Archivio storico"Benedetto Petrone"
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ottobre 1962-ottobre 2022 L'olocausto nucleare ricorrente
La crisi di Cuba e il terrore atomico con gli occhi di un bambino di
sessanta anni fa. “Sopravvive
chi pensa e provvede in tempo”. Il manuale di difesa atomica del 1962
ovvero
Quando mio padre fu incaricato di istruire la popolazione brindisina a
prepararsi all’olocausto nucleare. di Antonio CamusoIl rischio una guerra atomica scatenata dalla
crisi Ucraina aleggia come uno spettro sul nostro Pianeta che rischia di
esser riportato ai primordi della sua formazione ovvero a un’arida distesa
di rocce e oceani fumanti. Nei media è ricorrente il paragone con un altro
momento in cui si rischiò un conflitto atomico, ovvero durante la famosa
crisi dei missili a Cuba, nel 1962. Di essa si son scritti libri e
romanzi, girati film e documentari, e le cineteche mondiali sono stracolme
di pellicole e documenti sonori prodotti in quell’occasione. Gran parte
della mia generazione, quella che aveva dieci anni all’epoca, ne ha un
ricordo evanescente e in bianco e nero, come le immagini un po’ sfocate
delle TV a valvole dell’epoca. Ben
diverso è quanto è rimasto impresso in me di quei giorni che, nonostante
la mia giovane età, furono vissuti con grande angoscia e con una
cognizione di causa che proveniva dall’essere figlio di un militare che,
di quel rischio atomico, se ne doveva occupare per professione. Vivevamo in una casa in una località isolata
dall’estrema periferia di Brindisi e distante solo un centinaio di metri
da una segreta e ben mimetizzata polveriera della Marina Militare, la
Polveriera Cillarese. Oggi ben poco rimane di essa, confinante con il
parco cittadino del Cillarese, con gli edifici demoliti e le polveriere in
galleria sommerse da milioni di litri di acqua della diga del SISRI
alimentata dall’omonimo canale Cillarese.
Nel
1962, mio padre, il montellese Luigi Camuso, da poco promosso Maresciallo
di prima classe, capo artificiere, era di fatto responsabile di tutte le
operazioni inerenti alla corretta messa in sicurezza dei sette depositi di
munizioni in caverna, il cui accidentale scoppio avrebbe potuto causare
una catastrofe sulla città di Brindisi. La competenza e le qualità
professionali del maresciallo Camuso lo facevano essere un soggetto
particolarmente ricercato dal Comando Marina brindisino per incarichi
particolarmente pericolosi, quali la bonifica di mine e residuati bellici
della seconda guerra mondiale, o per collaborare con carabinieri e
Capitaneria di Porto quando si trattava di ispezionare navi mercantili
provenienti dalla Cortina di Ferro. Tra isuoi principali
compiti era l’
addestrare i marinai a lui
sottoposti , sui rischi del maneggio di armi ed esplosivi, ma in quel
fatidico 1962 ricevette un incarico al limite del paradossale, in altre
parole far parte di un team che avrebbe dovuto fornire ai civili le
nozioni elementari di sopravvivenza a un attacco atomico. Un iter che
avrebbe dovuto coinvolgere nelle lezioni,
in una prima fase le
famiglie dei militari delle diverse armi presenti a Brindisi e poi
estendersi agli ordini professionali, alle maestranze delle industrie
brindisine e ,in linea con lo standard seguito negli USA,
alla popolazione scolastica ,
insegnanti e bambini sin nella più tenera età.
Fu
quella un’iniziativa di cui
in Italia pochi ne sono a conoscenza
e che provenne dallo Stato Maggiore Difesa, in un’epoca in cui non
esisteva la Protezione Civile,
sotto il martellante scandire dei giorni e poi delle ore che
avvicinavano il mondo allo scoppio della guerra atomica tra USA e URSS,e
in cui il primo teatro di conflitto sarebbe stata l’Europa.
A cura dello SMD fu stampato in
fretta in furia un manuale di sopravvivenza sulla falsariga d’identici
distribuiti negli USA in decine di migliaia di copie, dove scoppiava la
corsa alla costruzione di bunker antiatomici in giardino
e le scolaresche erano addestrate a gettarsi a terra
e chiudere gli occhi in caso di
un vicino scoppio atomico.
Risultando mio padre, dai ruolini, aver
frequentato con risultati eccellenti i corsi del 1954, presso le Scuole
CEMM di Venezia, sui rischi dell’arma atomica, il comando Marina di
Brindisi, lo chiamò in tutta fretta per questo nuovo incarico, che lo
avrebbe visto girare per scuole e uffici brindisini a illudere la gente
che si poteva convivere e sopravvivere a una guerra nucleare. Ricordo
quando mio padre ritornò sconfortato da Porta Vittoria scaraventando quel
manualetto sul comodino al
fianco del letto. Un manuale che rimase lì per oltre dieci giorni
a mia disposizione poiché mio padre poche ore dopo, nottetempo, fu
prelevato da un ufficale e marinai con elemetto e mitra in spalla , giunti
sottocasa con una jeep a causa di un’improvvisa esercitazione NATO.
In
quell’occasione si simulò il lancio di paracadutisti russi intenzionati a
prender possesso della polveriera
Cillarese, mentre navi e aerei assaltavano porto e aeroporto di Brindisi. Reso orfano momentaneo di padre,
vissi il resto di quei giorni
tempestosi attaccato alla TV
e d imparai a memoria quel manuale che è divenuto per me la mia Bibbia
antimilitarista e che serbo con grande cura
e il cui insegnamento
è uno solo :-“ Se per salvarti non ti vuoi rintanare nelle profondità
della terra come un topo, e se
vuoi un futuro per te e i tuoi figli, coltiva la Pace e la fratellanza tra
i popoli!”- Antonio Camuso Archivio Storico Benedetto Petrone Brindisi 12/10/2022
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