamente
addobbata, il Podestà procedette alla presentazione di tutte le autorità
tra cui, il segretario politico(del P.F:) il prof Meloro,
l’arciprete-parroco don Carrozza, il segretario Comunale avv
Annecchiarico,col vicesegretario prof Bucci, il comandante dei RRCC, il
componente del consiglio provinciale dell’Economia
di Avellino p comm Gatti, il conciliatore cav Basile, il
presidente dellìassociazione ex Combattenti
dotto Mancusi, il
direttore
didattico prof Rodolfo Domenico Cione( che nel dopoguerra sarà più volte
sindaco di Bagnoli, NdR),
il capo nucleo ufficiali in congedo
avv G.Lenzi, l’aiutante in seconda del Fascio Giovanile di
combattimento
dottor Basile, il presidente del R. Laboratorio-scuola
dott R Gatti;
il medico condotto dott
G. A Lenzi, il veterinario comunale
dott Braschi,
il componente del consiglio provinciale dell’Economia di
Foggia, Gatti, gli uff. in congedo
cav Frasca, avv Cucci,
dottor Frasca,
rag Basile
, signor Cione,
e i fiduciari dei vari sindacati (sindacati fascisti,
NdR)) signori Rulli, Scolavino, Gatti V., Trillo ed altri. Il popolo delirante , acclamava
ininterrottamente il Principe, che per ben quattro volte
si portava
al balcone dal quale pendeva un ricco drappo
di velluto cremisi, salutando il popolo plaudente. Indi, dopo aver visitato la pinacoteca
comunale, accompagnato dal colonnello del 31 Fanteria
cav Stirpe ed altri ufficiali di ordinanza, dall’aiutante
di campo, verso le 20, 30
preso posto nell’automobile reale,
che lentamente
attraversava via Garibaldi, piazza L. di Capua e via
D’Aulisio, vie e piazze tutte addobbate ed illuminate
con luci di svariati colori per dirigersi verso
l’Altopiano del Laceno mentre il popolo lo acclamava freneticamente.
IL PRINCIPE A LACENO Domenica mattina
verso le 07.25 ( sic! Una vera e propria levataccia dopo
la serata
frenetica precedente! NdR) apparso sulla Piazza Leonardo di Capua ,
manifestando ai suoi ufficiali del seguito e agli ufficiali superiori del
31 Fanteria
che lo ossequiavano, tutta la sua
lietezza del modo piacevole come aveva trascorso la notte
nel Reale Rifugio, sia per la sublime visione , per l’ incantevole
panorama , per il saluberrimo clima che si gode. Egli fu salutato dal popolo entusiasta, con
schietta
manifestazioni di esultanza
e si trattenne brevemente in piazza. Poi, in automobile
si recò in contrada “Ago” in agro di Montella
per assistere ad alcune esercitazioni
svolte alla presenza
del ten generale Tua comandante della 25esima Brigata di
stanza a Napoli.
Ivi, fu raggiunto dal podestà di Montella,
dott Gambone, che invitò il principe a fermarsi a
Montella.
Poi S.A.R: si recò ad ispezionare
gli accampamenti
del
40esimo a Montella
e del 15esimo a Cassano , quindi faceva ritorno a Bagnoli
verso le 11. 35 recandosi nella chiesa della Collegiata
di S Maria Assunta per assistere alla
Messa celebrata dall’arciprete –parroco
dotto Rubino Carrozza . A piè dello scalone
erano ad attenderlo
le autorità con a capo il podestà comm Cucci mentre
il parroco vestito con i sacri paramenti lo attendeva
sulla porta del tempio. I carabinieri in alta uniforme
rendevano gli onori . Tutto il popolo e molti forestieri
che si trovavano qui per villeggiare , sin dalle ore 10.30 gremivano
il maestoso tempio in cui si
conservano
molti capolavori d’arte del
secolo XVI. Il Principe
seguito da tutte le autorità cilivi e militari, raggiunse,
fra due ali di popolo. reverente l’altare
e inchinatosi dinanzi al S Sacramento, e prese il posto
sul tronetto in “cornu evangeli”. Durante la celebrazione
sedeva al monumentale organo
il maestro Egidio Leuzzi eseguendo
musica classica scelta per l’occasione
All’uscita il principe fu fatto segno
a frenetiche acclamazioni ed ovazioni del popolo. Quindi
il principe Umberto
partecipava al pranzo della
mensa degli ufficiali del 1 battaglione del 31 fanteria ,
erano presenti il podestà comm Cucci e il colonnello
comandante cav Stirpe . Alle ore 14 il saluto in macchina l’augusto
principe si dirigeva
al R Rifugio” Principe di Piemonte” sull’altopiano Laceno.
Il Principe Umberto a Montella
Montella
7agosto 1932 Da
diversi giorni la nostra cittadina
accoglie con festosa cordialità il 40esimo Reggimento
fanteria . Questa mattina il Principe Umberto che già
altre volte ha visitato la zona , ha assistito all’esercitazioni che si
sono svolte
sui costoni di “Lago” e sulle falde montane della bellissima pianura
di Folloni Il Principe, che nelle prime
ore del mattino
ha attraversato a piedi
l’arteria principale del paese, acclamato da
improvvise e spontanee manifestazioni di giubilo
portandosi nella zona
dei tiri, mentre alcune unità aeree sorvolavano a bassa quota. Alle ore dieci
ha avuto la benedizione del gagliardetto della locale
sezione dei Bersaglieri: simpatica
manifestazione patriottica alla quale sono intervenute
numerose autorità e rappresentanze
del capoluogo di provincia. Dopo la sfilata dei bersaglieri e dei veterani
con la fanfare del 1 regggimento
bersaglieri
è stata apposta
una corona di fiori sulla lapide dai caduti. Hanno parlato
il Reverendo Giuseppe Savino, che ha benedetto il labaro,
il Segretario della sezione dei Combattenti
dott Apicella ed il segretario dell’Associazione
bersaglieri per la Provincia Giudice cav Mancini. Al termine delle esercitazioni
militari della giornata, il Principe Umberto che marciava
alla testa dei primi plotoni, è stato incontrato all’ingresso
della città dal Podestà dottor Gambone, che gli ha portato
referente gli omaggi della cittadinanza. Dopo la presentazione delle
Autorità cittadine, il Principe ha percorso a piedi un lungo tratto della
strada accompagnato dal podestà, al quale ha chiesto con infinita
cordialità dettagliate, minuziose informazioni
del luogo. Indescrivibili sono state le manifestazioni di
giubilo tributate al Principe, che ha gradito
gli spontanei omaggi floreali di signore e bambini, pura
espressione dell’entusiasmo di tutto il popolo. Quindi ossequiato dalle
Autorità, il principe ha preso posto in macchina, attraversando , in mezzo
alla folla festante e plaudente, il Corso Umberto I All’altezza di Piazza Bartoli
l’auto di S A R è stata bloccata da una fiumana
di popolo di circa diecimila persone che con innefrerabile
entusiasmo ha voluto gridare la sua dedizione.
Epilogo Al termine di questa
rilettura delle manovre militari svoltesi nel 1932 tra Bagnoli e
Montella e la visita del Principe Umberto , vogliamo dare alcune
notizie relative ai reparti
militari che parteciparono a
quelle esercitazioni e le loro sfortunate vicende belliche. Sì, perché
nonostante il trionfalismo con le quali venivano propagandate
le cosiddette Grandi manovre di quel 1932 ed ancora quelle
più famose del 1936, l’Esercito italiano al momento dell’entrata in
guerra nel giugno del 1940
dimostrò tutte le sue carenze , in equipaggiamenti, addestramento e
capacità di condurre
operazioni strategiche
secondo i criteri della guerra moderna. Un esercito di leva ( le famose 11
milioni di baionette del motto mussoliniano ) i cui generali nell’epoca
della guerra lampo erano concettualmente legati ancora ai retaggi della I
Guerra Mondiale , alla guerra di trincea e agli assalti alla baionetta. Un
esercito il cui equipaggiamento era fatto di fucili, mitragliatrici,
mortai e cannoni anch’ essi
retaggio di una guerra di trent’anni prima. Elenchiamo la formazione tipo
di ognuno di quei reggimenti che in quell’agosto del 1932 furono ospitati
tra Bagnoli e Montella, ovvero il 40 esimo RGT “Bologna”, il 15esimo
“Savona” e il 31esimo “Siena”:
Comando
, Compagnia comando,
3 battaglioni fucilieri,
Compagnia mortai (vecchi mortai
della prima GM in attesa dell’arrivo del mod 81),
una
Batteria armi di accompagnamento da 65/17(cannoni)
Con questi mezzi la fanteria Italiana partecipò alla Seconda Guerra
Mondiale I battaglioni fucilieri erano dotati del famoso fucile modello ’91 la cui sigla è tutto un programma, ovvero un fucile progettato nel secolo precedente, nel 1891 e la cui efficacia in combattimento dimostrò tante carenze, a partire da una pallottola che oggi definiremmo “nonletale” per il suo calibro e potenza.
I mortai 81 anch’essi un retaggio della guerra di trincea e della prima guerra mondiale, ma pur più moderni degli antiquati Stokes, giunsero ai reparti dopo le manovre del 1932 e solo in parte nel 1936. Comunque i mortai mod 81 fecero il loro dovere sui campi di battaglia di Grecia, Albania e Yugoslavia, ma furono inutili nelle sabbie africane,
mentre le cosiddetti
armi di accompagnamento, il cannone 65/17, progettato nel 1903 ed entrato
in linea nel 1913 alle soglie della prima guerra mondiale , continuò a
servire i nostri reparti, che
lo utilizzarono anche come arma anticarro, non avendo di meglio, per
contrastare in Africa le ondate di migliaia di carri armati
inglesi e americani lanciate contro le forze dell’ASSE in tre anni
di campagna. Destino
glorioso e tragico ebbero quei reparti che con le loro belle
uniformi entusiasmarono in quell’agosto 1932 i cittadini di Montella e
Bagnoli. Un destino che portò il 40esimo reggimento “Bologna” prima a
partecipare alla campagna di Abissinia 1935-1936 e poi dal 1941 alle più
significative battaglie in Libia, concludendo tra El Alamein e Marsa
Matruh, con il sacrificio di uomini e mezzi, la sua esistenza operativa.
L’8 dicembre 1942 con la ritirata italiana verso la Tunisia, il glorioso
40 reggimento fu cancellato dai ranghi dell’Esercito Italiano, mentre
uomini e ufficiali pagarono con la vita nelle sabbie africane
le folli scelte del fascismo
e la complicità di
quel Re e di quella Casa
Savoia a cui bagnolesi e
montellesi in quell’agosto del 1932, come narrano le cronache,
dimostrarono tanto affetto.
Altro destino glorioso e tragico accompagnò il 31
reggimento”Savona” che dopo anch’esso aver partecipato alla guera di
Abisssinia, fu invece inviato al fianco della div. Alpina Julia sul
terribile fronte
greco-albanese, (quello del famoso slogan mussoliniano “spezzeremo le reni
alla Grecia!”), che vide morire tra congelati ed uccisi in combattimento
migliaia di nostri soldati e cadere le illusioni militaresche fasciste. Un
piccolo popolo e un piccolo esercito, quello greco, che resistette
all’assalto del più grande esercito italiano ed addirittura
contrattaccando lo
respinse sin dentro i confini albanesi, adombrando la possibilità di una
ritirata italiana dall’Albania. Fu
sui monti tra Berat e Monastero che il 31 reggimento si sacrificò in gran
parte, in attesa dell’aiuto delle divisioni naziste per far crollare il
fronte greco. Il reggimento fu poi inviato
come forza di occupazione a Creta
e si ritrovò coinvolto nei fatti dell’8 settembre’43 con gli uomini
presi prigionieri dai tedeschi e mandati in Germania.
Infine il 15esimo reggimento ”Siena” ebbe vita
ancor più breve: inviato nel 1940 anch’esso in Libia/Tripolitania, nel
corso di un offensiva lampo inglese del gennaio
1942, fu travolto da essa e i superstiti furono avviati nei campi
di prigionia, dell’India, Palestina e Sud africa.
Il principe Umberto, ricordato come “il Re di
maggio”, dopo la caduta in disgrazia di Vittorio Emanuele III, fu nominato
luogotenente del Regno, durante il periodo della guerra di
Liberazione e dei governi di unità antifascista dal 1943 al 1946 e alla
proclamazione della Repubblica, prese la via dell’Esilio.
In disgrazia ,prima agli occhi del Duce, si dice per diversità di opinioni su Badoglio, poi nel dopoguerra per il suo passato da fascista della prima ora e accusato della "fascistizzazione" dell'Esercito con l'introduzione delle Divisioni di Camice Nere nei suoi ranghi, cadde anche il "promoter" delle Grandi Manovre in Irpinia, il generale Baistrocchi, sul quale approfondiremo in un prossimo articolo , il suo ruolo nel partito fascista Campano, nell'Esercito Italiano ed il suo legame con gli esponenti locali del partito fascista Irpino, a partire quello di Bagnoli.
Matrimonio all’Italiana. Ben differente fu il destino di notabili ed
autorità locali che troviamo nominate in questa ed altre cronache. La
capacità gattopardesca di
veri e propri camaleonti della politica così
lucidamente denunciata nella”Rivoluzione meridionale”
dall’avellinese antifascista, azionista, Guido Dorso,
trova l’ennesimo
conferma su come notabili,
fascisti e loro tirapiedi riuscirono a riciclarsi e nomi e cognomi
tra quelli elencati in questa cronaca del 1932 li ritroveremo tra
quelli delle cronache politiche degli stessi paesi nel secondo dopoguerra.
Antonio Camuso
Archivio Storico Benedetto Petrone
Brindisi 12 agosto 2017, ottantacinque anni dopo, per non dimenticare.
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