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10 giugno 2020
25 aprile 2010.
10 anni fa partoriva l'idea di far rinascere l'ANPI a Brindisi.
Il prossimo 10 giugno
l’ANPI di Brindisi festeggerà
i 10 anni dalla sua ripartenza nella città di Vincenzo Gigante e
Umberto Chionna e tanti altri antifascisti e partigiani. Se il 10 giugno è
la data nella quale indicemmo la primo incontro tra simpatizzati dell’ANPI
ed iniziare il tesseramento, c’è invece un’altra data anch’essa di
10 anni fa , precedente a quella, che è legata strettamente con la nascita
dell’ANPI di Brindisi, ed è quella del 25 aprile 2010, che quest’anno a
causa del coronavirus, non abbiamo potuto ricordare degnamente.
Quel 25 aprile , anch’esso anomalo è la data in cui nasce l’idea
di ricostruire l’ANPI di Brindisi.
Il
sottoscritto, a nome
dell’Archivio Storico Benedetto Petrone , voleva esserci in piazza, in
continuazione ad una tradizione
che portavo avanti dal 1994, quando
presentai la mia mostra sulla Resistenza, il 25
aprile , ai giardinetti del porto, non ritenendo opportuno che
a pochi giorni della vittoria di Berlusconi,
che gli antifascisti e i partiti “della sinsitra”brindisina si
rinchiudessero in un cinema , a festeggiare il 25 aprile .
Una
mostra che quel 25 aprile 2010 avrei dovuto esporre per l’ennesima volta
nella piazza principale, Piazza Vittoria, in un’iniziativa comune con
gli studenti dell’UDS. Una piazza all’ultimo secondo rifiutatami
dal comune amministrato da un sindaco con lunghi trascorsi
nel MSI e , solo grazie alla “bontà” di un impiegato comunale, mi
si diede un’alternativa di ripiego, la piazza Cairoli.
Nonostante tutto accettai per
denunciare al microfono in piazza quanto accaduto e non farmi
vedere sconfitto dai ragazzi dell’UDS.
Al
termine dell’iniziativa ci ritrovammo
io e Donato Peccerillo ( che stava per pubblicare il suo libro
Fuori dalle gabbie, le lotte operaie in Puglia negli anni 60) , a
fare una riflessione su come non fosse possibile che a Brindisi si
continuasse ormai da anni , da parte degli antifascisti e dai partiti di
sinistra , di ricordare separatamente , in ordine sparso, la Resistenza
omaggiando, a turno, la targa di
Vincenzo Gigante. Anche quella mattina ciò era avvenuto e questa debolezza
dell’antifascismo si era
ripercossa nell’arroganza di quel rifiuto della Piazza alla Mostra sulla
Resistenza.
Con noi ad aiutarci a installare e
poi rimuovere quei pochi
pannelli che presentammo nella piazza di ripiego,
c’era una bambina , la
piccola Laura, accompagnata dal suo papà Riccardo e la sua mamma Paola,
che nel suo completino rosso ed il suo sorriso, dava un senso di speranza
a noi che volevamo rompere questo stato di cose che sembrava ineluttabile.
Quel completino rosso ci ha portato fortuna, quella sera prendemmo la
decisione di ricostruire l’ANPI a Brindisi , di prendere contatti con il
Nazionale e iniziare l’opera
di proselitismo.
Portò fortuna anche agli altri presenti, che facevano parte del Comitato
per il referendum sull’acqua pubblica e di cui Riccardo era uno dei
principali attivisti , e col quale
in seguito potemmo festeggiare
la vittoria referendaria e tante altre…
Buon compleanno a tutti i soci e simpatizzanti dell’ANPI di Brindisi
Antonio Camuso
Archivio Storico Benedetto Petrone
10 giugno 2020
BRINDISI
25 APRILE 2010...a festeggiarlo nonostante tutto!
Festa della
Liberazione…nonostante tutto a Brindisi
Per i giovani dell’UDS
(Unione degli Studenti) di Brindisi che, insieme all’Archivio Storico Benedetto Petrone,
avevano indetto un’iniziativa per il25 Aprile,
quella di oggi si è trattata di una giornata della Liberazione
fuori del normale.
Nonostante una richiesta
depositata con largo anticipo, presso gli uffici comunali, del suolo
pubblico si erano visti , a ridosso della stessa, rifiutata la
centralissima Piazza Vittoria , sede usuale della iniziative politiche e
spostati di ufficio presso Piazza Cairoli, l’ex Piazza dei “cafoni”,
ove in altri tempi la sera si riunivano contadini e braccianti, caporali e
imprenditori agricoli, ma che
ora è lo specchio dell’attuale stato dell’agricoltura brindisina: un
deserto.
La motivazione
dell’impiegato comunale ,per questo rifiuto,
è stata quella che, nel frattempo, era stata preventivata
l’organizzazione della festa per la squadra del Basket brindisino e la
contemporanea presenza di pallavolisti e studenti antifascisti era da
evitare…
Dobbiamo dire , a favore
del solerte impiegato che , fortunatamente permetteva ai promotori della campagna
referendaria sull’acqua di mantenere presso la stessa Piazza Vittoria il
banchetto preannunciato qualche giorno prima.
Il colmo
però è stato raggiunto quando il divieto, per gli ostinati
testimoni della Resistenza , è
continuato a persistere nonostante che la festa del basket fosse stata
cancellata e quindi fossero caduti quei presupposti ostativi di tutela
dell’ordine …sportivo, pardon, pubblico!
“-Pazienza”-
si son detti i giovani dell’UDS e gli anziani dell’Archivio Storico
Benedetto Petrone che, in
un luogo simile al “Deserto dei tartari”- sferzato da un grecale DOC
hanno legato saldamente a panchine e passamano i loro cartelloni sulla
Resistenza,e per alcune ore hanno fatto sentire le loro ragioni
con canzoni e interventi al microfono sul perché occorreva a
…tutti i costi testimoniare a
Brindisi il 25 Aprile.
Molti i temi toccati dai
diritti negati , come
l’istruzione, la salute, ,
quello del lavoro e della salute in fabbrica o come l’acqua che rischia
divenire un bene privatizzato. Proprio per questo i ragazzi dell’UDS
avevano anch’essi organizzato un banchetto per la raccolta delle firme,
mentre l’Archivio Storico
Benedetto Petrone a scopo didattico l’aveva affiancato con
l’esposizione di una radio d’epoca, completa di cuffie e microfono,
utilizzata dai gruppi partigiani riforniti dagli Alleati (modello HRO
NATIONAL del 1940, US ARMY)
Ebbene, nonostante il
vento cercasse di strappare foto e cartelloni e
di dissuadere la gente a raggiungere il deserto dei Tartari, pardon
Piazza Cairoli, molte sono state le persone che si sono avvicinate ai
giovani, hanno letto i cartelloni, hanno incoraggiato i ragazzi stessi a
continuare e han voluto firmare su quello scomodo banchetto per il
referendum sull’acqua pubblica,.
Oltre una quarantina le
persone che hanno apposto la loro firma aggiungendosi alle tantissime
altre firme che il Comitato referendario brindino ha raccolto in Piazza
Vittoria con il suo presidio
che è durato l’intera giornata.
La
pagina dei Pionieri Comunisti:-Anche in questa occasione è stata
di preziosissimo ausilio l'attivissima e giovanissima militante dei
No al Carbone che sfoggiando un bel completino rosso ha coordinato
l'installazione della mostra provvedendone poi alla rimozione.
nb
foto di minore vietata la riproduzione
Antonio
Camuso
Archivio
Storico Benedetto Petrone
Brindisi
25 aprile 2010
PS:
Nella mattinata si era tenuta con la presenza dei rappresentati dei
partiti di sinistra una cerimonia commemorativa dinanzi alla lapide del
Partigiano brindisino Gigante
MORTO
L’ULTIMO PARTIGIANO BRINDISINO
E’
venuto a mancare ieri all’età di 86 anni, dopo una lunga malattia Mario
Guadalupi l’ultimo partigiano brindisino ancora in vita. Nato a Brindisi
il 5 gennaio del 1924 si era trasferito giovanissimo a Torino dove aveva
lavorato come operaio. Arruolato in Marina, dopo l’8 settembre 1943,
anziché aggregarsi alla repubblica di Salò aveva scelto di combattere
come partigiano con il nome di battaglia di “Virgilio”
(assunto in onore di uno dei personaggi storici più illustri della nostra
città) sulle montagne Piemontesi. Si era infatti arruolato nel 1943,
all’età di soli 19 anni nelle “Brigate
Garibaldi”, formazioni legate al Partito Comunista che costituirono
uno dei 5 gruppi politici partigiani
più attivi nella lotta di liberazione nazionale. In particolare fu
organico alla “IV° Divisione
Garibaldi” che operò a Torino città e dintorni contribuendo con
imboscate e colpi di mano a liberare definitivamente la città sabauda dal
giogo nazi-fascista.
Rientrato
a Brindisi dopo la pensione, nel 1989, vi trascorse il resto dei suoi
giorni mantenendo comunque sempre saldo il legame d’affetto con il
Piemonte e con Torino in particolare. Per chi come noi ha avuto il
privilegio di conoscerlo era una continua sorpresa apprendere attraverso i
suoi racconti quanti sacrifici e quante privazioni aveva dovuto sopportare
questa generazione di uomini che, al prezzo della propria gioventù e del
proprio sangue, aveva contribuito a liberare la nostra nazione ridandole
dignità ed orgoglio. Negli ultimi tempi più che la malattia, che
sopportava con ammirevole stoicismo, ad amareggiarlo maggiormente erano i
discorsi di secessionismo e federalismo che rischiavano di rendere inutili
ai suoi occhi i sacrifici fatti con sincerità da tanti ragazzi che
avevano combattuto ed erano morti al suo fianco in quel periodo. Con Mario
Guadalupi, il partigiano “Virgilio”,
va via per sempre un pezzo di storia della nostra nazione ed un frammento
di nobiltà d’animo ed orgoglio della nostra città.
Dott. Salvatore Valentino
PRESIDENTE
ASSOCIAZIONE POLITICO-CULTURALE
“Brindisi
Democratica”
(Capogruppo
al Comune di Brindisi di
“Democratici
e Repubblicani”)
PER
I MORTI DELLA RESISTENZA
Qui vivono per sempre
gli occhi che furono chiusi alla luce
perchè tutti li avessero aperti
per sempre alla luce.(poesia di Giuseppe Ungaretti
LA PARTIGIANA
MARIA
Un
racconto di Antonio Camuso sul ruolo delle staffette partigiane
FIRENZE MUSICA E
RESISTENZA...portando un pezzo di Puglia nel cuore
25 APRILE,
una data da non dimenticare, sebbene molti oggi la vorrebbero cancellare
dalle nostre scuole, dalla nostra memoria, dalla nostra storia....
Reading e musica "RAZZA PARTIGIANA", in memoria di Giorgio
Marincola, partigiano italo-somalo ucciso in occasione dell'ultima strage
compiuta dai nazisti; in memoria di Isabella Marincola, sua sorella, che
ne ha portato le memorie e la storia fino a pochi giorni fa; in memoria di
tutti coloro che hanno dato la vita per la libertà.
Musica a cura dei Las Venas Abiertas, Reading di Antar Marincola,
Alessando Chiodaroli e Anna Nacci.
Località FIRENZE, via S. Agostino, 23 (S. Spirito).
http://www.tarantularubra.it/tappe/firenze25042010.htm
La
cronaca di Taranto , Milano e Palermo dal blog di Proletari comunisti
segnalato
da Margherita Ciervo da Bari
su www.pdcitv.it
"Senza tregua". Bellissima,
straordinaria video-intervista a Giovanni e Norina Pesce (Visone e
Sandra),
comunisti, combattenti partigiani
http://www.pdcitv.it/video/3325/Senza-tregua--Intervista-a-Giovanni-Pesce--1
http://www.pdcitv.it/video/3326/Senza-tregua--Intervista-a-Giovanni-Pesce--2
http://www.pdcitv.it/video/3327/Senza-tregua--Intervista-a-Giovanni-Pesce--3
http://www.pdcitv.it/video/3328/Senza-tregua--Intervista-a-Giovanni-Pesce--4
Viva i
partigiani, viva il 25 Aprile!
Ora e sempre Resistenza!
Lo avrai, camerata Kesselring..."
Processato nel 1947 per crimini di Guerra (Fosse Ardeatine, Marzabotto e
altre orrende stragi di innocenti), Albert Kesselring, comandante in capo
delle forze armate di occupazione tedesche in Italia, fu condannato a
morte. La condanna fu commutata nel carcere a vita. Ma già nel 1952, in
considerazione delle sue "gravissime" condizioni di salute, egli
fu messo in libertà. Tornato in patria fu accolto come un eroe e un
trionfatore dai circoli neonazisti bavaresi, di cui per altri 8 anni fu
attivo sostenitore. Pochi giorni dopo il suo rientro a casa Kesselring
ebbe l'impudenza di dichiarare pubblicamente che non aveva proprio nulla
da rimproverarsi, ma che - anzi - gli italiani dovevano essergli grati per
il suo comportamento durante i 18 mesi di occupazione, tanto che avrebbero
fatto bene a erigergli... un monumento. A tale affermazione rispose Piero
Calamandrei, con una famosa epigrafe (recante la data del 4.12.1952,
ottavo anniversario del sacrificio di Duccio Galimberti), dettata per una
lapide "ad ignominia", collocata nell'atrio del Palazzo Comunale
di Cuneo in segno di imperitura protesta per l'avvenuta scarcerazione del
criminale nazista. L'epigrafe afferma:
Lo avrai camerata Kesselring il monumento che pretendi da noi italiani ma
con che pietra si costruirà a deciderlo tocca a noi. Non coi sassi
affumicati dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio non colla terra
dei cimiteri dove i nostri compagni giovinetti riposano in serenità non
colla neve inviolata delle montagne che per due inverni ti sfidarono non
colla primavera di queste valli che ti videro fuggire. Ma soltanto col
silenzio del torturati Più duro d'ogni macigno soltanto con la roccia di
questo patto giurato fra uomini liberi che volontari si adunarono per
dignità e non per odio decisi a riscattare la vergogna e il terrore del
mondo. Su queste strade se vorrai tornare ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno popolo serrato intorno al monumento che
si chiama ora e sempre RESISTENZA
25
aprile ricordato dai Comunisti internazionalisti attraverso alcuni loro
storici documenti compreso un
interessante appello all'insurrezione del 13 aprile 1945. Molte
naturalmente le critiche ai "togliattiani" ma da rileggere
nel contesto storico delle fratture che si erano prodotte già negli anni
30 nel movimenti comunista europeo e italiano
Taranto:
25 APRILE
ALLA "TENDA PER IL LAVORO".
La tenda per il lavoro dei disoccupati organizzati dello slai cobas in
piazza Castello
celebrerà in forme decisamente originali e alternative il 25 aprile
festa della Liberazione dal nazifascismo, festa della Resistenza, festa
della Costituzione nata dalla Resistenza, festa della speranza di un
Italia
migliore.
Proprio questo 25 aprile dimostra che quegli ideali e quei risultati
erano
e sono ancora giusti, ma purtroppo oggi sono delusi e traditi:
Liberazione dal nazifascismo? Il nazifascismo è stato dittatura,
negazione
delle libertà, miseria e guerra;
oggi abbiamo un sistema politico e statale sempre più lontano dai
lavoratori
e dalle masse povere, fondato sui poteri dei ricchi e dei potenti, ai
danni
dei lavoratori e della povera gente, un sistema venato di autoritarismo e
razzismo, di disprezzo per la democrazia reale, in cui i poveri sono
sempre
più poveri e i ricchi sempre più ricchi.
Festa della Resistenza? I partigiani hanno combattuto per liberare
l'Italia,
sono i nostri reali padri fondatori e oggi vengono dimenticati,
svillaneggiati e parificati agli aguzzini del fascismo, dai sostenitori di
un fascismo moderno presenti anche nelle istituzioni.
Festa della Costituzione? Art. 1°: "l'Italia è una Repubblica
fondata sul
lavoro", un aticolo quanto mai tradito noi siamo in mezzo alla strada
negandoci il diritto fondamentale alla dignità a mantenere una famiglia a
costruirci un futuro.
Festa della speranza di un Italia migliore? E ci troviamo in una Italia
che
va sempre peggio, di cui la nostra città è un esempio:
disoccupazione, precarietà, perfino case e acqua negate, devastazione
ambientale che provoca morti e malati.
La speranza non l'abbiamo persa, ma essa vive nelle lotte dei disoccupati,
precari, lavoratori.
Sono, siamo noi i nuovi partigiani , la nuova Resistenza, e vogliamo
portarla fino in fondo nell'Italia e nella Taranto di oggi.
La "Tenda per il lavoro" in piazza Castello è il posto giusto
per celebrare,
senza retorica, frasi fatte e pennacchi la festa della liberazione
25 aprile
- ore 11 una lapide "ONORE AI PARTIGIANI " viene scoperta
e consegnata al
Sindaco Stefano, perchè venga installata in piazza castello o all'interno
di
palazzo di città
- dalle 18 in poi film musica pannelli informativi sulla Resistenza e la
lotta per il lavoro in piazza castello
disoccupati organizzati
slai cobas per il sindacato di classe taranto
cobasta@libero.it
347-5301704
Appello
al mondo della cultura a prendere parola e a mobilitarsi contro il raduno
nazifascista a Milano.
A Milano il 1 maggio si
terrà un raduno nazifascista organizzato dai gruppi di estrema destra
con il patrocinio della provincia di Milano, all'interno di una
settimana di iniziative che si concluderanno il 2 maggio, a vari
livelli patrocinate o sostenute da istituzioni di questa città.
Milano,
medaglia d'oro alla resistenza, città dei libri e dell'editoria ma
anche del giornalismo, dell'arte, del teatro e della musica, ha una
responsabilità culturale e civile nei confronti di quanti vivono
dentro, ma anche fuori, questa città. Una responsabilità che deriva
dal peso e dalla rilevanza della sua storia fatta anche di scrittori,
intellettuali e artisti che hanno fatto di Milano un centro propulsivo
di nuove idee e nuove correnti, una città partigiana per gli ideali
di libertà, conoscenza e antirazzismo contro paura e ignoranza, e già
messa a dura prova da decenni di politiche securitarie e xenofobe che
cancellano la cultura e gli spazi di libertà. Un concerto
nazifascista a Milano vuol dire proprio promuovere ignoranza, odio e
razzismo, vuol dire svilire e rinnegare la fatica e la passione di
quanti contro fascismo e razzismo hanno affermato azioni, parole e
idee di libertà, spesso a costo di gravi sacrifici.
Le
istituzioni di Milano, a partire dai consigli di zona ad arrivare agli
assessori alla cultura di Milano e della provincia che decidono di non
vietare e addirittura di patrocinare e finanziare le varie iniziative
di fascisti e nazisti, stanno compiendo un'operazione inaccettabile
che la città rifiuta perchè assolutamente estranea alla sua natura e
al suo ruolo di promotrice di saperi liberi e antirazzisti.
Rifiutiamo
di legittimare la presenza pubblica di chi fomenta odio e razzismo e
di chi vuole resuscitare posizioni nostalgiche di un passato che non
deve più ritornare. Oggi le vittime da ricordare sono Rachel, bambina
nigeriana di 13 mesi morta a Cernusco nell'ospedale che inizialmente
le aveva negato le cure per la tessera sanitaria scaduta; Emil
Enea, ragazzo rom di 13 anni morto nell'incendio della tenda dove
viveva da quando era stato sgomberato; Abba e Dax, vittime della
violenza e del razzismo di fascisti esattamente uguali a quelli che
questa settimana vorrebbero mobilitarsi e avere agibilità politica
con la benedizione e i finanziamenti di provincia e comune. E' di Abba,
di Rachel, di Emil e di Dax che vogliamo parlare, è di loro che
vogliamo raccontare alle nuove generazioni perchè da una cultura
antirazzista e antifascista si seminino gli anticorpi contro i nuovi
autoritarismi e i vecchi ritorni.
Chiediamo a quanti oggi
continuano a seminare quegli stessi ideali di libertà, a quanti con
la stessa fatica e passione di ieri fanno cultura in questa
straordinaria città meticcia, ricca di differenze e di culture
diverse che si incontrano, di rivolgersi alle istituzioni e chiedere
loro di non legittimare questa o altre iniziative simili a Milano e a
spese dei milanesi. Ci appelliamo a quanti hanno la responsabilità di
seminare la cultura di domani di far sentire la propria voce, di
esporsi ed opporsi all'ennesimo ma gravissimo tentativo di affossare
cultura e libertà in un colpo solo e di rendersi disponibili a
contattarci e a partecipare alle iniziative che da qui al primo maggio
verranno messe in campo.
PER INFO E ADESIONI
MANDARE UNA MAIL A: patrizia.nappi@gmail.com
E così sono passati otto
anni da quel 25 aprile del 2002 quando,
facendoci largo con falci e zappe tra sterpaglie ed erbacce che quasi lo
nascondevano, abbiamo liberato il parco "Angelina Cartella"
dall'incuria
e dal degrado per trasformarlo in uno spazio vivo di proposta politica,
culturale, artistica, sociale.
Da quel giorno siamo stati promotori di innumerevoli iniziative, per la
difesa dei diritti dei lavoratori come per il diritto alla casa, di
solidarietà internazionale e con gli immigrati, per la ferma opposizione
contro tutte le guerre, abbiamo attraversato l'Italia in lungo ed in
largo per contrastare il mostro del ponte sullo Stretto, la
privatizzazione dell'acqua, la gestione scellerata dei rifiuti, ma anche
per proporre stili di vita sostenibili in una società che frantuma e
distrugge tutto e tutti. Abbiamo cercato di costruire, attraverso la
pratica dell'autorganizzazione uno spazio aperto e libero, in cui
confrontarsi e contaminarsi, un riferimento per chi avverte una forte
esigenza di partecipazione.
Il 24, 25 e 26 aprile vogliamo fare un bilancio di questa esperienza, ma
soprattutto vogliamo parlare di Resistenza. Tra ronde e derive
securitarie, razzismo dilagante, diritti sempre meno diritti, disprezzo
diffuso dei beni comuni e della stessa vita umana sacrificati
sull'altare del dio denaro, sembra ormai fuori luogo parlare di
Resistenza e lotta partigiana. Noi invece vogliamo continuare a
ricordare le donne e gli uomini che con la lotta ed il sacrificio hanno
combattuto la dittatura fascista, quei popoli che ogni giorno nel mondo
combattono l'annientamento etnico e culturale, chi si oppone alla
mercificazione della cultura, chi vuole ribellarsi alla logica del
consumismo ed alla supremazia delle grandi catene di distribuzione.
*Per non dimenticare! Per continuare ad inseguire quel sogno di libertà!*
*VENERDÌ 23 APRILE*
*ore 17.00*
*?* Apertura del Villaggio Resistente: stand, mostre, laboratori,
writing session
*?* Assemblea: *RESISTERE OGGI*
"/... i tanti problemi del nostro territorio, il dissesto
idrogeologico,
i giovani, il lavoro, non hanno bisogno di divisione, ma hanno bisogno
di unità. Dobbiamo lottare con forza e tutti insieme sconfiggere chi
marcia contro. E allora la speranza siamo tutti noi, vecchi e giovani,
per dare insieme una speranza a questa Calabria abbandonata da
tutti/"
Queste sono le parole con cui Franco Nisticò ci ha lasciati dal palco
della manifestazione No Ponte del 19 dicembre 2009, con queste parole
vogliamo rilanciare la necessità di un tavolo tra le varie esperienze
che nel nostro territorio oggi continuano a Resistere: chi combatte per
difendere territorio e beni comuni, chi lotta contro l'oppressione
mafiosa, chi si oppone alla mercificazione della cultura, chi vuole
ribellarsi alla logica del consumismo ed alla supremazia delle grandi
catene di distribuzione.
*ore 21.30*
*?* Concerto: *MIMÍ STERRANTINO*
*SABATO 24 APRILE*
*ore 16.00*
*?* Conferenza stampa apertura campagna referendaria *L'ACQUA NON SI
VENDE* a Reggio Calabria. Parteciperanno le realtà del Comitato reggino
per il referendum, Sindaci e amministratori locali che sostengono la
campagna.
*ore 18.00*
*?* Presentazione della mostra "*Magna, Italia!*", un racconto
fotografico su Rosarno, ultima colonia italiana. Sarà presente l'autore
*Andrea Scarfò*
*ore 18.30*
*?* Assemblea: *RESISTIAMO AL RAZZISMO*
I fatti di Rosarno, quelli recenti di Napoli, l'avanzata della Lega e
della sua politica xenofoba, ci raccontano una società ormai razzista e
intollerante. Resistere a questa deriva è possibile e necessario, a
partire dal dialogo tra le comunità e dalla lotta per i diritti comuni e
per la dignità.
*ore 21.30*
*?* Concerto: *OPERAI DELLA FIAT 1100*
*DOMENICA 25 APRILE*
*ore 10.00*
*?* *Fiera della Decrescita*: agricoltura naturale, artigianato locale,
consumo critico e riciclo
*?* Mostra fotografica sull'esperienza quinquennale del G.A.S. Felce &
Mirtillo
*ore 12.30*
*?* Presentazione dei *murales* sulla Resistenza
*?* Pranzo sociale con la presenza dei partigiani *Aldo Chiantella* e
*Vittorio Calvari*
*ore 17.00*
*?* Conclusione del *laboratorio di riciclaggio creativo* a cura
dell'Ass. Magnolia
*ore 18.00*
*?* Mostra informativa sulla "*Rivoluzione dei garofani*"
*?* Proiezione film "*Capitani d'aprile*" di Maria De Medeiros
*ore 21.00*
*?* Proiezione video-ricordo di *Antonio "Calabria" Familiari
ore 21.30*
*?* Concerto: *RADICI CALABRE
*Potete seguire le iniziative in programma on-line su *TransizioneDiFase
<http://www.transizionedifase.org>
*Maggiori info sul sito del *c.s.o.a. Cartella <http://www.csoacartella.org>
*
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via Quarnaro I, Gallico
89135 Reggio Calabria
http://www.csoacartella.org
Torre Santa susanna
25 APRILE SEMPRE
In occasione della Festa della Liberazione, domenica 25
aprile, dalle ore 16 presso il Cortile del Campo di Hockey a Torre
Santa Susanna si svolgerà la manifestazione 25 APRILE SEMPRE
manifestazione di MUSICA, TEATRO, DIBATTITI e POESIA.
La manifestazione vuole essere non soltanto una preziosa occasione di
memoria collettiva, ma anche una ferma assunzione di responsabilità
nel presente e per il futuro, affinché non si perdano di vista i valori
di libertà, solidarietà, uguaglianza, rispetto dei diritti, legalità,
pace: valori, nati dalla lotta di LIBERAZIONE contro il
nazifascismo, che trovano piena espressione nella Costituzione della
Repubblica Italiana. Un modo per riflettere insieme sulla Storia,
per crescere nella cultura della Liberazione e dei principi fondamentali
della nostra Costituzione.
Il 25 Aprile è una giornata di memoria storica e politica, lo
festeggiamo ricordando tutti quei partigiani che combatterono non solo
contro il nazifascismo ma anche e soprattutto per un futuro migliore,
per una società basata sui principi della libertà, dell'uguaglianza e
della fratellanza tra i popoli.
A 65 anni di distanza continua ogni giorno l´azione di RESISTENZA per il
rispetto dei diritti umani contro le misure xenofobe e razziste, per
la libertà di azione contro l´illegalità, per la PACE contro
qualsiasi guerra ... per il futuro!
Durante la giornata sono previsti momenti di SPORT, MUSICA, TEATRO,
DIBATTITI e POESIA.
In mattinata dalle ore 9,30 in poi, si terrà un raduno-torneo di
calcio, categoria PULCINI, curato dall´associazione sportiva AMATORI
GIOVENTU´ SPORT TORRE.
Dalle ore 16,00 fino a tarda serata si alterneranno sul palco
MILISTROIKA, GINO CESARIA, GIANCARLO PAGLIARA, LENULA, RISONANZE FOLK,
PICCOLA COMPAGNIA INSTABILE, EDUAFRICA, Gianni VICO, Paola PETROSILLO,
CANZONI A MANOVELLA, PEPPACCIO, Davide BERARDI ed altri artisti.
Tra musica, teatro e poesia ci sarà anche un momento di incontro e
riflessione sul tema dei DIRITTI con Alessandro Cobianchi (Presidente
regionale ARCI), don Raffaele Bruno (Referente regionale LIBERA) ed un
rappresentante di EMERGENCY. Questo momento sarà concluso dalla
testimonianza diretta del partigiano Mino Delle Grottaglie e dal
collegamento telefonico con Vittorio Arrigoni dalla Striscia di Gaza,
testimone della resistenza quotidiana del popolo palestinese.
La manifestazione è organizzata dalle associazioni: ACLI Circolo
don Oronzo Elia, AMNESTY INTERNATIONAL, ADELANTE, ARCI,
BRINDISIxGAZA, CIVICO 73, EMERGENCY Prov. Brindisi, LA MANOVELLA,
LIBERA, MAMADU', PETRA, TEATRO E VITA, con il patrocinio
morale del Centro Servizi Volontariato POIESIS di Brindisi.
Durante la giornata sarà allestito un banchetto raccolta
firme per la Campagna Referendaria L´ACQUA NON SI VENDE, promossa
dal Forum Italiano dei Movimenti per l´Acqua, costituito da
centinaia di comitati territoriali che si oppongono alla
privatizzazione dell´acqua.
Dal pomeriggio saranno presenti stand gastronomici e banchetti
informativi delle associazioni.
Info
Emergency - Gruppo Territoriale Prov. di Brindisi
Via Leanza 45, Torre Santa Susanna
www.emergency-brindisi.it
3394244600
Il 25 aprile e la Costituzione tradita
In prossimità del 25 aprile mi piacerebbe sollecitare un'ampia
riflessione
prendendo spunto dal tema della Costituzione, visto che il momento attuale
ci consegna un quadro politico di segno neoconsociativo e un clima di
feroce
ostilità e di seria minaccia per la democrazia italica, da sempre fragile
e
mutilata, sancita solo sulla Carta Costituzionale.
Personalmente sono convinto che la Costituzione del 1948 non abbia bisogno
di lifting o rifacimenti, non debba essere aggiornata o revisionata, e
tantomeno abolita, come insinuano i suoi detrattori, ma deve essere
semplicemente e finalmente applicata. Solo concretizzando i dettami
costituzionali sarà possibile far rinascere il Paese, sarà possibile
promuovere un'effettiva emancipazione in senso espansivo e progressista
della società in cui viviamo, liberando le straordinarie potenzialità
civili
e culturali, etiche e spirituali in essa presenti, ma anche le forze
produttive imprigionate ed umiliate nell'attuale fase storica di
regressione
e di imbarbarimento politico, morale e culturale.
Tuttavia, se devo essere sincero, sono piuttosto perplesso e pessimista.
In
primo luogo perché temo che la nostra bellissima Costituzione sia in
qualche
misura eversiva e inapplicabile nell'attuale ordinamento economico,
politico
e sociale, segnato da profonde e insanabili contraddizioni, che si possono
eliminare solo abbattendo e superando il sistema capitalistico che le ha
generate e che contribuisce a perpetuarle.
In secondo luogo, con il quadro parlamentare e governativo uscito
rafforzato
dalle recenti elezioni regionali, francamente non riesco a far finta di
nulla e non posso non nutrire seri dubbi sulle effettive possibilità di
applicare finalmente il dettato costituzionale. Invece, mi pare più
facile
immaginare e prevedere un'iniziativa per stravolgere il testo
costituzionale
mediante una sorta di "grande inciucio", ossia un'ampia intesa
parlamentare
di stampo neoconsociativo sul tema delle cosiddette "riforme
costituzionali"
(ma sarebbe più corretto definirle "controriforme"), tanto
attese e invocate
non solo dalla coalizione di centro-destra guidata da Silvio Berlusconi.
Occorre ricordare la matrice sovversiva e criminale della banda
filo-berlusconiana giunta stabilmente al governo, che sta sfasciando le
istituzioni, i diritti e le garanzie costituzionali. Il pericolo
costituito
dal nuovo fascismo, dalle forze che governano l'Italia, è persino più
grave
del passato, considerando il mix di populismo, razzismo e affarismo
sfrenato
che ispira il blocco politico e sociale che fa capo al bandito di Arcore.
Dunque, in Italia incombe una vera emergenza democratica. Persino in
Parlamento è stata eliminata ogni forma di dissenso e libera opposizione.
Tranne forse Di Pietro, resta in campo la finta ed evanescente
"opposizione"
di D'Alema, Bersani e soci, dietro cui si annida una pratica
neoconsociativa. Suggerirei di riflettere su quanto scriveva Antonio
Gramsci
a proposito del "sovversivismo delle classi dirigenti". Inoltre,
35 anni fa
Pasolini aveva preconizzato l'avvento di un nuovo fascismo, a condizione
che
questo si auto-proclami "democratico" e si ripari sotto le
mentite spoglie
dell'"antifascismo". Mi pare che ciò rispecchi esattamente il
quadro storico
in cui si è compiuta la "metamorfosi" della destra neofascista
(ex MSI) per
accedere al governo del Paese, sdoganata e traghettata verso il PDL dal
populismo berlusconiano. Ma la citazione di Pasolini si adatta anche per
inquadrare la "metamorfosi" degli eredi del PCI, in primo luogo
il PD.
Il sottoscritto si schiera tra quanti sono convinti che non esista alcuna
differenza tra PD e PDL, eccetto la "L" in più nella
sigla del partito di
plastica di Berlusconi. Per il resto conviene stendere un velo pietoso.
Non
a caso fu coniata la formula "Veltrusconismo" per designare la
funzionalità
di entrambi (PD e PDL) ad un progetto neogolpista attuato in forme
apparentemente soffici e indolori, un disegno di stabilizzazione
neocentrista e neoconservatrice che fa capo ai due soggetti
"protagonisti e
antagonisti" della scena politica nazionale, destinati a governare
insieme
la fase della "Terza Repubblica".
Tuttavia, al di là di queste note pessimistiche, faccio prevalere ciò
che
Gramsci definiva "l'ottimismo della volontà". Per cui, non solo
in veste di
cittadino, ma altresì di insegnante, sono interessato a trasmettere alle
nuove generazioni i valori ideali insiti nella Costituzione, di cui
bisogna
far conoscere ed apprezzare la bellezza poetica. Non a caso, alla stesura
del testo costituzionale parteciparono le migliori menti politiche e
letterarie dell'epoca: su tutti cito la straordinaria figura di Piero
Calamandrei.
La Costituzione è la madre della democrazia italiana, indubbiamente
scalcagnata e malandata per varie ragioni storiche e politiche. La
Costituzione ne incarna idealmente il ricco patrimonio valoriale, perciò
leggerla è il miglior modo per festeggiarla e proporla ai giovani, ed è
forse il miglior modo per educare ed ispirare le nuove generazioni.
Pertanto, approfitto per denunciare una grave mistificazione ideologica
che
si perpetua da anni nel nostro sciagurato Paese. Quella di occultare le
origini della democrazia italiana, benché istituita solo sulla carta. E'
opportuno ricordare che la Costituzione del 1948 (e, con essa, la
democrazia, sebbene solo formale) affonda le sue radici storiche e ideali
nella Resistenza contro l'occupazione nazi-fascista imposta durante la
seconda guerra mondiale. Dalle ceneri della monarchia sabauda e della
dittatura fascista di Mussolini è nata la Costituzione ed è risorta la
civiltà democratica del popolo italiano.
Il 25 aprile è senza dubbio una festa partigiana, cioè di parte, e non
può
essere diversamente. Pretendere che il 25 aprile diventi una "festa
di
tutti", una sorta di ricorrenza "neutrale", equivale a
snaturare e azzerare
il valore simbolico e politico di quella che è la Festa per antonomasia
della Resistenza partigiana e antifascista. Infatti, il 25 aprile si
festeggia, ovvero si dovrebbe rievocare e, in qualche misura, rinnovare la
vittoria della Resistenza popolare partigiana contro l'invasione nazista e
contro i fascisti che flagellarono l'Italia per un tragico ventennio,
conducendo il Paese verso la rovina, costringendo il nostro popolo alla
catastrofe della seconda guerra mondiale, in cui intere generazioni di
giovani proletari furono sfruttati come carne da macello per arricchire e
ingrassare una ristretta minoranza di affaristi, speculatori e
guerrafondai
senza scrupoli.
Da quella Liberazione nacque la Costituzione del 1948, scritta non tanto
con
la penna, quanto con il sangue di tante donne e uomini che sacrificarono
la
propria vita per la libertà delle generazioni successive: donne e uomini
chiamati "partigiani" proprio perché schierati e militanti da
una parte
precisa, contro il fascismo, l'imperialismo e la guerra.
Il carattere apertamente antifascista e partigiano, egualitario,
democratico
e pluralista, pacifista e internazionalista della Costituzione, la rende
un
testo all'avanguardia, addirittura rivoluzionario sul piano
internazionale,
ma è anche il motivo principale per cui essa è invisa, temuta e
osteggiata
nei settori più oltranzisti e reazionari della società italiana, ed è
la
medesima ragione per cui essa è negata e disattesa nella realtà
concreta. E'
superfluo elencare gli articoli della Costituzione reiteratamente violati
e
traditi, a cominciare dall'art. 11, in cui emerge lo spirito pacifista e
internazionalista della Costituzione del 1948: "l'Italia ripudia la
guerra
(.)", è l'incipit dell'articolo.
Questa è una preziosa lezione della storia che oggi, in tempi bui,
dominati
dall'indifferenza, dal fatalismo, dall'apatia e antipatia politica, si
tenta
di mettere in discussione e addirittura negare alle giovani generazioni.
Questo "fatalismo", assai diffuso tra la gente, è il peggior
nemico della
gente stessa, in quanto induce a pensare che nulla possa cambiare e tutto
sia già deciso da una sorta di destino superiore, una forza trascendente
contro cui i miserabili sarebbero impotenti, ma così non è.
In materia di fatalismo, indifferenza e apatia politica, non si può non
citare un famoso pezzo giovanile di Antonio Gramsci, "Odio gli
indifferenti", in cui il grande comunista sardo scriveva che vivere
vuol
dire "Essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere
cittadino e
partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria,
non è
vita. Perciò odio gli indifferenti. L'indifferenza è il peso morto della
storia (...) Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti".
Questo è
il miglior messaggio che si possa trasmettere ai giovani, una sorta di
inno
che esprime in forma lirica e nel contempo in modo inequivocabile, l'amore
per la vita e la libertà, tradotte in termini di partecipazione attiva
alle
decisioni che riguardano il destino della collettività umana.
Sempre in tema di assenteismo e non partecipazione alla vita politica,
rammento un celebre brano di Bertolt Brecht: "Il peggior analfabeta
è
l'analfabeta politico". Non c'è nulla di più vero e più saggio.
Brecht
sostiene che l'analfabeta politico "non sa che il costo della vita,
il
prezzo dei fagioli, del pesce, della farina, dell'affitto, delle scarpe e
delle medicine dipendono dalle decisioni politiche. L'analfabeta politico
è
talmente asino che si inorgoglisce, petto in fuori, nel dire che odia la
politica. Non sa, l'imbecille, che dalla sua ignoranza politica nasce la
prostituta, il minore abbandonato, il rapinatore e il peggiore di tutti i
banditi, che è il politico disonesto, leccapiedi delle imprese nazionali
e
multinazionali.". Ed io vorrei aggiungere: "delle imprese
locali".
Nella circostanza odierna mi preme rilanciare l'idea della Politica in
quanto espressione della volontà popolare e della libera creatività
dell'animo umano, che si concretizza nel confronto interpersonale, nella
pacifica convivenza e nella dialettica democratica e pluralista tra
persone
libere ed uguali, ovviamente diverse sul versante spirituale e culturale.
Inoltre, la Politica dovrebbe essere un mezzo di aggregazione e
partecipazione sociale, uno strumento diretto e corale per intervenire
concretamente sui processi decisionali che investono l'intera comunità,
una
modalità di socializzazione tra gli individui, la più elevata e
raffinata
forma di socialità umana. Del resto, l'antica etimologia del termine, dal
greco "Polis" (città), indica il senso della più nobile
attività dell'uomo,
denota la somma manifestazione delle potenzialità e delle prerogative
attitudinali dell'essere umano in quanto "animale politico".
Tale capacità
dell'uomo si estrinseca nella Politica come organizzazione
dell'autogoverno
della Città.
Il senso originario della Politica si è svuotato ed è degenerato nella
più
ignobile "professione", nell'esercizio del potere fine a se
stesso,
riservato agli "addetti ai lavori", ai carrieristi e affaristi
della
politica. Quella che un tempo era una "nobile arte", la suprema
occupazione
dell'uomo, oggi è percepita e praticata come mezzo per impadronirsi della
città e delle sue risorse territoriali, una squallida carriera per
mettere
le proprie luride mani sulle ricchezze del bilancio economico comunale. Un
bene che, invece, dovrebbe appartenere a tutti ed essere gestito dalla
comunità dei cittadini.
La nuova Resistenza è l'opposizione a questo stato di cose, è la rivolta
contro una visione e una pratica del potere come appannaggio di un'esigua
minoranza di privilegiati, ossia i padroni del Palazzo. Tale situazione va
respinta e combattuta con fermezza, perché il soggetto che si organizza
in
comitato o partito politico, convenzionalmente definito "ceto
politico
dirigente", non appena conquista il privilegio derivante dal potere
esclusivo sulla Città, si disinteressa del bene comune per occuparsi dei
loschi affari della casta, o dei singoli individui. Questo stato di
corruzione della politica, che non coincide con un'esperienza di
autogoverno
dei cittadini, ma risponde agli interessi egoistici e corporativi di una
cerchia elitaria e circoscritta, è la causa principale che genera un
sentimento di indifferenza e disaffezione dei cittadini verso la politica,
cioè il governo della Polis, in quanto rappresentativo degli interessi
privati di pochi affaristi, nella misura in cui tali vicende sono recepite
come estranee agli interessi della gente.
Pertanto, occorre rilanciare l'idea dell'autogestione e dell'autogoverno
dei
cittadini, sperimentando nelle comunità locali l'idea della politica come
rifiuto radicale del potere scisso dalla collettività, come
partecipazione
diretta della popolazione ai processi decisionali, ai canali di controllo
e
gestione del bilancio economico comunale.
L'utopia della democrazia diretta non è solo possibile e praticabile
localmente, ma è necessaria di fronte all'avvento di un fenomeno
autoritario
globale che minaccia quel poco di sovranità democratica vigente in alcuni
Stati nazionali. I quali sono soppiantati da organismi economici
sovranazionali che dirigono le dinamiche dell'economia e dei suoi assetti
bancari e finanziari. Questo fenomeno di globo-colonizzazione ha favorito
l'ascesa dei gruppi finanziari più forti e delle corporation
multinazionali,
con danni irreparabili per i diritti civili e sindacali, le libertà
democratiche, i redditi dei lavoratori del sistema produttivo, la cui
condizione si fa sempre più precaria e ricattabile.
Lucio Garofalo
da Lioni - Irpinia
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