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Genova 2001
Ylenia
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Agosto 1932.

Le manovre militari e il Principe Umberto di Savoia a Bagnoli Irpino e a Montella,

 ovvero,

quando i fascisti bagnolesi tappezzarono la Chiesa Madre di "Viva il Duce!" 

Pagine ingiallite di storia irpina

a cura di Antonio Camuso

Irpinia ribelle: le storie/11

Premessa

Nella sezione “pagine ingiallite di storia locale irpina, e non” che curo per l’Archivio St. B Petrone , ho scelto oggi  di ricordare, attraverso la rilettura di quotidiani dell’epoca, le cosiddette “grandi manovre militari ” che  negli anni 30  l’Esercito Italiano condusse  sul territorio nazionale , per  ostentare la sua presunta efficienza e capacità operativa , e che videro coinvolti i territori dell’Alta Irpinia in più di un’occasione.  Su quelle  del 1936 , molto si è scritto, vista la loro maggiore dimensione, mentre su quelle del 1932, svoltesi  principalemte al Nord,  ma che ebbero un’appendice anche in Irpinia, ben poco si è detto e su come furono l’occasione d’incontro tra il principe Umberto di Savoia, erede al trono, di incontrare soldati e popolo.  Visita non casuale, visto  il dualismo di potere creatosi  dopo che il Re aveva dato lo sciagurato incarico  nel 1922, da Primo ministro  a un Benito Mussolini che ben presto si era autoproclamato DUCE della nazione Italiana  e che con il suo protagonismo mediatico, schiacciava quotidianamente in un angolo il “piccolo” Re Vittorio Emanuele III.

 In questo contesto è da interpretare l’attivismo degli eredi di Casa Savoia  nel presenziare eventi  o manovre militari, per tastare il polso sulla fedeltà di popolo e soldati alla monarchia. Ma sistematicamente  a non demordere nel non lasciare il posto da “prima donna”sotto le luci dei riflettori, era l’intero apparato fascista che mobilitandosi in queste occasioni faceva in modo che l’esaltazione per il Duce,  fosse per lo meno equivalente se non superiore, in striscioni, megafotografie e slogan, alle manifestazioni  di omaggio al Re e alla casa Savoia.

 Anche a Bagnoli, i fascisti del luogo non furono da meno ed a confermarlo sono le foto se pur sbiadite della visita dell’erede al trono, il Principe Umberto, in quell’agosto del 1932.  Nella cronaca edulcorata che leggiamo dal Giornale d’Italia dell’11 agosto 1932, sembrerebbe che  se pur  la popolazione gridasse all’unisono “Savoia”,  il principe Umberto recandosi   a Messa la domenica del 7 agosto 1932, si ritrovò muri e gradini dello scalone  della Collegiatia dell’Assunta,   tappezzati da continui” Viva il Duce” , mentre uno striminzito “viva il Principe Umberto” risultava appiccicato alla porta del vano  sottoscala.

 In ogni caso, quelle esibizioni militari, influirono nell’immaginario collettivo di tantissimi ragazzi, come mio padre, nati  in Irpinia  dove si sgobbava dalla mattina alla sera nei campi e nei boschi , per guadagnarsi il classico tozzo di pane e dove  a dividerselo spesso  lo si era in numeri impensabili al giorno d’oggi, spesso anche più di dieci. Quelle uniformi lucenti, la possibilità di avere un salario fisso  e magari  guadagnarsi eroicamente la gloria, fecero sì che in tantissimi , quando arrivò il tempo, si arruolarono per combattere in nome della Patria , ma anche  per un futuro diverso. Purtroppo appena 10 anni dopo quelle manovre , nel 1942 ad El Alamein e sul Don, sogni e vite si spezzarono e  quei ragazzi dovettero ricredersi sulle loro illusioni.

La cronaca

Il Giornale d’Italia  11 agosto 1932  Cronaca del Mezzogiorno pag 4 ( Archivio Storico Benedetto Petrone. Fondo Antonio Camuso_Montella)

Bagnoli  Irpino 6 agosto 1932 . Questa di oggi è singolare giornata  che passerà nella storia di Bagnoli Irpino. Tutte le campane suonavano a festa  per salutare il principe Umberto. In piazza, nell’attesa, la folla si faceva sempre  più intensa, mentre un cordone di carabinieri e soldati , sotto la direzione  del comandante locale della stazione dei RRCC , manteneva la marea di popolo. Verso le 19, 25 in fondo a via Roma si scorse una macchina , che lentamente si avanzava  verso il centro del paese. Era quella che conduceva l’augusto Ospite per trascorrere un non breve soggiorno  sull’altopiano del Laceno.  Un’esplosione di gioia e di entusiasmo partì da tutto il popolo  al grido “Savoia!”

Il Principe di Piemonte  scese dalla macchina  e ossequiato dal Podestà comm. Cucci e da tutte le autorità civili e militari, passava in rassegna  la compagnia d’onore del 31 fanteria comandata dal Capitano cav,. Giovanni Cucci , mentre la banda  del Reggimento suonava l’Inno reale. Passando tra due fitte ali di popolo che  gridava il suo saluto , il Principe si recò al Municipio, seguito da tutte le autorità e da un gruppo di ufficiali.

A piè del palazzo municipale erano ad attendere l’augusto Ospite uno stuolo di elette signorine che gli offrirono un omaggio floreale. Nella sala podestarile riccamente addobbata, il Podestà procedette alla presentazione di tutte le autorità tra cui, il segretario politico(del P.F:) il prof Meloro, l’arciprete-parroco don Carrozza, il segretario Comunale avv Annecchiarico,col vicesegretario prof Bucci, il comandante dei RRCC, il componente del consiglio provinciale dell’Economia  di Avellino p comm Gatti, il conciliatore cav Basile, il presidente dellìassociazione ex Combattenti  dotto Mancusi,  il direttore  didattico prof Rodolfo Domenico Cione( che nel dopoguerra sarà più volte sindaco di Bagnoli, NdR),  il capo nucleo ufficiali in congedo  avv G.Lenzi, l’aiutante in seconda del Fascio Giovanile di combattimento  dottor Basile, il presidente del R. Laboratorio-scuola  dott R Gatti;  il medico condotto dott  G. A Lenzi, il veterinario comunale  dott Braschi,  il componente del consiglio provinciale dell’Economia di Foggia, Gatti, gli uff. in congedo  cav Frasca, avv Cucci,  dottor Frasca,  rag Basile  , signor Cione,  e i fiduciari dei vari sindacati (sindacati fascisti, NdR)) signori Rulli, Scolavino, Gatti V., Trillo ed altri.

Il popolo delirante , acclamava  ininterrottamente il Principe, che per ben quattro volte  si portava  al balcone dal quale pendeva un ricco drappo  di velluto cremisi, salutando il popolo plaudente.

Indi, dopo aver visitato la pinacoteca comunale, accompagnato dal colonnello del 31 Fanteria  cav Stirpe ed altri ufficiali di ordinanza, dall’aiutante di campo, verso le 20, 30  preso posto nell’automobile reale,  che lentamente  attraversava via Garibaldi, piazza L. di Capua e via D’Aulisio, vie e piazze tutte addobbate ed illuminate  con luci di svariati colori per dirigersi verso l’Altopiano del Laceno mentre il popolo lo acclamava freneticamente.

IL PRINCIPE A LACENO

Domenica mattina  verso le 07.25 ( sic! Una vera e propria levataccia dopo la serata  frenetica precedente! NdR) apparso sulla Piazza Leonardo di Capua , manifestando ai suoi ufficiali del seguito e agli ufficiali superiori del 31 Fanteria  che lo ossequiavano, tutta la sua  lietezza del modo piacevole come aveva trascorso la notte nel Reale Rifugio, sia per la sublime visione , per l’ incantevole  panorama , per il saluberrimo clima che si gode.

Egli fu salutato dal popolo entusiasta, con schietta  manifestazioni di esultanza  e si trattenne brevemente in piazza. Poi, in automobile  si recò in contrada “Ago” in agro di Montella  per assistere ad alcune esercitazioni  svolte alla presenza  del ten generale Tua comandante della 25esima Brigata di stanza a Napoli.  Ivi, fu raggiunto dal podestà di Montella,  dott Gambone, che invitò il principe a fermarsi a Montella.  Poi S.A.R: si recò ad ispezionare  gli accampamenti  del  40esimo a Montella  e del 15esimo a Cassano , quindi faceva ritorno a Bagnoli verso le 11. 35 recandosi nella chiesa della Collegiata  di S Maria Assunta per assistere alla  Messa celebrata dall’arciprete –parroco  dotto Rubino Carrozza . A piè dello scalone  erano ad attenderlo  le autorità con a capo il podestà comm Cucci mentre  il parroco vestito con i sacri paramenti lo attendeva sulla porta del tempio.

I carabinieri in alta uniforme  rendevano gli onori . Tutto il popolo e molti forestieri che si trovavano qui per villeggiare , sin dalle ore 10.30 gremivano  il maestoso tempio in cui si  conservano  molti capolavori d’arte del  secolo XVI.

Il Principe  seguito da tutte le autorità cilivi e militari, raggiunse, fra due ali di popolo. reverente l’altare  e inchinatosi dinanzi al S Sacramento, e prese il posto sul tronetto in “cornu evangeli”. Durante la celebrazione  sedeva al monumentale organo  il maestro Egidio Leuzzi eseguendo  musica classica scelta per l’occasione  All’uscita il principe fu fatto segno  a frenetiche acclamazioni ed ovazioni del popolo. Quindi il principe Umberto  partecipava al pranzo della  mensa degli ufficiali del 1 battaglione del 31 fanteria ,  erano presenti il podestà comm Cucci e il colonnello comandante cav Stirpe . Alle ore 14 il saluto in macchina l’augusto principe si dirigeva  al R Rifugio” Principe di Piemonte” sull’altopiano Laceno.

Il Principe Umberto a Montella

 Montella 7agosto 1932  Da diversi giorni la nostra cittadina  accoglie con festosa cordialità il 40esimo Reggimento  fanteria . Questa mattina il Principe Umberto che già altre volte ha visitato la zona , ha assistito all’esercitazioni che si sono svolte  sui costoni di “Lago” e sulle falde montane della bellissima pianura di Folloni

Il Principe, che nelle prime  ore del mattino  ha attraversato a piedi  l’arteria principale del paese, acclamato da  improvvise e spontanee manifestazioni di giubilo portandosi nella  zona dei tiri, mentre alcune unità aeree sorvolavano a bassa quota.

Alle ore dieci  ha avuto la benedizione del gagliardetto della locale sezione dei Bersaglieri: simpatica  manifestazione patriottica alla quale sono intervenute  numerose autorità e rappresentanze  del capoluogo di provincia.

Dopo la sfilata dei bersaglieri e dei veterani con la fanfare del 1 regggimento  bersaglieri  è stata apposta  una corona di fiori sulla lapide dai caduti.

Hanno parlato  il Reverendo Giuseppe Savino, che ha benedetto il labaro, il Segretario della sezione dei Combattenti  dott Apicella ed il segretario dell’Associazione bersaglieri per la Provincia Giudice cav Mancini.

Al termine delle esercitazioni  militari della giornata, il Principe Umberto che marciava alla testa dei primi plotoni, è stato incontrato all’ingresso  della città dal Podestà dottor Gambone, che gli ha portato referente gli omaggi della cittadinanza. Dopo la presentazione delle Autorità cittadine, il Principe ha percorso a piedi un lungo tratto della strada accompagnato dal podestà, al quale ha chiesto con infinita cordialità dettagliate, minuziose informazioni  del luogo.

Indescrivibili sono state le manifestazioni di giubilo tributate al Principe, che ha gradito  gli spontanei omaggi floreali di signore e bambini, pura espressione dell’entusiasmo di tutto il popolo. Quindi ossequiato dalle Autorità, il principe ha preso posto in macchina, attraversando , in mezzo alla folla festante e plaudente, il Corso Umberto I

All’altezza di Piazza Bartoli  l’auto di S A R è stata bloccata da una fiumana  di popolo di circa diecimila persone che con innefrerabile entusiasmo ha voluto gridare la sua dedizione.

Epilogo

Al termine di questa rilettura delle manovre militari svoltesi nel 1932 tra Bagnoli e  Montella e la visita del Principe Umberto , vogliamo dare alcune notizie  relative ai reparti militari che  parteciparono a quelle esercitazioni e le loro sfortunate vicende belliche. Sì,  perché nonostante il trionfalismo con le quali venivano propagandate  le cosiddette Grandi manovre di quel 1932 ed ancora quelle  più famose del 1936, l’Esercito italiano al momento dell’entrata in guerra  nel giugno del 1940 dimostrò tutte le sue carenze , in equipaggiamenti, addestramento e capacità di  condurre operazioni strategiche  secondo i criteri della guerra moderna. Un esercito di leva ( le famose 11 milioni di baionette del motto mussoliniano ) i cui generali nell’epoca della guerra lampo erano concettualmente legati ancora ai retaggi della I Guerra Mondiale , alla guerra di trincea e agli assalti alla baionetta. Un esercito il cui equipaggiamento era fatto di fucili, mitragliatrici, mortai e cannoni anch’ essi  retaggio di una guerra di trent’anni prima. Elenchiamo la formazione tipo di ognuno di quei reggimenti che in quell’agosto del 1932 furono ospitati tra Bagnoli e Montella, ovvero il 40 esimo RGT “Bologna”, il 15esimo “Savona” e il 31esimo “Siena”:

 Comando  , Compagnia comando,  3 battaglioni fucilieri,  Compagnia mortai (vecchi mortai della prima GM in attesa dell’arrivo del mod 81),

 una Batteria armi di accompagnamento da 65/17(cannoni)

Con questi mezzi la fanteria Italiana partecipò alla Seconda Guerra Mondiale

I battaglioni fucilieri erano dotati del famoso fucile modello ’91 la cui sigla è tutto un programma, ovvero un fucile progettato nel secolo precedente, nel 1891 e la cui efficacia in combattimento dimostrò tante carenze, a partire da una pallottola che oggi definiremmo “nonletale” per il suo calibro e potenza.

I mortai 81 anch’essi un retaggio della guerra di trincea e della prima guerra mondiale, ma pur più moderni degli antiquati Stokes, giunsero ai reparti dopo le manovre del 1932 e solo in parte nel 1936. Comunque i mortai mod 81 fecero il loro dovere sui campi di battaglia di Grecia, Albania e Yugoslavia, ma furono inutili nelle sabbie africane,

 

 mentre le cosiddetti armi di accompagnamento, il cannone 65/17, progettato nel 1903 ed entrato in linea nel 1913 alle soglie della prima guerra mondiale , continuò a servire  i nostri reparti, che lo utilizzarono anche come arma anticarro, non avendo di meglio, per contrastare in Africa le ondate di migliaia di carri armati  inglesi e americani lanciate contro le forze dell’ASSE in tre anni di campagna.

Destino  glorioso e tragico ebbero quei reparti che con le loro belle uniformi entusiasmarono in quell’agosto 1932 i cittadini di Montella e Bagnoli. Un destino che portò il 40esimo reggimento “Bologna” prima a partecipare alla campagna di Abissinia 1935-1936 e poi dal 1941 alle più significative battaglie in Libia, concludendo tra El Alamein e Marsa Matruh, con il sacrificio di uomini e mezzi, la sua esistenza operativa. L’8 dicembre 1942 con la ritirata italiana verso la Tunisia, il glorioso 40 reggimento fu cancellato dai ranghi dell’Esercito Italiano, mentre uomini e ufficiali pagarono con la vita nelle sabbie africane  le folli scelte del fascismo  e  la complicità di quel Re  e di quella Casa Savoia  a cui bagnolesi e montellesi in quell’agosto del 1932, come narrano le cronache, dimostrarono tanto affetto.

Altro destino glorioso e tragico accompagnò il 31 reggimento”Savona” che dopo anch’esso aver partecipato alla guera di Abisssinia, fu invece inviato al fianco della div. Alpina Julia sul terribile  fronte greco-albanese, (quello del famoso slogan mussoliniano “spezzeremo le reni alla Grecia!”), che vide morire tra congelati ed uccisi in combattimento migliaia di nostri soldati e cadere le illusioni militaresche fasciste. Un piccolo popolo e un piccolo esercito, quello greco, che resistette all’assalto del più grande esercito italiano ed addirittura  contrattaccando  lo respinse sin dentro i confini albanesi, adombrando la possibilità di una ritirata italiana dall’Albania.  Fu sui monti tra Berat e Monastero che il 31 reggimento si sacrificò in gran parte, in attesa dell’aiuto delle divisioni naziste per far crollare il fronte greco. Il reggimento fu poi inviato  come forza di occupazione a Creta  e si ritrovò coinvolto nei fatti dell’8 settembre’43 con gli uomini presi prigionieri dai tedeschi e mandati in Germania.

Infine il 15esimo reggimento ”Siena” ebbe vita ancor più breve: inviato nel 1940 anch’esso in Libia/Tripolitania, nel corso di un offensiva lampo inglese del gennaio  1942, fu travolto da essa e i superstiti furono avviati nei campi di prigionia, dell’India, Palestina e Sud africa.

Il principe Umberto, ricordato come “il Re di maggio”, dopo la caduta in disgrazia di Vittorio Emanuele III, fu nominato  luogotenente del Regno, durante il periodo della guerra di Liberazione e dei governi di unità antifascista dal 1943 al 1946 e alla proclamazione della Repubblica, prese la via dell’Esilio.

Principe Umberto di Savoia a Laceno  alle manovre militari del 1936

In disgrazia ,prima agli occhi del Duce,  si dice per diversità di opinioni su Badoglio,  poi nel dopoguerra per il suo passato da fascista della prima ora e accusato  della "fascistizzazione" dell'Esercito con l'introduzione delle  Divisioni di Camice Nere nei suoi ranghi, cadde anche il "promoter" delle Grandi Manovre in Irpinia, il generale Baistrocchi, sul quale approfondiremo in un prossimo articolo ,  il suo ruolo nel partito fascista Campano, nell'Esercito Italiano ed il suo legame con gli esponenti  locali del partito fascista Irpino, a partire quello di Bagnoli.

 

Matrimonio all’Italiana.

Ben differente fu il destino di notabili ed autorità locali che troviamo nominate in questa ed altre cronache. La capacità gattopardesca  di veri e propri camaleonti della politica così  lucidamente denunciata nella”Rivoluzione meridionale” dall’avellinese antifascista, azionista, Guido Dorso, trova l’ennesimo conferma su come  notabili,  fascisti e loro tirapiedi riuscirono a riciclarsi e nomi e cognomi  tra quelli elencati in questa cronaca del 1932 li ritroveremo tra quelli delle cronache politiche degli stessi paesi nel secondo dopoguerra.

Antonio Camuso

Archivio Storico Benedetto Petrone

Brindisi 12 agosto 2017, ottantacinque anni dopo, per non dimenticare.

 

 

 

 

 

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