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Diario di un militante degli anni 70, tra ironia e nostalgia :le storie/2

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Brindisi, Natale 1962…quando a 9 anni sparai con un fucile ad avancarica, rivivendo le imprese garibaldine

Natale 2020: ricordi d’infanzia che s’incrociano con la  mia passione per la ricerca storica.

La suora repubblicana che mi regalò il libro sull’anticristo Garibaldi.

Il passaggio di testimone dei valori della cultura contadina. (PARTE PRIMA)

di Antonio Camuso  (copyright)

Quel Natale 1962, come altri giorni festivi dal rigido clima, in cui mio nonno (materno) Pietro non poteva attendere ai lavori di campagna, mi invitò come suo solito, e con mio grande entusiasmo, alla “manutenzione” dei suoi fucili da caccia e la ricarica delle cartucce usate. Un rito che letteralmente mi faceva uscire fuori di testa, ma che, imponendomi forme di autocontrollo, visto la sua intrinseca pericolosità mi ha regalato  molti utili insegnamenti. Un’operazione che facevo trasgredendo il categorico divieto  di mio padre, un artificiere della Marina, assente in quell’occasione, comandato In servizio in …una Polveriera.

Vivere nelle campagne che circondavano Brindisi prima che si espandesse a macchia d’olio, cementificando vigneti , uliveti e campi di grano, era per me  bambino la possibilità di poter approfondire quegli interessi che altrimenti sarebbero stati distratti dalle ritualità della vita cittadina.  Il primo tra essi era la lettura di testi storici ed in particolare quelli che riguardavano vicende ed episodi militari.

L’estate precedente avevo ricevuto il gradito regalo , come forma di saluto  d’addio, da parte della mia maestra di scuola elementare “parificata”, una giovane suora bergamasca, già missionaria in Africa e sfegatatamente repubblicana, che mi aveva consegnato tra le lacrime una vita di Garibaldi, corposo libro di 300 pagine , e che conservo gelosamente.

 Un libro che recitava: "Vita di Giuseppe Garibaldi  narrata al popolo da Epaminonda Provaglio, edizioni Nerbini Firenze 1950" , e nel quale erano sviluppate le analisi e gli aneddoti delle battaglie più famose , vinte e perse dall’Eroe dei due Mondi.

In quel Natale 1962, noi due, chiusi in una stanzetta,  tra misurini , pallini  e polvere da sparo da calibrare, raccontavo a mio nonno Pietro, analfabeta totale, quanto avevo letto sui garibaldini  e gli scontri a colpi di fucili ad avancarica.

Mio nonno sorridendo mi  fece un regalo che nonostante  i quasi 60 anni corsi, è stato quello più indimenticabile: permettermi di sparare,per la prima volta,con il suo fucile ad avancarica, avuto a sua volta in regalo a 10 anni dal mio bisnonno.

Quel gesto fu da me vissuto , non come un incitamento a chissà quali riti sanguinari, bensì ad un passaggio di testimone di quella cultura  contadina, consapevole di dover combattere ogni giorno contro le avversità naturali e quelle prodotte dalla cattiveria umana, le prime impossibili da evitare, le seconde  invece da esser pronti a tenerle alla larga impugnando saldamente un fucile e conoscendone le regole di impiego.

Mi ritrovai  tra le mani quel fucile intarsiato di fine 800 con percussore a pietra, e a seguirne  le modalità della ricarica, avendo prima accuratamente pulito la canna,

 

dosato la quantità di polvere da sparo, spinta con l’apposita bacchetta inforrato il proiettile poi stoppato con  ovatta e carta,

versata una leggera quantità di polvere in corripondenza del vano/scodellino che accomuna attraverso un forellino la camera di scoppio,

 il tutto con cane messo in sicurezza, messa la selce nel percussore e poi…

Come imbracciare un fucile più alto di me? Mio nonno mi venne in soccorso facendomi mettere in ginocchio e appoggiando la canna sullo schienale di una sedia, dopo aver aperto la porta dello stanzino e indicatomi un povero passero poggiatosi su un alberello a una decina di metri, mi invitò a dimostrare quale fosse la mia capacità di mira… quel povero passero ce l’ho avuto sulla coscienza…  in compenso mi fischiano ancora le orecchie per il rimbombo e nel naso ho il “profumo” della polvere bruciata… ma ancor oggi, potrei ripetere quei procedimenti ad occhi chiusi, nonostante colesterolo, prostata, artrosi e malanni senili…Babbo Natale , anche se non sono quel bambino di una volta, me lo regali un avancarica?...

Sensazioni incomprensibili per gli aspiranti guerriglieri  rivoluzionari capaci di sputar sentenza a botta di mouse e tastiere, ma inetti al solo concepire di affrontare tali esperienze... (Fine parte prima)

ANTONIO CAMUSO

NATALE 2020

Brindisi 25 dicembre 2020

Da “diario di un militante degli anni 70” in attesa di pubblicazione

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